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Autore: _thantophobia    23/02/2018    0 recensioni
[Seguito spirituale de "La Casa dei Morti"]
Da qualche mese Mikhail aveva capito che qualcosa non andava, che suo fratello stava lentamente e silenziosamente cambiando, ma aveva preferito non notare tutti gli avvertimenti che gli capitavano davanti agli occhi.
Buon Dio, come è stato stupido. Un perfetto idiota.
[...]
-Fedija.- suo fratello alza lo sguardo confuso e stralunato dalle sue mani per incrociare gli occhi del fratello. –Che cosa hai fatto?-
[Fyodor Dostoevskij | OC - Mikhail e Varvara Dostoevskij] [Introspettivo, Angst, presenza di sangue(?) | OOC per paranoie]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fyodor Dostoevsky, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Demoni del Sottosuolo'
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Il castigo dell’Idiota

[Quando nascono i demoni]

 

 

 

Da qualche mese Mikhail aveva capito che qualcosa non andava, che suo fratello stava lentamente e silenziosamente cambiando, ma aveva preferito non notare tutti gli avvertimenti che gli capitavano davanti agli occhi.

Buon Dio, come è stato stupido. Un perfetto idiota.

Fa freddo e sta nevicando, quando sbatte di faccia contro la realtà dei cambiamenti di Fyodor: ci sono quattro corpi accartocciati come sacchi di grano vuoti, ai piedi di suo fratello, sui loro visi espressioni di puro terrore, e sangue - tanto, troppo, ovunque, perfino sulle pareti e sulle mani di suo fratello.

Mikhail, immobile sulla porta, si dà nuovamente dell’idiota - perché il suo primo pensiero è stato che Varvara si arrabbierà tantissimo, perché la loro amata sorella adora la tinta pastello di quella stanza e ora è sporca di sangue – prima di cercare la figura curva e fragile di Fyodor.

Suo fratello non si è mosso di un solo passo e pare non aver capito cosa sia appena successo, mentre continua a fissare le proprie mani rosse del sangue che si sta seccando.

-Fedija.- suo fratello alza lo sguardo confuso e stralunato dalle sue mani per incrociare gli occhi del fratello. –Che cosa hai fatto?-

-I… io n… - Fyodor torna a guardarsi le mani con gli occhi sgranati e l’espressione persa di un bambino, e inizia a tremare. –Io non lo so. Non me lo ricordo.-

Fa un passo indietro e dà un calcio a uno dei corpi accartocciati come sacchi di grano vuoti e li guarda come se fosse la prima volta. -…sono… -deglutisce a vuoto e Mikhail lo vede impallidire ancora. –Sono stato io. Misha, sono stato io.-

Si sta agitando e non va bene, perché potrebbe scatenare un’altra crisi e non sarebbe in grado di gestirla, allora fa l’unica cosa sensata che gli viene in mente: si avvicina, lentamene, come con un animale ferito e spaventato, ma la reazione non è quella sperata.

Fyodor arretra e si allontana, urlandogli di non avvicinarsi. –Non mi toccare!-

-Fedija, calmati, non voglio farti niente.-

-Non capisci!- ormai sta piangendo, suo fratello, Mikhail crede di non averlo mai visto così. –Non ho paura che tu mi faccia del male. Ho paura che io possa fare del male a te!-

-Tutto questo non ha senso, fratellino.- Fyodor non farebbe del male a una mosca, figuriamoci a lui. –Ora vieni qui.-

Riluttante, suo fratello si lascia avvicinare e Mikhail lo abbraccia così forte da fargli male – ma non gli interessa, perché l’ha spaventato a morte e ha temuto che fosse uscito di testa. Vorrebbe quasi penderlo a schiaffi, per averlo fatto preoccupare così, ma Fyodor singhiozza contro la sua spalla e continua a tremare e a ripetere che è stato lui a ridurre quei poverini così.

-Va tutto bene, Fedija.- sussurra, cercando di calmarlo. –Va tutto bene. Ora sistemeremo tutto, eh? Ti fidi di me?-

Fyodor annuisce e sembra si stia calmando.

–Risolverò tutto, non ti preoccupare.- lo rassicura ancora.

Quando finalmente Fyodor sembra essersi calmato, Mikhail alza la testa e capisce che i guai sono appena iniziati: Varvara è proprio sulla soglia, forse perché ha sentito il fratello urlare, e sembra una statua di cera.

Sta per dire qualcosa, nemmeno lui sa bene cosa, quando la sorella si volta di scatto e si allontana.

-Prendi dei sacchi e una pala, al sangue ci penso io.- poi si blocca e sbotta. -E porta Fedija via da questo orrore, Misha, ti prego!-

…a volte Mikhail si chiede dove sarebbero finiti, senza di lei.

