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Autore: MaryFangirl    20/02/2018    0 recensioni
E se L fosse riuscito a salvare Light dal potere e dall'influenza del Death Note? Come sarebbero cambiate le cose? Con questa fanfiction si approfondiscono tali domande. [La storia prosegue dopo l'arco narrativo della Yotsuba].
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane, Un po' tutti | Coppie: L/Light, Matt/Mello
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è la traduzione dall'inglese all'italiano (il consenso dell'autore è visualizzabile tra i commenti presenti nell'ultimo capitolo della storia originale postata su AO3, di cui inserisco il link).
 
Titolo originale: The way it could have been
 
-È una follia, è una follia- pensa Light con lieve esasperazione mentre tenta per la decima volta di rendere i propri capelli presentabili. Normalmente i suoi capelli color castano chiaro tornavano a posto naturalmente, ma questa sera non vogliono collaborare e lui ha disperatamente bisogno che obbediscano. Con un'ultima passata di spazzola cerca di addomesticarli e sottometterli, sospirando per la contentezza quando vede che non ricascano al centro della fronte come prima. Si domanda, osservandosi allo specchio, se L riuscirà esattamente a comprendere che difficoltà ha avuto nel tenere a bada i capelli e si mette a ridacchiare. Ironia incredibile; di solito è L che ha capelli ribelli e restii.
"Gli chiederò se per lui è stato facile prepararsi" dice tranquillamente Light tra sé mentre liscia la camicia, rendendo minime le grinze che vi percepisce. Logicamente sa di non dover essere nervoso, non è la prima volta in cui si ritroverebbe solo in compagnia di L, né è la prima volta in cui si ritroverebbero in pubblico insieme. Si tratta, tuttavia, del loro primo vero appuntamento. Ciò che rende la serata ancora più sorprendente è il fatto che sia stato L a invitarlo a uscire mentre lui si stava cercando il coraggio per domandarglielo a sua volta. Era stata una sorpresa nondimeno piacevole.
"Light, hai finito lì?" chiede Sayu dall'altra parte della porta del bagno. "Sei lì dentro da più di un'ora ormai"
Light scuote leggermente il capo assicurandosi un'ultima volta che nulla del suo aspetto sia cambiato negli ultimi secondi. "Sì, ho quasi finito, solo un altro minuto"
"Dio, passi più tempo lì dentro di quanto non faccia la maggior parte delle ragazze" sbuffa lei, poi lui sente i suoi passi allontanarsi dalla porta. Per quanto sia contento di essere tornato a casa dopo aver trascorso tanto tempo al quartiere generale della task force, gli mancano la solitudine e la quiete che il suo appartamento privato gli offriva, nonostante le telecamere di sicurezza e le microspie che sapeva essere state installate da L. Essere a casa gli dava una sensazione familiare ma allo stesso tempo estranea, aveva dovuto riadattarsi alla routine dopo averne avuta un'altra per tanto tempo, ed era stato strano non vedere più L tutti i giorni. Sorride nel ricordarsi che il detective era giunto alla medesima conclusione.
 
 
"Light, telefono per te!" lo chiamò sua madre dal salotto e Light smise di scrivere il rapporto quotidiano per L, attendendo che la madre gli portasse il telefono in modo da poter rispondere alla chiamata che aveva bruscamente interrotto il suo treno di pensieri. "Chi è?" chiese a sua madre afferrando la cornetta dalla sua mano. Sachiko gli sorrise e gliela lasciò."Un amico di scuola, dice che aspettavi una sua chiamata"
Light non ribatté e le fece gentilmente cenno di uscire dalla stanza per avere un po' di privacy e lei acconsentì senza un'altra parola. Quando si assicurò che se ne fosse andata e la porta fosse chiusa, portò il telefono all'orecchio, "Parla Light Yagami" disse formalmente.
