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Autore: fefi97    18/02/2018    12 recensioni
[sterek; prompt dalla pagina facebook Sterek Prompt; altamente demenziale; office au]
Derek e Stiles lavorano insieme da anni e sono amici. Ma per Stiles è difficile essere amico di Derek, perché Derek ha la brutta abitudine di farsi i baffi con la schiuma del caffè e poi di sorridergli con dei dannati sorrisi enormi con tanto di fossette. E sembra non accorgersi minimamente di quanto sia bello o di come tutti ci provino con lui. Stiles pensa che se ci provasse anche lui, probabilmente lo ignorerebbe come fa con tutti.
Ma questo non esclude il fatto che sia probabilmente innamorato di Derek Hale.
...e che Derek abbia una cotta per lui da cinque lunghi anni.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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COFFEE, SMILE, LOVE YOU

 

 

 

 

 

 

-Hai sentito che Argent ha sospeso Finstock? -

Stiles non disse nemmeno ciao, limitandosi a porgergli il suo cappuccino alla cannella senza alzare lo sguardo dai fogli che stava esaminando.

Derek inarcò le sopracciglia, aggiustandosi la tracolla con una mano e prendendo la tazza con l'altra.

-No. Che è successo? -

-Ubriaco. Sul lavoro. Di nuovo. Lap Dance nell'ufficio di Argent. Nudo. - rispose distrattamente Stiles, mugolando contrariato davanti a un chiaro errore di quelli della contabilità.

Derek fischiò piano, prendendo poi un sorso della bevanda calda.

-Brutta storia. -

In quel momento Stiles sollevò gli occhi su di lui e imprecò a mezza bocca.

Derek si era fatto i baffi con la schiuma del cappuccino, di nuovo.

Derek lo guardò perplesso, per poi sorridergli in maniera impacciata.

-Cosa? -

-Mh, bocca. Sporca. Schiuma. - borbottò Stiles, riabbassando immediatamente gli occhi su quello stupido contratto.

-Oh. -

Stiles sapeva che Derek aveva spalancato gli occhi in quell'espressione da cucciolo mortificato anche senza guardarlo. Lo vide con la coda dell'occhio tentare di pulirsi con le dita. Sospirò e si arrese a fare quello che faceva tutte le dannate mattine.

-Fermo. Faccio io. - borbottò, spostandogli con dolcezza la mano.

Derek stette immobile, mentre Stiles gli copriva il mento con la mano e spazzava dolcemente via la schiuma del cappuccino con il pollice.

-Un giorno io non ci sarò più. E tu entrerai in sala riunione con due spumosi baffi alla cannella. - lo prese poi in giro con tono leggero e lievemente affettuoso, mentre riprendevano a camminare.

-Smettila di dire sempre che un giorno non ci sarai – grugnì Derek, tirandogli una leggera gomitata sul fianco, strappandogli una risata sbuffata – Non sei divertente. -

Stiles ghignò.

-La morte non è divertente, Derek. E' inevitabile, ma mai divertente. -

-Sei assolutamente deprimente. Un tempo eri tu quello simpatico tra noi due. -

-Sono troppo stressato per essere simpatico – mormorò Stiles, gettando un'occhiataccia ai fogli che aveva in mano – Quelli della contabilità hanno fatto un gran casino. Se non rimediamo subito Argent vorrà il nostro scalpo. Sta ancora cercando di togliere il vomito di Finstock dalla sua sedia girevole preferita; credimi, non è di buon umore. -

-Fa vedere. - mormorò Derek, preoccupato, strappando i fogli dalle mani di Stiles.

Individuò immediatamente il problema e la sua fronte si fece ancora più corrucciata.

-Non è da Isaac fare questi errori – disse poi, guardando Stiles con occhi preoccupati e mordendosi un labbro. Stiles distolse lo sguardo – Poverino, deve ancora avere problemi con Jackson. Ho paura che si stiano per lasciare.-

-Se non riprende a fare decentemente il suo lavoro, i suoi problemi sentimentali diventeranno l'ultima delle sue preoccupazioni. - tagliò corto Stiles, un po' seccato.

Derek fece per ribattere, ma in quel momento Larry del reparto vendite si fece loro incontro e Derek dissimulò prendendo un grosso sorso di cappuccino, non volendo che altri dell'ufficio sapessero del disastro combinato da Isaac e dalla sua squadra.

