Videogiochi > Final Fantasy Crossovers
Segui la storia  |       
Autore: Nalawagel    14/03/2018    2 recensioni
[...] La guerra è finita. Gli Almogaveri sono stati sconfitti. Di fronte a tutte le avversità, e di fronte alla più grande minaccia che questa galassia abbia mai conosciuto, siamo sopravvissuti.
Ora, mentre percorriamo i primi passi verso il ripristino di ciò che abbiamo perso, dobbiamo ricordare che cosa ci ha permesso di vincere. Non è stata una vittoria di una singola flotta, di un singolo esercito, o di una sola specie. Se questa guerra ci ha insegnato qualcosa, è che siamo più forti quando lavoriamo insieme. E se possiamo abbattere le nostre divergenze per fermare qualcosa di potente come gli Almogàveri, immaginate cosa possiamo ottenere ora che sono stati sconfitti. Ci vorrà tempo, ma possiamo ricreare tutto ciò che è stato distrutto. Le nostre case, i nostri mondi, le nostre navi. Tutto questo e altro ancora. Insieme possiamo costruire un futuro più grande di chiunque di noi possa mai immaginare. Un futuro pagato dai sacrifici di coloro che hanno combattuto accanto a noi. Un futuro che molti non vedranno mai. Nonostante abbiamo ancora molte sfide davanti a noi... possiamo affrontarle insieme. E onoreremo quelli che sono morti per darci quel futuro. [...]
Amadeus IV - Cronache di una guerra infinita.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Seccature in arrivo.”
 
Questa fu la triste constatazione che fece Dylan mentre si lasciava scivolare lungo il costone roccioso cui era appoggiato fino a immergersi quasi del tutto. Cercò di godersi quell’ultimo istante per se stesso, permettendo al calore che lo circondava di penetrargli nei muscoli indolenziti dallo sforzo sostenuto durante l’allenamento di poco prima.
 
“Ehi bello non c’è bisogno di fare salti di gioia, lo so che sei felice di vedermi! Bè...per così dire!”
 
“Se fossi venuto da solo mi avrebbe fatto sicuramente più piacere,” gli rispose riemergendo un poco “ma il fatto che ti sia portato dietro Diamond mi lascia intendere solo qualcosa di altamente noioso.”
 
“In effetti non è proprio una visita di cortesia...” mormorò l’altro evidentemente in imbarazzo “Loro ci hanno mandato a prenderti con una certa urgenza. Usciresti di lì per favore?”
 
“Ti hanno detto cosa fare nel caso rifiutassi?”
 
“No, hanno detto che non ci sarebbe stato bisogno.”
 
“Che presuntuosi...” pensò con disprezzo. Poi si rivolse all’altro, alzando la voce “Sei proprio sicuro di non volerti unire a me?”
 
“Fossi a prova di lava non mi dispiacerebbe ma per quanto mi riguarda temo di essere piuttosto fragile.”
 
Dylan dedusse che Greg doveva aver dato un segnale predisposto al proprio drago perché quello si era mosso improvvisamente ed era saltato nella pozza gorgogliante provocando una discreta ondata che per poco non lo sommerse. Seguiva il suo avvicinamento, ascoltando le quattro imponenti zampe scalpitare in modo impacciato nel liquido denso sforzandosi di tenerlo a galla.
 
Allungò un poco il braccio quando lo percepì abbastanza vicino, incontrandone presto il muso che però si spinse subito prepotentemente contro il suo viso con fare affettuoso. Sentì la propria lieve e intrattenibile risata a quel gesto ancora da cucciolo nonostante la creatura contasse un’età e una stazza ormai da adulto.
Fece scivolare una mano lateralmente per accarezzarlo mentre portava l’altra sulla sua fronte per ascoltarne le emozioni.
 
Il dispiacere che gli arrivò non lasciò alcun dubbio a Dylan che sia il bestione che il suo padrone avrebbero preferito non trovarsi nella posizione di doverlo allontanare dalla sua piacevole attività ma il cenno di preoccupazione che sentiva pungente, li rendeva entrambi piuttosto risoluti.
 
Intendendoci, lui avrebbe potuto benissimo decidere di restare lì e né uno né l’altro sarebbero riusciti in alcun modo a smuoverlo. Ma erano stati scelti con l’unico scopo di convincerlo a tornare indietro in fretta quindi preferì evitare loro qualunque tipo di problema.
 
