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Autore: Lady A    02/03/2018    1 recensioni
| Newt/Tina |
[…] Eppure, dopo quest’avventura, c’è nell’aria il vago sentore che qualcosa non tornerà più come prima. Un sentimento che defluisce come quest’acqua obliviatrice sui No-Mag; un sentimento che divora e strazia il cuore con la violenza di una pianta carnivora […] I miei occhi scivolano ed esitano ancora su Newt, e ciò che realizzo mi toglie il respiro. Nessun incantesimo può contrastare l’insorgere di queste emozioni. Incandescenti, s’attorcigliano come funi attorno al cuore e alla ragione, e ne bevono i battiti e i pensieri e i gesti, come una Maledizione. Vorrei solo che Queenie non leggesse i miei pensieri in questo momento. Il mio dolore è troppo simile al suo, è gemello del suo. Credo di essermi irrimediabilmente affezionata a lui. Perché, il solo pensiero di dovergli dire addio, mi causa un impensabile dolore?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt Scamander
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nasce l’aurora, giace sospesa nel grembo del cielo. Il tocco ruvido e intenso della pioggia, annienta e avvolge ogni cosa. Le strade si svestono lievi, come rami d’autunno; la gente comune svanisce quiete, nella quotidianità della propria vita, spoglia d’ogni ricordo legato alla Comunità Magica e alla devastazione dell’Obscurus. Penso a Credence. Lui, l’incontrollabile e instabile forza oscura. La sua morte, la sua distruzione: è accaduto tutto davanti ai miei occhi, e io, sono rimasta immobile e impotente, spettatrice di un dramma, un’esecuzione atroce e straziante.
Avrei potuto salvarlo. Per pochi secondi era ritornato in sé, al suo aspetto umano, giovane e indifeso, spaurito come un bambino. Percepiva e riconosceva la mia voce, le mie parole.
L’amarezza mi attraversa come uno spettro, è gelida e pungente, da strappare il respiro. Avrei voluto proteggerlo dalla violenza di quell’orribile donna, dall’inganno di Grindelwald e dall’ingiustizia di quella vita. Gruppi di Auror assestano auto, binari tramviari e interi quartieri; come una Fenice tutto rinasce dalla proprie ceneri. Eppure, dopo quest’avventura, c’è nell’aria il vago sentore che qualcosa non tornerà più come prima. Un sentimento che defluisce come quest’acqua obliviatrice sui No-Mag; un sentimento che divora e strazia il cuore con la violenza di una pianta carnivora, e che spinge mia sorella - riparata dal suo ombrello magico - oltre la pensilina, tra le braccia e sulle labbra del signor Kowalski.
Un ultimo intimo addio, una resa spietata. Il nostro mondo non conosce eccezioni.
Indugio immobile nel guardarli. Avverto e saggio le mie lacrime, un mare che punge e vela di sale la vista. Un ricordo s’infittisce tra i miei pensieri.

“Signor Scamander, lei non sa… niente della Comunità Magica in America? 

Qualcosina ne so, sì. So che avete leggi sui rapporti con i Non-Magici alquanto poco evolute. Non potete fare amicizia… né sposarli, che è un po’ assurdo, per me”

Inevitabile, il mio sguardo si posa su Newt che è al mio fianco, gli occhi umidi, verdi, come uno specchio di lago. Irrimediabilmente, sento il cuore bruciare. Un rogo feroce nasce nel centro del petto, sgorga come un ruscello: impossibile da smorzare o arginare.
Abbandoniamo la Metropolitana per Materializzarci a Times Square, al disotto di un imponente teatro, affiancato da alberghi d’alta società, banche e ristoranti.
La fitta pioggia screzia ogni contorno, tutto è vago e solitario. Lui è ancora accanto a me, fermo, discreto e silenzioso, con il suo cappotto blu e la valigia di cuoio.
Queenie raccoglie la mia mano. Un sorriso triste le dipinge il volto, spegne il suo sguardo chiaro.

“Dico solo non ti affezionare, tanto dovrà essere Obliviato”

Sono stata proprio io, imbarazzata dalla sua intesa con il No-Mag, a metterla in guardia, ad ammonirla di non lasciarsi coinvolgere emotivamente.
I miei occhi scivolano ed esitano ancora su Newt, e ciò che realizzo mi toglie il respiro. Nessun incantesimo può contrastare l’insorgere di queste emozioni. Incandescenti, s’attorcigliano come funi attorno al cuore e alla ragione, e ne bevono i battiti e i pensieri e i gesti, come una Maledizione. Vorrei solo che Queenie non leggesse i miei pensieri in questo momento. Il mio dolore è troppo simile al suo, è gemello del suo. Credo di essermi irrimediabilmente affezionata a lui. Perché, il solo pensiero di dovergli dire addio, mi causa un impensabile dolore?
Mi accorgo di star piangendo per lui e per me.
Newt mi sfiora con il suo sguardo e io, scopro di non aver il coraggio di sostenerlo.
Buon Lewis, mi sto comportando come una sciocca!
Sorrido appena nel pensarlo, forzandomi di osservare altrove.
Lentamente, il cielo si placa. Le ultime gocce oblivianti e incolori si estinguono come stelle al mattino. Un sole pallido sorride tra la morsa delle nuvole. Camminiamo insieme verso una delle strade principali. Il mio sguardo, si posa nuovamente su di lui.
«Puoi restare da noi. Intendo, finché non lascerai l’America» una sfumatura affranta punge la mia voce. Per Deliverance Dale, non può essere la mia! «Insomma…» mi fermo, mordendomi le labbra. Incontro i suoi occhi chiari e la sua espressione sorpresa «… sarebbe un disastro se qualche altra creatura magica scappasse» mi sforzo di sorridere in maniera spontanea. Lui ricambia imbarazzato il mio sorriso, senza abbandonare il mio sguardo. Queenie muove alcuni passi verso di noi. Silenziosa, mi giunge accanto, avvolgendo il mio braccio.
«Mia sorella ha ragione. E poi vorrei mi parlassi ancora di Jacob…». Un sospiro accompagna quel nome, spezzando un poco la sua voce. Entrambe guardiamo Newt. Lui china il viso, esitante, stringendo con entrambe le mani la valigia marrone. Il suo bizzarro Asticello, spunta curioso, dalla tasca del cappotto.
«In realtà non credo ci sia molto da dire su di lui».
«A Teenie piacerebbe moltissimo che tu restassi».
Inatteso, un sorriso dispiega le labbra di mia sorella. Avverto il cuore franare bruscamente, così come il respiro. A quella parole, gli occhi di Newt calano su di me, inseguono il mio sguardo come un’ombra; lo catturano.
Mi scopro a disagio di fronte al suo innocente stupore. Annuisco senza parlare. Riprendiamo a camminare, fermandoci in un vicolo isolato.
«Entra nella valigia, penseremo noi a portarti a casa. Ti sistemerai nella stanza sul retro» non riesco a non sorridere dinanzi la sua espressione incerta.
«Non vorrei causarvi dei disagi»
I suoi occhi sfuggono dai miei.
«Da quando di preoccupi di infrangere le regole, Newt?»
Un velo di imbarazzo si posa sul suo viso. Entrambi sorridiamo. Lievi come acqua, i suoi occhi tornano su di me: silenziosi, come il battito d’ali di una Fenice.


 





*I Dialoghi in corsivo sono tratti dal film. 
  
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