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Autore: Scaramouch_e    04/03/2018    1 recensioni
Indil, la figlia di Thranduil, e sorella di Legolas Greenleaf, è andata a Gran Burrone, con il fratello gemello, sotto l’ordine del padre per sentire ciò che il consiglio di Erlond ha da dire sulla minaccia portata dallo hobbit Frodo Baggins. La principessa di Bosco Atro si unirà alla compagnia dell’anello per proteggere suo fratello, e inconsciamente anche un altro componente.
Amore, avventura e coraggio serviranno alla giovane per riuscire nell’impresa nell’aiutare il giovane Frodo e i suoi amici.
Seguendo la trama dei libri e dei film, anche se modificata in alcune parti, accompagnerete le prodezze di Indil e della nuova compagnia dell’anello nella loro lotta contro Sauron e nel loro viaggio verso il Monte Fato.
[Boromir x nuovo personaggio + altre ship + accenni di Aralas (Legolas x Aragorn)]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Boromir, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono stati scritti da J.R.R. Tolkien e messi sul grande schermo da Peter Jackson; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Ringraziamenti: Ringrazio tantissimo la mia beta, che ha letto e ha corretto gli orrori della fanfic (trovandala anche carina a detta sua!); grazie mille evelyn, per tutto... Se non vi siete letti ancora la sua fanfic, su andatelo a fare. Un ringraziamento infine va a tumblr per le gif a inizio capitolo...
Buona lettura. 

Capitolo X  

 

“Nessuno dovrebbe rimanere da solo, tu più di tutti, Frodo.” Boromir si chinò a prendere della legna osservandolo malignamente. Lo hobbit si voltò impallidendo verso quello che un tempo chiamava amico. “Cerchi la solitudine e soffri, Frodo, ed io lo so, lo sento.  Ma sei sicuro di non soffrire invano? Ci sono altre vie, altre strade da prendere” aggiunse l’uomo di Gondor con il viso sofferente.
“Sembrerebbe un buon consiglio il tuo, Boromir. Ma il mio cuore mi mette in guardia” pronunciò cauto lo hobbit allontanandosi un po’ di più dall'uomo.
“In guardia? In guardia da cosa?” urlò Boromir gettando la legna a terra. “Abbiamo tutti paura, Frodo, ma lasciare che la paura ci faccia distruggere qualunque speranza abbiamo, non capisci, questa è pazzia!”
“Dobbiamo distruggerlo, Boromir. Non esiste altro modo.”
“Chiedo solo di proteggere il mio popolo!” gridò ancora l'uomo. “Se solamente mi prestassi l’anello… potrei riuscirci.” Boromir si avvicinò al piccolo hobbit che continuò a indietreggiare. “Perché indietreggi? Non sono un ladro.”
“Non sei te stesso” pronunciò Frodo, come sconfitto.
“Loro prenderanno l’anello, Frodo, e tu invocherai la morte prima della fine! Poteva essere mio. Doveva essere mio!” urlò Boromir avvicinandosi a Frodo come un ubriaco, richiamato dalla potenza dell’anello.
Tentò di ghermire lo hobbit, di prendersi l'anello con la forza, ma Frodo riuscì a fare un altro salto indietro e a far cadere l’uomo di Gondor per terra; quindi il mezz’uomo prese una decisione e si mise l’anello al dito, scomparendo nel nulla.  
“Frodo? Frodo? Che cosa ho fatto? Ti prego, Frodo... Frodo, perdonami! Frodo!” pianse e urlò queste parole Boromir mentre tentava di mettersi in piedi, ormai ritornato se stesso. Ma era troppo tardi.
Frodo era già avanti e non sentì gli urli disperati dell’uomo.

 

