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Autore: lmpaoli94    22/02/2018    0 recensioni
Vi siete mai chiesti come sono nati o vissuti i pokémon leggendari dalla prima generazione alla quarta generazione?
Bene, sarà mio compito raccontarlo in queste piccole serie di one – shot.
Buona lettura!
P. S. Ogni fatto e riferimento a qualsiasi cosa che scrivo, è puro frutto della mia immaginazione.
P. S. P. S.: Ho deciso di fermarmi alla quarta generazione per il semplice motivo che dalla quinta generazione in poi non conosco nemmeno i nomi dei pokémon XD
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Fiorlisopoli era completamente scossa da turbinii di vento e di pioggia.
Gli abitanti della cittadina non riuscivano a comprendere da cosa potesse essere generato.
Solo una signora anziana era a conoscenza del mistero che si celava dietro quelle tempeste.
«Lui sta arrivando… E la sua furia sarà implacabile…»
L’energia elettrica era stata interrotta.
Se non fosse tornato il sereno al più presto, gli abitanti sarebbero rimaste senza luce per chissà quanto tempo.
«Furio, dobbiamo fare qualcosa al più presto> fece la donna anziana al capopalestra della città.
«E cosa?»
«Devi parlare con lui. Solo così potrai farlo ragionare.»
«Tu stai vaneggiando mamma» fece il capopalestra con tono rude «Perché non abbandoni le tue meditazioni e ti vai a riposare?»
«Vedo che nemmeno tu non mi credi… Fa lo stesso. Con il passare di giorni, Fiorlisopoli verrà sommersa dall’acqua e noi moriremo tutti affogati.»
Ma Furio non dette ascolto alle parole della madre.
Credeva che fosse colpita da demenza senile.
Da qualche tempo a questa parte non gli dava più ascolto.
«Il problema si risolverà da solo. Non ti preoccupare» fece Furio mentre sua madre si stava allontanando.
La donna ricambiò guardandolo con sguardo cupo.
«Quando capirai che non sarà così, sarà troppo tardi» rispose la donna chiudendosi nella sua stanza.
 
 
Il mattino seguente, il forte vento aveva spazzato via i tetti di alcune case e della palestra di Furio.
La situazione era davvero critica.
Fiorlisopoli era in pieno stato d’emergenza.
«Dobbiamo andarcene! Immediatamente!» tuonò Furio ai suoi abitanti.
«Andarcene dove? Siamo completamente intrappolati» fece un giovane ragazzo.
«Ha ragione. Finchè la tempesta non si placherà, rimarremo qui.»
Furio non aveva nessuna possibilità.
L’unica a cui poteva chiedere aiuto era a sua madre.
«Riparatevi nelle case ancora in piedi. Elaborerò un piano che ci metterà tutti in salvo» fece Furio prima di scomparire tra la folla.
 
 
La madre di Furio era intenta ancora a meditare e a parlare da sola.
«Oh Dio delle tempeste, interrompi la tua furia e fai tornare il sereno su questa terra…»
«Con chi stai parlando?» domandò Furio appena entrò nella camera della donna.
«La tempesta si sta abbattendo su tutta la regione di Jotho. Si è ingrandita e adesso sta colpendo Amarantopoli.»
«E tu come fai a saperlo?»
«Quando imparerai a darmi ascolto una volta nella tua vita? Non sono così pazza come credi…ۘ
Furio decise di non rispondere.
«Cosa devo fare?»
La donna si alzò lentamente dalla sua sedia.
«Devi trovare un giovane allenatore che possa fermare tutto questo…»
«Un giovane allenatore? Mamma, non ci sono giovani allenatori in questa cittadina…»
«Fidati, uno ce n’è…» disse infine sua madre ritornando alle sue meditazioni.
«Ma mamma…»
«Non perdere ancora tempo… Ogni secondo è prezioso. Vai.»
 
 
Furio vagava come un’anima in pena in giro per la cittadina semidistrutta.
Dove poteva cominciare a cercare il fatidico ragazzo?
E cosa ancora più importante, l’avrebbe trovato?
La tempesta continuava a mietere distruzione.
Ormai il 90 % degli abitanti era rimasta senza casa.
Si dovettero rifugiare in una grotta costruita centinaia di anni fa’ nelle vicinanze proprio per scampare a tempeste come quelle.
Gli abitanti erano affamati e infreddoliti.
A causa delle alte maree, non riuscivano ad arrivare gli aiuti necessari da Olivinopoli.
