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Autore: carrion    23/02/2018    1 recensioni
Dopo aver sconfitto l'Anuk-ite e i cacciatori, Liam aveva bisogno di una pausa;
lui e Theo decidono quindi di partire per un viaggio on the road.
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Questa ff è la traduzione di 'Airplanes' di Captainmintyfresh.
vi lascio il Link della storia originale, se mai voleste leggerla :').
http://archiveofourown.org/works/12165924/chapters/27611925
Genere: Avventura, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: Lime, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il problema di avere l’IED, pensò Liam, mentre sedeva completamente vestita sul piccolo fondo bagnato della basca da bagno, non era l’arrabbiarsi di per sè, certo, quella era una rottura, ma era ricordarsi la rabbia provata. Quando gli era stato diagnosticato aveva a volte casualmente letto cose riguardo al Disturbo Esplosivo Intermittente, con le luci spente e nel bel mezzo della notte mentre una vergogna crescente si insidiava nel suo petto, per poi portarlo a cancellare la cronologia internet come se stesse guardando un porno.

Era diventata una specie di ossessione. Andava a letto presto, aspettava finché non sentiva più i suoi genitori prendersela comoda nell’ingresso o che la porta si chiudesse quando il suo patrigno andava a lavoro e poi tirava fuori il suo portatile e cercava in google articoli su articoli. La piccola bolla di vergogna diventava più grande ogni volta che leggeva la parole imprevedibile, o pericoloso, o che sua madre e suo padre gli davano una veloce occhiata nervosa come se si aspettassero che da un momento all’altro avesse uno dei suoi ‘episodi’.

E odiava il fatto che sapeva perfettamente quello che aveva detto o il danno che aveva fatto nel momento in cui era esploso. Sperava fosse più una sorta di via di fuga dalla quale una volta tornato si sarebbe sentito confuso e disorientato e non avrebbe rocordato completamente nulla perché almeno avrebbe potuto sentirsi meno in colpa. Avrebbe potuto dire non sapevo cosa stavo facendo e non l’avrebbe reso meno difficile ma almeno forse il senso di colpa sarebbe stato minore.

Ma non poteva, perché sapeva sempre quello che stava facendo. Si sentiva in un qualche modo giustificato nel farlo, come se dovesse urlare e rompere le cose per impedire al suo sangue di ribollire fuori dalla venne. Non sembrava una reazione esagerata. Non finché passava almeno, quando si calmava e ci ripensava e ritornava agli sguardi nervosi e poi non riusciva più a guardarsi indietro con rabbia ma con un nodo stretto alla lingua mentre cercava di impedire al senso di colpa di consumarlo dall’interno.

Liam spostò i capelli bagnati dal viso, facendo un lungo sospiro, L’acqua spruzzò dalle sue labbra visto che era sotto il costante getto della doccia.

Non era giusto che riuscisse ricordare cosa lo avesse portato lì, che ricordasse tutti i piccoli opprimenti pensieri  che aveva fatto il suo cervello e che si erano scontrati uno con l’altro nella sua testa prima di averli urlati tutti. Non era giusto che quella che era sembrata una reazione perfettamente giustificabile venti minuti prima improvvisamente gli facesse contorcere lo stomaco quando venne costretto a realizzare che per chiunque altro non lo era.

Sentii il suo telefono vibrare nella stanza accanto ma appoggiò la testa tra le ginocchia respirando piano e profondamente. Non c’era più bisogno di stabilizzarlo. Era calmo, così calmo da far male. Ma forse, forse se fosse stato seduto lì abbastanza a lungo, e fosse stato tranquillo, l’acqua avrebbe semplicemente lavato via l’ora precedente. Forse un minuto dopo avrebbe sbattuto gli occhi e si sarebbe ritrovato sul lazy river con Theo che galleggiava vicino a lui felice e senza pensieri e non con la testa di cazzo che Liam aveva conosciuto mesi prima.

