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Autore: anaFuZy 14    26/02/2018    4 recensioni
| de-aged | slash | what if ?
A causa di un incantesimo mal elaborato Derek torna ad essere un adolescente come tanti altri, dipendente in tutto e per tutto dal suo branco.
Ma cosa accadrebbe se rivedesse in Stiles la vecchia Paige, riconoscendolo come sua ancora nonchè grande amore ?
Tra amici maliziosi, uno Scott eccessivamente protettivo, una Lydia fervida sostenitrice degli Sterek, dei beta dal dubbio orientamento sessuale ed un giovane Sourwolf ribelle ma romantico sarà Stiles in grado di trovarvi una cura ?
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Nel capitolo precedente


Un silenzio tombale calò nella stanza quando un ringhio di messa in guardia si levò al suo fianco e due profondi occhi azzurri squadrarono Jackson e Scott quasi a volerli trafiggere.
Stiles lo guardò dal basso, estremamente stupito.
“Sei un licantropo ?” provò, stupito, avendo ormai capito di essere vivo più che mai.
“Non un qualsiasi” si intromise Scott.
“Lui è Derek”





Capitolo 2



Stiles si lasciò andare ad una sonora risata che, nel notare la serietà nello sguardo dei componenti del branco, andò affievolendosi fino a soffocare nella tensione più completa.
“Avanti ragazzi ho quasi rischiato di morire per asfissia, non sono mnemonicamente regresso e l’ultima volta che ho controllato sono certo di avervi lasciato con un Derek adulto e tutto muscoli” provò quindi a dire il ragazzino sotto lo sguardo sconcertato di Allison e quello divertito di Erica.
Gli altri presenti si limitarono a lanciarsi occhiate confuse e piuttosto allibite, confondendo maggiormente il figlio dello sceriffo che domandò, per la seconda volta in poco tempo, cos’avesse detto di così strano per evocare in loro una simile reazione.
E se solo avesse avuto la possibilità di percepirlo la risposta sarebbe stata sotto il suo naso, sotto forma di un battito piuttosto accelerato proveniente dalla singola persona nella stanza che non aveva mai dato prima segno di provare emozioni.
“Derek, che ne diresti di accompagnare Stiles di sopra nella sua stanza ? Noi dobbiamo assolutamente chiamare Deaton e comunicargli che i tre beta sono fuori gioco, vi raggiungeremo subito” disse con voce zuccherosa Erica facendo un poco velato occhiolino al ragazzo.
Non avendo colto il suo sguardo interessato e malizioso Scott si propose di farlo al suo posto nella speranza di riuscire a passare del tempo con il suo migliore amico.
A discapito del suo tentativo Lydia si frappose, affondando le sue unghie laccate nel braccio dell’alfa, sussurrando a denti stretti ed un finto sorriso di cortesia che anche Derek aveva bisogno di riposarsi per un po’ e che quell’occasione cadeva a pennello.
“Già, non preoccuparti Scott, Stiles è in buone mani tutto sommato” ghignò allusiva Erica all’indirizzo del giovane mannaro.
Per tutta risposta Derek annuì solenne, piegandosi all’altezza di Stiles e prendendolo tra le sue braccia a mo di sposa, intenzionato ad abbandonare la stanza il più in fretta possibile.
Alla mossa del moro Stiles sussultò sentendo le guance andare a fuoco dal profondo imbarazzo, che lo portò a strepitare e tirare pugni all’aria con il solo risultato di rischiare di far cadere entrambi.
“NO HEY, seriamente ragazzone- che poi, ha senso che continui a chiamarti così ? Sembri anche più giovane di me e la metà del te di sempre- non ho bisogno che mi porti di sopra così; riesco ancora a camminare” disse Stilinski lamentoso, guardando con aspettativa Lydia che, come nulla fosse, lo ignorò.
Oltraggiato come non mai incrociò le braccia al petto, imprecando tra sé e sè.
