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Autore: foschi    10/03/2018    6 recensioni
Uno strano istinto aveva spinto il ragazzo ad abbracciarla, accarezzandole dolcemente la testa: lui aveva vissuto sempre in libertà e ci teneva ancora alla sua libertá, per questo non riusciva a capacitarsi del perché una ragazza fragile come lei dovesse vivere in quelle condizioni; sí, conosceva il suo segreto, ma non era una valida spiegazione per quella reclusione! Per un momento trovó solo rabbia per quella famiglia di assassini.
«Gon?» lo chiamó lei perplessa da quell'atteggiamento «Va tutto bene?»
«Ora ci sono anche io a proteggerti, Alluka.»
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alluka Zaoldyeck, Gon Freecss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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~ Ti posso baciare?

 

 

Titolo: ~ Ti posso baciare?

 Raiting: Verde

 Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico

 Personaggi: Alluka Zoldyeck, Gon Freecs

Pairing: Het

Avvertimenti: OOC                                           

Note dell'autore: Non bazzico spesso da queste parti ma quando lo faccio... torno con le coppie piú improbabili, in questo caso con una Gon x Alluka - dai sono tenerissimi! *^*

Come dico nelle note, la coppia è etero perché per me Alluka è donna: sí, so che è un ragazzo (santo Togashi!) ma io preferisco vederlo come donna ♡

In questa fiction - e nella prossima, perché sí, ci sarà il seguito! - ho modificato l'etá dei personaggi: hanno all'incirca sedici anni Gon e Killua, quattordici Alluka. L'ho fatto per motivi pratici ^^"

L'arco temporale puó essere qualunque preferiate, io la colloco dopo che Alluka ha salvato Gon in fin di vita all'ospedale.

Bene, detto ció, buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

Gon uscí silenziosamente dalla stanza per non svegliare nessuno. Era notte fonda e lui non riusciva a prendere sonno: sapere che quella persona dormiva nella stanza accanto gli faceva contorcere lo stomaco - ed era strano, si disse, non aveva mangiato nulla di pesante a cena.

Doveva tutto a quella persona: gli aveva salvato la vita, nonostante tutti i pericoli che aveva corso. E poi... diavolo come non lasciarsi incantare dalla dolcezza dei suoi occhi, dall'allegria del suo sorriso e dal calore del suo essere..?

Sospiró chiudendo dietro di sè la porta. Chissà se aveva fatto bene a fermarsi lí, a casa loro quella sera...

 

Rimase impietrito quando, giunto vicino alla porta che dava sul giardino, la vide seduta a guardare pacificamente il paesaggio notturno. Dire che era bellissima era troppo riduttivo. Lí, con la luce della Luna ad illuminarle il profilo ed i neri capelli lunghi, con le stelle che si riflettevano nei suoi occhi azzurri, sembrava una creatura eterea, una divinitá.

Deglutendo, le si avvicinò piano, quasi temesse che sparisse.

«Sveglia anche tu?»

Alluka sobbalzó e si voltó. L'espressione impaurita si sciolse in un dolce sorriso.

«Sí, mi capita spesso di non dormire.»

«Oh.» esclamó stupito il ragazzo, perché all'improvviso era cosí preoccupato? Perché dietro a quel sorriso pacato e quegli occhi socchiusi gli sembrava di vedere una creatura fragile, da abbracciare, da rallegrare, da risollevare se avesse pianto, da difendere - ed effettivamente era quello che giá faceva Killua, allora perché era geloso? Perché avrebbe voluto essere al posto dell'amico? Cos'era quel sentimento che gli scaldava il petto e gli faceva battere il cuore quando lei lo guardava? «Come mai?»

Alluka ridacchió «Non saprei, è cosí... da sempre credo.» il volto si era rabbuiato, lo sguardo basso era ora coperto da un velo di tristezza: nonostante la libertà ancora temeva di rimanere da sola. Piú che comprensibile: aveva passato la vita chiusa in una stanza con freddi peluche e giocattoli che nel buio della camera sembravano demoni pronti a ghermirla e, rannicchiata in un angolo, non faceva che aspettare la luce. Per questo quella notte ammirava la luce della luna: la rassicurava, accarezzandola piano.

