08/03/2018
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Daydream - 백일몽
-Mi sembra di vivere in un sogno.- gli mormorò nell’orecchio, anche se Yoongi non fu subito sicuro che l’interlocutore fosse lui.
Il fatto che avessero un’intera stanza piena di posti in cui sedersi non aveva fermato l’insopportabile vizio di Hoseok di invadere il suo spazio in modo esagerato che l’aveva portato a diventare, anche quella volta, l’appoggio preferito, l’incastro perfetto per la testa dell’altro.
Perciò, anche quando in realtà stava parlando con Taehyung o Namjoon, il soffio che usciva dalle labbra del minore doveva necessariamente accarezzare il collo di Yoongi prima di arrivare alle orecchie degli altri due.
Per questo ci mise qualche secondo prima di girarsi appena verso l’altro e constatare che stava probabilmente parlando tra sé e sé.
Ancora indeciso se i capelli che gli solleticavano l’orecchio gli stessero dando fastidio o piacere, si schiarì la gola e schiuse le labbra: era pronto, anzi prontissimo a cominciare uno dei suoi discorsi, di quelli aspri, nichilisti, profondamente misantropi. Aveva tutto il materiale necessario a smontare qualsiasi affermazione ottimista ben catalogato nei cassetti della sua mente, ed aveva già in mano la chiave per aprire il primo.
Si sistemò meglio sul divano, raddrizzando un po’ di più la schiena e girandosi verso il rosso: all’improvviso non ebbe il coraggio di dirgli che la realtà era un’altra, che la felicità era effimera ed il dolore dietro l’angolo, che il mondo gli sarebbe crollato addosso nel momento in cui pensava di averlo tra le mani, che i suoi sogni erano fragili come vetro sottile e che si sarebbero frantumati sotto la minima pressione.
Non ebbe il coraggio di dirglielo perché Hoseok aveva negli occhi la speranza di un bambino convinto di poter raggiungere il cielo dondolandosi sull’altalena.
Perciò ingoiò il veleno che stava per sputare e gli diede piuttosto un pizzicotto sulla guancia.
Hoseok, che lo conosceva bene, lo interpretò come quello che sarebbe dovuto essere, ma che Yoongi non aveva il coraggio di fare: una carezza.
-Sì. È decisamente un sogno.- ripeté. Ma questa volta lo guardò negli occhi.
Il fatto che avessero un’intera stanza piena di posti in cui sedersi non aveva fermato l’insopportabile vizio di Hoseok di invadere il suo spazio in modo esagerato che l’aveva portato a diventare, anche quella volta, l’appoggio preferito, l’incastro perfetto per la testa dell’altro.
Perciò, anche quando in realtà stava parlando con Taehyung o Namjoon, il soffio che usciva dalle labbra del minore doveva necessariamente accarezzare il collo di Yoongi prima di arrivare alle orecchie degli altri due.
Per questo ci mise qualche secondo prima di girarsi appena verso l’altro e constatare che stava probabilmente parlando tra sé e sé.
Ancora indeciso se i capelli che gli solleticavano l’orecchio gli stessero dando fastidio o piacere, si schiarì la gola e schiuse le labbra: era pronto, anzi prontissimo a cominciare uno dei suoi discorsi, di quelli aspri, nichilisti, profondamente misantropi. Aveva tutto il materiale necessario a smontare qualsiasi affermazione ottimista ben catalogato nei cassetti della sua mente, ed aveva già in mano la chiave per aprire il primo.
Si sistemò meglio sul divano, raddrizzando un po’ di più la schiena e girandosi verso il rosso: all’improvviso non ebbe il coraggio di dirgli che la realtà era un’altra, che la felicità era effimera ed il dolore dietro l’angolo, che il mondo gli sarebbe crollato addosso nel momento in cui pensava di averlo tra le mani, che i suoi sogni erano fragili come vetro sottile e che si sarebbero frantumati sotto la minima pressione.
Non ebbe il coraggio di dirglielo perché Hoseok aveva negli occhi la speranza di un bambino convinto di poter raggiungere il cielo dondolandosi sull’altalena.
Perciò ingoiò il veleno che stava per sputare e gli diede piuttosto un pizzicotto sulla guancia.
Hoseok, che lo conosceva bene, lo interpretò come quello che sarebbe dovuto essere, ma che Yoongi non aveva il coraggio di fare: una carezza.
-Sì. È decisamente un sogno.- ripeté. Ma questa volta lo guardò negli occhi.