"Light, è bello parlare di nuovo con te" la gradevole voce di L giunse dall'orecchio e lungo la spina dorsale di Light sotto forma di piacevole brivido.
"Ryuzaki" disse con un lieve sospiro, mentre un sorriso si faceva strada sul suo volto. "Beh, se non è questa una bella sorpresa, pensavo che non comunicassi con gli altri detective al di fuori di un'indagine"
"Normalmente non lo faccio" replicò L, e Light poteva praticamente vedere il sorrisetto sulle sue labbra sottili. "Ma sono sempre disposto a fare un'eccezione di tanto in tanto. C'è una cosa di cui vorrei discutere con te, in realtà, e preferirei non lo facessimo al telefono"
"Allora perché hai chiamato?" chiese Light lievemente irritato dall'insolita etichetta del detective. Ci fu silenzio e per un momento Light pensò che L avesse riattaccato, poi sentì uno schiarimento di gola.
"Ho chiamato perché volevo sentire la tua voce" ammise L piano e il cuore di Light si mise a battere così forte che pensò sarebbe uscito dal petto. "Per favore, accetta di incontrarmi, Light, io...io desidero disperatamente la tua compagnia"
Light era attonito, non si era aspettato quel flusso di eventi ma rimase cauto, si trattava pur sempre di L, magari stava semplicemente chiedendo di conferire con lui e non lo stava invitando a uscire. "Ryuzaki" disse Light, sapendo che, se voleva una risposta diretta, avrebbe dovuto essere diretto. "Mi stai invitando per un appuntamento?"
Ci fu ancora silenzio ma Light poteva sentire il delicato respiro di L dall'altro lato. "Sì" ribatté L e lo stomaco di Light si capovolse. "Non posso più negare la mia attrazione fisica e mentale per te, se lo facessi, ci sarebbe una buona possibilità che io impazzisca. Capirò, tuttavia, se non desideri proseguire su questa linea e se preferisci mantenere un rapporto professionale"
"Neanche per sogno" rise Light, "Sarei onorato di uscire con te; in realtà stavo cercando di trovare il coraggio per invitarti io"
"Allora sono contento di aver preso l'iniziativa" disse L compiaciuto. "Altrimenti ci ritroveremmo entrambi senza programmi per il venerdì sera".
 
 
Light rotea leggermente gli occhi al cielo: perfino nei ricordi, l'aria di superiorità di L lo irrita. Torna a guardare il proprio riflesso e si concede un cenno di approvazione, finalmente soddisfatto del proprio aspetto dopo quelle che devono essere state ore. Prima di poter cambiare idea sull'abbigliamento o di infilarsi sotto la doccia per eliminare quella discutibile quantità di colonia, esce dal bagno.
 
 
Quando giunge al piano di sotto, vede sia sua madre che sua sorella sedute sul divano, il loro entusiasmo a malapena contenuto. Per un momento, è sicuro che cominceranno con le acclamazioni, ma sua madre si limita ad alzarsi e a regalargli un abbraccio soffocante, imbarazzandolo.
"Sono così felice per te" dice con enfasi, liberandolo dalla stretta quasi mortale. "È passato così tanto tempo da quando sei uscito con qualcuno, iniziavo a pensare che avessi completamente eliminato l'idea di avere delle relazioni. Ora puoi dirmi con chi esci?"
Light scuote il capo. "Mi dispiace, mamma, ma non ho la libertà di rivelare questa informazione. E non cercare di interrogare papà, non lo sa neanche lui"
"Ti prego, Light?" supplica Sayu dal divano. "Solo un aiutino?"
