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Autore: biatris    19/02/2018    0 recensioni
Un nuovo anno è alle porte per Claire, giovanissima insegnante di un lussuoso liceo privato della capitale. Riuscirà la professoressa a farsi strada tra lezioni, scartoffie, verifiche e soprattutto nuovi alunni?
Un nuovo anno è alle porte anche per Giacomo, e con esso una nuova scuola dopo i fallimenti precedenti. Come sarà questo nuovo ambiente pieno di nuove lezioni, compagni, ma, più di tutto, nuovi docenti?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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GIACOMO POV
 
Giacomo guardava la donna appisolata al suo fianco. Era bellissima. Ed era stata sua. Aveva fatto l'amore per la prima volta con quella donna fantastica. Gli sembrava di vivere in un sogno e aveva una paura immensa di svegliarsi e scoprire che quello che aveva vissuto non era realtà. Dall'altra parte aveva paura di quello che la realtà poteva riservargli. Si era cacciato in una situazione che, oltre ad avere un risvolto proibito, lo rendeva psicologicamente turbato.
Claire si svegliò in quell’istante.
-Buongiorno- la salutò con un sorriso.
-Buongiorno- rispose lei.
Si fissarono, poi scoppiarono a ridere.
-Non rido di te- mise in chiaro Giacomo.
-Nemmeno io rido di te- rispose lei -Come stai?- chiese poi.
-Bene- le rispose.
Si fissarono a lungo. Cosa avrebbe dovuto dire? Si chiese Claire. Come avrebbe dovuto comportarsi?
-Giacomo, io...- iniziò, ma non seppe come proseguire.
-Non sono pentito- le rispose lui.
Ok, già questo la toglieva da un mare di guai.
-Nemmeno io- gli rispose -Solo che mi domando come dovremo comportarci ora-
Giacomo sospirò.
-Non ne ho idea- ammise -Fosse per me non nasconderei nemmeno la cosa, ma credo che per il bene del tuo lavoro sia il caso di non dirlo troppo in giro...-
Claire sorrise. Aveva perfettamente ragione. Dall'altra parte si chiedeva se sarebbe stata capace di nascondere la cosa per altri due anni.
-Però penso di dirlo a Gio e a Giada- aggiunse Giacomo.
Claire annuì. Se lo aspettava. Dopotutto il ragazzo era ancora molto giovane, non poteva aspettarsi che portasse tutto quel peso da solo sulle spalle.
-Va bene. Io al momento credo che lo terrò per me.- rispose sorridendo.
 
 
GIOVANNI E GIADA POV
 
Quando Giovanni e Giada, il giorno successivo, videro arrivare Giacomo, in ritardo come al solito, capirono subito che qualcosa era cambiato.
-Jack, cos'è quel sorrisetto sul tuo viso?- chiese Giada.
Era sempre stata un'ottima osservatrice, si disse Giacomo, non poteva veramente pensare di nasconderle nulla.
-Non ora- le rispose -Gio, cos'hai alla prima ora?- chiese poi -Noi abbiamo spagnolo. Possiamo saltare, tanto quella interroga e ci ha già sentito-
Giovanni alzò le spalle.
-Io ho matematica, credo spieghi- disse.
-Bar?- domandò allora Giada.
Dopo quindici minuti erano tutti e tre seduti su una sedia del bar della stazione. Abbastanza vicino a scuola da entrare alla seconda ora, ma abbastanza lontano a non farsi vedere dai professori, pensò Giacomo.
-Allora?- chiese Giada.
Era sempre la solita pettegola, pensò il ragazzo. Sospirò.
-Ieri sono andato a casa sua- esordì.
-Aspetta, aspetta…Come sapevi dove abita?- chiese allora Giovanni -Ci sei andato a letto?-
Diretto come al solito, pensò Giacomo. Ora come faceva a rispondere?
-Io...- sopirò -Non è così semplice. Cioè sì, ci sono andato a letto, ma...-
-Ci sei andato a letto.- ripeté Giada -Mi sembra un buon punto di partenza. Almeno sappiamo che le piaci.-
-Va beh, questo lo sapevo anch'io- disse irritato Giacomo -Me l'aveva detto! Ma non è solo questo.-
-No? E cos'è allora?- chiese Giada.
-Io...Non è stato solo sesso- disse Giacomo -Non per me almeno.-
Giada sospirò. Giacomo aveva l'impressione che l'amica pensasse di parlare con un lattante.
-Jack, tu sei innamorato di lei?- chiese infatti lei.
-Io...Credo di sì- ammise lui.
-Jack, ma lei cosa pensa?- intervenne allora Giovanni.
Bella domanda, si disse Giacomo.
-E' stata lei a dirmi che voleva fare l'amore- spiegò -Ma anche lei non sa bene come comportarsi. Sai com'è, rimane la mia prof...-
Giovanni annuì.
-Credo che lei ci tenga davvero- disse -Solo che poveretta, la capisco, non sa cosa fare. Immagino che rischiare di essere licenziata per una storia con uno studente non fosse nei suoi piani. Tra l'altro mi dicono che la Biagiotti avesse un ragazzo fino a sei mesi fa, poi lui è morto in un incidente. Non deve aver avuto un periodo facile...-
-La Biagiotti?- chiese allora Giada.
-Sì, me l'ha detto Lorenzo, che sua sorella la conosce perché esce con lei- spiegò Giovanni -Lei te ne ha parlato?- chiese poi a Giacomo.
Lui scosse la testa. Era un po’ dispiaciuto di non averlo saputo da lei, ma poteva capirla.
-No. Ma non mi stupisce che non lo abbia fatto. Dopotutto come hai detto tu non deve aver passato un bel periodo. E poi nemmeno io le ho detto di mia madre.-
Giacomo aveva perso la madre quando aveva dieci anni. Era morta di malattia, ma solo pochi amici ne erano a conoscenza. Da allora lui viveva con il padre e da qualche anno con la nuova compagna di suo padre, Alina, una donna di origini russe. Giacomo la trovava molto simpatica e l'aveva accettata di buon grado, ben sapendo che lei non avrebbe mai cercato di sostituirsi a sua madre.
-Ma ora cosa pensi di fare?- chiese Giada.
-Non lo so- sospirò Giacomo -Sinceramente sono un po' confuso, non so bene cosa fare. Di sicuro però non posso fare finta di niente.-
-Questo mi sembra scontato- rispose Giada.
-C'è un altro problema- aggiunse poi Giacomo
Giada lo fissò.
-Sarebbe?- chiese.
-Beh, ecco, io...Non credo di avervene mai parlato, però...- fece una pausa, sospirò -E' stata la mia prima volta- concluse poi.
I due amici lo fissarono immobili. Giovanni fu il primo a riprendersi.
-Jack?- chiese- Come sarebbe la prima volta? Eri vergine?-
Giacomo arrossì, sospirò e annuì.
-Credevo lo sapeste...- bisbigliò.
Giada scosse la testa.
-No. Cioè, non è un problema, o meglio, non è un problema che tu lo fossi, è un problema che tu l'abbia fatto la prima volta con lei forse...Cioè, credo che lei sia una donna adulta, magari non le interessa. Ma poi lei lo sa?- domandò infine.
Giacomo annuì.
-L'ha capito- disse.
-E come ha reagito?- si informò Giovanni.
-Beh…Diciamo che ha preso lei le redini del gioco- disse Giacomo con una punta d'imbarazzo.
Giada sorrise.
-Sapevo che in fondo quella donna era una grande- esclamò -E comunque com'è stato?- chiese.
Giacomo fece un sorriso che esprimeva a pieno quello che sentiva.
-Fantastico- ammise tra le esclamazioni degli amici.
 
