Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Ricorda la storia  |      
Autore: Foxlos    14/03/2018    3 recensioni
"Non piangere[...] tu non sei inutile, e non sei incapace, forse un po' distratta e maldestra ma sicuramente non sei inutile[...]"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IO
Ho deciso, dopo una lunga ponderata, di pubblicare questa One-Shot su miraculous, spero vivamente che possa piacervi. 
Mi sono in parte ispirata ad una fanart trovata sul web, e chiedo scusa, nel caso, assomigliasse a qualche altra storia, non era mia intenzione.
Spero vivamente che si capiscano le differenti parti, ho provato a distinguerle meglio possibile, e perdonatemi gli errori.
Lasciate una recensione per farmi sapere il vostro parere, un bacio e buona lettura.
Fox
***

Mi ritrovai in una strada fredda ed umida, la luce dei lampioni illuminava a tratti i vetri delle finestre rotte, non un suono interrompeva la quiete, non un ombra stava ferma.

Mi bloccai. Le ombre si muovevano, vorticavano intorno al mio corpo improvvisamente a terra, mani di fumo si avventavano sulla carne morbida lacerandola, strappandola, dilaniandola come solo una bestia feroce avrebbe potuto fare, un urlo di puro terrore lasciò le mie labbra.

Le ombre presero a vorticare ancora e ancora finché il corpo dilaniato in terra non mi apparteneva più, il sangue inondava il suolo, il calore di quel corpo era ormai sparito, non ero più io ad essere lacerata in terra, le mani che affondavano in quei resti erano le mie, le urla che stridevano nelle mie orecchie erano di donna, uomo, bambino, urla, sangue, paura.

In un battito di ciglia Il buio avvolse tutto, cosi come il silenzio assordante rimbombava nell'oscurità, gli occhi carichi di lacrime non vedevano oltre il palmo della mano, le calde gocce salate cadevano senza sosta lavando via le piccole tracce su quelle mani lorde.
Le ombre ripresero a muoversi veloci, voraci, come il battito impazzito di un colibrì, 
si fermarono in un istante, in un istante tutto esplose l'oscurità si trasformò in tante piccole farfalle, farfalle viola intrise di cattiveria, di disperazione, di paura.
Piccole gocce scure formanti un unica ombra, un unica volontà, un unica terribile verità, Io.

Un ghigno di scherno deformò il volto scuro contornato dalla maschera rossa rendendolo crudele e spaventoso 
"sei inutile" le uniche parole che lasciarono quelle labbra ridenti.

*///*

Mi svegliai di colpo, gli occhi spalancati come a cercare la verità nel buio della camera intervallato dalla dolce luce della luna che penetra con i suoi raggi attraverso il lucernario sul mio letto, senza che ne dessi il consenso calde stille trasparenti corsero, come in una gara impazzita, bagnandomi il volto reso pallido da quella che non era altro che la verità. 
Le parole di quell'incubo rimbombavano nelle orecchie in loop, andando da una parte all'altra della mia mente senza che riuscissi a fermarle.

                        *Flashback
"Ci siamo quasi, Chat!" 
La voce tesa della ragazza richiamò il proprio partner intento quanto lei nello schivare le velenose radici più simili a pugnali, il ragazzo voltatosi fece un cenno affermativo con la testa facendo smuovere i capelli biondi e rizzare le orecchie sul proprio capo 
"Lo tengo occupato, usa il Lucky Charm!" 
Urlò di rimando per poi ributtarsi nella mischia, cercando di distrarre il mostro sia dalla sua lady che dalle persone presenti.

In un battito di ciglia la coccinella lanciò in aria il suo yo-yo lasciandosi cadere in mano una collana di resina, l'arma che avrebbe sconfitto il nuovo akumatizzato. 
La vittima prescelta da Papillon era una donna, una giovane fioraia con il cuore spezzato trasformata in 'fleurs du coeur'.

Una donna ingenua caduta nel meschino tranello di un uomo che voleva solo divertirsi, incontrato per caso mentre comprava dei fiori da regalare a lei stessa, si era convinta che sarebbe potuto essere l'amore della sua vita, invece era sposato.  Quella, in apparenza innocua farfallina si era posata sulla rosa che teneva in mano come pegno d'amore, gliel'avrebbe consegnata, lo aspettava all'uscita della metrò, senza sapere che un altra donna, in dolce attesa, lo stava aspettando. 
La rosa si era fusa con il suo stesso braccio trasformandolo in una grande rosa blu con cui poteva manovrare a proprio piacimento le piante circostanti per spezzare il cuore di tutti gli innamorati ed rendere giustizia a tutti coloro che sono stati traditi.