Fiorlisopoli era stata abbandonata a se stesso.
Ma il destino non è sempre crudele come la maggior parte delle persone pensano…
Un giovane ragazzino stava allenando il suo Kingler a resistere alle alte maree.
«Bravo Kingler. Così!»
Nel vederlo, Furio era sconcertato.
“Quel mingherlino che prova a resistere alle onde alte più di un metro… Incredibile.”
Subito dopo, gli venne in mente le parole di sua madre.
“Che sia lui quello che salverà la cittadina di Fiorlisopoli?”
L’uomo si avvicinò a lui, interrompendo il suo allenamento.
«Ragazzo, sei veramente bravo ad allenare il tuo Kingler.»
«Grazie» si limitò a dire il giovane allenatore senza guardarlo nemmeno negli occhi.
«Non è da tutti resistere alle intemperie di questo vento e di questa pioggia.»
«E’ da quando è nato che il mio Kingler resiste a questo tipo di maree. Ormai ci è abituato.»
«Capisco…»
Quando il ragazzino alzò lo sguardo per vedere con chi stava parlando, rimase improvvisamente folgorato.
«Ma tu sei Furio…»
«In persona, ragazzo mio.»
«Wow! Non ci posso credere! È da quando sono arrivato qui a Fiorlisopoli che speravo di incontrarti.»
«Perché? Non sei di questa città?»
«I miei genitori sono di Olivinopoli. Ma a causa del loro lavoro, ci siamo dovuti trasferire qui.»
«E dimmi, ti piace questa città?»
«Non è male.»
In un’altra occasione, Furio si sarebbe offeso per quel commento sulla sua città.
Ma adesso non era importante.
Doveva rivelargli la “Premonizione” di sua madre.
«La cosa che ha attirato la mia attenzione su questo territorio, sono le isole misteriose che stanno qui vicino.»
«Stai parlando delle Isole Vorticose?»
«Non so se quelle sono il suo vero nome…»
«Ci sono stato tanti anni fa’ e per poco non venivo risucchiato dai mulinelli che la ricoprono.»
Improvvisamente, a Furio gli venne in mente una cosa che poteva avere dell’incredibile.
“E se fosse a causa di quelle isole misteriose la tempesta che sta colpendo Fiorlisopoli?”
Furio era scosso.
Forse aveva capito il vero problema.
«Furio, che cosa succede?»
«Devo tornare immediatamente da mia madre… Potresti per favore venire con me?»
Il ragazzo non riusciva a capire le intenzioni dell’uomo.
Cosa poteva volere da lui?
«Va bene. Nessun problema.»
«Non ce ne sarà bisogno, ragazzi miei.»
Nel sentire una voce alle loro spalle, Furio sobbalzò per la paura.
«Mamma! Cosa ci fai qui?»
«Mi volevi, no? Quindi sono venuta a cercarti.»
«Vestita così? Rischi di prendere un brutto raffreddore.»
«Tranquillo. Anche se sono molto vecchia, queste cose non mi preoccupano.»
La donna stava fissando con sguardo interessato il giovane ragazzo.
«Bravo. L’hai trovato…»
«Come fai a credere che sia lui?»
«Lo vedo dai suoi occhi… Dalla sua determinazione… e dall’energia che sprigiona…»
«Ma di cosa state parlando?» domandò il ragazzo confuso.
«Non ti spaventare, ragazzo. Stiamo solo cercando il modo per salvare questa città da una tempesta senza precedenti.»
«E io cosa dovrei fare?»
«Adesso lo vedrai… Abra, vieni fuori.»
Il pokémon psico della donna uscì dalla sfera.
«Prendi la sua mano. Adesso andremo in un posto dove incontreremo il signore dei mari e delle tempeste.»
Il ragazzino non si fidava per niente delle parole della donna.
Ma non aveva niente da perdere.
«Mamma, dove vuoi andare a parare?»
«Non parlare, figliolo. Fallo anche tu. Prendi la mano del mio pokémon.»
Furio fissava sua madre con sguardo stranito.
«Bene, siete pronti?»
Furio e il ragazzino decisero di non rispondere.
«Abra, teletrasportaci nel buio più profondo delle Isole Vorticose.»
Gli occhi del pokémon della donna si illuminarono.
E subito dopo, la donna, Furio e il ragazzino si ritrovarono in mezzo al buio.
«Ma dove siamo finiti?»