-Stilinski. - lo salutò distrattamente Larry, gli occhi già fissi su Derek, Derek che lo stava beatamente ignorando troppo preso da creare piccole onde nella sua tazza di cappuccino. Stiles lo beccava quasi ogni giorno a distrarsi con quel giochino scemo.

-Larry. -grugnì Stiles, tutto rigido. Divenne praticamente una statua quando Larry sorrise in maniera lasciva a Derek, che stava ancora soffiando sulla bevanda creando piccoli gorghi.

-Ciao Derek. - lo salutò con voce calda.

Derek trasalì, come se si fosse momentaneamente dimenticato della sua presenza, e sollevò il volto scoccandogli uno di quei suoi soliti sorrisi impacciati, tutto denti e fossette.

Stiles era terribilmente geloso di quel sorriso.

-Oh, ciao Larry. Come va? -

Stiles trovava irritante la mania di Derek di essere sempre gentile. Perché doveva essere sempre gentile? La gentilezza era sopravvalutata.

-Andrebbe meglio se tu pranzassi con me oggi. - mormorò, facendosi un po' più vicino.

Stiles sentiva le mani prudergli.

Derek gli gettò uno sguardo perplesso.

-Ma non pranziamo insieme tutti i giorni? In sala mensa? -

Stiles mascherò una risata con un colpo di tosse.

Larry stava già per replicare con qualche porcata, a giudicare dal luccichio malizioso nei suoi occhi, ma Stiles decise che ne aveva abbastanza.

-Derek ed io dobbiamo lavorare tutto il giorno. Temo che la nostra pausa pranzo sarà un panino alle nostre scrivanie. -

Derek confermò le parole di Stiles con un sorriso timido e Larry sbuffò.

-Voi del reparto grafica siete degli stacanovisti secchioni. -

-E voi del reparto vendite dei boriosi nullafacenti arroganti. - ribatté Stiles, trascinando via Derek prima che Larry potesse ribattere.

-Un giorno mi spiegherai perché odi Larry – fece Derek in tono perplesso, una volta che furono nel loro ufficio – O perché odi Carl. E Bruce. E William. E quasi tutti i nostri colleghi. -

-Non c'è un perché, va bene? - sbottò Stiles, irritato, accendendo il suo computer senza guardarlo.

-Li odio e basta. Tu sei gentile con tutti e io odio tutti. C'est la vie. -

Derek sbuffò, irritato dalla scontrosità dell'altro, e si sedette davanti al proprio computer.

Nessuno dei due parlò più.

 

 

 

C'era un perché al fatto che Stiles odiasse Larry, Carl, Bruce, Wlliam e quasi tutti i suoi colleghi.

E quel perché si chiamava Derek Hale.

Ed era un perché bello grosso, con denti enormi, un sorriso adorabile e occhi verdi che splendevano dietro una grossa montatura nera.

Era un perché che lo tormentava da cinque lunghi anni.

Il fatto era che, probabilmente, Stiles era innamorato di Derek.

E questo era un problema, perché Derek sembrava più inaccessibile di una torre difesa da un drago.

In tutti quegli anni Stiles lo aveva visto ignorare completamente le avances più sfacciate dei loro colleghi, senza mai fare una piega.

E lui non poteva, non voleva, essere uno dei tanti.

Stiles aveva la fortuna di essere una delle poche persone dentro quell'ufficio che venisse chiamato amico da Derek. Non voleva perdere quell'onore per diventare uno dei tanti che ci aveva provato con lui ed era stato rifiutato.

Derek significava troppo per lui per rinunciare ad essere speciale ai suoi occhi.

Anche se questo significava trattenersi dal placcarlo contro un muro e baciarlo diverse volte al giorno.

Ma poteva farlo.

Per Derek poteva fare tutto.

Anche mentire a se stesso.

Ma non poteva più mentire a Derek almeno su una cosa: il suo essere sfacciatamente, completamente e totalmente inconsapevolmente, bellissimo.

Il fatto era che Derek non era semplicemente modesto. Derek proprio non si accorgeva dell'effetto che provocava agli altri.

Gli fu chiaro quando lo vide precipitarsi con aria sconvolta nel loro ufficio un giovedì mattina come tanti.