A sorprenderlo fu il mannaro che con una disinvoltura che non gli apparteneva lo strinse ancor più al suo petto, sorridendogli dolcemente così come avrebbe fatto con un cucciolo.
Sbatté le palpebre svariate volte, senza mai distogliere lo sguardo dal viso dell’altro, come incantato.
Se poco prima aveva creduto che qualcuno potesse vegliarlo dall’alto ora credeva che, qualcuno di altrettanto interessato alla sua vita, sembrava divertirsi a capovolgere poche delle certezze caratterizzanti la sua vita.
Quello non poteva essere Derek, insomma.
Derek non sorrideva, e se lo avesse mai ipoteticamente fatto non era chiaramente rivolto a lui ma a quella Brenden o come aveva detto di chiamarsi.
Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Derek Hale ? Pensò concitatamente.
“Per quanto ricordi mi sono semplicemente svegliato” parlò per la prima volta Derek, ridacchiando nel contempo- cosa che non aveva fatto altro se non aumentare lo sconcerto dell’umano.
Questi, che in un primo istante ne aveva sbirciato il viso rilassato con evidente perplessità, sembrò allora realizzare.
“L’ho detto ad alta voce non è così ?” chiese ironicamente, prendendosi la radice del naso tra l’indice ed il pollice.
“Immagino sia così” rispose però Derek con un ghigno invidiabile.
Sembrava volerlo trapassare da parte a parte ed ebbe modo di accorgersene quando egli portò il naso nell’incavo del suo collo, inspirando a fondo.
Impossibilitato nel muovere un solo muscolo Stiles si limitò a gelare sul posto, rosso in viso, quando suddetto Hale strofinò il naso sulla pelle sensibile sotto al suo orecchio.
Riuscì a riprendere controllo delle sue azioni solo quando l’altro aumentò la presa sul suo fianco passando le labbra sulla linea delicata della sua mascella.
Si forzò ad abbandonare la piacevole sensazione del suo corpo a contatto con quello del lupo, avanzando a passo deciso verso la sua stanza.
“Non ricordavo che la strada tra la cantina e la mia stanza durasse tanto” finse disinvoltura, apparendo agli occhi del giovane Derek come null altro che tenero.
“Sarà che non ci sei passato da un po’” fece spallucce, seguendolo ed andando a sedersi sul suo letto.
Stiles lo perforò con lo sguardo, gettandosi a sedere scompostamente sulla sedia.
“Fai pure con comodo” sbuffò annoiato, maledicendo il computer quando si accorse di aver erroneamente malomesso il cavo di ricarica.
Accese la spia dell’alimentatore, rassettando gli appunti sparsi per tutto il ripiano e cercando di trovare loro un ordine.
Si era quasi dimenticato della presenza dell’altro ragazzo nella sua stanza finché non sentì chiaramente il suo alito caldo sul collo.
“Cosa stavi cercando?” gli domandò con un sorriso innocente, gli attenti occhi verdi puntati sui molteplici fogli.
“Ecco stavo...stavo cercando delle informazioni riguardo...si insomma, riguardo all’Aconito” balbettò Stiles fissando insistentemente la porta della stanza.
“Ma che fine avranno fatto quelli là, tsk” aggiunse, alzandosi nel poco velato tentativo di mettere una certa distanza tra lui e Derek.
“Ed a cosa dovrebbe servirti ?” chiese irrequieto Hale che per la prima volta da quando aveva fatto la sua comparsa in quella casa sembrava a disagio.
Quello di cui Stiles non si accorse, nel rispondere che Deaton ne aveva necessità, fu lo sguardo vuoto e la smorfia ferita e sofferente sul viso del nuovo ragazzo.
“Se ne hai necessità potrei aiutarti...” disse piano Derek, con gentilezza.
Stiles continuò a muoversi per la stanza, seccato, ignorando il tentativo dell’Hale di rendersi utile.
