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Autore: ElderClaud    30/06/2009    3 recensioni
“È lei ad averci chiamato signora?”
calcò in modo un po' amaro l'ultima parola perchè la mocciosa che aveva davanti non poteva essere considerabile come signora. Anche quel “lei” iniziale aveva un non so che di forzato. Grimmjow decisamente non amava i convenevoli. Quella però, di tutto rispetto continuava ad ignorarlo. Seria in volto e decisamente determinata, e lui le odiava le stronze.

[Grimmjow-Soi Fon-Ggio Vega] [altri personaggi presenti: Abirama, Findor, D-Roy e Poww] Linguaggio un pò colorito
Genere: Generale, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arrancar, Jaggerjack Grimmjow, Soi Fong
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Raining Stones'
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Rieccomi ancora con una nuova oneshot.
E manco farlo apposta si collegherà nei piccoli dettagli alle precedenti! Tuttavia non è che vada molto fiera del risultato finale, è la prima volta che scrivo su Grimmjow e non so se farmi piace questa storia oppure no -.-
Vabbè sono di gusti assai difficili! Buona lettura!


{ Tenacia




Se qualcuno avesse osato, anche solo con tono innocente e pacato, di dire a Grimmjow Jaggerjack che il mestiere del poliziotto non era affatto male o per giunta un sogno, state pur sicuri che lui avrebbe spaccato la faccia a chiunque avesse detto tali parole.

Per lui non c'era lavoro più ingrato di quello del piedipiatti. Sottopagato, col rischio di beccarsi una pallottola nel culo e deriso da coloro che di norma dovevi aiutare.
In principio, quando era ancora un ragazzo, sembrava allettante l'idea di diventare poliziotto.
Aveva la possibilità di andarsene dal luogo di merda dove abitava, e per giunta aveva occasione di pestare un mucchio di persone. Giusto quelle che si meritavano di trovarsi la faccia tumefatta.
Era sempre stato, come dire, un ragazzo problematico il buon Grimmjow. Era avvezzo fin da ragazzo alle risse nei bar ed era sempre abituato ad avere la meglio su tutto.
Anche se aveva torto.
Ma una volta divenuto poliziotto dovette accorgersi che le cose non erano esattamente come si vedevano in televisione.
Era tutta una serie di protocolli da seguire e da non sgarrare in nessun modo o per nessun motivo al mondo. E ciò gli dette non pochi problemi con la sua irosa morale.
Perchè mai un pappone di merda doveva godere di più diritti di lui? Aveva sbagliato e quindi era giusto che pagasse a prezzo alto le conseguenze! E invece quelli sghignazzavano a vederlo scuro di rabbia e impotente a causa delle ammonizioni dei suoi superiori.
In generale se la godeva a picchiare certe persone, un po' perchè i pezzi di merda erano della stessa stoffa del suo patrigno alcoolizzato, un po' perchè aveva l'idea di sentirsi davvero forte.
Di dare in qualche modo esempio a tutti che lui era davvero in gamba e disposto sempre al confronto.
Tuttavia come è già stato detto, a causa del suo carattere davvero ingestibile si era ritrovato negli ultimi tempi a scontrarsi più volte con i suoi superiori fino ad essere “degradato” temporaneamente da tenente a comune poliziotto.
Costretto a seguire dei casi di merda assieme a dei coglioni di novellini che lo irritavano ancor più dei delinquenti che giravano a piede libero.