Nuotò con qualche bracciata fino al collo della creatura che scorse velocemente alla ricerca di una squama cui aggrapparsi con facilità. Una volta trovata, batté un paio di volte su quella pesante corazza e Diamond ruotò velocemente per poi iniziare a muoversi verso la riva dal proprio cavaliere.
 
“Lo stai crescendo bene” gli fece sapere Dylan una volta fuori dalla pozza mentre si scrollava di dosso i residui della lava, imitato in grande scala anche dal drago.
 
“Non è cosa da tutti i giorni ricevere un complimento da te,” notò Greg mentre cercava di evitare con tutta probabilità qualche spruzzo mortale data l’incertezza della sua voce “a che devo l’onore?”
 
“La mia era una semplice constatazione.”
 
Mentre recuperava i propri vestiti seguendo la scia d’aura rilasciata dal suo bastone, gli era impossibile ignorare l’evidente nervosismo del suo amico che non faceva altro che andare avanti e indietro. Il suo drago invece versava in una situazione più placida, dato che si era accucciato in attesa a giudicare dal tonfo che aveva fatto tremare la terra. La spiegazione a ciò doveva  essere imputata al fatto che non fosse in grado di comprendere la preoccupazione che muoveva il suo cavaliere.
 
“Ti turba il fatto che sia nudo per caso?”
 
La sua provocazione ebbe solo effetto di farlo sobbalzare e, se possibile, riuscì a turbarlo di più.
 
“Ma come te ne esci così?! Ma ti pare!” poi si acquietò qualche secondo per poi dire “A proposito di questo, mi spieghi perché stai indossando i pantaloni...in quel modo?”
 
“Ah,” mormorò  Dylan a bassa voce “per questo non trovavo il buco per la testa...maledizione...”
 
Conosceva abbastanza Greg da non restare offeso da quella risatina che in qualche modo cercava di trattenere, e sempre abbastanza da non turbarsi troppo quando questo gli si fece vicino e iniziò a dargli una mano a rivestirsi. Era incredibilmente umiliante ma cercò di non darlo a vedere anche perché preferiva evitare altre figuracce.
 
Cosa che notò nel mentre, era che invece l’altro aveva recuperato il suo equilibrio. Gli sarebbe piaciuto vedere la sua espressione in quell’ istante. Mentre respirava in modo tanto sollevato e il cuore aveva ripreso un ritmo perfettamente costante. Ora che ogni suo gesto non era nervoso ma perfettamente misurato e preciso nel tentativo di essere rapido e meno ingombrante possibile mentre lo aiutava.
 
“Che indossi a fare questa cotta di maglia dato che è praticamente impossibile avvicinarsi a te in combattimento, a meno che tu non voglia?” gli domandò mentre armeggiava con l’indumento.
 
“Come te, anch’io sono abbastanza fragile nei confronti degli oggetti acuminati. Non ci dovrebbe volere un genio a capirlo” commentò forse un po’ troppo freddamente perché l’aura dell’altro ebbe un sussulto.
 
“Bè dopo averti visto fare un bagno in una pozza di lava, mi viene difficile pensare che tu possa essere così fragile sai?” ribatté quello pacatamente mentre gli poggiava il pesante mantello sulle spalle. Quel attimo di esitazione era svanito così com’era arrivato. Come ci riusciva così facilmente?
 
“Quello è solo un giochetto,” mormorò sistemandosi meglio l’indumento “ un giorno potrei anche insegnartelo.”
 
“Perché no? Così la prossima volta facciamo il bagno insieme.”
 
Stavolta fu Dylan a sorridere. O almeno era quello che sperava. L’idea non gli sarebbe dispiaciuta affatto.
 
Gli mancavano solo i sandali. Sentì Greg girargli intorno e poi quel piccolo gemito. Un lungo e profondo sospiro a seguire. Ed ecco che qualcosa lo aveva turbato di nuovo, anche se diversamente da prima. Nonostante questo, gli parlò come se non fosse successo niente quando gli chiese di appoggiarsi a lui per poterglieli infilare.
 
Forse anche lui avrebbe dovuto evitare di dire alcunché ma fu più forte di lui.
 
“Sei venuto in questo mondo per allenarti senza prendere gli antidolorifici?”
 
“Sto bene” rispose solamente.
 
“Mi dispiace dovertelo dire ma non è qualcosa che si può superare col tempo. Questo tipo di conseguenze purtroppo-...”
 
