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Autore: Misatona    22/02/2018    3 recensioni
Fanfic legata a "il principe dei saiyan 2.0". Bulma e Vegeta sono diventati amici, colleghi di lavoro e amanti. Vorrei legare qualche episodio in cui i due iniziano a provare qualcosa di più rispetto alla pura attrazione che li ha legati all'inizio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Marzo inoltrato. La primavera era alle porte e Bulma quel giorno era su di giri perché sarebbe finalmente andata a farsi tatuare. Aveva scelto di onorare il suo adorato papà facendosi tatuare sotto l’orecchio destro, il logo della Capsule Corporation: l’azienda fondata dal genio del dottor Brief e ciò che legava di più padre e figlia. Non stava più nella pelle.
“Che cos’hai da essere tanto felice di prima mattina?” Vegeta fece il suo ingresso nell’ampia cucina di casa Brief, squadrando la turchina.
“Niente, ci vediamo dopo” gli sorrise afferrando gli occhiali da sole. Corse fuori casa, posando un leggero bacio sulla guancia del Saiyan.
“Tsk. Terrestri!”
Bulma aveva colto occasione per prendersi tutta la giornata libera e passarla insieme alle sue amiche. Rientrò la sera tardi piena di pacchetti e con una benda sul tatuaggio coperta dai suoi lunghi capelli.
“Hai derubato qualcuno?” chiese il Saiyan sarcastico.
“È il compleanno di Hikari tra qualche giorno, ho preso qualcosa per lei… e qualcosa per me” disse guardando con soddisfazione i pacchetti di Victoria Secrets.
“Tsk. È passato il mollusco a cercarti” disse Vegeta facendo finta di non provare alcun interesse al riguardo.
“ah, vorrà vedere il tatuaggio…” prese il telefono e chiamò Yamcha stando per una buona mezz’ora al telefono. L’ira del principe saliva a dismisura. Voleva fare il sostenuto, fare finta che non gli interessasse che lei era ancora la ragazza del mollusco e che lui fosse l’amante, ma non ci riusciva più. Anche se era stato lui ad insistere che non si sarebbero dovuti lasciare, che dovevano mantenere le cose esattamente come stavano perché il loro era solo sesso, ora si pentiva di quello che aveva detto. Così si alzò di scatto dal divano e si diresse all’ultimo piano dell’edificio giallo, sul terrazzo coperto e s’immerse con solo i boxer nella jacuzi piena di acqua bollente. Aveva bisogno di distendere i nervi.
Poco dopo fu raggiunto dalla turchina.
“Posso?” chiese raccogliendosi i capelli.
“Tsk. Fa come ti pare” disse Vegeta spostando lo sguardo dalla parte opposta rispetto a lei.
Bulma si spogliò, restando completamente nuda ed entrò nella vasca porgendo poi a Vegeta una bottiglia di birra.
Il principe guardò Bulma nei suoi occhi azzurri e prese la bottiglia con stizza, provocando nella ragazza una lieve risata.
“Che modi. Sei proprio uno scimmione.” Disse Bulma avvicinando la sua bottiglia a quella del Saiyan per un “cin cin”.
“mph.” fece tintinnare la sua bottiglia contro quella di Bulma e bevve un sorso di birra.
Lei si voltò incrociando le braccia sul bordo della vasca e posandovi poi il mento con un’espressione rilassata ad occhi chiusi. Lo spettacolo che stava regalando a Vegeta era bastato a fargli passare ogni minima incazzatura. Come un felino si mosse verso di lei, poggiandosi di schiena al bordo vicino alla ragazza, guardandola. Bulma si voltò verso di lui sorridendogli.
“Ti sei fatta male?” chiese Vegeta osservando il collo coperto dalla benda.
“Ah, questo? No. Ora ti faccio vedere” disse togliendosi la benda. Spostò una ciocca di capelli per far osservare meglio al Saiyan il suo capolavoro. Due piccole C concentriche.
“Sei così egocentrica da esserti tatuata il logo della tua azienda?” chiese Vegeta incredulo e anche un po’ indifferente.
“No, razza d’imbecille” disse ricoprendosi la ferita “l’ho fatto per onorare il legame che c’è tra me e mio padre. Non potevo scegliere che il logo della Capsule, è la cosa che rappresenta di più entrambi” si riappoggiò nella posizione di prima.
Vegeta osservava il collo dell’azzurra: aveva fatto un bel gesto nei confronti di suo padre. Quel vecchiaccio era in gamba e Vegeta, anche se non lo avrebbe mai detto, provava stima per quell’uomo.
“Tuo padre è un brav’uomo” disse sorseggiando la birra.
Bulma si voltò verso il suo amante “tuo padre che tipo era?” chiese spensierata.
Quell’argomento per Vegeta non era semplice da trattare, nemmeno con lei che condivideva più di chiunque altro gran parte della emozioni del principe. Emozioni che erano nascoste ai più. Solo lei aveva il coraggio e il tacito permesso di chiedere determinate cose.
“è una storia lunga” disse serio voltandosi e sistemandosi nella stessa posizione di Bulma, guardando dritto avanti a sé.