Esempio lampante di quel suo disagio, era la missione che lo attendeva quel mattino.
Sedare una lite famigliare avvenuta in un quartiere periferico non molto diverso da quello dove abitava un tempo lui. Solo dall'altro capo della città e con più servizi rispetto al suo luogo di nascita.
Vi erano infatti uffici postali, botteghe varie e persino un cinema. Benché stesse percorrendo con l'auto di servizio ad una velocità sostenuta lungo la via quasi rettilinea, riusciva a scorgere parecchi dettagli.
“Non sembra male come posto, eh capo?”
A parlare fu la recluta Di Roy Linker seduto sul sedile del passeggero, meglio conosciuta nell'ambiente degli informatori con l'appellativo di D-Roy.
Un giovanotto dal sorriso velatamente inquietante a cui Grimmjow doveva diversi favori. Il fatto che fin da bambino vivesse in strada lo aveva aiutato a comprendere meglio il mondo criminale che lo circondava e quindi a farlo diventare una spia perfetta al servizio della legge.
Quanto meno a Jaggerjack, dato che si fidava solo di lui e non degli altri poliziotti, di conseguenza se in passato aveva eseguito retate - e pestaggi - eccellenti, lo doveva solo a lui.
Poi di punto in bianco il ragazzo decise di entrare anche lui in polizia, forse per pararsi il culo dai troppi nemici che si era fatto in strada.
“Non fidarti Roy... Non siamo ancora in terra borghese!”
quasi ci mancò che sputasse su quella parola il colossale poliziotto, ma al suo gracile sottoposto strappò solo una risatina un po' sadica.
Ignorando tale risata però, l'uomo al volante sterzò bruscamente a destra immettendosi in una strada poco trafficata.
Qui le case in cemento finivano e si potevano osservare delle vecchie villette in legno di quello che un tempo doveva essere un quartiere benestante. Almeno prima che la delinquenza e lo spaccio arrivasse sin lì.
La strada inoltre era costellata di buche, crateri alle volte piccoli e in altri casi enormi su di un asfalto ormai reso bianco dallo scorrere degli anni.
Jaggerjack imprecò non poco per quegli sbalzi improvvisi e secchi. L'ultima cosa che voleva era che gli ammortizzatori della volante andassero in pezzi.

Tuttavia con non poche bestemmie i due riuscirono ad arrivare a destinazione.
Una piccola villetta in legno su due piani la cui unica singolarità stava in un unico albero nel giardino centrale, forse una betulla, e una giovane donna in evidente stato interessante che lo osservava con insistenza.
Il perchè lo osservasse però, per loro era ancora un mistero.
“Pare che la chiamata sia arrivata da qui... Ma non vedo piatti volare o cadaveri in giro” “Chissà Roy, magari sta' cazzo di festa deve ancora iniziare!”
L'umorismo del suo superiore era alquanto distruttivo, ma era anche per quello che gli stava decisamente più simpatico rispetto gli altri sbirri.