"Okay, suppongo che un aiutino non possa nuocere" dice Light con un sorrisetto astuto. "È una persona con cui ho lavorato molto strettamente durante gli ultimi mesi"
Sayu rimane zitta per un momento mentre rimugina sull'indizio di Light, poi i suoi occhi brillano. "È Misa! La frequenti ancora? Wow, è grandioso, è un tesoro ed è totalmente il tuo tipo, Light. Capisco perché tu non possa dire molto, troppa pubblicità e tutto il resto"
"Certo, Sayu, come dici tu" sospira Light. Decide che sarebbe meglio farle credere quello che vuole, non c'è ragione di dirle la verità, sarebbe molto più complicata. Non si vergogna di chi frequenta, anzi ne è intrigato, ma cercare di spiegare in termini vaghi il modo in cui conosce L e quello che condividono sarebbe più difficile. A malapena può dire alla sua famiglia che sta uscendo con il famoso detective mondiale L.
"Light!" strilla Sayu, interrompendo i suoi pensieri. "C'è una limousine fuori e un anziano gentiluomo alla porta!" sembra molto più eccitata lei riguardo al suo appuntamento di lui.
"Vado io allora" dice Light, avanzando tatticamente di fronte a Sayu nel momento in cui il campanello trilla. Apre la porta e, proprio come si era aspettato, si ritrova davanti Watari, impeccabilmente vestito come sempre.
"Signor Yagami, è un piacere rivederla" dice Watari allegramente, inchinandosi appena. "Pronto ad andare?"
Light si inchina a sua volta. "Sì, ed è bellissimo rivedere anche te, Watari. Arrivo tra un momento, devo solo salutare"
"Non ti preoccupare" insiste Sayu mettendogli le mani sulla schiena, praticamente spingendolo fuori. "Vai e divertiti, e diamine, non disturbarti nemmeno a tornare a casa! Aspetteremo gli inviti per il matrimonio"
"Sayu, per favore calmati" dice Sachiko con voce ferma e gentile al tempo stesso, e Sayu smette di spingere Light. "Light, divertiti, ma se non pensi di tornare a casa, chiama e fammelo sapere"
"Certo" dice Light e si volta rapidamente per abbracciare sua madre, poi fa lo stesso con sua sorella nonostante il suo comportamento irritante. Quando termina, segue Watari lungo il vialetto in cemento e fino alla limousine dov'è sicuro che L lo stia aspettando, appollaiato sul sedile posteriore. Watari apre la portiera e Light scivola con grazia all'interno, esattamente accanto all'oggetto delle sue affezioni; l'uomo in questione è seduto con una forchetta alla cui estremità vi è una fragola tenuta precariamente fra pollice e indice. Quando Light si accomoda accanto a lui, L solleva lo sguardo e gli rivolse un piccolo sorriso genuino. Quel sorriso causa una sensazione piacevole nel ventre di Light, e lo ricambia con impazienza.
"È bello vederti" dice L con calma prima di mettersi la fragola in bocca, una sottile scia rossa del succo scivola dall'angolo delle labbra. Sulla sua pelle d'alabastro quella scia sembra sangue e Light si affretta ad eliminarla, un freddo brivido si fa strada lungo la sua spina dorsale mentre la sua mente formula un'immagine tutt'altro che desiderata riguardante il corpo senza vita di L sul pavimento.
-Così tante cose sarebbero potute essere disastrose, quel giorno- pensa, ricordando il momento culminante di non troppo tempo fa, quando avrebbe potuto perdere tutto, incluso L.
Anche se non ne ha più memoria fisica, la consapevolezza del Death Note è ancora prominente nella sua mente, avendone riottenuta proprietà quando Higughi era stato giustiziato per i suoi crimini. L aveva fatto in modo, dopo una lunga conversazione con Rem sulle regole del Death Note, di portare lo Shinigami a promettere di non uccidere Light in cambio della liberazione di Misa da ogni sospetto. Lo Shinigami aveva concordato, andandosene senza che ci fossero ulteriori incidenti, ritornando al regno degli Shinigami. Dopo essersi occupato di quella questione, L aveva richiesto a Light di trovare il luogo in cui aveva nascosto il secondo quaderno, per poi portarlo al quartiere generale, dove era stato bruciato al posto di quello che era stato in possesso di Higuchi. L aveva nascosto il primo quaderno in un posto che soltanto lui conosceva, così che Light non ne venisse tentato. In seguito, aveva indirizzato la task force verso nuovi casi, dicendo che, giacché non c'erano state ulteriori uccisioni da parte di Kira per settimane, sarebbe stato prudente occuparsi di altre cose. Light sarebbe stato per sempre grato a L per quanto aveva fatto.