Improvvisamente, qualcosa di fronte a loro si illuminò improvvisamente.
«Cosa sta succedendo?» domandò Furio.
«Eccoci. Il guardiano dei mari si è definitivamente risvegliato.»
 
 
La creatura dinanzi a loro emetteva ruggiti che facevano rabbrividire chiunque.
«Mamma, cosa sta succedendo?»
«Per ora niente…»
Una volta sbattuta le ali, la marea che inondava le isole cominciò a salire improvvisamente.
«Se rimaniamo qui per molto, rischiamo di venire affogati!»
«Non se il giovane ragazzo sfida il guardiano dei mari…»
«Perché dovrebbe sfidarlo?»
«Perché questa è tutta una prova… Allora ragazzo, sei pronto?»
«Ma veramente…»
«Sei la nostra unica speranza. Se farai vedere le tue capacità al pokémon leggendario, allora la tempesta si placherà. Altrimenti vedremo la nostra terra venire completamente sommersa dalla sua furia.»
«Ma perché il pokémon leggendario dovrebbe fare tutto questo?»
«Per riprendermi quello che mi appartiene.»
Una voce acuta e profonda risuonò nelle orecchie dei tre umani.
«Sono nato in questo luogo tetro e buio… Fino a quando la vostra razza non mi ha messo definitivamente da parte, trasportando la mia vecchia casa in uno dei vostri tanti rifugi… Ma adesso questa storia sta per finire. Presto morirete tutti affogati sotto la mia forza.»
«No! Noi te lo impediremo!» gridò Furio.
«Fermati. Tu non puoi fare niente.»
«Perché?»
«I tuoi pokémon non sono abbastanza forti.»
«E chi l’ha detto?»
«Il destino che è in serbo per te.»
«Al diavolo il destino! I miei pokémon lotta possono sconfiggere chiunque. Primeape, scelgo te!»
Il pokémon simile ad uno scimpanzè fece il suo ingresso in campo.
«Attacca il pokémon leggendario con il tuo dinamipugno.»
Il pokémon di Furio stava partendo alla carica.
«Non riuscirà a sconfiggerlo… Lugia è troppo forte» fece la donna.
«Lugia?»
«Sì, è questo il suo vero nome.»
Mentre Primeape stava attaccando il suo nemico, Lugia contrattaccò con un raggio luminoso che lo colpì in pieno.
«Primeape!»
Il pokémon di Furio era stato congelato.
«Lascia perdere, Furio. Il tuo pokémon non è più in grado di combattere.»
Alla fine Furio dovette dare ragione a sua madre.
«Tocca a te, figliolo.»
«Ma io ho un solo pokémon con me. Il mio Kingler.»
«Sarà sufficiente. Non ti preoccupare… Credi solo nelle tue capacità e tutto andrà per il meglio.»
Il ragazzino era spaventato.
Doveva affrontare un pokémon leggendario molto più forte di lui.
Ce l’avrebbe fatta?
«Kingler, tocca a te!»
Il pokémon granchio dell’allenatore sembrava una creatura insignificante rispetto al suo avversario.
Ma Lugia presto avrebbe capito che non si giudica mai un libro dalla copertina.
«Forza ragazzo. Ce la puoi fare» lo incitò Furio.
«Il mio nome è Akano» rispose risoluto il ragazzino «Kingler, attacca Lugia con martellata.»
Con la sua enorme chela, Kingler si stava dirigendo verso la creatura marina.
Ma purtroppo non riuscì ad avvicinarsi minimamente.
Era troppo lento rispetto al suo avversario.
Con un contrattacco fulminante, Kingler venne colpito con una potente raffica che lo fece gettare nelle acque fredde della grotta.
Fortunatamente il pokémon di Akano non riportò nessun danno.
«Adesso prova con l’attacco geloraggio.»
Ma era inutile.
Lugia riuscì a schivare anche quello.
«Povero sciocco. Non riuscirai a sconfiggermi.»
Improvvisamente, gli occhi del pokémon leggendario divennero viola.
Subito dopo, Kingler lievitò da terra contro il suo volere.
Non riusciva a muoversi in nessun caso.
Lugia lo stava bloccando con la forza della mente.
«Addio» fece Lugia colpendolo con tutta la forza che aveva.
Kingler fu scaraventato a terra malamente.
«Kingler!» gridò Akano.
Il giovane allenatore era preoccupato.
Senza il suo Kingler, avrebbe perso il combattimento.