-Okay- esordì nervosamente, aggiustandosi con dita frenetiche gli occhiali sul naso – Devo dirti una cosa che penso ti sconvolgerà. -

Stiles si era sfilato i propri occhiali da vista e li aveva appoggiati sulla testiera, stravaccandosi meglio sulla propria poltrona e guardando Derek non particolarmente impressionato.

-Sai che mi sconvolgono poche cose. Che è successo? -chiese con calma, osservando attentamente come Derek sembrasse realmente sconvolto. Quasi oltraggiato, in realtà.

-Credo – cominciò in un sussurro cospiratorio, lanciando persino un'occhiata alla porta alle sue spalle per controllare che fosse ben chiusa – Credo che Larry mi abbia guardato il sedere mentre mi chinavo a raccogliere l'orecchino di Lydia. -

Stiles rimase perfettamente in silenzio. Derek non poteva vedere i suoi pugni stringersi spasmodicamente sulle proprie cosce.

-Non ne sono sicuro – continuò Derek in tono agitato, ignaro dei pensieri dell'altro – Insomma, voglio dire, capita che caschi l'occhio, giusto? - domandò in tono dubbioso.

Stiles era ancora in un silenzio glaciale, Derek sembrava sempre più in preda a una crisi esistenziale.

-No. E' impossibile. Perché avrebbe dovuto farlo? Probabilmente gli piacevano i miei pantaloni e voleva vedere la marca.* Certo, avrebbe potuto semplicemente chiedermelo, ma... -

-Derek, Larry ti guardava il culo. - lo interruppe Stiles, atono e più brusco di quanto volesse essere.

Derek aveva un'espressione talmente smarrita che Stiles avrebbe voluto solo abbracciarlo.

-Non capisco...- mormorò, passandosi nervosamente una mano sul mento e spostando il peso da una gamba all'altra.

Stiles sospirò profondamente, poi si sollevò in piedi, avvicinandosi piano a lui.

Con tutta la pazienza di cui era capace, gli appoggiò le mani sulle spalle e lo guidò a sedersi. Derek lo fece, guardandolo ansioso.

Stiles si inginocchiò davanti a lui, tenendo le mani sulle sue ginocchia in maniera rassicurante.

-Va bene Derek. Credo che sia giunto il momento di dirti la verità – il suo sguardo tradì una leggera apprensione – Cerca di non dare di matto, d'accordo? -

Derek non rispose e Stiles sospirò di nuovo.

-Non c'è un modo delicato per dirlo, per cui lo dirò e basta. Tu sei sexy Derek. -

Derek sbatté le palpebre.

-Ma non è vero. - disse poi, corrugando le sopracciglia.

Stiles era indeciso se urlargli contro o baciare quella pieghetta carina che gli veniva sulla fronte quando comunicava con le sopracciglia.

-Beh, Larry pensa che tu lo sia. Per questo ti guardava il sedere – cercò di nascondere la rabbia che gli scorreva nelle vene quando aggiunse: - Larry ti guarda sempre il sedere. -

-Ma Larry è sposato! - esclamò Derek, oltraggiato.

Stiles cercò con tutte le sue forze di non alzare gli occhi al cielo. Sapeva che quello fosse un momento difficile per Derek, da sempre convinto di essere un semplice nerd. Doveva essere paziente.

-Derek, esci per un attimo da innocenzalandia e ascoltami: le persone tradiscono. -

-Ma Corinne è così carina! - ribatté Derek con forza, realmente incazzato. Probabilmente, Stiles lo amava un pochino di più in quel momento – Perché dovrebbe tradirla? - il suo sguardo si fece mostruosamente serio – Ha preparato i biscotti per tutto l'ufficio a Natale, Stiles. I biscotti. Non si tradisce una persona che fa i biscotti. -

Stiles si lasciò scappare una risatina, mentre Derek lo guardava arrabbiato.

-Non credo che a Larry interessino i biscotti, Derek. - ribatté dolcemente.

L'altro lo fissò, pensieroso.

-Perché non mi hai mai detto che Larry fosse interessato a me? - domandò, un po' risentito.

Stiles sollevò le sopracciglia con fare ovvio.

-Non mi avresti mai creduto. Se ti avessi detto che Larry fa cadere apposta le penne dalla sua scrivania quando passi tu per farti chinare, avresti detto che è solo colpa della sua artrite. -

Derek aveva la bocca spalancata.