“Non c’è affatto bisogno che tu me lo dica!” tuonò di colpo, sobbalzando bruscamente e rischiando di fargli perdere l’equilibrio. Come un sasso buttato in uno specchio d’acqua, le ondate di turbamento lo raggiunsero impetuosamente nonostante l’altro cercasse di porvi freno.
 
“S-Scusami...” balbettò poi, riprendendo la sua azione con mano un po’ più tremolante “...non volevo alzare la voce...”
 
“Di che ti scusi? Se ti ho fatto arrabbiare non vedo perché non devi farmelo capire.”
 
Greg preferì non rispondere e finì di allacciargli le calzature.
 
Il silenzio però fu più che eloquente e lo convinse definitivamente di aver scoperto la causa di quel suo strano nervosismo . Comprendeva il bisogno di voler superare quella sua grande debolezza procuratagli con tanto dolore e lacrime, ma se anche lui era consapevole di non poterci fare nulla perché doveva continuare a farsi del male in quel modo?
 
Il dolore che provava per via delle innumerevoli ferite che avevano marchiato il  suo corpo e che avevano lasciato segni indelebili e insanabili, lo avrebbero tormentato per sempre.  Così come i ricordi legati a ognuno di essi, al modo crudele e senza scrupoli con cui gli erano stati impressi durante l’arco di tempo in cui era stato in balia dei suoi aguzzini. Quel tempo troppo lungo che avevano impiegato per poterlo salvare.
 
Non c’era possibilità di rimuovere da lui tutto questo. Eppure si ostinava a provarci...
 
Dylan avrebbe tanto voluto non essere cieco. Non avere quel limite che invece gravava su di lui perennemente dal giorno in cui era nato, e così ogni singolo giorno. Invidiava a Greg quell’unico occhio buono che gli era rimasto, per cui lui avrebbe dato ogni cosa. Ma ormai era rassegnato ad accettare ogni conseguenza di quella sua condizione. Ecco cosa non capiva. Perché lui non faceva lo stesso?
 
“Dunque...” riprese decidendo di lasciar perdere il discorso, districando il proprio bastone dalla roccia e facendolo ruotare in aria “...adesso che mi hai tirato fuori di qui, fatto rivestire e indossare i pantaloni nel verso giusto, rientriamo al castello giusto?”
 
“In realtà ci hanno dato disposizioni diverse...anzi per meglio dire hanno dato a Diamond delle coordinate specifiche da seguire” rispose quello.
 
Il drago chiamato in causa si sollevò rumorosamente per andargli incontro e lasciarsi prendere il muso.
 
“Non vi secca essere usati come tramite? Voi mica siete obbligati a fare tutto quello che vi dicono...” borbottò mentre soppesava a destra e sinistra quel grosso testone abbandonato tra le sue mani. Anche un altro cieco avrebbe capito che era stato allevato da un umano vista tutta quella mansuetudine.
 
“Va bene piccolo, fammi vedere dove vogliono che vada.”
 
Stavolta nel momento in cui le loro fronti si sfiorarono, Dylan venne catapultato nell’ultimo posto in cui si aspettava di finire. Ma del resto doveva aspettarselo. Dopotutto era appena uscito da una vasca di lava incandescente, perché non sarebbe dovuto finire nella landa più fredda e desolata con il clima più rigido e ghiacciato che avesse mai visitato?
 
Anche se era solo la sua mente ad essersi ritrovata lì, la percezione del freddo non si faceva mancare. Così come quella di essere finito in mezzo a una bufera di neve. Certo non era come trovarsi lì in carne ed ossa. Lo sapeva perché c’era stato una volta. Il giorno dopo era stato a mollo per tre giorni nel vulcano per scollarsi di dosso la sensazione di congelamento che lo aveva devastato.
 
“Che scherzetto divertente” pensò tra sé “Altro che coordinate, un maledettissimo Varco Mentale gli hanno lasciato! Sa perfettamente che sono inesperti e se ne approfitta il Vecchiaccio! Quando torno al castello, mi sentirà!”
 
Stabilito che non c’era tempo da perdere perché quello sbalzo improvviso nella percezione della propria temperatura stava seriamente mettendo alla prova la sua pazienza, si focalizzò sulla direzione da prendere e una volta individuata si mise in marcia. Certo perché ovviamente non potevano far aprire il varco sulla meta, dovevano anche farlo scarpinare. Per quanto sì, si trattava di uno sforzo mentale minimo.
 
Oh se gliene avrebbe quattro, al rientro.
L’arrabbiatura nei confronti dei suoi superiori era sempre l’ideale per fargli passare il tempo.
 