Incassando la testa tra le spalle con stanchezza Derek si sedette a terra, spalle al muro.
Dopo interminabili minuti passati in silenzio il mannaro drizzò le spalle.
“Stanno tornando” ebbe il tempo di proferire che Scott, accompagnato da Lydia e Jackson fece la sua entrata nella stanza.
“Che fine avevate fatto ? Sarà mezz’ora che vi aspettiamo” sbottò acidamente Stiles, mandando all’aria un plico di fogli poggiati in bilico sulla scrivania.
Scott, ugualmente, non sembrava molto più calmo e con un ringhio gutturale ordinò a Jackson di portare Derek a prendere alcuni cambi e quanto necessario per passare qualche notte a casa Stilinski.
“Come sarebbe a dire ? Vorrei ricordarti, Scott, che la casa è ancora intestata a mio nome- beh quello di mio padre- e che in quanto proprietario secondo in linea sono io a decidere chi deve sostare nella mia abitazione” ostentò finta calma il figlio dello sceriffo.
“Jackson fa come ti ho detto. Stiles siediti, io e Lydia ti spiegheremo tutto.”
Jackson sospirò affranto e, con in viso un’espressione degna del migliore dei drama, fece a Derek cenno di seguirlo.
Sebbene apparisse particolarmente stanco e nervoso il beta rifiutò categoricamente di muoversi, piantando i piedi a terra.
Stiles guardò incredulo Scott ordinare a Derek di andare con Jackson, rifacendosi anche alla sua influenza di Alpha.
Cosa che parve inutile, poiché Derek si intestardì al punto di correre qua e là per la stanza.
Il cellulare di Stiles, abbandonato in cantina, annunciò l’arrivo di un nuovo messaggio e Lydia, notandolo, si passò una mano tra i capelli.
Lanciò il proprio telefono a Stiles che dopo aver rischiato di farlo cadere non una ma ben due volte la guardò interrogativo.
Lei accennò con un gesto eloquente della testa al telefono.
Quando l’umano, dopo aver letto il breve messaggio che recitava un semplice ‘Stilinski ordina a Derek di andarsene’, le chiese il perché lo avrebbe preso a calci.
Continuarono a lanciarsi qualche occhiata prima che la ragazza perdesse la pazienza, sbottando un muto “Fallo. E. Basta.”
Alzando le mani in segno di resa, più impaurito che convinto, Stiles si rivolse ai licantropi, sentendo l’impellente impulso di scoppiare a ridere di fronte alla scena che gli si parò davanti.
Derek, in tutta la sua aria d’innocenza, sedeva regalmente sulla schiena dell’alpha, rassettando le piaghe venute a crearsi sulla maglietta.
“Hem” si schiarì la voce Stiles, richiamando l’attenzione dei due su di sè “Derek” la voce si fece fievole “vai pure” aggiunse, evitando il suo sguardo.
Nello stesso istante i due mutaforma presenti nella stanza all’in di fuori dello stesso beta percepirono chiaramente i nervi del lupo distendersi ed un senso d’obbedienza e sottomissione farsi strada in lui.
Scott focalizzò la propria attenzione sulla figura di Stiles, in viso un espressione scioccata.
“In più il tuo loft non dista molto da qui e credo ti serva qualche cambio per questi giorni, sempre che tu non abbia intenzione di farti arrestare dallo sceriffo per essere girato nudo in casa” si intromise Lydia sorridendo.
Derek ricambiò in minima parte, e con un sospiro si alzò pronto a seguire ‘quello che puzzava di Kanima’.
Prima di poter varcare la soglia si diresse verso Stiles, abbracciandolo di sfuggita, scomparendo poi rapidamente alla loro vista.
“Ora qualcuno ha intenzione di spiegarmi cosa diamine sta succedendo oppure chiedo troppo ?” ridacchiò istericamente Stiles dopo aver udito indistintamente la porta di casa venir aperta e richiusa.
