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Autore: Mash    18/02/2018    1 recensioni
[Alla fine, dato che Soma non voleva partecipare a una battaglia culinaria, Takumi si era rassegnato e a furia di urlargli contro che voleva competere contro di lui era riuscito a strappargli la promessa che avrebbero potuto fare una battaglia nel dormitorio della Stella Polare...]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Souma Yukihira, Takumi Aldini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT8
Missione TITANIA
Sfida alla Stella Polare

 

-Sfidiamoci a una battaglia culinaria!- aveva urlato, preso dalla smania di far vedere all’altro i suoi miglioramenti durante l’apprendistato.
Alla fine, dato che Souma non aveva la minima voglia di fare una battaglia ufficiale, Takumi si era rassegnato e a furia di urlargli contro che voleva competere contro di lui era riuscito a strappargli la promessa che avrebbero potuto fare una battaglia nel dormitorio della Stella Polare, qualcosa di tranquillo e che sarebbe stato giudicato soltanto dalla direttrice, senza mettere in mezzo giudici, audience e auditorium.
L’italiano non ne era rimasto soddisfatto completamente, però era già qualcosa da cui partire.
Il tema della sfida era invece stato abbastanza vago.
Un piatto che dovesse contenere all’interno un particolare tipo di funghi che crescevano nella boscaglia della scuola solo in quel periodo dell’anno, e che non erano molto facili da cucinare dando un buon sapore a tutto il piatto, avendo una ghiandola all’interno che se non era accuratamente rimossa del tutto poteva dare al piatto un risultato disgustoso.
Takumi aveva cercato i funghi migliori in lungo e in largo, riuscendo, chissà grazie a quale miracolo, dato che conosceva pochissimo la zona, a trovarne due dozzine che sembravano promettere una buonissima riuscita per il suo piatto tipicamente italiano.
Aveva già recuperato un gran bel pezzo di carne, e tutto il resto sarebbe stato sistemato il giorno dopo, fresco e sicuramente delizioso.
Scalpitava per poter finalmente mettersi alla prova e farla una volta per tutte pagare a Yukihira, e quella volta la sua ricetta non avrebbe avuto nessun punto debole.
Sarebbe stato un piatto perfetto.
-Ah ah ah! Isami. Quando tornerò dalla Stella Polare, Yukihira Souma sarà stato definitivamente sconfitto!- aveva detto a suo fratello, con una voce decisamente troppo teatrale e un pochino inquietante, tipico di chi crede di avere la vittoria in tasca.
Il più giovane aveva ridacchiato, pronto a godersi per bene il resoconto di quanto quei due avrebbero combinato, certo che sarebbe stata una storia tutta da ridere, soprattutto se qualcosa in Yukihira avrebbe fatto arrabbiare suo fratello.
Il giorno dopo Takumi si era svegliato di buon ora ed era arrivato al dormitorio con mezz’ora di anticipo. Dopo essere stato fatto accomodare, si era guardato un po’ intorno, per la prima volta lasciato solo nel grande ingresso.
Non era una struttura che lo facesse impazzire, probabilmente non gli sarebbe mai piaciuto vivere lì dentro, a suo gusto sembrava un po’ spoglia e anche a quell’ora di mattina molto confusionaria, con pezzi abbandonati in giro, tra cui delle scarpe che potevano essere messe molto più ordinate vicino all’angolo d’ingresso.
Non sopportava vedere le cose in disordine, e in quel posto ce n’era fin troppo per i suoi gusti.
-Sei in anticipo.- la voce di Souma gli arrivò improvvisa, distogliendolo dai pensieri rivolti alle scarpe e all’ordine del dormitorio.
-Volevo controllare che fosse tutto confermato. Temevo non ti fossi svegliato in tempo.-
Souma ridacchiò, alzando le spalle. Era vestito con la solita roba sciatta addosso e quel maledetto grembiule bianco già annodato in vita.
-Avrei preferito dormire un po’ di più, ma non prendo mai sottogamba una sfida. Se sei pronto, per me possiamo iniziare anche subito.-
Takumi strinse le labbra e distolse lo sguardo, celando quello strano senso di rispetto che stava provando per l’altro in quel preciso istante.