Se Liam avesse dovuto pensare a chi dei due avesse potuto tirare fuori l’argomento e dar fuori di matto andandosene era sicuro che sarebbe stato lui. Ovviamente sarebbe stata una brutta mossa, Theo aveva tutti i loro soldi e avrebbe dovuto vagare per Las Vegas cercando di trovare un modo per colmare le miglia che lo separavano da Beacon Hills me, bè, doveva essere lui. Aveva pensato che sarebbe stato lui.

Invece era stato Theo. Theo che aveva sbattuto la mazzetta di dollari sul tavolo prima di farlo perché a quanto pareva Theo aveva pensato all’andarsene incazzato meglio di come l’aveva fatto lui. Era sicuro che avrebbe dovuto sentirsi felice del fatto che Theo gli aveva lasciato dei soldi, del fatto che almeno aveva un modo per tornare a casa. Avrebbe dovuto, se avesse voluto tornare a casa, ma non voleva farlo.

Liam lasciò cadere la testa tra le ginocchia un’altra volta lasciandosi scappare un leggero sospiro e tenendo gli occhi chiusi. passandosi le mani sulle gambe ingoiando la bile che minacciava di risalirgli in bocca.

Theo se ne era andato.

E Liam continuava a cercare di dire a se stesso che sarebbe stato ok, che Theo sarebbe tornato indietro perché non lo faceva sempre? Ma poi perché avrebbe dovuto farlo quando tutto quello che lo aspettava era solo Liam. Anche se lo avesse fatto, cosa avrebbe dovuto fare Liam? Theo sarebbe tornato, lo stesso Theo che Liam aveva iniziato a conoscere, quello con cui aveva discusso di storia e biologia e gli aveva ammesso che voleva andare ad un parco acquatico o sarebbe stato il Theo con cui aveva avuto a che fare il resto del branco? Il Theo le quali labbra si tiravano solo in sorrisi sarcastici e che nessuno davvero conosceva, se non per il suo nome.

Liam non era sicuro che avrebbe voluto stare vicino a un Theo che non voleva stare vicino a lui. Perché sicuramente Theo voleva stare vicino a lui, non sarebbe rimasto così a lungo se così non fosse, ma se fosse tornato? Bè a quel punto o Liam gli avrebbe chiesto scusa o era sicuro che sarebbe rimasto incastrato con un Theo chiuso in se stesso.

Come poteva chiedergli scusa però? Non poteva dirgli ‘non pensavo le cose che ti ho detto’ perché sarebbe stata una bugia, una bugia che Theo avrebbe scoperto subito. Molte delle cose che aveva detto erano vere, erano qualcosa che pensava ma erano semplicemente fuori contesto. Erano cose che semplicemente gli facevano paura, quando si arrabbiava. Erano cose che pensava prima di conoscere davvero Theo. Erano cose che pensava seguite da un ma.

Theo si era meritato quello che gli era successo ma non meritava di soffrire ancora.

Non era giusto che Brett non avesse avuto una seconda occasione per vivere e Theo sì ma non significava che Theo non ne meritasse una, non significava che Liam avrebbe invertito le loro posizioni se ne avesse avuto l’occasione, perché Theo era uno di loro ora. Forse non parte del branco McCall ma era comunque uno di loro, in qualche modo. Liam non sapeva ancora definirlo esattamente.

Mi sono ricordato di chi sei davvero -  questa era l’unica cosa che Liam poteva dire in modo credibile che non intendeva quello che aveva detto, perché era tutto l’opposto di quello, Liam stava iniziando a vedere chi era davvero Theo adesso, senza l’influenza dei dottori del terrore, quello che c’era sotto la ricerca del potere. Si era semplicemente ricordato di chi fosse Theo per tutti gli altri. Per gli altri non era lo strambo che mangiava prima la fine delle sue patatine, quello era il ragazzo che li aveva traditi. Il ragazzo che era ancora in giro perché così li avrebbe potuti ferire di nuovo.