“io ho tempo” disse sorridendogli.
Vegeta la guardò. Non sapeva come ogni volta riuscisse a convincerlo a parlare di sé. Doveva essere una strega quasi sicuramente. Iniziò a raccontare riportando lo sguardo di fronte a sé.
“Era un uomo molto intelligente e orgoglioso. Un'icona per i Saiyan. Era un comandante militare spietato che ha sconfitto molti nemici e ha liberato il nostro popolo dal controllo degli Tsufuru.” Fece una pausa. Ricordare faceva male.
“Ha sposato mia madre e, ironia della sorte, quella povera donna mi ha dato alla luce nel giorno del suo compleanno. Poi è arrivato Freezer che gli ha ucciso la moglie per dimostrare la sua superiorità. Ha dovuto sottomettersi al suo volere per salvare i suoi sudditi e i suoi figli. Ha dovuto lasciare il suo primo genito a quella lucertola schifosa per permettergli la sopravvivenza e ha inviato il secondo, in un pianeta remoto per non far sapere della sua esistenza.”
Bulma guardava Vegeta con apprensione e tristezza. Si fece più stretta a lui poggiando un braccio sulle sue possenti spalle.
“Quando il verme schifoso uccise mia madre, mio padre impazzì. Mise in salvo i suoi figli e poi cercò di ribellarsi affrontando quel maledetto tiranno ottenendo solo la morte. Di lui mi resta solo il suo orgoglio.” Si voltò nuovamente a guardare Bulma “che tipo di persona ti sembra?”
Lei sorrise tristemente e lo baciò.
Vegeta posò la sua mano dietro la nuca di lei e approfondì il bacio che divenne presto un turbinio di emozioni. Fece voltare Bulma spalle al bordo per poter ispezionare quel corpo più agilmente, le sollevò appena una gamba e la tirò verso il suo bacino facendo presa sul gluteo sodo di lei e premendo la sua eccitazione sul ventre della ragazza. Bulma poggiò le sue braccia sul collo taurino di Vegeta facendosi trasportare dalla passione.
Si staccarono per riprendere fiato appoggiando le loro fronti l’una contro l’altra.
“Domani avrebbe compiuto 60 anni”
Bulma allontanò il principe sorpresa spintonandolo sul suo grande petto “e quindi è anche il tuo compleanno?!”
Vegeta annuì.
“Perché non me l’hai detto Vegeta?” chiese lei tutta agitata.
“L’ho appena fatto”
“Si ma ora è tardi. Non posso uscire ora a prenderti un regalo” disse lei sconsolata.
Vegeta sbuffò sonoramente alzandosi.
“Sei frivola, donna” Sapevo che non avrei dovuto parlare pensò il principe tornando nella sua stanza.
 
Il giorno seguente il principe fu svegliato dal profumo di caffè che si stava espandendo per tutta la sua stanza.
“Buongiorno scimmione” disse Bulma con un vassoio in mano “ti ho portato la colazione”.
Vegeta si alzò svogliatamente dal letto maledicendosi per essersi confidato con l’azzurra, si stropicciò gli occhi e li strabuzzò fuori dalle orbite: Bulma aveva portato la colazione a Vegeta in intimo. Un intimo che lasciava poco all’immaginazione. Questa Victoria Secrets gli stava simpatica.
“Vuoi prima la colazione, o il tuo regalo?” chiese lei maliziosa poggiando a terra il vassoio.
Vegeta ghignò e la tirò per un braccio a sé “la colazione” disse sensuale al suo orecchio, leccandole il lobo per poi fiondarsi su di lei.
Dopo l’amplesso, e la vera colazione, Bulma porse a Vegeta una busta “tieni”.
“Cos’è?”
“Il mio regalo” sorrise lei addentando un biscotto ed uscendo della stanza.
Vegeta guardò incredulo la busta, indeciso se aprirla o meno. Prese coraggio e ne lesse il contenuto.
“Tuo padre è una persona da onorare.”
Vegeta sorrise. Il biglietto dentro a quella busta era un appuntamento per un tatuaggio per il giorno stesso. Vegeta decise di tatuarsi la parola “pride” sul petto, lato cuore.
Quando Bulma rientrò la sera corse dal suo amante ed iniziò ad ispezionarlo.
“Ma che fai?” chiese Vegeta stizzito e anche un po’ in imbarazzo. La casa a cupola a quell’ora era un po’ troppo popolata per i suoi gusti e quelle attenzioni alla luce del sole lo destabilizzavano un pochino.
“Allora? Voglio vederlo”
“Devi aspettare”
“Perché?” chiese lei mettendo il broncio.
“Lo vedrai dopo, quando ti scopo” disse lui ghignando al suo orecchio, per non farsi sentire da nessuno.
Bulma sorrise maliziosa, facendo l’occhiolino al principe e congedandosi da lui.
Lui la fermò per un polso e la tirò a sé. “Hey” la abbracciò. “Grazie”.
Bulma sgranò gli occhi sorpresa da quel gesto e arrossì ricambiando l’abbraccio. Si accoccolò meglio sui suoi grandi pettorali, poggiando la testa vicino al suo cuore “Di niente”.
  
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