"Devi ancora chiedermi dove siamo diretti, Light" dice L, allontanando Light dai suoi pensieri. "Non sei curioso?"
"Certo che lo sono" ride Light mentre con disinvoltura porta il braccio intorno alle spalle di L. "Ma so bene che è inutile tentare di ottenere una risposta diretta da te"
"Quindi stai imparando" mormora L, più a se stesso che a Light, ma questi lo sente comunque. "Lo sospettavo, a giudicare dall'accuratezza dei tuoi rapporti, specialmente se paragonati a quelli di Matsuda. Avevo ragione quel giorno quando ho detto in cui saresti stato un bravo detective"
Light sospira e scuote il capo divertito, a volte è sicuro di conoscere la mente di L, altre volte non ha idea di che cosa stia dicendo. "Okay, basta discorsi di lavoro, pensavo che questo fosse un appuntamento"
"E lo è" replica L, i suoi occhi color grigio scuro su Light. "Erano solo convenevoli, non si fanno durante un appuntamento? Chiacchiere in macchina e durante una cena in un posto specializzato in cucina del nord Italia, così da potersi conoscere?"
"Sì, ma considerato il fatto che abbiamo lavorato e vissuto insieme per quasi sei mesi, posso tranquillamente dire che abbiamo superato quella fase" dice Light, sfiorando la spalla di L con le punte delle dita. "Spero di non aver rovinato i tuoi piani per la cena"
"Naturalmente no" dice L e Light sa che sta parlando onestamente. "Anzi, una cosa del genere sarebbe troppo cliché per me e te, considerate le nostre personalità e preferenze. Per stasera, ho organizzato qualcosa di più adeguato"
"Ora sì che mi hai incuriosito" dice Light, e si mette più comodo sul sedile di lussuosa pelle, aspettandosi un lungo tragitto verso il luogo deciso da L.
"Bene, sarei deluso del contrario" ribatte L, e si sistema contro Light come meglio più nella sua posizione appollaiata, chiudendo gli occhi.
 
 
Il viaggio non dura tanto quanto Light aveva sospettato, dopo meno di un'ora Watari ferma la limousine e dal divisore Light lo sente abbassare il finestrino. Ci sono davvero pochi posti in Giappone in cui Watari ha bisogno di inserire qualcosa per poter parcheggiare la macchina, e a giudicare da quanto tempo rimangono fermi, Light è sicuro che si trovino al quartiere generale della task force. È leggermente deluso da questa rivelazione; aveva sperato che L lo avrebbe portato in qualche posto di cui nessuno era a conoscenza, o almeno in un posto che soltanto loro due avrebbero potuto sinceramente apprezzare.
"Siamo già arrivati?" chiede L, svegliandosi quasi di scatto dal suo sonnellino.
"Siamo al quartiere generale" dice Light con allegria, anche se è difficile evitare di inserire amarezza nel tono. -Forse L era serio nel dire che doveva parlarmi di persona- pensa mentre Watari si avvia con la macchina verso il garage.
L osserva la reazione di Light sul fatto di trovarsi al quartier generale e non è sorpreso di vederlo agitato; la sua reazione è impercettibile per una persona normale, che sarebbe distratta dal suo sorriso apparentemente divertito, ma L capisce. Reprime il sorrisetto che minaccia di uscire, se si tradisce ora, non sarà in grado di godersi totalmente la sorpresa di Light. Risulta essere più difficile di quanto avesse pensato. Watari parcheggia la macchina ed esce, dirigendosi verso il lato in cui è seduto Light e aprendo la sua portiera. "Tutti i preparativi sono stati verificati, L" dice mentre i due escono.