Liam era sicuro che Theo non fosse un attore abbastanza bravo da fare in modo che Liam si affezionasse un'altra volta quando era ancora un pezzo di merda. Liam ricordava i sorrisi di Theo prima dell’inferno, ricordava come erano tirati e sinistri se ci facevi davvero caso, ricordava come Theo era diverso rispetto a quando era davvero felice, come il suo viso si illuminava con un lieve brillare di pura gioia. Era cambiato, l’inferno l’aveva cambiato, non abbastanza da impedirgli di essere uno stronzo ma abbastanza per far ammettere a Liam di odiare se stesso per avergli fatto credere che non lo fosse, anche solo durante una discussione.

Forse non si sarebbe dovuto scusare. Forse quando - perché Liam si rifiutava di dire, anche solo nella sua testa, che sarebbe potuto essere un se - Theo sarebbe tornato avrebbe semplicemente potuto dire le cose che erano vere. Poteva dire che sapeva che Theo era cambiato, che era felice che fosse cambiato, che forse Theo stava scherzando quando aveva detto che non voleva essere lì con nessun altro se non lui ma Liam lo poteva dire onestamente, perché forse picchiarsi tra gli assorbenti e ridere per i bambini che cadevano per colpa delle onde artificiali all’acquapark non erano attività normali per un viaggio on the road ma in un certo senso erano cose perfette e certamente, non era quello che aveva pensato sarebbe successo quando aveva deciso di andarsene da Beacon Hill ma era comunque quello di cui aveva avuto bisogno.

Avrebbe potuto dire.. qualcosa, per fare capire a Theo che Liam lo voleva lì, nonostante tutto quello che aveva detto. Perché dire ti voglio qua sembra un po’.. troppo, come se lo lasciasse troppo interpretabile.

Liam aprì gli occhi di scatto, strizzandoli attraverso il flusso acqua che schizzava sulle piastrelle scheggiate sul muro. L’acqua era diventata fredda facendogli cresce la pelle d’oca sulle braccia.

Il telefono vibrò nell’altra stanza e Liam emise un grugnito spostando la mano sulla testa. Doveva parlare con Scott. Scott al quale non piaceva Theo, che gli avrebbe chiesto di prendere i stupidi soldi che Theo gli aveva lasciato e tornare a Beacon Hills. Di lasciare Theo e tornare.

Theo sarebbe tornato, doveva, l’unica cosa che importava era come sarebbe tornato, e quando, e cosa lo avrebbe aspetta quando l’avrebbe fatto.

Liam si trascinò fuori dalla vasca, ignorando le pozzanghere di acqua che aveva lasciato per tornare nella stanza principale. Prese il telefono dal letto nel momento in cui iniziò a suonare di nuovo. Rispose e lo lanciò, lo mise in vivavoce e lo lanciò di nuovo sul letto prima di camminare avanti e indietro per la stanza mentre i suoi piedi stavano inzuppando il tappeto.

“Liam! Finamente, nessuno ti ha sentito per tutt-“

“Ok innanzitutto!” sbottò Liam, interrompendo Scott. “Mi spiace di non averti detto che ero con Theo ma in mia difesa sapevo che se l’avessi saputo non mi avresti lasciato andare e mi avresti detto di tornare indietro e io non volevo tornare indietro quindi.. non ti ho detto che lui era qui, non è come se avessi mentito o nulla-“

“Liam-“

“E lui mi ha anche detto di dirti che era con me così tu non avresti pensato che ci stava fottendo un’altra volta. Quindi non ti puoi incazzare con lui per questo. e’ colpa mia. Non voleva nemmeno venire, gli ho tipo detto io che doveva venire. Non era una cosa pianificata, volevo solo andarmene da Beacon Hills e lui era lì e aveva una macchina. Non avrei mai pianificato intenzionalmente di fare un viaggio on the road con theo. Ma..” Liam sbuffò passandosi una mano tra i capelli. “Non voglio deluderti.” ammise Liam. “Non voglio che tu sia arrabbiato con me, ma lo capirei se lo fossi. So di aver mandato tutto a puttane ma devi sapere che non sono qua perché Theo voleva che io fossi qua. Sono qua perché ne avevo bisogno. Ero così stanco e tutti voi ve ne stavate per andare, state per andare al college e io rimarrò lì e avevo bisogno di andarmene, solo per un po’.” Liam si lasciò scivolare sul pavimento appoggiandola testa sul letto. La stanchezza lo stava artigliando un’altra volta. “Hai tutte le ragioni per essere incazzato, Non ti biasimerei. Mi farò prendere a pugni da te per ogni giorno che me ne sono andato ma per piacere non chiedermi di tornare già.”