Si rese conto ben presto di non essere più da solo e che aveva raggiunto il suo obbiettivo. Gli dispiacque non aver tenuto conto del tempo che avevano impiegato i Valigarmanda a trovarlo, e si domandò cosa permettesse loro di percepire persino la presenza mentale di un estraneo che non apparteneva a quel dominio. Sperò di ricordarsi di venire a fondo di quella curiosità non appena avesse avuto tempo.
 
“...perché ti hanno mandato solo, piccolo umano?...” domandò all’improvviso uno di loro, con una voce sibilante che lo turbò quasi quanto il fatto che continuasse assieme agli altri tre compagni a strisciargli intorno con quel loro corpo lungo e sinuoso. Troppa confusione per lui, avrebbe preferito che restassero in volo così come lo avevano raggiunto senza farsi notare fino all’ultimo istante.
 
“Perché basto e avanzo io per qualsiasi problema possiate avere,” rispose incrociando le braccia “quindi prima che decida di mandare voi e i miei amorevoli superiori bellamente a quel paese per avermi fatto venire qui anche solo col pensiero, fareste bene a dirmi cosa-...”
 
Fece un salto all’indietro non appena una delle quattro possenti code che descrivevano circonferenze intorno a lui scattò in avanti nel tentativo di spezzarlo in due. Il secondo dei Valigarmanda tentò un azione più diretta e provò a schiacciarlo con la forza dell’enorme zampa tripunta ma questa affondò inutilmente nella neve fresca.
 
“Suscettibili eh?” chiese ad alta voce, grattandosi la guancia annoiato.

“...Non sfidare troppo la sorte Dylan...” parlò stavolta una terza voce.

“Mi fate la grazia e mi dite perché sono dovuto venire qui? Detesto perdere tempo e credetemi sono stato fin troppo paziente a sopportarvi fino adesso, quindi...vi prego, illuminatemi.”

Seguì una pausa, in cui li udì arrestarsi in quel loro movimento ipnotico che avrebbe confuso probabilmente chiunque non fosse stato lui. Colse che in quell’istante, si erano fatti tutti e quattro più seri e che il momento per andarci piano era finito.

“...scompariamo da qui, cucciolo...e senza una spiegazione apparente...”

“Scomparite? Ma io sono venuto qui apposta per colpa vostra!”

“Smettila di scherzare” ruggì quello che prima lo aveva chiamato per nome “ non ci siamo scomodati a chiedere supporto ai nostri fratelli della terra del fuoco, se si fosse trattato di qualcosa che non meritasse anche la vostra attenzione!”

“Sì sì certo,” sospirò “ci chiamate solo perché voi non volete mai esporvi in prima persona e a noi, anzi...a me tocca fare il lavoro sporco per tutti e due.”

“Razza di insolente!” La voce della creatura si fece tuonante, letteralmente. Il crepitio elettrico nell’aria era chiaramente udibile e questo riuscì a incutergli un minimo di timore, “ i nostri fratelli scompaiono da queste lande e tu ti permetti di-?!”

“Sono i Valigarmanda a scomparire?” lo interruppe “ Siete proprio sicuri?”

“Sì...” gli venne risposto, una volta recuperato il controllo “...uno dopo l’altro, all’improvviso...e non riusciamo in alcun modo a rintracciare la loro presenza...”

Ma Dylan non stava già più ascoltando. Qualcosa dentro di lui si era innescato e non riusciva a porre un freno ai suoi pensieri. Si sentiva come se stesse andando a fuoco per quella necessità di trovare la risposta che sapeva di conoscere. Questo almeno finché non capì di essersi sbagliato fino a quel momento.

“Ecco perché hanno mandato me...” pensò mordendosi un labbro “...sono l’unico a poterlo fare...”

“Signori, perdonate il mio tergiversare su una questione così delicata ma vedrete che verrò a capo di questa faccenda” comunicò a voce alta e chinandosi finalmente in un gesto rispettoso “  adesso se volete scusarmi, credo che sia il caso che mi metta in viaggio quanto prima.”

La prospettiva di quello che lo aspettava non gli piaceva affatto ma ancor meno gli garbava anche solo il sospetto di quello che stava accadendo e la causa di quelle sparizioni.

Così neanche il tempo per i Valigarmanda di aggiungere altro che la sua mente si ritirò dalle loro terre.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy Crossovers / Vai alla pagina dell'autore: Nalawagel