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Autore: _Lilli_    11/03/2018    2 recensioni
Una visita inaspettata ed una stramba proposta mettono di fronte ad un'ardua scelta Nàli, che si ritroverà a combattere per la propria vita e per quella dei suoi compagni d'avventura. Ma tanti dubbi la assalgono, la paura di non essere accettata per ciò che è. O che forse, non è affatto.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gandalf, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il bosco era silenzioso attorno lei e nemmeno un alito di vento soffiava tra i rami dei folti alberi, mentre con passo felpato seguiva un indefinito sentiero su cui orme di zoccoli tradivano la presenza di altri esseri viventi oltre lei; caddero alcune foglie al suo passaggio e cercando di fare il minor rumore possibile raggiunse un piccolo corso d’acqua dove trovò alcune cerve intente ad abbeverarsi, e nascosta dietro un cespuglio decise di attaccarle: non era mai stata brava nel tiro con l’arco ma se la cavava piuttosto bene con un approccio diretto quindi aveva imparato ad arrangiarsi usando solo un coltello che però sapeva fare il suo dovere; era un modo rischioso dato che poteva far fuggire le prede e rimanere così a mani vuote ma questo non la spaventava, anzi la spronava ad impegnarsi e a dare il meglio di sé. Si avvicinò di qualche passo cercando di non spaventare gli animali cercando di individuare l’anello debole del piccolo branco e trovò l’esemplare perfetto intento a bere poco distante: notò che era ferita alla zampa posteriore destra e questo lo rendeva di certo meno veloce rispetto agli altri quindi si concentrò su quella cerva, e stringendo l’impugnatura del coltello fece un bel respiro flettendo i muscoli delle gambe pronta al balzo che l’avrebbe portata diritta alla sua preda; sgomberò la mente da ogni possibile distrazione e partì all’attacco avventandosi sulla preda prescelta che accorgendosi troppo tardi del pericolo tentò di fuggire ma come previsto dalla nana la zampa ferita limitò la sua fuga e alla fine riuscì a raggiungerla saltandole addosso e conficcando con un unico gesto la lama nel collo. Le altre cerve fuggirono terrorizzate mentre la sua preda si dimenava convulsamente fino a che il corpo smise di muoversi e la vita abbandonava del tutto le sue membra, il colpo netto e preciso le era stato fatale e Nàli ansimando per lo sforzo restò inginocchiata accanto al corpo inerme chiudendo un istante gli occhi e mormorando una piccola preghiera per la cerva: non se ne spiegava il motivo eppure aveva sempre sentito il bisogno di farlo, come a volersi scusare per aver strappato quella vita innocente.
 
Messi da parte i convenevoli trascinò il corpo dell’animale fino alla radura dove Dwalin prontamente la aiutò afferrando il loro pranzo senza sforzo alcuno, e trasportandolo su una spalla lo portò a Bombur che lo avrebbe cucinato; gli altri nani esclamarono sorpresi e felici alla vista della cerva dato che grazie alla sua carne non avrebbero intaccato le loro provviste, era stata Nàli stessa a proporsi di andare a caccia per potersi rendere utile. Non sapeva quanto sarebbe durato il viaggio e nemmeno se le provviste sarebbero state sufficienti soprattutto ora che il confine con le Terre Selvagge si avvicinava, un luogo tanto vasto quanto pericoloso dove non avrebbero trovato di certo un villaggio dove potersi rifornire: dovevano quindi fare attenzione alla suddivisione del cibo con grande disappunto dello Hobbit e della maggior parte dei nani che erano abituati a mangiare abbondantemente; ma dopo ogni pasto canti e storie allietavano gli stanchi viaggiatori e questo sembrava far dimenticare loro questo piccolo ma non trascurabile dettaglio. «Quella cerva è davvero un bell’esemplare, e tu sei bravissima a cacciare!» Esclamò un impressionato Bilbo osservando Nàli mentre ripuliva il coltello dal sangue, e lei sorrise un po’ imbarazzata liquidando la faccenda con una scrollata di spalle. «Nulla di che credimi, sono stata solo fortunata. L’animale era ferito quindi è stato facile catturarlo.» Lo Hobbit annuì apprezzando la modestia con cui la nana sembrava sempre giustificare ogni suo gesto. «Sei comunque brava e siamo fortunati ad averti nella Compagnia, persino Thorin ti apprezza anche se non lo esprime apertamente. Anzi, sono quasi convinto che non ne sia capace.» Scherzò il mezzuomo e risero entrambi spaventando un povero passerotto che stava cinguettando poco distante e che spiccò il volo in direzione del bosco. «So che per te non deve essere stato facile aver lasciato tutte le tue belle comodità per vivere in questo modo, sapendo anche a cosa stai andando incontro. Sei più coraggioso di quanto tu non creda Scassinatore, e prima o poi te ne accorgerai.» Il Signor Baggins fu sorpreso da quelle parole e stavolta fu lui a scrollare le spalle per sminuire la faccenda. «Non sono un grande guerriero come voi, non so nemmeno usare una spada. Forse troverò un modo per cavarmela o forse no, ma ho dato la mia parola e non posso tirarmi indietro.» Nàli annuì soddisfatta alla sue parole e gli passò la borraccia per condividere con lui un sorso di birra mentre il buon odore della carne di cerva si spandeva nell’aria facendo brontolare più di qualche stomaco. «Non temere, Thorin accetterà anche te. Devi solo dargli il modo e il tempo per apprezzare le tue qualità e lo faranno anche gli altri, io e Balin lo facciamo già e ti stimiamo quindi sei già a buon punto.» Si voltarono entrambi in direzione del vecchio nano che stava chiacchierando con Gandalf poco distante dal resto della Compagnia, e Bilbo annuì con un ampio sorriso sentendosi rincuorato dalle parole della nana capendo in quel momento di aver appena trovato un’amica sincera di cui fidarsi soprattutto nei momenti difficili che ben presto avrebbero incontrato sul loro cammino.
 