“Hai finito?” chiese Scott.

“Penso di sì.” sospirò Liam.

“Ok.. stai bene?”

“Lo vorrei.”

“Sai, è difficile essere incazzati con te quando mi fai quasi pena.” disse dolcemente Scott.

Liam rise. “Non stavo per chiederti di tornare a casa.”

“No??”

“No. Stavo per rimproverarti però.” disse Scott. “Ma era principalmente perché Stiles e Malia stavano minacciando di partire a cercarti e ho pensato che avrei potuto calmarli dicendo loro che non ero esattamente contento che tu fossi con Theo.”

“E’ diverso.” borbottò Liam petulante. “So che voi non riuscite a vederlo ma-“

“Lo vedo.” disse dolcemente Scott. “E’ il motivo per cui non sono saltato in macchina nel momento in cui ho visto la foto. Puoi fare le tue scelte Liam, e puoi andare a fare un viaggio on the road con un tuo amico.”

“Anche se quell’amico è Theo?”

“Anche se è lui.. ma me lo dovevi dire.” disse Scott. “Non possiamo non parlarci, la non comunicazione e nasconderci le cose è stato il modo in cui Theo ci ha ingannati l’ultima volta. Quindi semplicemente.. parlaci, fidati di noi. Se avessi pensato che non saresti riuscito a tenergli testa ti avrei rubato la spada e l’avrei rimandato indietro nel momento in cui l’ho visto.”

“L’hai quasi fatto.”

“E tu mi hai convinto a non farlo. Mi son fidato di te e hai ragione, Theo ci ha aiutati. Non sarà mai mio amico, o parte del mio branco, ma è un alleato.” Scott lo disse lentamente come se stesse scegliendo con cura la parole. “Ma questo non significa che non possa essere tuo amico. E’ diverso, da quando l’hai portato indietro è-“

“Meno stronzo?”

“Stavo per dire che era più umano ma va bene anche la tua.” disse Scott, Liam riuscì a vedere il suo sorriso. “solo d’ora in poi, per quanto riguarda Theo voglio piena trasparenza, se non puoi tornare ancora a casa allora non farlo. Come ho detto, capisco la necessità di una pausa, ma fammi sapere dove sei e se stai bene.”

“Piena trasparenza?”

“S-“

“Mangia per prima la fine delle patatine, odia la limonata e il fegato. Ama i milkshake e li beve in modo esageratamente rumoroso. Canticchia le canzoni a volte. Ama Star Wars, ma questo lo sapevi già. E’ abbastanza bravo a rispettare il limite di velocità. E’ preso benissimo per biologia e pensa che sia più importante di storia il che è ridic-“

“Ok.. forse un po’ meno trasparenza? Intendo di più, quando fa qualcosa che non va e quello che fate ogni giorno, non le sue abitudini alimentari.”

“Oh.. si giusto, ovvio.” mormorò Liam, battendo la testa contro il letto, ovviamente, Scott non era interessato ai piccoli dettagli della vita di Theo. Fece una smorfia per le gocce d’acqua che scendevano ancora sul suo viso. “Devo andare. Ti scriverò.”

“Ok.. ci manchi."

“Mi mancate anche voi, di a tutti che li saluto, e che sto bene e per piacere impedisci a Stiles di-“

“Non ti preoccupare. Io e Lydia ci siamo messi d’accordo che Stiles e Malia non partiranno per una caccia selvaggia alla ricerca del beta.” Liam salutò velocemente prima di riattaccare. Si spostò per la stanza mettendosi dei vestiti nuovi e lanciando quelli bagnati nel lavandino.

