Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: giusycchi    23/02/2018    1 recensioni
[Questa storia fa parte della serie "Di Rosa e di Blu"]
"Sai, la prossima volta che vedrò Midorin forse posso fare un esperimento e proporgli quello che ho fatto qui con te"
Come previsto, in un attimo le fu sopra, guardandola accigliato "Non ti permettere neanche di pensarlo"
"Ma è per la scienza" ridacchió allacciando le mani dietro il collo.
"Al diavolo la scienza. Ammazzo prima lui e poi te" Sbuffò mettendo un adorabile broncio subito baciato da lei.
"Hai ragione. Mi basti tu come cavia" sorrise.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daiki Aomine, Satsuki Momoi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di Rosa e di Blu'
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Ciao lettore! Non ti disturbo, ti lascio subito alla storia!
Volevo solo informarti che questa storia può essere letta semplicemente da sola ma, se vuoi avere il quadro completo della situazione, ti consiglio di leggere QUI la prima parte è QUI la seconda!
Grazie e buona lettura :)



I sei dell’Apocalisse ✩

Tu: Non voglio assolutamente!
Tu: Ma stiamo scherzando?!

Tetsu: Sei il solito esagerato

Tu: Non sono esagerato! Sarei ridicolo

Biondo: Più del solito...?

Tu: Fanculo Kise

Biondo: HAHAHA
Bipolare: Non fasciarti già la testa
Bipolare: Può anche darsi che non servano o siano solo per alcune situazioni
Bipolare: Preferisci continuare ad avere mal di testa?

Tu: ovvio che no
Tu: ma nemmeno assomigliare ad un secchione

Carota: credimi, tutto sembri tranne che un secchione
Carota: basta sentirti parlare per un minuto

Caramelloso: ma anche dieci secondi

Tu: siete degli stronzi
Tu: Tetsu, che cazzo! Soprattutto tu!
Tu: *hai inviato uno screen*
Tu: perché gliel’hai detto?! Ora Bakagami mi ha contattato e sta rompendo le palle

Tetsu: e per fortuna che gli avevo detto di non prenderti in giro
Tetsu: almeno fino al verdetto

Tu: …
Tu: posso almeno chiedervi il favore di non dirlo a Satsuki?

Biondo: perché a Momoicchi no?

Tu: poi vorrebbe accompagnarmi per forza
Tu: tipo mamma e figlio.
Tu: la odio quando fa così

Caramelloso: povero Mine-chin…
Caramelloso: deve essere proprio una brutta vita quando le persone si preoccupano per te
Caramelloso: e fanno di tutto per aiutarti

Carota: Murasakibara, quanti dolci hai mangiato oggi?
Carota: sei più aggressivo e acido del solito

Tu: E se te lo fa notare Midorima allora c’è davvero qualche problema

Caramelloso: ho litigato con la mia famiglia e Muro-chin
Caramelloso: perché non li chiamo quasi mai e Muro-chin ha dato ragione a loro
Caramelloso: quindi ho rifiutato i suoi dolci
Caramelloso: me ne vado, esco a comprare qualcosa

Bipolare: anche io devo andare
Bipolare: facci sapere come va

Tu: buon appuntamento!
Tu: mi raccomando, non allungare troppo le mani
Bipolare: vi ripeto per l’ennesima volta che non è un appuntamento.
Bipolare: ho solo chiesto a Sugawara di uscire per andare a cercare un regalo per la festa di Kuroko

Tetsu: …
Caramelloso: …
Carota: …
Biondo: …
Tu: …
Tu: quante volte te lo sei ripetuto prima di crederci?

Bipolare: sai una cosa, Daiki?
Bipolare: spero che l’oculista ti dica di indossare gli occhiali permanentemente.

