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Autore: LABAT234    01/03/2018    2 recensioni
Questa one shot prende ispirazione da una canzone che spero ascolterete. "Fiume lento" di Gnut.
Racconta di un bacio e di un profumo che guiderà Chat Noir verso la sua Ladybug.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, questa è la mia prima fan fiction, spero che vi possa piacere e soprattutto spero che mi scriverete consigli e pareri!
Vi lascio alla lettura con il link della canzone che mi ha fatto concepire questa piccola storia: 
Fiume lento - Gnut
https://www.youtube.com/watch?v=3A1e3DvEXDs
Buona lettura!

Adrien guardava il soffitto della sua stanza, una mano sulla fronte. Aveva bisogno di pensare. Voleva rivivere il ricordo di quello che era successo poco prima per renderlo indelebile nella sua memoria, per ricordare il suo sapore, il suo odore. Un odore così stranamente familiare, fresco, dolce e leggermente orientale…  Chiuse le mani a conca sul suo naso ed inspirò forte, inalando tutta l’aria che riusciva a prendere. Ancora non poteva crederci di aver assaporato quelle labbra, di averla toccata, di averla sentita così vicino. Il suo cuore non poteva reggere ancora per molto il rivivere di quelle emozioni, anche perché una parte di lui temeva che sarebbe rimasto tutto come prima, che lei non si sarebbe lasciata andare di nuovo.
“Plagg trasformami!” un fascio di luce verde, un balzo dalla finestra e Chat Noir correva già sui tetti di Parigi, cercando di fuggire dai suoi stessi pensieri, silenzioso come solo un gatto può essere, scuro come la notte.

Per non farmi vedere
Vestirò di nero al buio
Per non farmi sentire
Io farò al silenzio un voto


Correva tra i tetti, scivolando come un’ombra. La luna si faceva più alta e illuminava i suoi passi.
Non sapeva spiegarsi cosa fosse successo tra lui e Ladybug: era stato un giorno triste, si sentiva solo e d’un tratto lei gli era apparsa affianco. Lo aveva ascoltato, lo aveva accarezzato e lui avvertiva di poter fare lo stesso. I loro visi si fecero così vicini che lui non seppe trattenersi, si avvicinò piano alle sue labbra, potendo sentire il calore del suo respiro sulle proprie, lei aveva gli occhi semichiusi e non minacciava di volersi allontanare. Entrambi avevano voluto quel bacio, lui lo sapeva, ed era stato meraviglioso. L’aveva abbracciata forte mentre le loro labbra erano ancora unite e i loro respiri si facevano sempre più corti. Il suo buonissimo odore lo aveva travolto completamente, lei gli aveva circondato i fianchi con le gambe e con un gemito aveva aperto la bocca e lui ne sentì il sapore, sapore che era in grado di sentire anche in quel momento mentre saltava da un tetto all’altro. Lui si era tolto i guanti per poterla sentire davvero, accarezzandole il viso e i capelli, la schiena, i fianchi… Non poteva crederci, doveva toccarla per rendersi realmente conto che non era un sogno, che lei era veramente lì, tra le sue braccia. Lei si staccò da quel bacio interminabile, posando la fronte contro la sua, ancora gli occhi chiusi. “Devo proprio andare adesso…” aveva bisbigliato, prima di fuggire via. Lasciandolo di nuovo da solo con quel sapore impresso sulle labbra e quell’odore sulle mani…

E non va più via
L'odore tuo, dalle dita
Non reggo più
Non mi resti che tu


Da quando l’aveva conosciuta viveva sperando di incontrarla e si sentiva perso ogni sacrosanta volta che correva via. Non poteva inseguirla, lo sapeva, ma restare fermo lo distruggeva.
Mentre il vortice di pensieri continuava a mettergli in subbuglio la mente, un profumo, un odore, lo inondò come una dolce carezza, per poi dileguarsi nella brezza. Era il suo odore, lui ne era certo.

Vedo i giorni cadere
Come gocce in un fiume lento
Ed è dolce sentirti qui
Prima di perderci in mare aperto


Iniziò a guardarsi intorno, cercando tra le vette degli edifici la sua ragazza dalla tuta rossa. Poi il suo sguardò si posò su una figura affacciata ad un terrazzo, su un tetto poco distante. Era Marinette che con gli occhi chiusi, si godeva quell’aria fresca tanto attesa. Silenzioso si avvicinò piano a lei, con il cuore che gli martellava nel petto così forte da fargli temere che anche lei potesse sentirlo. Poteva mai essere lei?
Il profumo diventava sempre più forte ed intenso.
Certo che poteva essere, sorrise, in fondo una parte di lui sembrava aver fatto quell’associazione molto tempo fa. La studiò con lo sguardo, mentre lei continuava a tenere gli occhi chiusi, con una piacevole espressione sul viso. Chissà se sta pensando a me?
Saltò sul terrazzo e si avvicinò a lei lentamente, la circondò con le braccia e tuffò il suo volto nell’incavo del collo, sentendo perfettamente quell’odore che cercava disperatamente.

E non va più via
L'odore tuo, dalle dita
Non reggo più
Non mi resti che tu


Lei, contro ogni aspettativa, non si spaventò. Sorrise e si strinse a quelle braccia. “Pensavi davvero che non ti avessi sentito, stupido gatto?”
   
 
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