Liam fu ancora più sicuro quando face la sua ricerca di vestiti che non puzzavano di negozio attraverso la stanza che Theo sarebbe tornato, ogni cosa, anche il suo spazzolino, erano ancora sparsi in giro da dove erano volati dopo che la mattina Theo aveva rovesciato il contenuto della sacca per riempirla con gli asciugamani e i costumi. Se Theo avesse rivoluto indietro e sue cose sarebbe dovuto tornare e Liam avrebbe aspettato finche non lo avesse fatto.

*

Forse sarebbe stata una brutta idea, ma quando Theo sarebbe tornato Liam aveva bisogno di qualcosa per allentare la tensione e quindi durante la seconda ora della vacanza della rabbia di Theo lontano da Liam quest’ultimo aveva deciso di camminare fino al negozio più vicino.

Quando tornò erano già passate quasi tre ore. Le cose di Theo erano ancora lì, la stanza intoccata da come l’aveva lasciata. Liam si lanciò sulla fine del letto, senza scomodarsi ad accendere la luce mentre ticchettava le dita sulle cosce.

Una volta, due.

Liam scosse la testa, di sicuro non aveva bisogno di imparare il tic nervoso di Theo. Lui stava tornando.

*

Alla quarta ora Liam mandò un semplice messaggio a Theo scrivendo ‘non me ne vado finché non torni indietro’. Sperò di sentire il telefono di Theo vibrare da fuori la porta da dove stava ritornando ma non successe. Il parcheggio era ancora tranquillo, la luna era fissa nel cielo.

Non era molto, ma forse sarebbe stata la spintarella che avrebbe portato Theo a tornare indietro, stava probabilmente aspettano finché fosse stato sicuro che Liam si fosse calmato.

Era tutto qua. Theo stava tornando.

*

Liam guardò i soldi che erano sempre meno con terrore. Se Theo non fosse tornato era abbastanza sicuro che non sarebbero stati abbastanza per tornare a Beacon Hill. Liam scosse la testa.

Non era importante che fossero passate cinque ore. Theo stava tornando. Liam si contorse nella stanza buia. Fin troppo consapevole dell’odore della sua stessa ansia soffocante nella stanza.

*

Quando erano passate quasi sei ore Liam sentii lo scricchiolio dei pneumatici nel parcheggio, il rumore di un’auto famigliare che lo lasciò senza fiato.

Sapeva che sarebbe tornato.

La porta della macchina fu sbattuta così forte che Liam sobbalzò. A quanto pareva, Theo non era felice di essere tornato. Liam guardò il letto, chiedendosi se aveva abbastanza tempo per tuffarcisi e fare finta di dormire, avrebbero potuto parlare la mattina dopo quando Theo sarebbe stato meno incazzato.

Il ricordo di quello che aveva detto stava tornando e Liam trattenne un lamento. Perché cazzo Theo si era disturbato per tornare indietro da lui.

Theo non bussò prima di entrare, Liam sentii la chiave scivolare nella porta prima di essere aperta. Non era sicuro di quanto aprire una porta lentamente potesse essere un gesto passivo aggressivo ma in qualche modo Theo era riuscito a farlo risultare tale. Liam era tranquillo quando Theo entrò nella stanza, lasciando la porta aperta, l’umida aria del Nevada entrava lentamente, liberando finalmente la stanza dalla puzza di ansia. Liam si leccò le labbra, guardando nervosamente Theo cercando di capire come iniziare un’imbarazzante scusa.

“Ero già in Arizona quando mi sono ricordato che testarda testa di cazzo sei.” disse Theo, incrociando le braccia, fissando lo sguardo appena sopra le spalle di Liam. “E non ho intenzione di farmi inseguire da Scott &co perché ho abbandonato il loro cucciolo a Las Vegas.”

“Quindi sei tornato?” chiese Liam. gli occhi di Theo finalmente incontrarono i suoi, erano neri, sulla faccia aveva un’espressione indecifrabile e il battito del cuore era calmo. Liam lo odiava. Un Theo arrabbiato sarebbe stato meglio. Avrebbe potuto confrontarsi con un Theo arrabbiato. Capiva la rabbia. Le cazzo di emozioni represse di Theo invece no.