 
GIACOMO POV
 
Erano passati due giorni e a Giacomo sembravano millenni. Perché lei non gli parlava? Si sentiva come se avesse i postumi di una sbornia. Era estremamente confuso.
Stava uscendo dalla classe per l'intervallo quando la vide in corridoio.
-Giacomo, avrei bisogno di parlarti- gli disse.
Ecco, era arrivato il momento.
-Certo, mi dica- rispose.
Sperava di poter parlare lì, alla presenza degli altri.
-Vieni in aula professori tra cinque minuti, così intanto sistemo le mie cose- disse invece lei.
-Ok- sospirò lui, poi vedendola carica di libri fu mosso a compassione -Se vuole l’aiuto a portare giù tutto- disse.
Claire sorrise.
-Sei un tesoro Giacomo, grazie- rispose dandogli il dizionario che teneva in bilico con la mano destra.
Giacomo arrossì, prese il dizionario e un paio di altri libri.
-Ma prof, quante classi ha?- chiese poi.
-Sette- rispose lei -Ma il problema è che oggi ho sei ore in sei classi e in alcune ho bisogno di due libri-
Giacomo sorrise e scosse la testa. Non le avrebbe mai detto che per la metà degli alunni le ore di italiano erano inutili. 
Arrivarono in aula professori, depositarono il tutto, poi Claire lo fissò.
-Vieni- disse- Ti offro un caffè per sdebitarmi-
Uscirono dall'aula, ma Claire invece che dirigersi alla macchinetta del caffè fece una deviazione verso la sala colloqui. Era l'intervallo, perciò non ci sarebbe stato nessuno, pensò Giacomo, era in trappola.
Claire chiuse la porta.
 
 
CLAIRE POV
 
Non sapeva cosa dirgli. Dopotutto lui era ancora un bambino almeno in quel senso. Era confusa.
-Volevi dirmi qualcosa?- le chiese.
Claire sospirò. Non voleva ferirlo, ma non sapeva come altro fare.
-Giacomo, io...- esordì, ma non riuscì a proseguire.
Il ragazzo non parlava. Sarebbe stato più facile se avesse detto qualcosa, si disse Claire.
-Giacomo, non possiamo andare avanti così- disse infine.
Credette di vederlo barcollare. Poi, inaspettatamente, il ragazzo parlò.
-Lo sapevo che sarebbe finita così. Non so cosa mi aspettassi di diverso- disse.
Claire sospirò. Era proprio quello che avrebbe voluto evitare.
-Giacomo, non fraintendermi, tu mi piaci, ma io...- si bloccò. Non aveva la forza di proseguire. Come poteva dirgli che non si sentiva pronta per un nuovo inizio dopo? Si sentiva estremamente vulnerabile.
Giacomo però annuì.
-Claire, non preoccuparti- le disse -So del tuo fidanzato. Cioè, ex...- si bloccò.
Claire sospirò. Sapeva che prima o poi qualcuno sarebbe venuto a saperlo e non le dispiaceva per non averlo dovuto dire lei al ragazzo. Non sarebbe stato facile rivivere tutto.
-Giacomo, io...- si fermò, poi riprese -Non credo di essere pronta a riprovarci. Non ancora- disse.
Il ragazzo annuì. In fondo la capiva, non doveva essere semplice rassegnarsi a riprovare. Non dopo che un pazzo le aveva portato via il suo grande amore.
-Certo- le rispose -Io comunque sarò qui- sorrise poi.
La donna annuì, poi si avvicinò e lo abbracciò.
-Grazie- disse solo.
  
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