Seguono ore silenziose e frenetiche al tempo stesso, passate a seppellire quei corpi e a pulire il sangue dalle pareti sperando che Fyodor non dia di matto e faccia qualche stupidaggine, e quando finalmente Mikhail si abbandona sulla poltrona che fu del loro defunto padre crede di capire come si sente un lavoratore delle miniere a fine giornata.

E crede che, se uno sguardo potesse davvero uccidere, quello di Varvara lo avrebbe fatto da tempo.

-Cosa vuoi?- brontola, la testa rovesciata all’indietro sullo schienale della poltrona.

La ragazza è seduta sul divano opposto, rigida e austera come un soldato. -Una risposta, Misha. Convincente, se possibile.-

–Non vedi che sono esausto?- alza svogliatamente una mano e la agita, un modo gentile per dirle di andarsene.

Ma lei non si muove e a Mikhail ricorda una vecchia governante ottocentesca. Non sa perché gli sia uscito questo paragone. -Non credi che mi sia dovuta, visto che si parla di mio fratello?-

Sbuffando, Mikhail tira su la testa e appoggia i gomiti sulle ginocchia. Una risposta, lui, non ce l’ha: non ha idea di quello che ha visto, né di quello che può essere successo o di come può essere successo – sa solo che, qualsiasi cosa sia, ora saranno guai per tutti.

-Te lo dico io, che cosa è successo.- sibila Varvara, alzandosi in piedi e iniziando a camminare in cerchio attorno al divano. A Mikhail sta venendo il mal di mare. –Quello, qualsiasi cosa fosse, non è umanamente possibile. E anche se lo fosse, Fedija non è forte abbastanza da farlo di persona. Non su quattro uomini abituati al lavoro pesante che lo schiaccerebbero come un moscerino della frutta.-

Beh, non può darle torto, ma non capisce dove vuole arrivare.

-Quindi la domanda sorge spontanea, Misha.- Varvara si ferma di fronte a lui, le braccia incrociate sotto il seno, e dal suo sguardo Mikhail capisce cosa vuole insinuare sua sorella.

-…no.- balbetta e scuote la testa. Non può essere. Varvara inarca un sopracciglio. –Fedija non… -

-Ne sei così sicuro, Misha? Puoi assicurarmelo con assoluta certezza?- il tono di voce piatto della sorella lo manda su tutte le furie.

Scatta in piedi e incombe su di lei. -Stai dando a nostro fratello del mostro!-

-Sto dicendo che nostro fratello potrebbe essere pericoloso!- lei lo fronteggia, la paura e il dolore negli occhi. -Non solo per gli altri, ma soprattutto per sé stesso!-

-È stato un incidente!- ribatte ancora lui. –Fedija non sarebbe mai capace di fare del male!-

-Allora spiegami quello che ho visto! Spiegami quello che è successo in modo che possa crederti!-

un’Abilità.- è appena un mormorio, ma taglia l’aria pesante come un fendente e all’improvviso fa più freddo. Nessuno dei due si era accorto della presenza di Fyodor, troppo presi dal litigare: li fissa entrambi, fermo sulla soglia, con il suo solito sguardo distratto che mandava in bestia il padre perché pare non li stia guardando affatto. E sorride.

–Un’Abilità spaventosa, sono d’accordo… Avrò bisogno di un po’ di tempo per capire come funziona.- sembra in imbarazzo, mentre ciondola sul posto e continua a spostare il proprio peso da un piede all’altro.

Varvara fa un passo avanti, timorosa. –Sei sicuro?-

-Andrà tutto bene, ho solo bisogno di un po’ di tempo.- lui allarga le braccia e lei si scioglie in un sospiro mentre si lascia abbracciare dal fratello.

Mikhail continua a fissarlo, diffidente. –E tu sai bene?-

Fyodor gli sorride, cullando la sorella tra le braccia. –Benissimo. Perché non dovrei?-

Perché la luce nei suoi occhi viola non è più la stessa e Mikhail capisce di essere arrivato troppo tardi, di nuovo.

Buon Dio, quanto è idiota.

 

 

 

 

 

 

 

È meglio essere infelici ma sapere,

piuttosto che vivere felici in una sciocca incoscienza.

-L’Idiota

 

 

 

 

 

D.D.U.P.A.S.I.: Deliri Di Una Povera Anima Senza Internet

Mai, mai lasciare la Maki da sola senza Intenet per più di un giorno. Rischiate che si annoi al punto da mettersi a rileggere tutti i libri di Dostoevskij che ha in casa e che ne escano certe fic che in confronto i trip d’acidi sono una passeggiata.

Qui il mio intento di dare un background a Fyodor mi sta sfuggendo di mano e io ci sto prendendo gusto, perdonatemi: non rispondo totalmente delle mie azioni e sappiate che vi voglio bene nonostante non sia così brava a dimostrarlo.

 

Se lo Sclero di Cui Sopra vi ha trasmesso qualcosa, fatemelo sapere. Vi regalo un biscotto.

Maki

 

 

  
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