Tu: buona serata e facci sapere HAHAHAHAHA

/////////////////////

Rise chiudendo la conversazione.
E chi l’avrebbe mai detto? Akashi – anche se si ostinava nel negarlo – aveva un appuntamento con una ragazza. Chissà perché ma aveva sempre avuto l’idea del principe azzurro che organizzava un ballo invitando tutte le ragazze e poi si chiudeva nella sua stanza tirando dei dadi a caso per scegliere quella che avrebbe sposato.
Questa cosa l’aveva detta anche a Satsuki che era scoppiata a ridere per l’assurdità dei suoi pensieri.
Parlando del diavolo… bussò alla porta della camera ed entrando con un vassoio in mano.
“Come ti senti?” gli chiese sedendosi sul letto dove era steso “ti ho portato un panino” lo avvisò poggiandolo a terra e allungandosi per lasciargli un bacio sulla guancia e domandargli come stesse.
“Sto meglio, non ti preoccupare” la rassicurò. Con le dita andò a massaggiarsi le tempie, scacciando gli ultimi fastidi; Momoi non si tranquillizzò per niente, continuando a guardarlo preoccupata.
“Satsuki, non sto morendo”
“Lo so!” sbuffò mettendo su un piccolo broncio “è che tu di solito non stai mai male”
“Sto passando più tempo al computer, lo sai. Per i test di polizia” poté vedere il suo broncio scomparire per dar posto ad una linea retta: avevano già litigato un paio di volte su quella questione; lui voleva entrare in accademia mentre lei non voleva che facesse un lavoro così pericoloso.
“Va bene” acconsentì alzandosi “Io devo andare a casa di Akane-chan per il lavoro di gruppo. Se non ti senti bene chiamami, ok?”
Aomine stava per sbuffare, scocciato da quel suo essere così mamma chioccia però poi ci pensò su, ricordando le parole di Murasakibara: in fondo era solo preoccupata per lui e se lo riempiva di premure, di sicuro non era per divertimento. Si mise a sedere, tirandosela contro, facendo poggiare la schiena di lei al petto e posando il mento sulla sua testa.
"Domani che hai da fare?"
"Niente, perché?"
"Non ci sono gli allenamenti, giusto?" Annuì "Allora vogliamo uscire un po'?"
"Davvero?" Chiese incredula sollevando la testa per poterlo guardare in viso. Alzò gli occhi al cielo.
"Certo. Cioè sono giorni che stai rompendo tu e quelle luci natalizie, quindi..." distolse lo sguardo, posandolo su un interessantissimo orologio appeso al muro, tanto per non farle accorgere di essere arrossito.
Diciassette anni e mezzo di vita.
Quindici anni da quando l'aveva conosciuta.
Un anno e mezzo da quando stavano insieme e facevano l'amore eppure ancora arrossiva se le doveva chiedere di uscire.
Patetico, pensò lui.
Dolcissimo, decise lei.
Rispose di sì con un bacio sulle labbra.

////////////////////

Se ne andò giusto cinque minuti prima che la madre lo chiamasse per andare dal medico; ovviamente anche a lei aveva chiesto il piacere di non dire niente alla ragazza della visita, non voglio farla preoccupare inutilmente si giustificò così col genitore.
Dopo mezz'ora di attesa, finalmente fu il suo turno. La visita durò poco e, fortunatamente, non aveva nessun problema grave quindi per ora poteva giocare a basket tranquillamente, anche se quando studiava oppure stava col computer o vedeva la televisione, avrebbe dovuto usare degli occhiali per la stanchezza. Con questi, gli assicurò il medico, i mal di testa frequenti delle ultime settimane sarebbero scomparsi. Scocciato - ma decisamente sollevato di non doverli usare sempre - si diresse dopo la visita da un ottico per comprare un paio di occhiali: scelse un modello semplice, tanto li avrebbe usati solo in casa e prese appuntamento il giorno dopo per andare a ritirarli.

Quando rientrarono a casa dopo la loro uscita, Momoi controllò l'orologio avvisandolo che la partita non era ancora finita e che se avesse acceso ora la televisione avrebbe fatto giusto in tempo a guardare l'ultimo quarto. Alla fine rimase con lui e si accomodarono sul divano. Aomine sembrò ricordarsi di una cosa e si alzò, tornando subito dopo con una scatoletta che ricevette un'occhiata stranita da parte della ragazza. Non domandò cosa fosse perché subito dopo la aprì cacciando degli occhiali e indossandoli, continuando tranquillamente a guardare la partita anche se era pienamente consapevole dello sguardo della ragazza di fianco.
"La smetti di fissarmi?" le chiese dopo un po’ sbuffando.
“S-scusa” puntò lo schermo sulla televisione e poco dopo tornò sul suo viso “Quando li hai presi?”
“Stamattina” mise il muto alla partita; già sapeva il risultato, solo che non aveva potuto vederla in diretta, quindi si girò verso di lei per parlare “Sono andato ieri pomeriggio poco dopo che sei andata via. Ha detto che li devo indossare soltanto quando studio o vedo la tv… cose del genere. È la vista che mi procurava i mal di testa”
“Mmm… capito” si morse il labbro continuando a guardarlo di sfuggita ma senza aggiungere altro. Che se la fosse presa perché non le aveva detto niente della visita? Normalmente gli avrebbe fatto domande a non finire.
“Satsuki, per caso sei arrab-“
“Buonasera!” squillò la madre aprendo la porta di casa e poggiando le buste della spesa a terra mentre indossava le pantofole “Oh ciao tesoro, ci sei anche tu! Rimani a cena?”
“No zietta, mi dispiace! Anzi, devo proprio andare” si alzò di fretta, dando un frettoloso bacio al ragazzo e scappando letteralmente di casa, lasciando incuriositi i due occupanti.
“L’hai fatta arrabbiare?”
“Ti pareva” alzò gli occhi al cielo “Com’è che lei si comporta stranamente e la colpa è mia?”
“Perché alla fine è sempre colpa tua” gli passò una mano sulla testa sogghignando

