Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.7
Stark dimentica Steve
Banner
si sporse dal finestrino, udì dei
tonfi e vide il muro dell'albergo crollare, Vision aveva raggiunto
Steve con il
raggio sulla sua fronte.
Aprì
la portiera e uscì, richiudendola,
passandosi l'indice intorno al colletto del vestito.
"Temo
ci sia davvero bisogno di
eliminarlo, ma..." sussurrò.
<
Anche se ho paura che questa zona
sia troppo abitata per l'Altro > rifletté.
"Sto
facendo qualche ricerca",
disse Clint, all'auricolare, "Vision ultimamente teneva sotto controllo
gli incontri che gli alti funzionari del governo americano tenevano con
quelli
del resto del mondo".
"Stark
ci guarda come se volesse
ucciderci tutti con il bicchiere con cui ha bevuto il drink"
commentò
Natasha.
Banner
spense la propria auricolare e
l'informazione fu passata sullo schermo olografico davanti alla
Romanoff.
Vision,
che volteggiava nel cielo di
fronte a Steve, riaprì le comunicazioni.
"Cos'ha
scoperto di così
interessante, agente Barton?" chiese.
"Guarda
chi si sente. Loki sarebbe
geloso, lui non c'è riuscito a controllare Stark".
Natasha
sospirò.
"Clint,
Thor ti sente".
Clint
sbuffò.
"Allora,
Vision? Avevi paura degli
Accordi di Sokovia, vero?".
Vision
atterrò di fronte a Steve.
"E
lei sa cosa sono e cosa vogliono
farci, con gli 'Accordi di Sokovia', Capitano Rogers?"
provocò.
Steve
cercò di colpirlo con lo scudo, il
naso gli sanguinava copiosamente.
"Che
vuoi farmeli firmare?"
tentò.
Il
ruggito di Hulk risuonò tutt'intorno.
Dall'auricolare
provenì un suono di
vetro, e una serie di fruscii. Vision aveva schivato il colpo di Steve
e
sorrise.
"Lei
crede che, adesso, io sia il
pericolo. È
evidente che non conosce gli Stark,
Capitano Rogers".
"Steve!"
urlò Natasha,
dall'auricolare.
Ci
fu un tonfo, e una serie di fruscii.
Steven
si voltò lentamente. Il cielo sopra
di lui si era annuvolato e l'insegna fulminata dell'hotel era
abbandonata sul
terreno.
Vision
si voltò verso Hulk che avanzava,
distruggendo palazzi e pezzi di strada. Si girò nuovamente
verso Steve.
"Con
gli Accordi di Sokovia, ci
avrebbero impedito di combattere. Volevo evitare che Mr Stark
soffrisse, quando
voi vi sareste rivoltati contro di lui. Ora è tardi. Lo
avete lasciato con le
persone sbagliate".
"Nat.
Mi servi per calmare Hulk.
Qualcosa non va" disse Rogers all'auricolare.
I
fruscii dell'auricolare cessarono.
"E
un Hulk sarebbe quella cosa
verde che sta distruggendo New York, vero?" chiese Tony,
dall'auricolare.
"Tony?
Sei tu?" chiese Steve
con tono ansioso.
"Oh?
Cos'è tutta questa
confidenza?" chiese Tony.
Vision
sorrise, prese a fluttuare in
aria, il mantello ondeggiava dietro di lui.
"Come
dicevo ...".
"Sento
anche te. Non so chi di voi
due mi avesse rinchiuso in quella casa con dei pessimi assassini a
farmi la
guardia, ma sto venendo a prendervi. Odio essere rinchiuso in casa
senza un
laboratorio, è claustrofobico".
Steve
impallidì, mentre scoppiava un
temporale.
"Stark.
Sono Rogers, siamo una
squadra" ribattè. Si mise a correre verso Hulk.
"Hulk!
Hulk, calmo!" urlò
correndo verso il gigante verde, infastidito dalla pioggia negli occhi.
"Si
tratta di un soldato, Mr Stark.
È
stato creato nel 1942 da un team di
scienziati di cui faceva parte suo padre" disse Vision.
"Oh,
qualcuno che parla la mia
lingua!" esclamò Tony.
Un'armatura
rosso e oro sfrecciò sopra Steve
e Vision, si fermò di fronte a Hulk. Hulk gli
ruggì contro, Tony gli volò sotto
le gambe e gli salì sulla spalla.
"Ehi,
mostriciattolo. È
solo acqua" disse.
Hulk
ringhiò, lo guardò socchiudendo gli
occhi.
"To-ny"
sillabò.
Tony
gli passò la mano tra la chioma
nera bagnata.
"Ma
che bravo".
"Stark,
Hulk di solito è più
controllato. Qualcosa non va" cercò di spiegare Steve. Venne
scosso da una
serie di tremiti. "E dobbiamo fermare Vision. Ti ha cancellato i
ricordi" spiegò.
<
Non è nelle condizioni per usare
l'armatura, dovrebbe essere a casa! Thor, Clint, Nat, nemmeno in tre
siete
riusciti a tenerlo d'occhio! > pensò.
Tony
si mise seduto sulla spalla di
Hulk, sollevò il casco dell'armatura.
"Disse
l'uomo che mi aveva
rinchiuso in una torre. Dubito sia stato l'androide".
"Non
eri rinchiuso. Eravamo
d'accordo!" gridò Steve per coprire l'ululato del vento.
<
Ho trovato Tony in una notte in cui
pioveva come adesso, sembrava un micio sperduto.
Ho
promesso che mi sarei occupato di
tutto, ed invece ogni cosa mi sta sfuggendo di mano >
pensò.
Vision
volò di fronte a Tony.
"Voleva
tenervi in quella torre con
degli assassini professionisti e...".
Tony
lo colpì con un calcio alla testa
che fece schiantare Vision in terra.
"Regola
Numero Uno, androide: i
soldati non mentono agli Stark" disse Tony.
Steve
rise istericamente.
"La
nuova legge di Asimov"
scherzò.
Vision
si mise seduto nel solco nel
terreno, sollevò gli occhi e la gemma sulla sua fronte
brillò.
"Non
volevo soffriste, Mr.
Stark" disse.
Tony
balzò giù dalla spalla di Hulk
atterrando in piedi, incrociò le braccia.
"E
io rivoglio la mia memoria,
Skynet".