-Non hai nemmeno da chiedere se sono pronto.-
Souma avvicinandosi gli diede una pacca sulla spalla sorridendo allegro, aprendo poi la strada verso le cucine: -Dai, su. Rilassati e sorridi.-
Takumi fece un verso simile a un ringhio, non amando quel contatto improvviso: -È una cosa seria Yukihira. Non prenderla così sottogamba.-
-Buongiorno.- cinguettò la voce dolce di Megumi, che scese le scale e salutò i due ragazzi con un sorriso radioso, interrompendo la risposta eventuale di Souma alle parole dell’altro.
-Oh, buongiorno Tadokoro.- salutò Takumi, facendo un cenno del capo. Anche Soma inclinò appena il capo, non aggiungendo alcuna parola, avendo già salutato la ragazza poco prima.
Megumi sorrise e poi aprì la porta della veranda, facendo un grande respiro nell’aria mattutina.
-Se avete bisogno di me, sono fuori nell’orto.- disse, per poi uscire fuori tutta pimpante, pronta a curare le proprie verdure, scomparendo velocemente come era apparsa.
Souma si posizionò su uno dei banconi della cucina, indicando a Takumi un’altra postazione da poter occupare.
-Dov’è il nostro giudice?- domandò, sospettoso.
-Sarà qui a breve. Penso sia anche lei nell’orto a controllare che vada tutto bene.- rispose Souma.
La signora Fumio aveva accettato di valutare la sfida solo dopo innumerevoli preghiere da parte del ragazzo, e Souma era troppo sicuro che la donna si fosse divertita a tenerlo sulle spine prima di dargli la risposta positiva, che già aveva sicuramente intenzione di dargli.
Takumi borbottò qualcosa tra sé, iniziando a prendere familiarità con il bancone, scoprendo che se anche le altre stanze erano disordinate, la cucina aveva un ordine impeccabile e sembrava tutto pulito. Recuperò i vari strumenti che gli sarebbero serviti e sistemò gli ingredienti sul bancone.
-Se non trovi qualcosa fammi sapere.- disse Souma, legandosi la fascia bianca sulla fronte, recuperando anche lui tutto ciò che gli serviva.
Takumi annuì e iniziò a cucinare.
Dopo una ventina di minuti iniziò a espandersi il primo profumo dalle loro preparazioni. In tutto questo, la signora Fumio non era ancora arrivata.
-Se mi hai preso in giro Yukihira, sappi che non risponderò delle mie azioni.-
Souma rise a quelle parole, facendo saltare i funghi nella padella: -Arriverà. Pensa a cucinare piuttosto o non vincerai mai se continui a blaterare inutilmente.-
Takumi ingoiò il rospo a quelle parole, ma non aggiunse nulla.
Un’ora dopo, della signora Fumio ancora nessuna traccia.
-Yukihira. Sto perdendo la pazienza. Non le hai veramente parlato, dì la verità!- esplose Takumi, dopo aver messo la sua pietanza nel piatto, non avendo però nessuno che giudicasse quanto avesse cucinato.
-Mi aveva detto che sarebbe venuta. Non capisco perché non sia qui! Non è colpa mia!- cercò di giustificarsi Souma, mentre l’altro si avvicinava al suo bancone con aria minacciosa e lui indietreggiava, sperando non avesse intenzione di fare mosse avventate.
-Volevo solo fare una battaglia culinaria contro di te, per dimostrarti di essere migliorato. Invece non hai voluto accontentarmi e mi hai addirittura preso in giro, facendomi venire qui e illudendomi che avremmo avuto una sfida. Ti sembra un comportamento corretto nei miei confronti?- domandò il ragazzo, sputandogli addosso tutto quello che doveva dirgli, gli occhi carichi di rabbia ma anche lucidi, per il fastidio che in quel momento provava.
Sembrava sul punto di tirargli un pugno e scoppiare a piangere allo stesso tempo.
Souma portò le mani avanti, cercando di difendersi da quelle parole.
-Non è colpa mia…- sussurrò di nuovo, sperando che bastasse per far placare Takumi.
Il ragazzo lo guardò dritto negli occhi, a pochi centimetri da lui, l’ira ancora fiammeggiante negli occhi chiari. Sembrava serio nel dire che non fosse colpa sua ma questo non lo giustificava neanche un po’.
-È sempre colpa tua.- bisbigliò, abbassando lo sguardo e girandosi dall’altra parte, tornando verso il suo bancone. Doveva trattenersi o sarebbe scoppiato a piangergli addosso, in preda alla frustrazione e alla rabbia per aver perso di nuovo del tempo dietro quel maledetto ragazzino che era diventato per lui molto di più di un rivale da sconfiggere.