////////////////////

"Ma quindi non ti ha detto niente?"
"Per la centesima volta, no Aomine-kun"
"Sicuro al cento per cento?"
"Sì. Momoi-san non mi ha detto proprio niente e sì - aggiunse prevedendo la domanda dell'altro - si comporta come sempre con me"
Sbuffò contrariato continuando a palleggiare distrattamente con una mano tanto che quasi non si accorse del ragazzo che gli rubò il pallone per poi voltarsi a fare canestro.
Sbuffò - di nuovo - guardando male il più piccolo "Dovevi per forza portarti l'immigrato dietro?"
"Ahomine eravamo già usciti insieme quando l'hai chiamato"
"Appunto, ho chiamato lui non te, Bakagami" disse avvicinandosi pericolosamente al rosso che fece altrettanto. Kuroko si mise in mezzo per evitare l'ennesimo pseudo litigio di quei due che sembravano ritornare allo stato mentale di cinque anni quando si trovavano insieme, sebbene sapesse che le loro litigate non erano mai così serie da farsi davvero del male.
"Kagami-kun smettila, per favore. Aomine-kun solo perché hai litigato con Momoi-san non significa che devi fare a botte con gli altri"
"Che cavolo Tetsu ma non hai capito niente di quello che ti ho detto fin'ora?! Non abbiamo litigato, è questo il punto!"
"Come fai ad esserne sicuro?"
"Andiamo, lo sapete com'è Satsuki!" Esclamò aprendo le braccia "quando è arrabbiata con me mette il broncio, urla, mi minaccia, viene a casa tua per lamentarsi di me... Invece niente, in questi giorni è semplicemente strana"
In effetti, pensarono i due, la ragazza aveva un modo molto rumoroso di esprimere la propria rabbia e, stando a quello che aveva detto loro il ragazzo, lei era calma e tranquilla.
"Hai provato a chiederle il motivo?"
Il ragazzo fece una smorfia, sedendosi su una delle panchine insieme ai due "È questo il bello: è quasi una settimana che non riesco a stare da solo con lei!"
Ultimamente erano molto impegnati con la squadra - sia come giocatore che come manager - e le poche volte che si erano visti a casa del blu venivano sempre interrotti da qualcuno che entrava nella stanza e lei puntualmente scappava.
"Ha sempre impegni improvvisi, o dice che la cerca il padre o che deve studiare" si passò una mano sul volto per schiarirsi le idee.
"Non è tanto da Momoi scappare da te. Di solito ti rincorre sempre"
"Appunto!" Disse meravigliandosi quando si ritrovò ad essere d'accordo col rosso.
"Aomine-kun, l'unico consiglio che ti posso dare è di parlarle appena sarete soli"
"È tutta una congiura contro di me. Prima gli occhiali, poi questo"
"Anonime-sensei" esclamò all'improvviso l'americano alzandosi e iniziando a ridere con le braccia sullo stomaco.
"Vaffanculo Bakagami!" Urlò buttandogli il pallone addosso e mancandolo di poco, mentre si girò e vide l'altro che aveva il viso abbassato verso il pavimento ma con le spalle leggermente tremanti che trattenevano a stento le risate.
"Vaffanculo anche tu, Tetsu!"