Sistemandosi quindi la camicia dentro i pantaloni di jeans, e nascondendo gli occhi un po' stressati dietro un paio di lenti scure, Grimmjow si apprestò assieme al suo nuovo adepto a raggiungere quella assurda figura.
Erano entrambi con abiti civili indosso, ambedue infatti - Jaggerjack in primis - non sopportavano di mettersi quella scomodissima divisa d'ordinanza. Ad ogni modo comunque, i distintivi erano sempre in bella vista.
Appeso al collo per Roy, tenuto saldo sul cinturone per il suo superiore.
Più Grimmjow si avvicinava all'apparente gracile figura, e più ne scorgeva i dettagli anatomici.
Non le avrebbe dato neppure venti anni. Era una giovane dai lineamenti decisamente asiatici e dai capelli raccolti in due lunghe trecce.
Al massimo la giovane era appena maggiorenne e quella gravidanza era il frutto di una vita un po' sconsiderata, ma il suo sguardo fiero era una cosa decisamente spiazzante.
Vedere una troietta con lo sguardo di un guerriero non era cosa da tutti i giorni. E questo era il pensiero che per un breve momento fulminò il giovane tenente.
Trattenne un profondo sospiro di risentimento nei polmoni una volta che le si avvicinò, percorrendo giusto qualche metro da dove aveva parcheggiato, e la squadrò ben bene prima di porgerle la solita domanda di rito.
“È lei ad averci chiamato signora?”
calcò in modo un po' amaro l'ultima parola perchè la mocciosa che aveva davanti non poteva essere considerabile come signora. Anche quel “lei” iniziale aveva un non so che di forzato. Grimmjow decisamente non amava i convenevoli.
Quella però, di tutto rispetto continuava ad ignorarlo. Continuando a guardare le alte e scure chiome di quell'albero di cui assolutamente lui non conosceva la specie. Seria in volto e decisamente determinata, e lui le odiava le stronze.
“Capo, magari questa qui è sorda” esordì in grande stile Roy.
Lui prontamente lo ignorò prendendosi un appunto mentale di iniziare a schiaffeggiare quella tizia se entro cinque secondi non avesse iniziato a parlare.
Per sua fortuna però, non ce ne fu bisogno, dato che voltando lentamente lo sguardo critico verso i due quella iniziò a parlare.
“Siete in ritardo!”
Disse in tono decisamente aspro.
Jaggerjack dovette buttare giù una gran quantità di nervosismo ma tenne i nervi saldi nonostante quelle parole sfrontate.
“Qual è il problema?!”
Se si trattava di un altro scherzo come quella fatto dai teppistelli di quartiere avrebbe dato fuoco a tutto questa volta.
La tizia però, quasi ignorandolo, tornò ancora una volta ad osservare le fitte fronde di quell'albero assottigliando maggiormente le palpebre degli occhi fino a ridurle a due fessure.
Assottigliando persino la voce nelle parole successive.
“Il mio gatto non riesce a scendere da lassù...”
Quelle parole incuriosirono non poco il corpulento poliziotto che, abbassandosi gli occhiali da sole per osservare meglio il tutto, notò finalmente il perchè della chiamata. Lo sguardo gli si accese di lieve perplessità a quel perchè.
“Oh - borbottò a quella vista insolita - un gatto bello grosso direi!”
“Colpa del cibo che gli do...” sibilò ancora quella, sempre più inviperita.
Pareva fosse stata ferita quasi nell'orgoglio.
Poco distante da lui persino Roy provò a scrutare oltre quei maledetti rami ma non riuscì a vedere nulla uscendone quindi con un grugnito di disapprovazione.
Ed ignorando l'esistenza di quell'insulso novellino i due continuavano la loro chiacchierata. Anche se sembrava più uno scambio di battute prima di menarsi di botte.
“È stato per caso il gatto a metterti incinta ragazzina?”
La sua domanda era assai diretta ma comunque pure la risposta fu pungente.
“Secondo lei signore?”
“Beh, è una bella pancia direi - la squadrò meglio quasi ammirato e totalmente sincero - cos'è? Sei al sesto mese?”
Le sue parole non erano affatto malvagie, ma invece di farle un complimento sembrò farle l'offesa più grande del mondo.
Quella si voltò e poco ci mancò che lo pugnalasse con il proprio sguardo. Due perle scure che sembravano maledire (e maledirsi) per quelle parole appena dette.
Solo rare volte Grimmjow si era ritrovato a disagio a contatto con una persona, quasi stesse sbagliando a dire qualcosa.
Ebbene quello era uno di quei rari momenti.
“Sono al quarto...!”
fu come il soffio di un gatto incazzato e poco sembrò volesse piantargli delle unghie affilate nella schiena! E dato che lui non ne voleva proprio sapere, liquidò la cosa con un borbottio riguardante un complimento su una possibile gravidanza gemellare.
Di queste cose un po' ne sapeva, dato che aveva un figlio di quattro anni.
“Va bene ragazzina - concluse infine stiracchiandosi un po' le braccia in modo plateale, si stava annoiando di quella situazione - vediamo di mandare giù il tuo gatto eh?”
con noncuranza estrasse dalla fondina posta dietro la schiena la sua pistola d'ordinanza, e con tutta la naturalezza di questo mondo prese la mira verso l'obbiettivo posto in cima a quei rami apparentemente sottili per supportare un peso del genere.
Fortuna che quella se ne accorse in tempo, e avvertendo il lamento preoccupato del proprio gatto, aggredì verbalmente il poliziotto sciagurato.
“Pezzo di idiota!! non lo voglio morto! Lo voglio solo giù dall'albero!!”
La tipa stava esagerando assai con il tono di voce impertinente, tanto che finalmente pure Grimmjow abbandonò i piccoli convenevoli per guardarla male.
Anzi malissimo.
Uno scambio di sguardi e di tensione che avrebbe fatto risorgere pure un morto, ma che nella recluta Roy esercitò solo un lieve interesse dato che venne attirato da degli schiamazzi provenienti da tutt'altro capo della strada.