La ragazza si avvicinava lentamente alle spalle della donna per tentare di mettergli l'oggetto, un uomo corpulento nascosto dietro un auto aveva rovinato il suo piano "Vai Ladybug!!" Aveva urlato facendola scoprire, allontanatasi di scatto rifugiandosi su di un tetto la ragazza si sbatté una mano in fronte "idiota" biascicò a denti stretti 
"Hai proprio ragione my lady, non ci sono più i poveri popolani in pericolo che pensano a scappare terrorizzati" 
Confermò la voce maschile del portatore del gatto nero 
"Dobbiamo riuscire ad infilarle questa" disse la coccinella iniziando ad osservare il caos tutt'intorno, le liane intrappolavano e appendevano persone dividendole dalla loro metà o attaccando coloro che ritenevano traditori, 
"Ho un idea lady" disse Chat Noir prendendole il pendente dalle mani lanciandosi verso l'enorme pianta carnivora al centro della piazza, una volta vicino la resina volò nelle fauci della pianta. 
"Ho letto da qualche parte che le piante carnivore sono allergiche alla resina, o forse era un film?" 
Urlò il ragazzo a mo' di spiegazione spostandosi ad osservare le liane iniziare a muoversi senza uno schema preciso; graffiando e trafiggendo gli alberi e la strada circostante senza alcuna distinzione.

"TOM!!" un urlo disperato fece voltare i ragazzi, un uomo accasciato a terra era stato trafitto dalla pianta, il sangue si espandeva veloce sotto il corpo 
~papà!~ gli occhi della ragazza esprimevano celermente le emozioni che passavano nel suo cuore, momenti passati con suo padre sia belli che brutti, le lacrime iniziarono a scendere copiose offuscandole la vista, ~mio padre, una delle persone più care al mondo era stato colpito e non ero stata in grado di aiutarlo, di proteggerlo~. 
Come ovattata giungeva la voce di Chat intenta a spronare l'eroina che avrebbe protetto Parigi, 
ma quegli occhi appannati non potevano fare a meno di tornare su quella scena. 
Quella scena che racchiudeva la sua famiglia in un contesto che non sarebbe dovuto esiste, un lago di sangue che non ci sarebbe dovuto essere, lacrime che non avrebbero dovuto bagnare qui visi.

Le mani calde del ragazzo si posarono delicatamente sulle sue spalle richiamando la sua attenzione, cercando di infonderle tutto il coraggio di cui era capace. 
I suoi occhi ora ardenti di rinnovato spirito combattivo si posarono sull'akumatizzata 
"My lady, se la sconfiggiamo tornerà tutto come prima, dobbiamo farcela, siamo gli eroi di Paris" la voce calda e carezzevole del suo partner era capace di farla calmare.

Parigi tornò alla normalità, ma quella vista non l'avrebbe abbandonata facilmente" 
                             *Fine*

Non ero riuscita a proteggere la mia famiglia, non ero riuscita a proteggere mio padre, come avrei mai potuto proteggere migliaia di persone, come avrei potuto proteggere Parigi.

L'aria faticava a scendere giù nei polmoni per dagli quell'impulso capace di far vivere, 
i singhiozzi, unico suono in quella stanza, ne rompevano il silenzio, Tikki, la sua dolce Tikki, la sua amica nonché fidata compagna, non faceva altro che carezzare  lentamente i capelli scuri e sconvolti dalle sue stesse mani provando a calmarla senza successo.

Con la vista ancora offuscata dalle lacrime, prese in mano il cellulare pigiando sul numero della sua migliore amica, colei che la faceva ridere, la faceva divertire, la supportava nei suoi pazzi e folli piani nella conquista di quello che era il suo vero amore, quella che anche alle tre di notte avrebbe saputo consolarla.

Ancora scossa aspettò i consueti tre squilli, pensando a cosa avrebbe detto, perché era ovvio che non poteva dire la verità.