Il piccolo hobbit corse a perdifiato e così facendo arrivò all'antico trono. Era chiamato il seggio della vista perché si riusciva a vedere tutto, da lì. Si fermò, togliendosi a fatica l’anello dal dito e, seduto sullo scranno di pietra, vide tutta la Terra di Mezzo, arrivando perfino a vedere l’occhio.
Urlò e cadde dal trono. Ansimò un altro po’ tentando di riprendersi. Poco dopo venne raggiunto da Aragorn.
“Si… si è impossessato di Boromir” balbettò impaurito il mezz’uomo, e Aragorn capì cosa intendeva. Chiuse gli occhi, poi li riaprì e fissò Frodo. “Dov’è l’anello?” domandò.
“Non te lo dico” ansimò il piccolo hobbit.
“Frodo, per favore. Sono io, Aragorn. Ho giurato di proteggerti.” In quel momento Aragorn sentì una voce venefica chiamarlo. Rabbrividì, capendo che proveniva dall'anello e chiuse la mano dello hobbit che lo tendeva verso di lui. Non voleva l’anello. Lui, Aragorn, desiderava un regno di pace.
“Riusciresti a proteggermi anche da te stesso?” domandò Frodo.
“Sarei venuto con te fino alla fine. Fra le fiamme di Mordor” ammise l'uomo senza esitazione, e Frodo annuì.
Poi sentirono il suono di un corno di guerra, un corno degli orchetti, e Frodo rabbrividì prendendo Pungolo.
La lama era diventata tutta azzurra. 
Aragorn prese la sua spada e guardando lo hobbit negli occhi mormorò: “Va, Frodo. Scappa.”
Lo hobbit annuì e corse via, sapendo che quella era l’ultima volta che avrebbe visto l’uomo, almeno per molto tempo a venire.
Gli Uruk-hai arrivarono a frotte e Aragorn si gettò nella mischia. Fu in quel momento che venne raggiunto da Legolas, arco e pugnali in mano.
L’elfo gettò uno sguardo all’uomo che annuì e insieme cominciarono a duellare, fianco a fianco.
 

Indil aveva raggiunto Boromir nel momento in cui l’uomo disperato si riprendeva dall'incontro con lo hobbit. “Cos’è successo?” domandò l’elfa.
“Ho… ho tentato di prendere l’anello a Frodo. Sono stato debole, ho ceduto al male.”
“Non hai capitolato. Sei ancora qui. Possiamo rimediare.” Indil lo fissò cercando di farsi guardare, dato che l’uomo guardava ovunque tranne che lei.
Fu in quel momento che Boromir capì: per estirpare il male ci voleva un atto grande.
“Ce la faremo, Indil. Ce la faremo” mormorò guardando l’elfa, che annuì. In quel momento videro una marea di Uruk-hai dirigersi verso un punto preciso della foresta. 
L’uomo prese la mano dell’elfa e insieme andarono in quella direzione, le lame in pugno.

Frodo corse via dalla battaglia e incrociò Merry e Pipino, celati fra le fronde di un albero. I due giovane hobbit gli fecero segno di andare a nascondersi con loro, ma quando capirono che Frodo non li avrebbe ascoltati si immobilizzarono. Poi videro un manipolo di Uruk giungere in quella direzione così, per dare modo al loro amico di scappare, si alzarono urlando parole sconnesse per farsi notare e attirare l'attenzione dei nemici.
Gli Uruk li videro e andarono loro incontro. I due hobbit fuggirono via e si incrociarono con Boromir e Indil.
I due combatterono fianco a fianco uccidendo più Uruk possibili, aiutati dai due giovani hobbit che, con pietre e sassi, riuscirono a mettere fuori gioco anche loro degli inseguitori. Un grosso e orribile Uruk-hai venne loro incontro, avvicinandosi letale. Dette una sberla all’elfa e lei crollò a terra come un giglio strappato dal terreno.  Altri Uruk-hai presero gli hobbit, portandoli via.
Boromir urlò gettandosi sull’enorme Uruk, ma il nemico prese la mira e gli scagliò una freccia nel cuore.
Boromir urlò, prese il corno di Gondor che portava sempre con sé e ci soffiò dentro. L’Uruk ruggì e si avvicinò ancor di più all’uomo.

Boromir ferì l’Uruk-hai al braccio, ma quest’ultimo non indietreggiò e probabilmente avrebbe scagliato un’altra freccia nel petto dell’uomo, uccidendolo definitivamente, se una saetta lanciata dall’alto non l’avesse distratto.
Legolas era letale e mortale mentre lanciava frecce che si abbattevano sul Uruk. Il nemico lasciò perdere Boromir per dirigersi a passo pesante verso l’elfo.
Proprio quando il mostro stava per raggiungere Legolas arrivò Aragorn, che mozzò la brutta testa ponendo così fine alla vita dell’immonda creatura.
 