-Ma che.... che... -

-Stronzo. - completò per lui Stiles, a denti stretti.

-Non gli rivolgerò mai più la parola! - decretò Derek, risoluto – D'ora in poi mi rivolgerò solo a William delle vendite. -

-Ecco... - Stiles esitò, chiedendosi se Derek avrebbe retto a un colpo del genere – In realtà anche lui ci prova con te. -

Derek aveva gli occhi fuori dalle orbite e Stiles sospirò, dicendosi che tanto valeva dire tutto.

-Tutti ci provano con te. - borbottò, imbronciato.

D'un tratto l'espressione di Derek cambiò. Non era più sconvolta ed arrabbiata, ma incerta. Quasi speranzosa. Stiles lo guardò, perplesso.

-Tutti... tutti? - domandò Derek, a bassa voce. Esitò prima di sussurrare: - Anche tu? -

Stiles deglutì nervosamente. Ritirò velocemente le mani dalle ginocchia di Derek, tenendo gli occhi bassi e perdendosi la pieghetta contrariata che comparve tra le sopracciglia dell'altro.

-No. Certo che no. Non lo farei mai. Siamo amici, lo sai. - si sforzò di dire, senza guardarlo.

-Oh. -

La voce di Derek sembrava quasi delusa, ma quando Stiles sollevò di scatto la testa, l'espressione dell'amico era impenetrabile.

-Quindi – cominciò Derek dopo un po', in tono ancora un po' incredulo – Tutti ci provano con me? -

-Esatto. - annuì Stiles, ancora agitato.

-E io non me ne sono mai accorto? -

Stiles scosse la testa e Derek gemette atterrito.

-Non ci posso credere. Come ho fatto a non accorgermene? -

Stiles ridacchiò, rivolgendogli quello sguardo affettuoso che usava solo per lui.

-Scarsa considerazione della tua avvenenza e troppa fiducia verso il prossimo, direi. -

Derek aggrottò la fronte.

-Questo non è vero. Io sono gentile, ma non mi fido di nessuno – si strinse nelle spalle – Solo di te. -

Lo sguardo di Stiles adesso era molto caldo e dolce. Derek arrossì leggermente.

-Lo so. Vale lo stesso per me.-

-Non voglio fare sesso con Larry – disse poi Derek, frettolosamente, guardando Stiles quasi spaventato – Né con William. Né con Carl. Non voglio fare sesso con nessuno di loro. -

Stiles irrigidì la mascella.

-Ma certo che non vuoi. Sono troppi stupidi per te. Larry è anche grasso. -

Derek soffocò una risatina contro la sua mano e Stiles lo guardò sorridendo.

Non coprirti la bocca, mi piace il tuo sorriso.

-Ed è sposato. -

-Esatto. E' un ciccione sposato. -

Derek rise ancora e Stiles pensò che doveva essere quella la felicità, far ridere la persona di cui sei innamorato. E poi Derek era così bello quando rideva e faceva quei sorrisoni tutti fossette.

 

 

 

 

Derek aveva tutto sommato preso bene la notizia che fosse sexy.

Certo, trasaliva ogni volta che qualcuno lo guardava anche solo per sbaglio e si copriva nervosamente con il cappotto come se temesse un assalto nel bel mezzo dell'ufficio, ma Stiles supponeva che sarebbe potuta andare peggio.

Almeno finché Derek non fece piangere Isaac Lahey.

Lui e Stiles stavano lavorando a un progetto piuttosto impegnativo quando Isaac era entrato.

Aveva l'aria tesa e gli occhi gonfi come se avesse pianto e Stiles si appuntò mentalmente di dire a Jackson di piantarla di fare il coglione con lui.

Anche perché Isaac stava facendo tanti di quei casini al lavoro che prima o poi Argent lo avrebbe licenziato.

-Ehi Derek – sorrise stancamente Isaac, entrando nel loro ufficio dopo aver bussato discretamente. Si sedette sul bordo della scrivania di Derek e Stiles, che era seduto accanto a lui, lo vide fissare Isaac con sospetto e non con la solita luce amorevole.

Oh no.