"Pronto?" 
La risposta arrivo chiara, anche se impastata dal sonno, alle sue orecchie strappandole un sospiro di sollievo. 
Non aspettò che Alya le chiedesse cos'era successo, iniziò a raccontarle quel sogno che pervadeva il suo corpo d'angoscia, raccontando tutto, tutte le emozioni che la pervadevano, l'inutilità che aveva sentito nel vedere suo padre in terra e sua madre in lacrime, la paura che aveva provato nei minuti precedenti all'intervento finale di ladybug, che anche se non completamente aveva guarito suo padre. 
-
Le tre di notte, il telefono squillava impedendogli il sonno 
"Moccioso... Rispondi... Voglio dormire" 
Ignorando Plagg, il kwami del gatto nero, si mise seduto prendendo il cellulare ed osservandone lo schermo, l'immagine di una ragazza dai codini corvini e gli occhi azzurri gli apparve mostrando quel meraviglioso sorriso che negli ultimi tempi aveva imparato ad amare, ~Marinette~, perché la sua compagna di classe lo telefonava a quell'ora? 
Rispose al terzo squillo portandosi il telefono all'orecchio, la voce aldilà di esso era piena di affanno, probabilmente stava piangendo, senza dargli il tempo di chiedere spiegazioni la ragazza iniziò a parlare, a raccontare, aveva avuto un incubo.

I sentimenti della ragazza si rispecchiavano perfettamente in lui; era lì eppure non era stato in grado di fermare quell'attacco impedendo che ci fossero feriti, poteva capire la sua amica nonostante tutto anche lui si sarebbe sentito sopraffatto se fosse successo qualcosa a suo padre. 

La sentiva singhiozzare, darsi dell'incapace, darsi della stupida, darsi dell'inutile perché non aveva potuto fare niente, ma lui non sapeva che effettivamente lei aveva fatto, perché era stata lei al termine della battaglia a mettere tutto al proprio posto, così disse la prima cosa che il suo cuore gli suggerì.

"Non piangere Marinette, tu non sei inutile, e non sei incapace, forse  un po' distratta e maldestra ma sicuramente non sei inutile, al contrario trovo che tu sia davvero coraggiosa, perché ci vuole coraggio ad affrontare tutto questo e non penso che tu sia debole solo perché ti preoccupi per la tua famiglia perché se ci fossi stato io al tuo posto probabilmente avrei versato le mie lacrime davanti a tutti facendovi preoccupare al contrario di tenermi tutto dentro, quindi Marinette non sei inutile. E smetti di pensarlo. 
-sorrise all'altro capo del  telefono, provando a sdrammatizzare- e in ogni caso non avresti potuto fare molto, sai quel meraviglioso gatto nero non lo avrebbe permesso, ho saputo che lo hai aiutato più di una volta. 
Mi dispiace per tuo padre, sta bene adesso?"

La voce aldilà del telefono era triste e preoccupata nonostante cercasse di sdrammatizzare, ma quella voce così calda non era quella  di Alya, perché Alya non aveva la voce da uomo, l'ultima volta che l'aveva vista era ancora una ragazza quindi ammenoche durante la notte non fosse cambiato qualcosa quella con cui si era sfogata non era la sua amica. 
Staccò velocemente il cellulare dall'orecchio osservando il display illuminato darle l'immagine di un ragazzo col sorriso più bello che avesse visto, con gli occhi più belli che avesse mai visto, con i capelli più biondi e meravigliosi che avesse mai visto, sicuro non era Alya, guardò il nome del contatto senza il reale bisogno di vederlo diventando rossa in un nano secondo ~marito♥️~. 
Aveva chiamato Adrien.

