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Autore: alenan    05/03/2018    1 recensioni
Coda dell'episodio 13x14. Mi serviva un finale diverso, prima o poi spero che facciano il grande passo di farlo diventare canon, la speranza è l'ultima a morire. Grazie a Feathers per la beta sulla storia. L’immagine che accompagna la storia è di Sarandom. Visitate la sua pagina Facebook Sarandom’s art.
Genere: Angst, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Dean era seduto nella sala della guerra, la bottiglia mezza vuota di whisky alla sua sinistra e il bicchiere davanti a lui. Era dal ritorno di Castiel che non sentiva la necessità di affogare i pensieri in quello che per lui era un limbo liquido.
 
Era talmente perso nei suoi pensieri che non si accorse dei passi dietro di lui, fino a quando l’odore indistinguibile di Castiel non gli arrivò. Dean non si mosse e non parlò; non sapeva come affrontare l’essere dietro le sue spalle dopo la discussione di qualche ora prima. Quel giorno aveva visto riemergere un lato dell’angelo che non aveva visto da tanto tempo.
 
“Dean, ho deciso di andare a cercare uno degli ingredienti che serve per l’incantesimo... separati faremo prima”, disse Castiel, andando verso la scala che conduceva verso l’uscita.
 
“Scappi, Cas?” chiese l’uomo, alzando la testa dal suo bicchiere.
 
L’angelo si bloccò e cambiando direzione camminò verso il tavolo mettendosi di fronte al cacciatore.
 
“Dovrei scappare da cosa, esattamente? Non mi sembra di avere un motivo per farlo, non sono io quello che scappa sempre, io rimango, resto sempre in ogni occasione e non ho paura di quello che sono o di quello che provo.”. rispose Castiel fissando Dean, che a questo punto aveva alzato la testa e lo stava guardando.
 
“Ed io da cosa scapperei, spiegamelo, visto che oggi sembra che tu sia l’unico con tutte le risposte” disse il cacciatore con un tono di scherno.
 
“Da quello che provi, da quello che vorresti dire, da quello che senti, ma sono abituato, sono otto anni che sono qui e ti guardo mentre lo fai. Io la mia scelta l’ho fatta allora. Sono caduto, sono rimasto con te, ho combattuto per te, ho sempre e solo agito per te. Ho sbagliato, commesso terribili errori, ho ucciso i miei fratelli, ho scelto anche una vita sulla terra, e ne sono quasi morto. Sempre e solo in funzione di te. Oggi ho fatto quello che doveva essere fatto, perché non lo dovessi fare tu, come con Billie, ricordi? Sono morto per quello, e sono tornato per te. Anche un’entità cosmica come il Vuoto mi ha preso per il culo per i miei sentimenti verso di te, lui sapeva ciò che amavo, e mi ha deriso. Io ho lottato anche contro di quello per tornare, per te. Ho migliaia di anni, sono un angelo del Signore e tu almeno mi dovresti portare un po’ di rispetto, smettendo di nasconderti dietro la paternale di fratello maggiore.”. disse l’angelo continuando a fissare il cacciatore ancora seduto e immobile.
 
“Io non...” provò a parlare Dean ma fu subito interrotto da Castiel.
 
“Sì, dai Dean. Tirami fuori ancora la cosa di "siamo una famiglia, siamo fratelli". Tu non sei mio fratello! Perché per un fratello non prova quello che provi tu per me, io so, lo sento, l’ho sempre sentito, e ascoltarti mentire a te stesso e a me... mi ha stancato. Sono otto anni che aspetto di vederti scegliere me, e adesso sono stanco. Se devo combattere una guerra, lo devo fare come un soldato, quello che sono e per cui sono stato creato, non come il tuo sacco da boxe per sentimenti che non sai gestire. Quindi me ne vado, non perché scappo da quello che ho fatto, ma per gestire una guerra senza dover mettere i miei sentimenti per te davanti a tutto il resto.”.
 
E detto questo Castiel si girò tornando verso la scala, finché una mano lo bloccò tirando il suo braccio.
 
“Non farlo, non andare, non lasciarmi indietro, io non posso …” disse Dean stringendo il braccio di Cas con decisione sapendo che se l’angelo avesse voluto bastava un movimento per liberarsi dalla sua stretta.
 