“Abbiamo molto di cui discutere” affermò con rinnovata serietà Lydia e, appoggiata da Scott, si sedette al posto del lupo.
“Vi ascolto”




********************************************************************



“Okay allora, fatemi capire” disse per l’ennesima volta Stiles accompagnato dagli sbuffi dei due interlocutori.
“Stavate combattendo contro Kate che, tanto per inciso, è diventata un giaguaro mannaro quando una strega da quattro soldi ha attaccato Derek con un incantesimo” iniziò il resoconto, cercando approvazione nello sguardo di Scott che annuì.
“Ed a causa della sua totale incompetenza Derek è retrocesso all’età in cui ha conosciuto la Argent; quello che però non ha senso sarebbe la reticenza che ha mostrato nei suoi confronti” snocciolò Stilinski, togliendosi la felpa e gettandola in un punto imprecisato della stanza.
“Credevo questa fase l’avessi capita mezz’ora fa, puoi darti una mossa ? Jackson non può tenere occupato Derek in eterno e lui sta già mostrando segni di impazienza” chiese annoiata Lydia dopo aver letto l’ennesimo messaggio minatorio del Kanima nei confronti di Stiles.
“Cosa ancor meno sensata” continuò il suddetto, fulminandola con lo sguardo “sarebbe l’improvviso attaccamento che ha dimostrato nei miei confronti ? Ma che senso ha, andiamo.
Non dovrebbe neppure ricordare di avermi mai incontrato, perché mai dovrebbe vedermi come la sua...sua” si rifiutò di continuare, arrossendo.
“Ancora, Stiles. La sua ancora, il perchè non lo sappiamo neppure noi ma non appena ha percepito il tuo odore sulla mia maglia- credo fosse una di quelle che ti avevo prestato- è corso qui affermando fossi in grave pericolo. Sapeva già chi fossi e dove ti trovassi, Deaton non sa cosa pensare” rispose Scott, attirandolo tra le sue braccia e giocherellando distrattamente con i suoi capelli.
“Okay, immagino possano essere gli effetti negativi dell’incantesimo ma come spieghi la necessità di contatto fisico ?” mugugnò Stiles, appoggiando la testa sulla sua spalla sotto l’occhio critico della ragazza.
“Se si tratta di un legame potente come quello tra un licantropo e la sua ancora suppongo sia sensato.
Tra l’altro credo tu debba fare del tuo meglio per evitare di respingerlo così evidentemente, ne soffre” disse la ragazza, guardandosi le unghie.
“Per quanto non mi vada a genio la cosa ha ragione, si sentiva puzza di frustrazione ed amarezza a distanza di due piani quando hai rifiutato il suo aiuto. Cerca di assecondarlo, magari con il passare del tempo capirà che non sei tu la sua vera ancora” confermò, concorde, Scott.
Al ricordo delle labbra di Derek, soffici e lisce, sul suo collo rabbrividì reprimendo pensieri di cui sarebbe potuto pentirsi.
“Non credo di riuscirci, non posso semplicemente dirgli la verità ? Se sapesse che il Derek del futuro mi odia potrebbe ripensarci” chiese speranzoso Stiles facendo gli occhioni all’amico.
Questi sospirò pesantemente.
“Sai che se dipendesse da me non gli permetterei mai di avvicinarti ma so quanto faccia male sentire una parte di te venir estirpata via, semplicemente fai del tuo meglio” disse con dolcezza, lasciandogli un bacio sulla guancia.
Di rimando il ragazzino mugolò qualcosa di incomprensibile.
“Se avete finito con le vostre effusioni tenere picci picciò credo che sia carino separarsi e dare una spiegazione a quel povero ragazzo” si intromise Lydia nella discussione dei due.
Voltandosi verso verso l’entrata i due si sentirono gelare sotto lo sguardo di fuoco di Derek che, dopo aver fatto ritorno con in spalla un borsone da basket, sembrava intenzionato ad aprire la gola dell’alpha.