"Grazie infinite, Watari" dice L alla sua figura paterna, poi prende la mano di Light e lo conduce verso l'ascensore. "Dovremmo essere a casa tra qualche ora, per favore chiamaci se si fa troppo tardi"
"Molto bene" dice Watari, dirigendosi verso una porta differente mentre Light e L entrano nell'ascensore. Una volta dentro, L apre una porticina della plancia e preme un pulsante che Light lo ha visto premere soltanto una volta prima d'ora, e il suo stomaco si capovolge. Quella volta si erano diretti al tetto; più specificatamente, all'elicottero. Non ha paura di volare né niente del genere, anzi è il contrario, ma l'ultima volta in cui erano stati su un elicottero, era stata la sera in cui avevano arrestato Higuchi e in cui lui aveva ritrovato il Death Note. È più preoccupato riguardo al significato del proprio status di uomo libero, dopotutto L era pur sempre riuscito a raggiungere il suo obiettivo.
"Suppongo che tu sappia dove siamo diretti?" chiede L, interrompendo il silenzio fra loro. "Spero non ti dispiaccia un volo notturno"
"Nient'affatto" dice Light con aria convincente, ma non può impedire a un brivido di paura di strisciare lungo la sua pelle. È sospettoso sul fatto che L intenda arrestarlo o meno, forse lo ritiene troppo pericoloso per consentirgli di rimanere libero. L sorride appena. "Bene, ricordo che sembravi piuttosto impressionato l'ultima volta, spero che quella sensazione non sia già svanita"
-No, ma la sensazione di libertà lo sta facendo- pensa Light mentre l'ascensore si ferma a un piano stabilito. Escono insieme e L lo guida al più vicino elicottero, aprendo la portiera affinché il giovane uomo possa entrare senza difficoltà. L lo segue e si posiziona nuovamente al posto del pilota, quando si sistema inizia a premere una sequenza di pulsanti il cui proposito è vagamente compreso da Light. Il detective gli porge un paio di cuffie e gli indica silenziosamente di indossarle, cosa che fa nonostante una seria sensazione di déjà vu. Improvvisamente il portone dell'hangar si apre mentre l'elicottero prende vita, poi L guida tranquillamente il mezzo fuori dall'edificio, volando verso il cielo notturno.
"È incredibile" sussurra Light ammirando la visione pazzesca composta dalla città. "L'ultima volta non avevo prestato molta attenzione, ma è oltre ogni immaginazione"
"Sono contento che ti piaccia" dice L girando un interruttore sulla consolle. "Era da un po' che volevo mostrartelo, ma non ero sicuro che ne avresti compreso il significato. Per lo meno, non all'inizio"
"Non sono sicuro di comprendere nemmeno adesso, a essere perfettamente onesto" ammette Light mentre guarda le auto in basso.
"Questo è il quadro generale" dice L semplicemente, volando più in alto. "Tutto ciò che abbiamo fatto, e tutto ciò che faremo ha un impatto diretto su tutto il resto, e pensavo che, dopo tutto quello che hai passato, avessi bisogno di vederlo. So che tu volevi cambiare il mondo eliminando sistematicamente i criminali ma spero che tu abbia capito che non è questo il modo giusto; dobbiamo avere un equilibrio. Chi lotta per la giustizia non può porsi allo stesso livello delle persone che combatte; altrimenti non rimane che il caos. Se il nostro mondo ruzzolasse nel caos, questa bellissima visuale non sarebbe possibile e la situazione sarebbe completamente differente; le persone, la società, la politica, tutto sarebbe drasticamente alterato"
Light ascolta la spiegazione di L con assorta attenzione, capisce quello che sta dicendo e, pur concordando con lui, non riesce comunque a scrollarsi completamente dalla mente i propri ideali sulla giustizia e sul mondo. Per lui, il mondo è ancora putrido e ci sono persone che sprecano risorse semplicemente con la loro esistenza, per quanto abbia smesso di voler agire in modo tanto drastico contro di loro. Per Light è soddisfacente sapere di avere almeno apportato qualche cambiamento.