La Compagnia consumò il pranzo in un clima piuttosto sereno e rilassato ma il tempo stringeva e Scudodiquercia li costrinse a rimettersi in viaggio per poter trovare un riparo sicuro prima della notte, quindi tra lamentele e brontolii di disappunto tornarono tutti in sella ai loro pony e ripresero il loro cammino attraversando una grande vallata che terminò poco distante dal fianco di una montagna e da un ruscello dove trovarono un posto riparato che sembrò soddisfare il Principe dei nani; intimò agli altri di preparare l’accampamento e prima che il sole morisse oltre l’orizzonte Nàli lasciò la sua cavalcatura per raggiungere il ruscello e cercare di pescare qualcosa in vista della cena, seguita a ruota dallo Hobbit che si sentiva a disagio e fuori posto in compagnia degli altri nani. «Gandalf mi ha detto che non sei cresciuta sulle Montagne Azzurre con la tua famiglia, come mai tua madre decise di rimanere in quella cittadina?» Chiese Bilbo osservando Nàli mentre toglieva gli stivali e arrotolava i calzoni sopra il ginocchio per non bagnarli, e notando il suo silenzio si pentì subito della domanda; forse era stata troppo indiscreto e l’aveva indispettita, ma Nàli dopo averci pensato su decise di rispondere al suo nuovo amico in modo del tutto sincero. «Mia madre fu bandita dal re, suo nonno e di Thorin, perché fuggì per sposare un uomo.» Sorrise all’espressione sorpresa dello scassinatore ed entrando in acqua si fermò in un punto abbastanza profondo dove vide dei pesci nuotare indisturbati accanto a lei. «Mio padre. Era un Rohirrim, un Signore dei Cavalli, o così diceva mia madre quando mi parlava di lui ma non le ho mai creduto; ho sempre pensato che fosse un semplice uomo tutt’altro che interessante e non come lei ha voluto farmi credere, una piccola bugia in fin di bene per farmelo amare nonostante io non l’abbia mai conosciuto dato che morì a seguito di un attacco degli orchi quando ero molto piccola e non ho alcun ricordo di lui.» Mentre parlava, Nàli catturava i succulenti pesci con mani ferme e decise posandoli in un capiente cesto e Bilbo la ascoltava avidamente desideroso di saperne di più. «Poi si è risposata con un rispettabile nano che mi ha cresciuta come fossi figlia sua, ma mia madre ha sempre rifiutato di tornare a vivere sulle Montagne Azzurre sentendosi tradita e abbandonata da coloro che l’avevano scacciata senza farsi troppi scrupoli; l’unico membro della famiglia che si interessava a noi era Thorin che ogni tanto veniva a trovarci anche se ho vaghi e confusi ricordi su di lui, e questo è uno dei motivi per cui non sono partita con i pochi nani che fuggivano dall’epidemia: non ho più nessuno, e per quanto loro possano essere simpatici o amichevoli per me rimangono degli estranei.» Lo scassinatore rifletté sulle parole di Nàli sentendosi enormemente dispiaciuto per la sua triste storia e questo gli fece comprendere il suo atteggiamento scostante e il fatto che interagisse poco con i compagni, anche la nana proprio come lui si sentiva a disagio e diversa; era ferita e si sentiva sola nonostante fosse circondata da un nutrito gruppo molto affiatato. «Forse questo viaggio ti aiuterà a capire cosa provi e soprattutto a decidere cosa farai una volta riconquistata Erebor.» Il mezzuomo non mentiva e lei sapeva bene che prima o poi avrebbe dovuto fare una scelta, ammettendo a se stessa che aveva paura di prendere una decisione e cercava di evitarla come fosse la creatura più disgustosa della Terra di Mezzo. «Quando ci arriveremo saprò cosa fare Bilbo, per ora i tempi non sono ancora maturi e penso che non sia saggio prendere decisioni in modo affrettato.» Si giustificò sorridendogli mentre usciva dal ruscello con il cesto abbastanza pieno da poter sfamare tutti, e lo Hobbit rise scendendo dal masso su cui era seduto per seguirla e tornare dalla Compagnia e lasciare a Bombur i pesci che avrebbe cucinato per cena.

 Thorin ascoltava distrattamente Gandalf e Balin discutere sui vari pericoli che avrebbero incontrato una volta entrati nelle Terre Selvagge mentre osservavano scrupolosamente la mappa che lo stregone aveva dato a Scudodiquercia alcuni giorni prima, che perso nei propri pensieri osservava i membri della Compagnia intenti ad occuparsi dei pony o preparare i loro giacigli per la notte; quando il suo sguardo si posò su Nàli e lo Hobbit di ritorno con il pesce aggrottò le sopracciglia e si lasciò sfuggire un borbottio che attirò l’attenzione dei due interlocutori poco distanti. «Guardar male nella loro direzione non ti sarà di grande aiuto Thorin, dovresti parlare con lei anche se non condivido la tua decisione .» Si espresse Gandalf, supportato da Balin che rincarò la dose. «Ha preso la sua decisione firmando il contratto, ma se non te la senti più dovrai parlarle prima che diventi troppo difficile e pericoloso tornare indietro.» Il nano guardò i due amici ed annuì, conscio che i due avevano perfettamente ragione. «E sia, più tardi le parlerò.»
   
 
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