Lo aveva di nuovo illuso che tenesse un minimo alle sue parole e che volesse seriamente fare una sfida. Ma a quanto pareva, si era sbagliato.
Recuperò le sue cose e mise in una ciotola da portare via quanto aveva preparato, sicuro che suo fratello avrebbe di certo apprezzato il suo piatto. Almeno aveva Isami su cui poteva contare, l’avrebbe capito e ascoltato quando si sarebbe lamentato di quel maledetto di uno Yukihira.
Souma gli si avvicinò senza che l'altro se ne rendesse conto, togliendogli dalle mani la ciotola, affondando la forchetta nella pasta che aveva preparato, per poi portarla alle labbra.
Takumi spalancò la bocca, sorpreso per quel gesto inaspettato.
-Sono buonissimi.- disse, dopo aver ingoiato il boccone: -Hai saputo dosare alla perfezione i funghi nel sugo di carne e la pasta fatta in casa è ottima. Magari avrei aggiunto un pizzico in più di sale, ma non mi dispiace nemmeno così.-
L’italiano cercò di articolare qualche parola di risposta, senza esserne capace, facendo uscire dalle labbra un suono inarticolato.
-Assaggia il mio.- disse Souma afferrandolo e portandolo fino al proprio bancone, dandogli un cucchiaio in mano per permettergli di assaggiare quanto aveva cucinato.
Takumi era ancora incredulo ma affondò il cucchiaio nella minestra dell’altro, per poi portarlo alle labbra, venendo travolto da un miscuglio piacevole di sapori speziati.
Come facesse a preparare dei piatti del genere ancora non riusciva a capirlo.
-È buonissimo.- liquidò, prendendone un’altra cucchiaiata, mentre Souma continuava a mangiare dalla ciotola che l’altro aveva preparato per Isami: -Forse troppo speziato, ma niente male davvero.-
L’ora di pranzo era arrivata da un po’ e cucinare aveva messo a entrambi fame. Senza accorgersene, mangiarono l’uno il piatto dell’altro, in piedi, ridendo per quello che stavano facendo ma senza riuscire a fermarsi. Come due normali amici.
Quando entrambi ebbero finito, Takumi fece un colpo di tosse, imbarazzato per quanto accaduto ma deciso a scusarsi.
-Mi dispiace averti aggredito.- sussurrò, veramente dispiaciuto per le parole che gli aveva rivolto qualche minuto prima.
-A me dispiace che la signora Fumio non si sia presentata. Non ho mai preso sottogamba le nostre sfide.-
Takumi sorrise, rassicurato almeno un po’ da quelle parole.
-Non lo farei mai.- aggiunse Souma, sorridendogli a sua volta, guardandolo negli occhi, contento che l’altro si fosse un minimo rilassato.
Quel giorno non avrebbero stabilito chi tra i due fosse il migliore tra di loro, ma almeno, la loro amicizia, in qualche modo, si era fatta più forte di prima.
Mentre si separavano, la signora Fumio apparve ridacchiando sulla porta della cucina, lasciandoli entrambi a bocca aperta.
-Beh, ancora così siete? Non è il momento di mettersi a cucinare, pigroni?- domandò, passando una mano sulla fronte, asciugando il sudore del lavoro nell'orto: -Ho proprio un certo languorino.-
-Signora Fumio… la sfida iniziava due ore fa…- disse Souma.
-Ma come? Tu mi hai detto alle 12 in punto, ho solo un quarto d’ora di ritardo.-
L’italiano puntò i suoi occhi di ghiaccio su Souma, che rabbrividì.
-Hai sbagliato a dirle l’orario?- domandò, retorico.
-Beh, io… potrebbe essere?- disse Souma, guardando prima la direttrice del dormitorio e poi il suo rivale, non sapendo chi dei due fosse il meno spaventoso in quel momento.
Takumi sospirò ma decise di lasciar correre per quella volta. Non aveva voglia di arrabbiarsi ulteriormente, non ora che era riuscito ad apprezzare di più l’altro.
-Ci sfideremo un altro giorno, Yukihira Souma. In una battaglia culinaria vera e propria, a cui non potrai scappare.-
Souma sorrise a quelle parole e poi allungò una mano verso Takumi, che la strinse con decisione, sicuro che non avrebbe perso contro di lui.
  
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