“Qualcuno doveva assicurarsi che tu tornassi a Beacon Hills. Raccogli la tua merda. Sarò in macchina .” disse Theo calmo.

“Non puoi essere ancora arrabbiato.” Rise Liam, sfidando Theo ad arrabbiarsi, sperandoci, aspettando che la facciata finalmente cedesse e le emozioni ne uscissero così Liam avrebbe potuto fare una vera conversazione con Theo invece che con il muto impassibile che stava imitando.

“Perchè dovrei essere arrabbiato? Me lo merito, no?” chiese Theo, con una voce dolce e di seta. Il viso ancora privo di emozioni, Liam digrignò i denti, non doveva andare così, Theo avrebbe dovuto scoppiare, doveva mostrare le sue emozioni così Liam avrebbe saputo cosa fare per farsi perdonare per quello che aveva detto. “Prendi le tue cose.” disse Theo, girandosi.

“No.” disse Liam. Non avevaa aspettato sei ore al buio per far andare via Theo.

“Liam.” disse Theo. Lo stomaco di Liam si  contorse al tono della sua voce. Non era arrabbiato o offeso, nessuna delle emozioni che Liam si aspettava di sentire. Era stanco, esausto. Quel tipo di fatica che senti nelle ossa, quella che gli aveva fatto ordinare Theo di lasciare Beacon Hills con lui.

Erano arrivati fin lì per scappare da quella fatica, non per forzare Theo a sentirla più forte di prima.

“Mi dispiace, è questo che vuoi? Perché lo dirò, ok, mi dispiace per quello che ho detto, non meriti tutto quello sono andato nel panico, non voglio deludere Scott e tu lo ha letteralmente ucciso quindi ovviamente ho pensato che sarebbe stato arrabbiato e quindi mi sono ricordato di tutte le cose che hai fatto e non penso davvero che tu sia ancora quella persona è che l'ho sentito così forte nella mia testa e mi sono arrabbiato e tu non hai migliorato la cosa arrabbiandoti e poi te ne sei andato e Scott ha chiamato e non era nemmeno incazzato per il fatto che io fossi qua con te  voleva solo sapere se stessi bene ed era deluso per il fatto che non gli avessi detto con chi fossi dall’inizio e quindi anche Scott ha capito che non sei più la stessa persona di prima e quindi mi sono reso conto di essere stato un coglione ma tu te ne eri andato e possiamo essere entrambi eccessivamente drammatici ma l’Arizona? Davvero? Non è nemmeno nella direzione giusta per tornare a casa cretino e quindi sono rimasto qua seduto per ore aspettando che tu tornassi e poi lo hai fatto e non vuoi nemmeno ascoltare quello che ho da dire. No, ok questa è una stronzata, ascolta non so nemmeno io perché voglio stare qua con te perché sei un rompi cazzo ma so di volerlo e non voglio tornare già a casa, non riesco a sopportare nemmeno il pensiero di tornare già a casa, specialmente ora perché ora stiamo iniziando a divertirci e non voglio che finisca così quindi fai quello che devi fare ok? Urla e prendimi a pugni se devi, lo capisco e me lo lo merito ma smettila di far finta che non te ne freghi un cazzo e fai qualcosa e cercheremo sistemare la situazione e poi ti siederai e starai zitto e guarderemo l’intera serie di Star Wars perchè non riesco a smettere di pensare che non sei mai riuscito a guardare l’ultimo, poi salteremo sul tuo stupido pick-up e andremo a dormire in qualche campo perché non ho intenzione di dormire su delle lenzuola pisciate per un’altra notte.” Liam finì prendendo una grande boccata d’aria, il petto gli faceva male come se avesse appena corso una maratona mentre Theo lo guardava senza battere ciglio.

“Hai almeno respirato una volta mentre dicevi tutta quella roba?”

“Forse una volta sì.” ansimò Liam, si lasciò cadere sul letto e mise la testa tra le gambe mentre dei puntini neri gli offuscavano la vista.

“Se svieni perch hai parlato troppo te lo rinfaccerò per sempre.” disse delicatamente Theo. Liam lo guardò, era ancora appoggiato sulla porta ma sulle sue labbra era stampato un leggero sorriso.