In quel momento Indil riprese i sensi e Legolas corse verso di lei per accertarsi delle sue condizioni.
“Ho solo un tremendo mal di testa, Legolas. Sto bene!” disse Indil, per poi voltarsi verso Boromir.
L’uomo era riverso a terra: vicino a lui c’era Aragorn che aveva estratto la freccia dal suo petto; un fiume rosso sgorgava dalla ferita. Ma era ancora vivo e ansimava a occhi semi aperti.

Indil prese la boccetta che le aveva donato Arwen e corse verso i due uomini.

Legolas la seguì incuriosito “Dove l’hai presa…? Quello è un cordiale tratto da un fiore magico, che sorge solo a Morodr.” disse l’elfo sorpreso quando arrivarono vicino agli altri due uomini indicando con un cenno del capo la boccetta.
“Me l’ha data Arwen, ho letto nei libri di Gran Burrone che questa pozione guarisce immediatamente ogni ferita se lo si beve nei tempi prescritti.” rispose in fretta Indil. Boromir, intanto disteso a terra tentava di parlare, ma senza successo.  “Shhh
” bisbigliò l’elfa, chinandosi in modo tale da arrivare all'altezza del viso dell’uomo.
Con forza stappò il tappo della boccetta e versò il cordiale nella bocca di Boromir: l’uomo singhiozzò e chiuse gli occhi.
Per parecchio tempo i tre compagni stettero a osservare il bel volto di Boromir disteso, come morto.
Poi, però l’uomo di Gondor tossì e aprì gli occhi e si mise a sedere. 
“Non ci posso credere… è guarito.” Aragorn era impressionato, e Boromir si toccò il petto, aprì la casacca e tutti notarono che le ferite erano rimarginate. “Ha funzionato.” Bisbigliò piano Indil toccando il petto dell’uomo, muscoloso e soprattutto sano. “Grazie.” Disse solamente Boromir lo sguardo finalmente in pace e intenso rivolto verso la giovane elfa.

Come un fulmine gli passò davanti agli occhi il ricordo di quello che aveva fatto: i due hobbit, della lotta contro gli Uruk-hai e della fuga, spaventosa di Frodo da lui e guardò Aragorn con sguardo ferito e un po’ impaurito.
“Hanno… preso i piccoletti… Gli Uruk… hanno preso Merry e Pipino. E io… ho tentato di prendere l’anello a Frodo. Dov’è Frodo?” domandò.
“L’ho lasciato andare” ammise Aragorn e Boromir guardò i tre compagni in faccia, sconvolto.
“Potete perdonarmi?” domandò. I tre compagni lessero nel suo sguardo vero pentimento e Aragorn gli si avvicinò abbracciandolo. Bastò questo gesto, e sul volto del capitano di Gondor sgorgarono delle calde lacrime.
“Dov’è Sam?” domandò Indil ricordandosi del piccolo hobbit. 
Aragorn posò lo sguardo sull’elfa. “Deve aver seguito Frodo. Verso Mordor.”
La principessa chiuse gli occhi, capendo il pericolo che correvano i due hobbit e che, allo stesso tempo, loro non potevano fare più nulla per i due coraggiosi mezz’uomini.
“Che ne sarà di noi?” chiese Legolas fissando Aragorn negli occhi.
L’uomo si avvicinò ai due elfi e posò le mani sulle spalle di entrambi. “Non lasceremo che Merry e Pipino siano prigionieri a lungo. Inseguiremo gli orchetti fino a quando le forze ce lo permetteranno e anche oltre!” pronunciò l’uomo con gli occhi fiammeggianti di furore combattivo. 
Poi si rivolse a Boromir. “Verrai con noi? Ci serve anche la tua forza.”
“Ti seguirò ovunque tu vada, mio capitano. Mio re” pronunciò Boromir. Aragorn abbassò il capo, sinceramente commosso.
“Bene, allora andiamo. Saremo i quattro cacciatori. Viaggeremo leggeri, a piedi” disse e con passo sbrigativo fu il primo a liberarsi dei bagagli che riteneva superflui.

 NOTE

Buonsalve. si stanno per concludere quasta prima parte di avventure di Indil e company. Boromir è salvo #yeah! e tutto il resto è andato come doveva andare: Merry e Pipino sono stati catturati dagli Uruk, Frodo e Sam sono partiti per conto loro (ma con sorpresa),  e Indil, Boromir, Aragorn e Legolas diventeranno la compagnia dei quattro cacciatori. Spero che il capitolo, quasi conclusivo vi piaccia. 

   
 
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