Con i denti.
Prendendo il coraggio a due mani, sotto velata sollecitazione- minaccia- della banshee, Stiles si alzò andandogli incontro con un sorrisino malfermo.
“D-Derek sei tornato” disse con enfasi coprendo la risata di scherno di Jackson con un colpo di tosse.
Derek il cui battito era ancora alterato ed il respiro corto socchiuse gli occhi ignorò il ragazzo, aggirandolo e lasciando cadere la borsa in un angolo della stanza.
Stiles, stranito dal suo comportamento, chiese mentalmente aiuto ai presenti venendo immediatamente cestinato.
Jackson si preoccupò di ricordare a Scott che stavano facendo tardi, abbandonando la stanza subito dopo.
In un certo senso Stiles non si sentiva in posizione di giudicarlo, alle volte lui stesso non si sopportava.
Scott non se lo fece ripetere due volte, seguendolo a ruota dopo aver ricordato all’amico di chiamarlo di tanto in tanto.
La ragazza si trovò sola con i due e, prima di congedarsi definitivamente soli scarabocchiò qualcosa su di un foglietto.
Inutili furono le occhiate supplici di Stiles e presto si trovò solo con il mannaro.
Deglutendo si morse il labbro inferiore, la tensione nella stanza iniziava a pesare come un macigno.
“Se vuoi sistemare le tue cose c’è dello spazio nell’armadio” provò ad aprire la conversazione, ricevendo per risposta un basso mugolio d’assenso.
Mentre Derek si occupava di spostare la propria roba Stiles si interrogò su di una questione che fino ad allora non gli era passata per l’anticamera del cervello: dove avrebbe dormito ?
Il beta, percependo il nervosismo dell’altro, si bloccò e si voltò a guardarlo infastidito.
“Cosa c’è ?” sussurrò Stiles, improvvisamente colto da un’irrimediabile timidezza.
Lo sguardo del licantropo gli infondeva una certa soggezione, ora che erano soli.
L’altro lo freddò.
“Se avevi intenzione di continuare a passare del tempo tra le moine di quel McCall potevi dirlo e non sarei tornato” quasi urlò Derek, terrorizzando completamente l’umano.
“M-ma non...era per quello” balbettò quando trovò coraggio abbastanza da non perdere la propria posizione.
“Cosa, allora eh ?” lo attaccò Derek, a braccia incrociate.
In quel momento somigliava terribilmente al vecchio Derek.
“P-per il letto...insomma, ecco. Dove dormirai ?” chiese Stiles, facendo qualche passo indietro, sbattendo la schiena alla maniglia della porta.
Derek, realizzando che stava dicendo il vero, parve tranquillizzarsi all’istante.
“Non ho bisogno di dormire. Ho parlato con Jackson e continuerò delle ricerche” disse con un tono di voce più morbido.
L’altro semplicemente non ribatté, chiudendosi in bagno per cambiarsi e poi gettarsi sotto le coperte.
“Se vuoi puoi fare una doccia. Buonanotte” disse al mannaro, che semplicemente annuì.
Solo molte ore dopo, svegliandosi per andare a bere, Stiles si accorse del corpo rigido di Derek appoggiato a lato del letto rabbrividire dal freddo.
Colpevole per non essersene interessato maggiormente lo coprì alla bene o meglio con una coperta.
Pregava i mannari fossero immuni anche al freddo del pavimento.












angolino autrice
So, cosa dire.
Ho approfittato della grande nevicata per postare il secondo capitolo.
Ringrazio innanzitutto chi ha messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate(che non nominerò per evitare di annoiarvi o dilungarmi eccessivamente) e tutti coloro che hanno recensito.
In questo capitolo molte cose potrebbero sembrare incomprensibili ma a lungo andare tutto avrà senso.
Fatemi sapere che ne pensate
  
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