“Ehi Soi Fon! Ehi ragazzina!”
Dall'altra parte della strada, in linea retta con la piccola villetta in legno ormai consunta dalla vecchiaia e dalla vernice scrostata, vi era l'unico edificio in cemento che non era adibito ad abitazione privata. Ma bensì ad autofficina.
E nello spiazzo di quel basso edificio, proprio davanti alla grande entrata del garage, vi era un uomo dalla pelle bronzea e dai numerosi tatuaggi rossi che con una certa enfasi stava aizzando la futura madre.
“Buttalo giù da lì e riempilo di botte! Ah, ah!”
Distratto da quella voce prepotente Jaggerjack scrutò per bene il nuovo seccatore e la compagnia che bazzicava attorno a lui.
L'arringatore era un uomo corpulento quanto lui, e forse di medesima età. A petto nudo, faceva bella mostra dei suoi tatuaggi tribali di probabile natura indiana, mentre i pantaloni blu da lavoro erano sporchi delle più disparate macchie d'olio.
Gli altri due invece, differivano molto di aspetto. Vi era infatti un uomo biondo dall'aspetto androgino - intento con i gomiti appoggiati alla staccionata, a rigirarsi in bocca uno di quegli spiedini da pesce - con indosso la divisa da meccanico immacolata; e un uomo possente e tarchiato - ma dallo sguardo decisamente tranquillo - seduto sul cofano di una macchina demolita intento a ripulire con uno straccio un radiatore.
Sulla maglietta che indossava vi erano delle lettere sbiadite che riportavano la parola “Poww”.
Entrambi gli uomini comunque, assieme al loro collega indiano, si stavano gustando il colorito siparietto.
“Oh falla finita Abirama!! E fatti gli affari tuoi!”
La giovane a quella intrusione si accigliò non poco dato che stava per affrontare a viso aperto, nonostante il suo stato, il poliziotto energumeno. Ma a quanto pare la scenetta era fin troppo divertente per quei tre bastardi di Poww, Findor e Abirama.
In particolare per quest'ultimo, dato che se la rideva a crepapelle nonostante le sue minacce.
Per Grimmjow, questa era decisamente una famiglia piuttosto assurda. Ancor più della sua.
Ma ciò non toglieva che era stanco di questa missione che praticamente non aveva senso... Era il classico lavoro per i pidocchi.
Niente scontro, niente divertimento.
Di conseguenza tanto valeva chiuderla li e sbrigarsi a risolvere il caso. Era stanco ed era per giunta sabato. E al sabato l'unica compagnia che tollerava era quella di suo figlio e il suo unico passatempo rompere le scatole a quel frocio di Kurosaki. Il suo attuale vicino di casa.
“Ehi Roy... - guardò brevemente il giovane collega come a dirgli quello che aveva in mente - dammi una mano a sistemare lo stronzo qua sopra...”
il novellino di tutta risposta brontolò un “sissignore” ed entrambi, o quasi, ignorarono il fatto che la cosa sopra l'albero si indignò per le parole dette dal poliziotto.
“Ehi! Ehi! A chi hai dato dello stronzo eh?!”
“A te pezzo di cretino!” rispose quasi ruggendo l'irato Jaggerjack. Non sopportava i ragazzini arrapati e maleducati.