“se vuoi usarlo contro di me allora devi restare.” disse Liam.

“Sei stato un cazzone prima.” disse Theo.

“Un enorme cazzone.” acconsentì Liam, fanculo all’orgoglio, aveva fatto ridere Theo.

“Un cazzone colossale.” mormorò Theo, chiudendo la porta dietro di sè. Lo stomaco di Liam fece un patetico salto di gioia. La porta era chiusa, Theo era tornato. Ora Liam doveva solo farlo restare.

“Per caso sono un cazzone colossale con cui sei interessato a guardare Star Wars?”

Theo prese la scatola cautamente, gli occhi scattarono su Liam prima di aprirla, guardando tra i dvd.

“Dobbiamo iniziare dall’inizio. Non ne ho visto nemmeno uno, tutto quello che so è che il tizio robot è il padre di qualcuno, un lumacone ciccione fa mettere una ragazza in bikini e c’è un tizio che odia la sabbia.” Theo chinò la testa, ma non abbastanza in fretta per nascondere il sorriso che stava lottando per affiorare sul suo viso.

“Sai che ci sono tipo 12 ore di film qua dentro, vero?” mentre parlava Theo prese un dvd. Liam lo guardò mentre si spostava per inserirlo nella tv, prendendo il telecomando posto al suo fianco.

“Ci darà il tempo per capire dove andare dopo.” Disse Liam esitante. Theo annuì evasivo avvicinandosi al letto, vi girò attorno e si sedette dall’altro lato nella stessa posizione di Liam mezzo su e mezzo giù. “Se vuoi andare da qualche altra parte.” le parole erano roche e orribilmente speranzose.

“Mi dispiace.” mormorò Theo. Liam ignorò la sensazione allo stomaco, come se stesse sprofondano e annuì serimamente.

“va bene.” mentii Liam, non andava bene. Non voleva tornare a casa, non voleva che Theo tornasse già a casa ma non voleva nemmeno forzarlo a restare. Almeno poteva cercare di salvare la strana amicizia che stavano costruendo anche se non riuscivano a sistemare il viaggio. “non ho intenzione di andarmene prima di aver guardato Star Wars però perché ero serio prima. Il fatto che tu non l’abbia finito mi da fastidio da-“

“no.” sbuffò Theo. “Non è..Io.” Theo sbuffò frustrato un’altra volta anche se suonò più come un ringhio. Una volta, due. “Per quello che è successo, quello che ti ho fatto la prima volta che sono venuto a Beacon Hills.” Liam alzò lo sguardo per incontrare il suo. Theo deglutì, spostando lo sguardo da Liam per un momento, fece schioccare la mascella prima di guardarlo di nuovo. “So di non averlo detto prima. Avrei dovuto ma non volevo davvero farlo.” Le labbra di Theo si stirarono in un debole sorriso. “Mi dispiace Liam, per tutto.” Disse Theo con voce ferma e inflessibile.

“Ti dispiace?” chiese Liam mentre il suo cuore batteva rapidamente nel suo petto. Theo lo aveva sorpreso in molti modi negli scorsi giorni, con le sue stupide abitudine alimentari e la gioia infantile, ma niente lo aveva sorpreso tanto quanto quel chiedere scusa. Non era chissà che, non avrebbe cambiato il passato ma lasciò comunque Liam senza fiato. sapeva che Theo glielo doveva, doveva delle scuse a tutti, ma Theo era testardo e arrogante e Liam non si sarebbe mai aspettato che Theo sarebbe stato in grado di ingoiare l’orgoglio abbastanza per farlo.

L’aria tra di loro era gelata quando Theo chinò la testa in un cenno. Non era molto, non era un gran discorso o chissachè ma c’era, era schioccato nella stanza come un fulmine, veloce e bello ed era scomparso subito dopo lasciando un lampo di un ricordo e un prurito sulla pelle di quelli che ne erano stati testimoni. Theo non aveva pianto, o implorato il perdono di Liam, non cercò nemmeno di proseguire con le sue scuse. Era silenzioso, guardava Liam aspettando una risposta.