-Senti non è che... beh, è un po' imbarazzante – Isaac gettò un'occhiata a Stiles, che finse discretamente di star ancora analizzando le bozze sue e di Derek sul nuovo slogan di una marca di detersivi – Ma mi chiedevo se... se potessi stare da te stasera. -

Stiles inarcò le sopracciglia, vagamente preoccupato. Sapeva che le cose tra Isaac e Jackson non stessero andando bene, ma non credeva che fossero al punto in cui Isaac preferiva non tornare a casa.

Derek ovviamente gli avrebbe detto di sì.

Perché Derek era Derek e se non era gentile con tutti non era contento.

Ma Derek era talmente rigido che Stiles gli gettò un'occhiata di sottecchi e improvvisamente realizzò cosa stesse per accadere.

Oh no.

-Isaac, io ti voglio bene. - cominciò Derek in tono serio, intrecciando le dita sulla scrivania.

Isaac lo guardò, perplesso.

-Lo so, anche io te ne voglio. -

-Ma non potrà mai esserci niente tra noi. - continuò severamente Derek, come se non lo avesse sentito.

Stiles chiuse gli occhi mentre Isaac si strozzava con la sua saliva.

-Scusami?! -

-Non ti giudico – continuò Derek, dando dei colpetti amichevoli alla gamba di Isaac – So che tra te e Jackson le cose non vanno, ma se lo tradisci andranno solo peggio. -

-Tradirlo? - ripeté Isaac con voce acuta.

Stiles si prese la fronte con una mano.

-Non devi sentirti in colpa. Capita a tutti di avere delle tentazioni quando si sta da tanto tempo con una persona e le cose non vanno. Ma tra noi non può esserci niente, lo capisci? - continuò Derek, in tono appena più dolce, sotto lo sguardo sconfortato di Stiles.

Ho creato un mostro.

Diede altri colpetti alla gamba di Isaac, che lo fissava sconvolto e con gli occhi un po' lucidi.

Stiles cominciava a provare un po' di pena.

-Stai dicendo che Jackson probabilmente sta pensando di tradirmi? - chiese Isaac, in un sussurro spaventato.

Derek sbarrò gli occhi, preso di contro piede.

-Cosa? No, io non ho... -

-Oh mio Dio, lo sapevo! Sospetto di Corinne da una vita! - sbraitò Isaac, sollevandosi di scatto dalla scrivania di Derek.

-Ma Corinne è sposata! - esclamò Derek, che cominciava a sentirsi un po' perso – E fa i biscotti. - aggiunse in un mormorio confuso.

Stiles si impose categoricamente di non ridere.

Isaac non rispose nemmeno, si limitò a precipitarsi fuori dal loro ufficio, sbattendo la porta dietro di sé e lasciandosi sfuggire un chiaro singhiozzo.

Per un po' rimasero in silenzio, poi Derek si voltò lentamente verso Stiles, confuso.

-Ma che ho fatto? -

Stiles sospirò e gli passò la sua tazza di caffè alla cannella, che gli aveva portato poco prima e che Derek non aveva ancora bevuto. L'altro vi ci si attaccò con la stessa verve di un alcolista lasciato solo davanti a un boccale di birra dopo una pessima giornata.

-Derek. Quando ho detto che tutti ci provavano con te... non intendevo proprio tutti. -

Derek si voltò a guardarlo con i suoi stupidissimi occhi da cucciolo bastonato e i suoi stupidissimi baffi di caffè e Stiles imprecò mentalmente, perché non aveva mai avuto tanta voglia di baciarlo come in quel momento.

Il fatto era che, probabilmente, Stiles stava cominciando ad essere un po' troppo innamorato di Derek Hale.

Jackson, che era andato a chiedergli per quale maledetto motivo Derek avesse detto a Isaac che lo tradiva con Corinne (“non so nemmeno chi sia Corinne, Cristo!”), era della stessa opinione.

-Stiles, glielo devi dire. Fai un favore a tutto il mondo e diglielo – e poi era scappato via per andare a fare pace con Isaac prima che Stiles potesse dire una sola parola.

 

 

 

Stiles pensava davvero di poterlo fare.

Forse era stato presuntuoso o semplicemente stupido. Ma davvero, aveva creduto di poterlo fare. Di poter essere amico di Derek, di potergli porgere il suo dannato caffè alla cannella ogni mattina e spazzargli via la schiuma dalle labbra senza aspettarsi niente. Credeva davvero di poter bersi i suoi sorrisi e la sua risata contornata di fossette senza impazzire. Credeva di poter sopportare gli sguardi provocanti che gli lanciavano gli altri senza ammazzare qualcuno.