I due poliziotti iniziarono dunque la manovra finale per instaurare l'ordine in quella fetta di anarchia.
Con il novellino a scuotere il tronco dell'albero con ambo le mani, e il suo superiore a assestare potenti spallate e calci alla ruvida corteccia in modo da convincere quel fottuto gatto a scendere.
La scena era ciò che di più comico il trio di meccanici avesse mai visto da quasi quattro mesi a quella parte. Ovvero da quando il loro “fratellino” aveva comunicato loro di aver messo incinta la fidanzata.
Le fronde dell'albero si muovevano con assurda ferocia, come se fossero vive e come se l'albero dovesse da un momento all'altro uscire dal terreno e camminare.
I due poliziotti poi, erano uno spasso dato che non facevano altro che pestare una pianta inanimata ed imprecare ad essa, oppure al “gatto” quando provava a protestare con loro.

“Zitto figlio di troia e scendi!!”
“Ma se scendo quella mi pesta di botte!”
“Non me ne frega niente! Sii uomo cazzo!”


Il divertimento era assicurato benché Soi Fon, a braccia incrociate e critica nell'osservare l'operato dei due, non si stava affatto divertendo.
Poi finalmente, come se succedesse un miracolo sotto gli occhi di quei peccatori, l'albero partorì finalmente la sua creatura.
Un ragazzino dagli stessi abiti da lavoro dei meccanici poco distanti, cadde come un frutto maturo con un grido smorzato dal colpo al sedere decisamente brusco.
“Ohh... Merda!”
era un giovanotto giovane, della stessa età della ragazza quasi sicuramente. Ragazza che lo fulminò con lo sguardo una volta ultimato il lavoro dei due scaltri poliziotti. Che abbastanza soddisfatti del proprio operato si ripulivano di foglie e di corteccia rimasta attaccata agli indumenti.
“Signor Ggio Vega! Ben tornato tra noi eh!”
La vipera ora aveva assunto la posa di una di quelle che si prepara a fare la ramanzina al marito ritardatario. Forse sarebbe stata una scena sicuramente spassosa, ma i due - e soprattutto Grimmjow ovviamente - non erano in vena di osservarla per intero.
E mentre quei due iniziavano a battibeccare ancora, si allontanarono senza dire una parola.
“Uhm capo, mi sa che quello sull'albero tra un po' ci torna...”
“Affari della prossima volante Roy, se permetti mi sono rotto il cazzo di stare qua!”
l'ex informatore a quell'ennesima battutina acida del capo ridacchiò di gusto. Risata comunque ignorata dal superiore che con cipiglio seccato, raggiungeva la vecchia volante per allontanarsi il prima possibile da quel luogo di merda.
E anche se saliti in auto, alcuni spezzoni di conversazione giunsero sino a loro benché fossero riluttanti a riceverli.

“Soi Fon... Accidenti a te! C'era proprio bisogno di chiamare la polizia? Che disonore”
“Si ce ne era bisogno! Dato che non vuoi prenderti le tue responsabilità!”
“Non se tu mi prendi a padellate in testa dannata!”


Decisamente seccante e poco divertente da ascoltare, Grimmjow digrignò i denti e mise in moto con gesto nervoso intento più che mai ad allontanarsi da lì.
Nonostante il suo stupido adepto se la stesse sghignazzando di gusto nel vedere quei due litigare ancora. Manco si trattasse di un film porno.
Pessimo lavoro, pessimo fine settimana.
Pessimi colleghi, pessima vita!



La tenacia di un poliziotto era davvero messa a dura prova ogni giorno da eventi più o meno importanti comprese le cazzate come queste.
Ma tuttavia, anche se con ardua difficoltà, al caro Grimmjow la tenacia non mancava.





Questa shot mi è venuta totalmente spontanea. Niente di troppo eccessivo se non forse il linguaggio colorito!
In futuro tuttavia, pensavo di dedicarmi anche a qualcosa di un po' più impegnato e magari a rating rosso. Spero che comunque l'abbiate gradita!

   
 
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