////////////////////

"Dai-chan, Dai-chan!" Il ragazzo si girò mentre lei improvvisava una piccola corsa per raggiungerlo "hanno fatto pace!"
"Di chi stai parlando?"
"Ma come!" Sbottò la ragazza guardandolo male "Akashi-chan e Suga-chan!"
"Perché, avevano litigato?" Avevano parlato in chat del 'non' appuntamento del rosso e non sapeva che quei due avessero litigato; anche se pensandoci, non è che l'amico avesse fatto tutto quel gran discorso sul pomeriggio trascorso ma aveva pensato che semplicemente fosse timido e non ne volesse parlare.
"Non è stato un vero e proprio litigio, ma comunque te ne ho parlato!" Incrociò le braccia al petto non degnandolo di uno sguardo e molto probabilmente stava per iniziare una delle sue solito paternali sul "non mi ascolti mai quando parlo" ma, questa volta, aveva la risposta pronta.
"E quando me l'avresti detto?" Stava per aprire bocca quando la interruppe "lunedì, quando mia madre è tornata dal fare la spesa e sei scappata a casa tua?"
"Non è vero, non sono scap-"
"Mercoledì sera quando volevamo guardare un film tutti insieme dopo i compiti e sei andata a studiare anche se avevamo già finito prima?"
"Volevo ripetere la lez-"
"O venerdì pomeriggio quando ti ho chiesto un aiuto con i quiz e tu sei volata via manco ti avessi chiesto di ammazzare qualcuno? E non mi venire a dire stronzate"
La ragazza distolse lo sguardo, sentendosi un po' in colpa. Ok, era vero che ultimamente l'aveva ignorato ma c'era una precisa ragione che gli avrebbe voluto dire anche se non sapeva come.
Senza badare a dove stessero andando, si ritrovò davanti la casa del ragazzo che la invitò ad entrare mentre armeggiava con le chiavi di casa "Allora, mi vuoi dire che è succ-?"
Furono interrotti dalla porta che si aprí prima che potesse girare la chiave, trovandosi di fronte la madre.
"Stai uscendo?"
"Oh, ciao tesoro" gli sorrise prima di fare una carezza sui capelli della ragazza "si, emergenza al lavoro! Dovrei tornare fra tre ore, al massimo stasera. Nel caso ti ho lasciato qualcosa in forno, si deve solo scaldare" arrivò quasi al cancelletto dell'abitazione per poi girarsi di nuovo.
"Ah, Satsuki, tuo padre mi ha detto di avvisarti che farà tardi stasera: lui e mio marito hanno incontrato vecchi amici del liceo e sono andato a bere qualcosa. Buono studio" li salutò con la mano prima di salire sull'auto e andarsene.

"Aaah che bello il silenzio" sospirò prima di poggiare la cartella a terra vicino a quella della ragazza e togliendosi il giubbotto. Questa lo abbracciò da dietro poggiando una guancia sulla sua schiena "scusa se sono scappata" sussurrò stringendolo forte.
"Me lo vuoi dire perché?" Lei rimase in silenzio e lui sospirò "ok, me lo dici quando vuoi" si rigiró nell'abbraccio dandole un bacio sulla fronte quando si staccò da lui.
A differenza di Momoi che riempiva gli altri di domande e che voleva sapere tutto subito, Aomine era più paziente: stranamente sapeva aspettare, soprattutto quando si parlava della sua ragazza che era molto più riservata sulle questioni personali di quanto non desse a vedere col suo carattere.
"Prendo qualcosa da bere, tu vatti a sedere sul divano" annuí, lasciandola in cucina e accendendo la televisione e lasciandosi cadere fra i cuscini dopo quell'allenamento sfiancante: dopotutto si avvicinava la Winter-high. L'ultima...
Sbuffò quando notó il contenitore degli occhiali sul tavolino di fronte a sé e si allungò per prenderne il contenuto ed indossandoli. Si girò notando la ragazza poggiata con una spalla al muro che lo osservava e due bicchieri in mano: sembrò quasi arrabbiata quando si avvicinò e li appoggiò sul tavolino.
"Vuoi sapere qual è il mio problema?"
Prima che potesse anche solo annuire si sedette a cavalcioni su di lui prendendogli il viso tra le mani e baciandolo. Gli morse il labbro inferiore prima che lui schiudesse le labbra per permettere alle loro lingue di intrecciarsi. Rimase solo un attimo spiazzato da quell'iniziativa, circondandole i fianchi con le braccia per stringerla di più a sé e togliendole la camicia dalla gonna per accarezzare senza impedimenti la pelle della schiena, facendola rabbrividire a causa delle mani gelate. Si attaccarono dopo parecchio tempo, ansimando.
"Sei tu il mio problema"
"Oh, se tutta questa iniziativa è dovuta a questo problema allora non lo risolviamo, ti prego" scherzó dandole un altro bacio. Lei ridacchió prima di poggiare la fronte contro la sua e mordendosi le labbra.
"Non hai la minima idea di cosa ho provato la prima volta quando ti ho visto con gli occhiali" sussurró sfiorandone la montatura "non hai idea di cosa ho pensato di farti e... di farmi fare da te quando li indossi"
Aomine era semplicemente senza fiato. Molto probabilmente era arrostito ma poi pensò che non fosse possibile dato che tutto il sangue si era irrimediabilmente spostato verso il basso dopo questa confessione. Deglutí un paio di volte prima di essere sicuro di sapere ancora come parlare.
"Una volta mi hai detto che ti imbarazza parlarne ma che saresti stata più a tuo agio nel dimostrare praticamente quanto, come e cosa vuoi" passò le mani sotto le sue gambe facendosi forza per alzarsi in piedi e prendendola in braccio mentre sentì i suoi piedi incrociarsi dietro la schiena.
"Per fortuna che hai tutto il tempo per farmelo capire" disse dirigendosi verso la sua stanza e chiudendo la porta con un calcio.