Uno strano istinto aveva spinto il ragazzo ad abbracciarla, accarezzandole dolcemente la testa: lui aveva vissuto sempre in libertà e ci teneva ancora ad essa, per questo non riusciva a capacitarsi del perché una ragazza fragile come lei dovesse vivere in quelle condizioni; sí, conosceva il suo segreto, ma non era una valida spiegazione per quella reclusione! Per un momento provó solo rabbia per quella famiglia di assassini.

«Gon?» lo chiamó lei perplessa da quell'atteggiamento «Va tutto bene?»

«Ora ci sono anche io a proteggerti, Alluka.» se l'era ripromesso: avrebbe difeso la giovane a cui doveva la vita; l'avrebbe fatto anche per quel sentimento che gli riempiva il petto.

Gli occhi di Alluka si sgranarono e poi fecero lucidi mentre si stringeva a lui. «Grazie.»

Rimasero cosí per un tempo che sembrava indefinito: godevano della pace e del silenzio, del calore di quell'abbraccio.

«Alluka.» gli occhi lucidi e finalmente sereni di lei si posarono su quelli fermi e caldi di lui «Ti posso baciare?»

E quegli occhi azzurri si sgranarono stupiti: un bacio? Uno di quelli fraterni che gli dava Killua? Si ritrovó ad arrossire: nessuno oltre al fratellone l'aveva baciata e chissà come sarebbe stato sentire le labbra di qualcun altro sulla sua guancia...

Annuí piano, leggermente intimorita. Non si sarebbe certo aspettata che le labbra di Gon avrebbero premuto piano sulle sue! Un dolce ed improvviso calore le avvolse il petto, diffondendosi in tutto il corpo: era piacevole, la faceva sentire cullata e protetta - e perché il cuore aveva iniziato a battere forte?

Si separarono quando la necessità di aria era diventata impellente, dopo che il contatto era divenuto piú profondo; dopo che le loro lingue si erano accarezzate passionali. Erano entrambi storditi per quello che era successo, non avevano mai provato nulla di cosí dolce e travolgente ma non erano pentiti, affatto.

«Mi piaci, Alluka.» mormoró dolce accarezzandole una guancia. Lei sorrise e si strinse a lui, felice: ancora non poteva credere che qualcuno la amasse oltre a Killua.

«Grazie, Gon. Grazie di cuore.»

 

 

Le lacrime minacciavano di uscire dagli occhi lucidi di Alluka: non voleva che Gon se ne andasse, che la lasciasse, non ora che la presenza del compagno era diventata indispensabile.

«Tornerai vero?» un singhiozzo le incrinó la voce

Gon sorrise accarezzandole la testa: gli si spezzava il cuore a doverla lasciare, ma suo padre lo stava aspettando.

«Torneró.» esclamó serio «Tu aspettami, va bene?» un sorriso dolce si dipinse sul volto.

Alluka annuí, ricambiando il sorriso «Va bene.»

Gon congiunse le loro labbra per un'ultima volta, erano bagnate e quel bacio trasmise tutto quello che le parole non riuscivano ad esprimere: gratitudine, dolore per quella separazione, amore. Il ragazzo la strinse a sè mentre guardava il suo migliore amico che sorrideva, seppur stupito e perplesso.

 

Gli era quasi venuto un infarto quando quella mattina se li era trovati abbracciati a scambiarsi piccoli baci nella cucina di quella casa che Killua ed Alluka avevano preso.

"Stiamo insieme!" aveva trillato allegro Gon mentre la Zoldyeck rideva all'espressione shoccata del fratello.

 

«Killua, prenditi cura di lei.» sorrise l'hunter, richiamando l'attenzione dell'amico.

Lo Zoldyeck ricambió il sorriso «Ovviamente.»

«Allora ciao.» e si avvió, solo dopo aver regalato un altro bacio alla ragazza, che lo guardó allontanarsi con le lacrime che le rigavano il viso.

Killua le si fece incontro e le cinse le spalle con un braccio: era ancora spiazzato per la relazione fra il suo migliore amico e sua sorella ma conosceva entrambi e si fidava di Gon: l'avrebbe resa felice dopo il suo ritorno «Dai andiamo.»

Alluka si voltó un'ultima volta verso il punto dove era andato via l'hunter.

«Torna presto.»

   
 
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