Ma non poteva farlo. Probabilmente, era davvero troppo innamorato di Derek Hale.

Quando Bruce, quello stronzo sfacciato di Bruce, chiese a Derek di uscire davanti a lui, davanti a lui!, Stiles sapeva che non poteva resistere a lungo.

Derek ovviamente aveva detto di no, cercando persino l'aiuto di Stiles con gli occhi, ma Stiles era troppo incazzato per guardarlo e fingeva di star contemplando il contenuto delle macchinette.

-Non dirmi che hai il fidanzato. - aveva riso Bruce, quel deficiente.

Stiles pensò che non gli era mai piaciuto. Era troppo alto ed era una di quelle persone che ti stanno troppo vicino quando parlano. Aveva sempre sospettato che avesse qualcosa che non andava.

Probabilmente era uno spacciatore e loro non lo sapevano. Aveva un'aria losca, effettivamente.

-No, ma tu non mi piaci. - rispose Derek, un po' seccato, e Stiles sorrise leggermente, perché Derek poteva essere gentile con tutti, ma sapeva benissimo quando smettere di esserlo.

-Così mi ferisci, Derek. Dovresti provarmi, e poi vediamo se non ti piaccio più. - sussurrò Bruce, con quel suo tono da viscido schifoso spacciatore troppo alto e losco.

Derek aprì la bocca, probabilmente per esclamare una cosa stupida come “non posso provarti, non sei un vestito!”, ma Stiles aveva il sangue al cervello.

Certo, con il senno di poi, doveva ammettere che tirare un pugno in faccia a Bruce, non era stata una delle sue mosse migliori.

E nemmeno sibilargli sulla faccia – Stagli lontano, stronzo – lo era stata.

Era stato tutto un succedersi di cattive idee, effettivamente.

E Derek era lì, che lo fissava ad occhi spalancati, con il suo cappuccino alla cannella in mano, completamente dimenticato.

 

 

 

-Grazie. - borbottò Stiles imbronciato, quando Derek gli porse il ghiaccio.

Quello stronzo di Bruce era uno spacciatore losco troppo alto e con un gancio destro formidabile, purtroppo.

Derek non rispose, limitandosi a sedersi di fronte a lui.

Erano nel loro ufficio e visto che ormai erano le otto passate, c'erano solo loro nel piano.

Fortunatamente erano riusciti a separarli prima che la rissa degenerasse e Argent si accorgesse di qualcosa.

Era ancora di cattivo umore per la storia della lap dance di Finstock, e Stiles non credeva avrebbe tollerato una scazzottata in ufficio.

-Stiles, sei consapevole che sono in grado di difendermi da solo, vero? - domandò poi Derek dopo un po', in tono strano.

-Sì. -borbottò Stiles, imbronciato.

-E che non sono una ragazzina indifesa? -

Stiles sbuffò.

-Sì. -

Derek aveva spalancato un po' gli occhi, tra il preoccupato e l'esasperato.

-E allora perché diavolo hai colpito Bruce? Lo sai che pratica karate da quando aveva dieci anni. -

Stiles rimase silenzioso, premendosi attentamente il ghiaccio contro la guancia gonfia.

-Forse non mi importava in quel momento. - mormorò, senza guardare l'altro.

-E questo che vuol dire? - domandò Derek, un po' urtato – Non puoi aver fatto una cosa così stupida così, senza una ragione! -

-Ci deve essere sempre una ragione? - chiese Stiles, tra i denti.

-Sì! - esclamò Derek, esasperato.

Stiles si sollevò di scatto in piedi, sotto lo sguardo scioccato dell'altro. Si avvicinò alla finestra dell'ufficio, dando le spalle a Derek e continuando a tamponarsi piano la guancia con il ghiaccio.

-Ti ricordi quando mi hai chiesto se anche io ci provassi con te? - mormorò piano, guardando come il cielo si stesse tingendo di rosse.

Derek non rispose e Stiles si voltò lentamente a guardarlo, con un sorriso strano.