"Capisco" dice Light onestamente e, senza secondo fine, allunga la mano e copre quella di Light. "Volevi discutere con me di questo?"
L scuote il capo, sorprendendolo. "Guarda sotto il sedile"
Light riesce a sopprimere lo stupore e si abbassa per controllare cos'ha piazzato L sotto il sedile, intrigandosi quando le sue dita sfiorano quella che sembra una scatola ricoperta di velluto. È effettivamente una scatola avvolta in velluto color verde scuro, e quando Light la apre, quasi la fa cadere per lo shock; all'interno vi è un bellissimo Rolex dorato con quattro diamanti sul quadrante. Con mani tremanti estrae l'orologio dalla scatola, poi guarda L e scopre che l'altro lo sta già fissando.
"Questo per che cos'è?" chiede, la voce calma e incerta.
"Volevo discutere di una cosa importante con te" replica L criptico. "Dopo che te ne sei andato dal quartier generale per tornare a casa e a scuola, mi sono reso conto di sentirmi incredibilmente solo e nonostante abbia cercato di porre rimedio al problema occupandomi di nuovi casi, nulla è riuscito a placare quella sensazione. Ho iniziato ad accorgermi che, ogni volta che ricevevo una qualsiasi corrispondenza da parte tua, il battito del mio cuore aumentava e la sensazione si faceva un po' più leggera. Ho capito che la soluzione era riaverti al mio fianco"
"Quindi utilizzi un Rolex per convincermi?" chiede Light incredulo. "L, se lo avessi semplicemente chiesto, avrei detto di sì"
"Lo so" dice L dolcemente, e afferra la sua mano. "L'orologio non è un mezzo di corruzione, Light, è...fa parte della mia proposta. Avevo pensato a un anello ma tu non indossi quasi mai gioielli"
L lo fissa con occhi spalancati per lo shock, incapace di credere a quello che L sta dicendo. "L...mi stai chiedendo di sposarti?"
"Ti sto chiedendo di diventare il mio partner" dice, stringendogli la mano. "Non voglio una casalinga né un trofeo, voglio un partner sia nel lavoro che intimamente. Io ti amo, Light Yagami, e comprenderò completamente se mi rifiuterai, ne hai tutte le ragioni"
L ha ragione, lui ha ogni ragione per dirgli di no e per chiedergli di riportarlo a casa, ma Light non è così ingenuo. Ha cercato di negare la propria attrazione e i propri sentimenti per il detective fin dal momento in cui li ha riconosciuti qualche mese fa, pensando che sarebbe stato impossibile stare con lui. Light ha cercato di frequentare altre persone, di dimenticare il detective dai capelli neri e amante dei dolci il cui intelletto combacia col suo, ma il suo cuore è stato persistente. Questo è l'esatto momento che ha sognato per settimane e non ha che una risposta per il detective.
"Sì" dice Light e si inclina in avanti, premendo le labbra su quelle di L in un dolce quanto appassionato bacio. È meravigliato dalla morbidezza delle sue labbra, aveva pensato di trovarle screpolate e secche, ma ciò che lo meraviglia di più è sentire L che lo bacia con uguale bisogno e passione. Da qualche parte nella sua mente, Light è consapevole dell'ironia della situazione; si era preoccupato del fatto che L lo avrebbe intrappolato eppure non aveva sospettato la realtà, sapendo però che avrebbe dovuto farlo. L raggiungeva sempre il suo obiettivo. 
  
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