"Marinette? Ci sei? Tutto bene?" 
"S-Si, t-t-tutto bene" il silenzio caduto tra i due era palpabile finché non venne rotto dal ragazzo 
"Come sta adesso tuo padre?" 
Ci mise un po' a riprendere, le sue facoltà cognitive andate in pappa. Aveva chiamato Adrien 
"Bene, è solo ancora un po'spaventato ma sta bene, scusa non volevo chiamarti, insomma cioè volevo, però no perché sono le tre di notte, questo non vuol dire che io non voglia parlarti, però non volevo chiamarti, cioè dovevo chiamare Alya, non so perché questo stupido abbia chiamato te, non stupido tu, stupido il telefono, perché tu non sei stupido anzi sei intelligentissimo è bellissimo, non volevo dire.. cioè io.. d'accordo lasciamo perdere" sospirò sconsolata, aveva balbettato, ancora, almeno aveva smesso di piangere 
"Sono contento per lui- ridacchiò il  biondo ai balbettii sconclusionati della ragazza- allora ti lascio riposare, buona notte" 
"No aspetta!" Urlò la ragazza nel silenzio della sua stanza "ti prego" bisbigliò, non voleva che riattaccasse, non voleva rimanere sola e tornare in quelle tenebre, non sarebbe riuscita dormire sapendo che c'era questa possibilità. 
Le lacrime avrebbero riiniziato a scendere, il panico l'avrebbe assalita e sarebbe stata da sola contro se stessa 
"Mari, va tutto bene, calmati, parliamo ancora un po' va bene?" 
"S-Si" 
"Bene, perché non mi racconti qualcosa di te?" 
E così la ragazza iniziò a parlare, parlo un po' di tutto , di quando era piccola e correva in giro per casa con il padre al seguito, oppure di quando aveva iniziato le scuole ed era ancora amica di Chloè, di come con gli anni avevano iniziato a non sopportarsi, del suo sogno di diventare una stilista, di come stava imparando l'arte della pasticceria nella boulangerie, ed Adrien era riuscito a strapparle la promessa di quelle meraviglie che si scioglievano sul palato lasciando una sensazione di dolce benessere per colazione, a cui avrebbe aggiunto dei macarons dopo aver scoperto che il biondo amava tutto ciò che fosse dolce dai croissant ai macarons, dalle torte semplici a quelle multistrato, dai biscotti al cioccolato puro, era, in poche parole, un dolce tenerone come i suoi cibi preferiti. 
Di conseguenza Adrien scopri che oltre alla moda Marinette amava anche la fotografia, la aiutava a concentrarsi per creare i suoi modelli e per svincolare via dalla vita stessa.

Avevano parlato per ore di qualsiasi cosa, ed erano ormai le cinque del mattino, tra meno di tre ore si sarebbero dovuti alzare per rivedersi in aula, eppure nessuno dei due riusciva o anche solo voleva staccarsi da quel momento, non importava che fossero le cinque e che non fosse una chiamata intenzionale, si erano trovati bene entrambi, perché sfogarsi con qualcuno faceva bene al corpo e all'anima, e loro avevano trovato il proprio confidente, il proprio amico, e senza saperlo ancora la propria metà.

"Forse dovremmo mettere giù" rise il ragazzo 
"Già hai ragione, infondo tra poco c'è scuola" 
"Non dimenticarti le mie brioche mi raccomando" 
"Non preoccuparti le metto nella borsa appena esco" 
"Sicura di ricordartene? Non è meglio che ti scrivi un post-it?" 
"D'accordo che sono sbadata ma questo ancora posso ricordarmelo, buon notte Adrien" 
"Lo so che puoi ricordartelo 'notte Mari" nessuno dei due chiuse la conversazione restando ad ascoltare il respiro calmo aldilà del telefono

"Mari? Sei ancora lì?" Domandò divertito senza il reale bisogno di una risposta 
"Si" rise 
"Penso che ti scriverò un messaggio, così prima di uscire ti ricordi le mie brioche" 
"D'accordo allora se me ne dimentico è colpa tua -rise la ragazza prima di salutarlo definitivamente- grazie di avermi sopportato, ti amo Adrien" 
"Figurati questo e altro, buona notte principessa, ti amo anche io"

I due ragazzi chiusero la conversazione con il sorriso sulle labbra, portando ognuno quel piccolo oggetto elettronico vicino al cuore, tornando ognuno nel suo letto, ognuno sotto le proprie calde coperte, ognuno a ripensare alla lunga conversazione che avevano appena avuto, a pensare alle emozioni che avevano provato, al calore che gli si era irrorato all'interno al termine di essa.

Aspetta.

"Ti amo" 
"Anche io"

Il volto dei due era diventato di un meraviglioso rosso scarlatto, come il colore dell'amore che li legava, affondato nel morbido cuscino come a nasconderlo. 
E adesso come avrebbero fatto? come si sarebbero potuti guardare in faccia senza arrossire ad ogni minima parola? Cosa sarebbe cambiato?

Il sorriso si espanse sul volto della ragazza sentendo il cellulare vibrare sulla piccola mensola

"Ricordati le mie brioche principessa"

Non sarebbe cambiato niente, non si sarebbe rotto niente, al contrario il loro cuore aveva deciso prima del cervello

"Non lo dimenticherò"

E non si riferiva solo ai dolci, questo lo sapevano entrambi.

Sorridendo caddero entrambi tra le braccia accoglienti di morfeo sotto lo sguardo contento dei due kwami che finalmente si sarebbero potuti riabbracciare.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Foxlos