-Non mentivo. Non ci ho mai provato con te – fece una pausa delicata, gli occhi fissi in quelli confusi di Derek – Questo non vuol dire che io non sia innamorato di te, Derek. -

Derek rimase perfettamente impassibile, senza tradire alcuna emozione. Aveva un sorriso cauto e incredulo sul volto, ma gli occhi erano freddi, guardinghi.

Derek era così, gentile con tutti, ma nulla di più. Era una maschera per proteggersi, un sorriso che lo nascondeva. Solo con Stiles era sempre stato se stesso. Ma adesso lo guardava con quell'espressione impenetrabile, come se fosse stato un Larry o un Bruce qualunque e Stiles si sentì un po' male.

-Perché? - fece poi Derek, dopo parecchi istanti.

Stiles rise, senza allegria.

-Deve esserci sempre una ragione? -

Derek non rispose, limitandosi a fissarlo con quello sguardo intenso e irraggiungibile.

Stiles sospirò, scuotendo la testa e dandogli di nuovo le spalle, lo sguardo perso oltre la finestra. Per strada una donna stava spingendo un passeggino lungo il marciapiede.

-Per il cappuccino alla cannella – sussurrò poi con voce tenera, senza voltarsi – Per il sorriso che mi fai quando ti porto il tuo stupido cappuccino alla cannella, come se ti avessi comprato un castello. Per i baffi che ti fai, per come arrossisci quando con le dita ti sfioro le labbra. E per quell'altra cosa... per quella cosa che fai per farlo raffreddare... -

-Le ondine. - sussurrò Derek e Stiles rise.

-Sì, le ondine. Ti amo quando lo fai. Voglio dire, sei irritante e assurdo, ma io ti amo quando lo fai. E per il modo in cui inclini la testa quando parlo, come per ascoltarmi meglio. Per la tua mano sulla mia quando è morta mia madre, per la tua testa sulla mia spalla quando è morta la tua. Per la tua risata. Per il fatto che sei così bello e non lo sai. Questa forse è la cosa che amo più di te – Stiles tacque, appoggiando la fronte al vetro freddo – Basta o devo rendermi ancora più ridicolo? -

-Non ti stai rendendo ridicolo. - rispose Derek, in tono strano.

Stiles si voltò a guardarlo, con un sorriso sarcastico.

-Ti ho detto che ti amo e tu stai lì a guardarmi con il tuo sorriso di circostanza, come se fossi uno stronzo qualunque. Mi sto rendendo ridicolo. -

Derek inclinò il capo, senza smettere di sorridere.

-Quindi, per renderti meno ridicolo dovrei dirti che ti amo anche io, giusto? -

Stiles cominciava a innervosirsi. Si era tenuto dentro quello che provava per cinque fottuti anni, e adesso Derek lo prendeva per il culo?

-Ti diverti? - domandò quindi, aggressivo, allontanandosi dalla finestra e cominciando a camminare nervosamente per la stanza, come un animale in gabbia.

-Abbastanza. Perché non mi hai detto tutto questo quando ti ho chiesto se ci provavi con me? -

Stiles gli lanciò uno sguardo quasi oltraggiato.

-Perché io non ci provavo. Io cercavo di esserti amico senza secondi fini, io non ho mai fatto cadere oggetti per guardarti il culo, non ho mai fatto battutine su di te. Volevo essere diverso, volevo dimostrarti che... - esitò e Derek emise un singulto incredulo.

-Dimostrarmi cosa, Stiles? - domandò e non sorrideva più, sembrava confuso e anche arrabbiato – Che sei migliore di loro? E pensi che io questo non lo sapessi già? -

Stiles lo fissava, preso alla sprovvista.

-Lo sai? -

Derek sollevò gli occhi al cielo e Stiles si morse un labbro per non sorridere.

-Certo. Dio, certo che lo so. Magari non mi accorgo quando qualcuno mi guarda il sedere o ci prova con me, ma sono ancora in grado di rendermi conto quanto una persona sia speciale. -

Stiles rimase un po' in silenzio, pensieroso.

-Forse pensavo che mi avresti respinto come fai con tutti. O che avresti pensato che stessi tradendo la nostra amicizia – scrollò le spalle e fece un sorrisetto – Forse pensavo semplicemente di non essere all'altezza. -

Derek abbassò lo sguardo sulle sue ginocchia, la fronte contratta, pensieroso.

Stiles lo fissò, un po' dispiaciuto. La guancia gli faceva male, ma non quanto la consapevolezza di aver appena rovinato tutto con Derek, di averlo turbato.