Il destino degli abitanti di Fiorlisopoli dipendeva solo da quella lotta.
«Mamma, dobbiamo aiutarlo. Immediatamente!»
«No! Tu non ti devi immischiare in nessun caso. Mi hai capito?»
«Perché?! Non vedi che non ce la fa’?»
«Finché il suo pokémon non sarà fuori combattimento, continuerà a lottare senza problemi.»
«Ma se non riesce nemmeno ad alzarsi.»
«Ah davvero? Guarda tu stesso.»
Girando lo sguardo, Furio poté notare che Kingler era ancora in piedi, s’eppur dolorante.
«Kingler, se vuoi possiamo interrompere il combattimento qui.»
Ma il granchio non ne voleva sapere.
Avrebbe combattuto anche a costo della vita.
«Che cosa speri di fare, specie di inutile pokémon? Nessuno può sconfiggermi.»
Lugia si apprestava a finirlo con il suo attacco più forte: aerocolpo.
Senza che il suo allenatore gli impartisse nessun ordine, Kingler riprovò con il suo geloraggio.
L’attacco di Lugia fu completamente annientato, lasciando sbalorditi tutti i presenti.
«Non è possibile…»
«Bravissimo, Kingler» si congratulò Akano «Adesso vai con l’attacco martellata.»
Questa volta, l’attacco di Kingler andò a segno.
Lugia era esausto.
Sembrava rimasto senza forze.
«Molto bene. Adesso finiscilo con ghigliottina.»
«Povero illuso.»
«Kingler, attento!» gridò Furio.
La stanchezza di Lugia, fu solo un trucco per far abbassare la guardia al suo nemico.
Un trucco che funzionò alla perfezione.
Con il suo ennesimo attacco psichico, Kingler fu mandato K. O.
Il combattimento era finito.
Lugia era il vincitore.
Ed il destino degli abitanti di Fiorlisopoli e di tutta la gente di Jotho era in pericolo.
«Bravissimo Kingler. Sei stato fantastico» fece Akano al suo pokémon mentre lo fece rientrare nella sua sfera.
Il giovane allenatore fissava con sguardo truce e pieno di sfida il pokémon leggendario.
«Bravo. I miei complimenti. Sei riuscito a battermi.»
«No… Sono io che devo farti i complimenti.»
«Cosa?»
«Non ho mai combattuto una lotta come questa. È stato entusiasmante. Non avrei mai creduto che gli allenatori fossero così bravi ad addestrare i pokémon. Sono rimasto sbalordito.»
Akano, Furio e sua madre non credevano alle loro orecchie.
«Ma sto sognando o sta riempiendo di complimenti il ragazzo?»
«Ha capito benissimo, figliolo.»
«Ho sbagliato a minacciare la vostra terra… Giovane allenatore, tu come tutti gli altri abitanti vi meritate di vivere in pace sulla terraferma… Da questo momento ritornerò a riposare negli abissi più profondi del mare… Ma spero un giorno che ci rivedremo.»
«L-lo… Lo spero anch’io» ribatté il ragazzo.
«Addio» disse infine Lugia prima di scomparire definitivamente nelle profondità della grotta.
La felicità di Furio fu incontenibile.
«Grazie ragazzo. Ci hai salvati» fece l’uomo abbracciandolo.
«Ma io non ho fatto granché…»
«Questo non è vero, Akano.»
«Che intende dire?»
«Hai combattuto con il cuore, dimostrando al guardiano dei mari di che pasta sei fatto. Questa era solo una prova. Una prova che hai superato brillantemente. I miei complimenti.»
«Grazie, ma… sono ancora confuso.»
«Non ti preoccupare… Questo combattimento ti servirà da lezione. Non scordarlo.»
«No, signora. Non lo scorderò mai» fece il ragazzo ritrovando il sorriso.
«Molto bene. Adesso possiamo lasciare questo luogo tetro e buio per ritornare a casa. Che ne dite?»
«Mi sembra una buona idea, mamma.»
«Lo immaginavo… Abra, facci tornare a casa.»
Dopo aver chiuso gli occhi, Akano, Furio e sua madre si ritrovarono sulla spiaggia di Fiorlisopoli con il sole che splendeva in alto nel cielo.
«Ma è tutto ritornato alla normalità» fece Furio sorpreso «Come se non fosse successo nulla…»
«Lugia ha risistemato ogni cosa…»
«E come avrebbe fatto?»
«Chi lo sa…»
   
 
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