“Non puoi cosa Dean? Dimmi cosa non puoi, parla con me di cosa senti, scegli per una volta di seguire me, dimostrami per una sola volta che non esiste un “noi” ma un IO, che sei tu che hai bisogno di me, che sono tornato perché tu avevi bisogno che succedesse, e non uscirò da quella porta.” disse Castiel immobile con ancora un piede sul primo gradino.
 
L’angelo sentì la presa sul suo braccio sciogliersi. “Come pensavo...” commentò, mettendo la mano sulla ringhiera per appoggiarsi, e improvvisamente si ritrovò davanti Dean, che con agilità era balzato davanti a lui, e portando una mano dietro la sua testa lo aveva tirato verso di lui appoggiando le labbra sulla sua bocca. Cas rimase sorpreso e immobile mentre sentiva le labbra calde muoversi sulle sue, ma non ci mise molto a rispondere a quel bacio che aspettava da così tanto. Dopo qualche secondo, Dean si spostò e lo fissò dritto negli occhi, lo prese per mano chiedendo silenziosamente di essere seguito e Castiel lo fece.
 
Camminarono in silenzio fino alla stanza di Dean, dove il cacciatore si fermò fissando la porta, e dopo qualche secondo di esitazione l’aprì portando dentro con sé Castiel a cui non aveva mai lasciato la mano.
 
Il cacciatore chiuse la porta dietro di sé e poi sempre tenendo l’angelo per mano andò verso il letto, e fissandolo dritto negli occhi iniziò a togliersi i vestiti, fino a quando non rimase completamente nudo davanti a Castiel che lo stava guardando adesso con soggezione e allo stesso tempo con un bisogno quasi doloroso.
 
“Io non sono capace di parlare di cosa provo Cas, non ne sono mai stato in grado, sono più bravo con i gesti, quello che voglio te lo sto dimostrando, se puoi accettarmi così, sono qui per te, e tutto quello che hai detto, è vero.” disse il cacciatore fissando l’angelo negli occhi.
 
Castiel si avvicinò all’uomo davanti a lui, e lo guardò. Dean Winchester che non si mostrava mai vulnerabile era davanti a lui, completamente nudo, aspettando che prendesse una decisione, non avrebbe mai immaginato una situazione del genere. 
L’angelo portò la mano sulla spalla di Dean, dove si vedeva ancora, anche se molto sbiadita la sua impronta, l’inizio di tutto, e sentì l’uomo davanti a sé rabbrividire al tocco. Lentamente e con dolcezza fece scorrere la sua mano fino alle dita di Dean e stringendole lo attirò a sé, a quel punto appoggiò la sua fronte contro quella dell’altro non perdendo mai il contatto visivo.
 
“Resto“ disse l’angelo ”Resto anche se adesso vuoi rivestirti e fare finta che non sia mai successo”.
 
Il cacciatore portò la sua bocca al lato delle labbra di Castiel “Preferirei se ti togliessi anche i tuoi di vestiti” disse sorridendo ”Mi sento in svantaggio in questo momento”.
A Castiel sfuggì un sorriso sbilenco, uno di quelli speciali che riservava solo per il suo umano.
“Credo di poter far qualcosa a riguardo” mormorò, e detto ciò iniziò a togliersi i vestiti, notando che Dean seguiva ogni suo movimento con attenzione. Appena finì, si riavvicinò al cacciatore.
“Va meglio così?” chiese, notando che gli occhi di Dean lo stavano scrutando con attenzione.
“Sei bellissimo Castiel” disse il cacciatore, passando la mano sul petto dell’altro “Non credo nemmeno di meritare di guardarti così, figuriamoci di desiderarti come sto facendo in questo momento, andrò all’inferno, un'altra volta, per quello che voglio”.
“Sai benissimo che non è così e che c’è solo il paradiso ad attenderti, Dean, e quello che stai desiderando e provando è così intenso che lo sento come mio”.
 
Dean si sedette sul letto e tirò giù Castiel insieme a lui, si distese facendo stendere l’angelo sopra di sé.
Dean tirò Castiel in un bacio profondo e molto lungo, gemendo, sentendo la sua eccitazione prendere forma contro lo stomaco dell’altro, e sentiva anche la durezza di Cas contro la sua coscia.
Il cacciatore portò una mano sulle natiche dell’altro e lo tirò più forte contro di sé per sentire l’attrito dei due corpi e questo aumentò ancora di più la sua eccitazione.
 
