Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: kamy    19/02/2018    0 recensioni
La sofferenza di Belphegor nei confronti della sofferenza di Xanxus.
Seguito di ‘La riabilitazione di Xanxus’. Ringrazio ‘bambolinarossa98’ per avermi ispirato l’idea.
★Autore: Kamy
★Fandom: KHR.
★ Iniziativa: Questa storia partecipa al ‘Rainy time’ a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 883.
★ Prompt: 5. Tuoni in lontananza.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Belphegor, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ringrazio anche solo chi legge.

Seguito di ‘La riabilitazione di Xanxus’. Ringrazio ‘bambolinarossa98’ per avermi ispirato l’idea.

Autore: Kamy
Fandom:  KHR.
Iniziativa: Questa storia partecipa al ‘Rainy time’ a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 883.
Prompt: 5. Tuoni in lontananza.

 

 

Il primo incontro tra Belphegor e Tsuyoshi

 

Belphegor osservò sua madre stesa sul letto, Victoria aveva un braccio pallido abbandonato oltre il bordo del letto, tra le dita teneva stretto un bicchiere con un fondo di vino. I corti capelli biondi le ricadevano davanti al viso, il suo trucco pallido si era sciolto facendo vedere le grandi occhiaie viola-nere che le segnavano gli occhi chiusi, il suo respiro pesante era spezzato da gemiti e bassi rantoli.

Oltre il vetro della finestra c’erano dei lampi che illuminavano periodicamente tutta la stanza di riflessi azzurrini.

Belphegor la raggiunse con le gambe tremanti e le sfilò il bicchiere dalla mano, raggiunse un tavolo e ve lo appoggiò di sopra, accanto a una serie di carte.

< Mammon prende per sé tutte le missioni quando gli altri sono impegnati con il boss. Sembrano tutti diventati utili, in questa casa non ci sono altro che silenzi. Posso sentire il ticchettio della pioggia sui vetri rimbombare tutt’intorno.

La gioia di aver salvato il loro scopo nella vita, si esprime in singhiozzi e pianti celati > pensò. Scivolò fuori dalla stanza, dopo aver spinto la porta, percorrendo il corridoio sulle punte dei piedi, tenendo il capo tra le spalle.

Il salmodiare in latino di Leviathan si faceva sempre più forte, man mano che ci si avvicinava alla camera da letto del Boss dei Varia.

Belphegor appoggiò la mano sullo stipite della porta e si affacciò, vedendo che Xanxus che gridava, steso nel letto. Le lenzuola erano macchiate, la pelle del boss era annerita, segnata dalle piaghe, solcata da sangue e pus.

Lussuria era intento a innestare ciocche di capelli more sulla testa di Xanxus, mentre Squalo gli posava un delicato bacio sulle labbra, pulendogli il viso dal sangue con un fazzolettino.

Belphegor indietreggiò e si allontanò, camminò lungo il corridoio con sguardo chino, le iridi azzurre erano liquide dietro la sua frangetta bionda, raggiunse il teletrasportatore alimentato a fiamme e lo attraversò. Chiuse gli occhi e visualizzò la meta, apparendo attraverso il teletrasportatore nella casa Giapponese dei Cavallone. Si acquattò a terra e, silenziosamente, raggiunse una finestra, balzò sul davanzale, l’aprì e la utilizzò per abbandonare la casa.

Le gocce di pioggia gli ticchettavano sul viso e gli sferzavano il viso.

< La pioggia qui è diversa, sa di salsedine e di mare. Mi fa sentire più protetto, mi fa soffrire di meno di quella casa, che assomiglia così tanto alle lacrime celate del Capitano > pensò Belphegor. Percorse un vicolo abbandonato, passando accanto a un gatto nascosto sotto uno scatolone fradicio. Si allontanò, sentendo i propri passi risuonare sopra il ticchettio della pioggia, ad ogni fragore del tuono era scosso da tremiti.

< Sento come se fosse l’oceano ad avvolgermi qui, proteggendomi >.  Raggiunse la strada principale e si fermò sotto un lampione che illuminava di luce soffusa l’ambiente circostante.

I tuoni in lontananza si facevano sempre più forti, mentre la pioggia aumentava.

Belphegor s’incise il polso con uno dei suoi pugnali, lì dove c’erano già dei segni candidi, guardò il sangue sgorgare.

Il sangue colava lungo il viso di Xanxus, la pelle era completamente bruciata e distrutta sulla sua guancia, lì dove si vedeva il bianco dei denti.

Belphegor s’intinse l’indice nel sangue e si disegnò sul viso una serie di cicatrici, l’odore del sangue gli punse le narici e sentì un’eccitazione risalirgli lungo tutto il corpo, gettò indietro la testa e scoppiò a ridere sguaiatamente, venendo scosso da tremiti. I capelli gli ondeggiavano intorno al viso, gocciolando gocce d’acqua, altre gli scivolavano lungo i vestiti, la maglietta a righe gli ricadeva larga, sentiva le gambe tremare. Fece roteare il pugnale e vide il proprio riflesso nella lama metallica.

“Puoi sentirmi, pioggia? Capirai il mio dolore e verrai con me a proteggere il mio Boss? Per una nostra mancanza finì sotto ghiaccio, ora sta tornando alla vita. Ci aiuterai a fargliela vivere?” domandò con voce tremante. Fu colto da un capogiro e utilizzò un suo fazzoletto per fasciarsi il polso, entrò in un negozietto fatto in legno.

< L’unica cosa che lenisce il mio dolore è uccidere Hitman, cercare colui che guidava il camion che mi ha portato via Tony > pensò. Infilò una mano in tasca e guardò una mappa. < Secondo quanto mi hanno detto, uno dei migliori si trova proprio qui. Visto che questa è la cittadina in cui più si è visto quel camion, potrebbe essere lui >. Entrò e sgranò gli occhi, rimanendo incantato dal volo di una decina di coltelli, Tsuyoshi li lanciava e se li passava da una mano all’altra, utilizzandolo per tagliare il pesce per il sushi.

< No, non può essere un simile artista. Non si abbasserebbe a utilizzare un camion > pensò. Raggiunse un sedile e si diede la spinta, accomodandosi.

“Taki’s sushi, buonasera” salutò Tsuyoshi, guardando il giovane in viso.

< Potrebbe avere l’età di Taki. Cosa ci fa in giro a quest’ora? > pensò.

“Vuoi un po’ di latte?” gli domandò.

“Posso avere anche del sushi al salmone? Se lo fa lei, però. Shishishi” disse Belphegor.

“Certo” lo rassicurò Tsuyoshi. < Ha anche i gusti di mio figlio > pensò.

< I tuoni qui sembrano ancora più lontani, così come il dolore, ma la protezione la sento più forte. Come se l’odore di questo posto fosse a sua volta rassicurante > rifletté Belphegor.

 

  
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