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"E quindi era questo il motivo per il quale scappavi" sussurró mentre pigramente le accarezzava la schiena nuda con due dita. Era steso a pancia in su con Momoi appoggiata sul suo petto e le coperte che li coprivano fino alla vita. Alla fine gli occhiali li aveva tolti e li teneva appoggiati sul comodino di fianco; lei li guardò sorridendo.
"Non è che scappavo è che... mi vergognavo un po' quando c'era qualcun altro in casa"
"Perché?" Poggió il mento sul petto per guardarlo in viso, arrossendo un po'.
"Sai com'è, non riuscivo a guardare in faccia i tuoi genitori mentre pensavo a te e me che lo facevamo ovunque in questa casa. Contento?" Sbottò distogliendo lo sguardo e facendolo scoppiare a ridere.
"Oggi sei particolarmente loquace" ghignó ricevendo un piccolo pugno sul fianco "ma se ogni volta che indosso gli occhiali questo è l'effetto allora posso indossarli sempre!"
"Pff, non ti esaltare, è stata solo la novità"
"Vedi? Hai rovinato già tutto" Momoi ridacchió, stendendosi anche lei sulla schiena e coprendo entrambi con le coperte: anche se stavano appiccicati erano comunque nudi ed era dicembre inoltrato.
"Toglimi una curiosità" si alzò su un gomito per guardarla meglio.
"Stai per dire una cretinata, vero?" La ignoró andando avanti.
"Tutti i ragazzi che indossano gli occhiali ti fanno quest'effetto? Che ne so, attori, gente famosa... o è solo il tuo bellissimo e sexy ragazzo che ti fa agire così?" Ghignó.
"Mmm non lo so..." fece finta di pensarci sul serio, osservando quel sorrisetto che lentamente spariva, sostituito dal dubbio "Sai, la prossima volta che vedrò Midorin forse posso fare un esperimento e proporgli quello che ho fatto qui con te"
Come previsto, in un attimo le fu sopra, guardandola accigliato "Non ti permettere neanche di pensarlo"
"Ma è per la scienza" ridacchió allacciando le mani dietro il collo.
"Al diavolo la scienza. Ammazzo prima lui e poi te" Sbuffò mettendo un adorabile broncio subito baciato da lei.
"Hai ragione. Mi basti tu come cavia" sorrise.

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"Shin-chan, hai freddo?" Chiese Takao quando vide il ragazzo strofinarsi le braccia. Si trovavano a casa sua e aveva alzato il riscaldamento al massimo.
"No" disse scuotendo la testa "è stato più un brivido di terrore" chiarí ritornando a studiare e lasciando l'altro perplesso.
Beh, pensò il moro con un sorriso, mi piace proprio perché è strano.





Giusycchi's corner
Buonasera/buongiorno a tutti!
Eccomi ritornata con un nuovo capitolo su questa coppia che non smette di darmi mille idee. Peccato che non abbia il tempo è, ahimè, l'ispirazione per scriverle tutte.
INFATTI, avevo promesso a qualcuno che avrei finito la mia long per ottobre e... Beh, credo si sia capito che non ho fatto granchè; come bonus però c'è una piccola parte in cui si parla di Akashi e del mio personaggio originale che potete ritrovare anche in una mia one-shot precedente su questa coppia che potrete trovare QUI.
È un brutto periodo per me, soprattutto con l'università visto che sembra quasi che abbia perso la voglia e la capacità di studiare: questo piccolo capitolo è stato una specie di liberazione e di sblocco e beh, spero vi piaccia!
Come sempre vi invito a commentare se vi fa piacere e a farmi sapere se vi è piaciuta!
Grazie di cuore, anche solo a chi legge.
Giusycchi ♡
   
 
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