Fece per dire qualcosa, qualcosa che gli permettesse di fare un minimo di marcia indietro, ma Derek non glielo permise.

-Sai... - cominciò lentamente, guardandolo con la fronte corrugata – Anche per me è il cappuccino alla cannella. E' il modo in cui me lo porgi, credo. Non mi guardi nemmeno, non mi saluti. Capisci che sono lì accanto a te e mi porgi semplicemente il cappuccino. L'ho sempre trovata una cosa assurdamente tenera. -

Stiles lo fissò incredulo per un istante, poi realizzò. Appoggiò il ghiaccio sul davanzale e si avvicinò lentamente a Derek, sedendosi accanto a lui senza dire una parola.

Fece scontrare le loro ginocchia e Derek produsse un sorrisino imbarazzato che lo faceva semplicemente impazzire.

-Perché non me lo hai mai detto? - chiese, gentile.

Derek gli lanciò un'occhiata, leggermente rosso in viso.

-Forse... pensavo anche io di non essere all'altezza. -

Stiles si stupì di quanto facile fosse allungare il viso e catturare le labbra di Derek con le sue. La sua mano sinistra era andata sul ginocchio di Derek e lo accarezzava piano, sfregando la rotula con il pollice.

Derek allungò una mano per accarezzagli la guancia sana, delicato e leggero come se fosse stata quella colpita.

-Ti amo anche io. - gli sussurrò poi sulle labbra, arrossendo e facendo quel piccolo sorriso tutto fossette che riempiva Stiles di gioia.

Lo baciò di nuovo, ancora incredulo di essere in grado di farlo. Derek gli buttò le braccia intorno al collo e ricambiò con tanta passione che in poco tempo Stiles se lo ritrovò a cavalcioni e non poté fare a meno di ridere, mentre gli accarezzava la schiena e gli baciava tutto il viso, come un ubriaco che beve fino all'ultima goccia di vino.

-Stiles – domandò poi Derek in tono dubbioso, inclinando il capo e scostandosi appena per guardarlo negli occhi – Adesso non ci proveranno più con me, vero? - chiese, in apprensione.

Stiles scoppiò a ridere, mentre l'altro lo guardava un po' male, un po' divertito.

-Non gli conviene. - rispose in tono allegro e semplicemente innamorato.

Fece per baciarlo, ma Derek gli pose due dita sulle labbra, lo sguardo serio e il labbro incastrato nervosamente tra i denti.

-E... e anche se le persone tradiscono... tu non lo farai, vero? Tu non lo farai mai? So fare i biscotti. E non si tradiscono le persone che fanno i biscotti. -

Stiles sarebbe scoppiato di nuovo a ridere, se Derek non gli avesse rivolto quello sguardo nervoso e apprensivo, come se davvero, davvero, Stiles fosse in grado di tradirlo o di fargli soltanto anche il più piccolo e insignificante torto.

Si limitò a guardarlo con tenerezza, accarezzandogli la schiena e scontrando delicatamente i loro nasi.

-Non ti tradirei nemmeno se i tuoi fossero i biscotti peggiori della California. -

E Stiles pensava davvero che gli sarebbe scoppiato il cuore, quando Derek si illuminò tutto sopra di lui e gli fece quel sorriso enorme, tutto denti e fossette, come gli avesse fatto la dichiarazione d'amore più bella di tutti i tempi.

Sicuramente, era innamorato perso di Derek Hale.

 

 

 

 

ANGOLINO

 

 

Ciao a tutti <3

Questa è una piccola sciocchezza venuta fuori sviluppando un mio prompt demenziale che trovate nella pagina Sterek Prompt.

Spero che in ogni caso vi abbia strappato un piccolo sorriso <3

E' dedicata alla mia ciccia Giuls, perché tra un'ora questa splendida ragazza compie gli anni. Larry è tutto per te tesoro, con la sua ciccia, la sua artrite e i suoi dubbi metodi di rimorchio lol

Ti voglio bene tesoro <3

Ed è dedicata anche alla mia Rach, perché pure lei è la mia ciccia e le voglio bene <3

Se trovate qualche orrore, non esitate a segnalarlo!

Un bacio e grazie a tutti,

Fede <3

*battuta presa dal telefilm glee
  
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