Dean staccò le labbra da quelle di Castiel “Se continuiamo così rischio di venire senza che tu nemmeno inizi a toccarmi.” disse sorridendo quasi imbarazzato.
“Non ci sarebbe nulla di male, anche se vorrei prendere parte alla cosa se non ti dispiace” rispose Castiel sorridendo “Sai sono otto anni che ci penso, e che immagino la tua espressione persa nel piacere e vorrei esserne io il motivo”.
“Ne saresti lo stesso il motivo, Cas, in realtà lo sei già stato tante volte anche se non eri presente di persona” rispose Dean abbassando leggermente lo sguardo.
“Lo so, ti ho sentito, mi arrivavano esattamente come le tue preghiere” rispose Castiel, portando la sua mano sull’erezione di Dean che al contatto chiuse gli occhi gemendo.
 
Castiel iniziò a baciare il collo dell’uomo, scendendo piano verso la clavicola, continuando ad accarezzare la lunghezza di Dean lentamente e in modo ritmico.
La bocca di Castiel era arrivata al petto del cacciatore che gemeva sempre più intensamente spingendo la sua erezione sempre più velocemente nella mano dell’angelo, sentendo di essere quasi al limite.
“Non così Cas, non voglio venire da solo, voglio che sia assieme, questo deve essere tutti e due, per favore...” pregò il cacciatore.
“Come desideri, Dean” e detto questo Castiel ribaltò le loro posizioni e fece sedere Dean sul suo grembo, afferrando le loro erezioni con la stessa mano, e iniziando un movimento costante ma deciso.
 
“Voglio essere io a farti venire, voglio il mio nome sulle tue labbra in quel momento, per quei pochi attimi devi essere solo mio ed io solo tuo” disse l’angelo spingendo la testa del cacciatore verso la sua e catturando le sue labbra in un bacio caldo.
Dean sapeva di essere molto vicino, le parole di Castiel, il corpo stupendo dell’uomo sotto di lui, e tanti desideri repressi per tanto tempo lo guidavano velocemente verso il suo orgasmo, che arrivò all'improvviso, facendolo sentire leggero e vivo come non gli succedeva da tanto tempo. Aprì gli occhi un secondo, e vide che anche il suo compagno raggiungeva il suo apice e una leggera luce azzurra sembrava illuminarli, ma era senza forze e si lasciò cadere stremato sopra il corpo caldo del suo amante.
 
Per qualche minuto rimasero immobili, con Dean steso sopra Castiel e con il viso nascosto nel suo collo, sapeva di avere gli occhi umidi, poteva sentirli ma non sapeva perché, non era qualcosa che era riuscito a controllare e Castiel non disse nulla anche se era certo che potesse sentirlo.
 
Il primo a parlare fu proprio il cacciatore “Quella luce, era la tua grazia? Quella che ci avvolgeva intendo”.
“Sì, mi spiace non sono riuscito a controllarmi molto bene, credo di avere riversato in te un pochino di quello che provavo, sono dispiaciuto se in qualche modo ti ho turbato Dean” rispose l’angelo continuando a stringere a se il corpo dell’uomo.
“Non scusarti, è stato bellissimo, non ho mai sentito nulla di così intenso in tutta la mia vita, per qualche minuto mi sono sentito leggero e libero da tutto, c’era solo il piacere che mi scorreva dentro, credo che sia il vantaggio del sesso con un angelo” rispose Dean ridacchiando.

“Si uno dei tanti vantaggi, vuoi vederne un altro?” chiese Castiel sorridendo.
In pochi secondi erano asciutti e puliti come se non fosse successo nulla, Dean si mise a ridere e portando una mano sul fondo del letto tirò la coperta sopra di loro.
“Quindi non te ne vai?” chiese il cacciatore, sentendo una stanchezza che non pensava potesse prendere il sopravvento su di lui
“Dormi Dean, sarò qui quando ti sveglierai” rispose l’angelo accarezzando dolcemente la schiena del compagno, sentendo già il respiro regolare del cacciatore addormentato tra le sue braccia.
  
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