Le dita ticchettavano sulla scatola, una volta, due.

Liam sentii le emozioni turbinare dentro di sé, rotte e dolorose. Il dolore del tradimento di Theo, l’odio per averlo manipolato, il sollievo per il suo ritorno e l’innegabile affetto per tutte le sue stupide stranezze.

Una volta, due.

Liam era una nuvola di tempesta, era il battere rabbioso della pioggia su un tetto sottile e l’ululare del vento, era la fretta imprevedibile, incapace di controllare quello che gli sarebbe accaduto dopo, il rombo di un tuono. Ma, tutti sapevano che non era il tuono di cui si doveva avere paura, perché nonostante fosse rumoroso e terrificante era solo un rumore, era solo un urlo al vento, era il fulmine al quale dovevi stare attento, perché nonostante fosse bello e illuminava la tempesta era letale.

Liam era il tuono, che risuonò nelle sue vene, e Theo era il fulmine, che illuminava la sua lingua.

Una volta, due.

“Grazie.” disse Liam, con la voce roca ma onesta. Theo annuì di nuovo. Con le dita schiacciò il pulsante pausa sul telecomando. Liam annuì con lui, un sorriso apparve sul suo volto mentre le sue emozioni si risistemavano. Theo era tornato, Theo era tornato e aveva chiesto scusa. “Anche a me. Di tutto io-“

“Lo so.” borbottò Theo. “Non parliamone.”

“Mi sta benissimo non parlarne.” sospirò Liam felice. “Non posso crederci che sei andato nella direzione sbagliata.” disse cercando disperatamente di alleggerire la conversazione.

“Non posso credere che hai comprato tutti i dvd di star Wars.” disse Theo, cogliendo felicemente il suo tentativo. “Quando l’hai comprato? non c’era quando siamo andati nel negozio ieri.”

“Sono uscito e l’ho preso con i soldi che mi hai lasciato per il bus.” disse Liam. Theo girò la scatola guardando la figura, Liam era sicuro dal modo in cui la sua mascella era tesa che si stava sforzando di non ridere.

“Vergona, ero abbastanza felice all’idea che fossi stato qua a piangerti addosso al buio per ore aspettando che tornassi.”

“Sono rimasto seduto qua al buio per la maggior parte di quel tempo.” borbottò Liam aspramente. Le labbra di Theo si allargarono in un pieno sorriso, Liam lo guardò mentre piegava la testa per nasconderlo, sentii saltare il cuore nel petto.

“Non dovevi ammetterlo, idiota.” ghignò Theo. Si lasciò andare contro la testata del letto mentre appoggiava la scatola. “E cosa avresti fatto se non fossi tornato e avevi speso tutti i soldi del bus per Star Wars?”

“Tu torni sempre.” disse Liam sghignazzando.”Come l’herpes o qualcosa di simile.”

“Stai già camminando sul filo del rasoio sicuro di volermi dare della malattia sessualmente trasmettibile?” disse Theo. Liam fece spallucce. “Bè, almeno tu sei sempre uno stronzo. Se devi pisciare fallo ora, non metterò in pausa una volta iniziato.” Theo indicò il teelcomando.

“Sto bene così.” disse Liam. Si sedette anche con le gambe sul letto e strisciò all’indietro finché fu vicino a Theo, con la schiena appoggiata al poggiatesta mentre si metteva comodo. La spalla di Theo era premuta contro la sua. “Ok. Teletrasportaci, Scotty.” dichiarò Liam mentre Theo schiacciava play.

“Quello è Star Trek, idiota.”


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Eccomi, ci ho messo un po' più del previsto ma l'ho fatto uscire prima. 
coomunque nonostante io ami l'angst e avrei preferito che il litigio durasse un po' di più, son felice che sia tonrato tutto ok tra di loro :))
Ah volevo anche dire che Star Wars è un argomento suuper ricorrente e io non so davvero nulla, zero, ne so meno di Liam quindi se scriverò qualche cazzata in futuro perchè non so cogliarla fino in fondo ditemelo ahahah


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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