Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Quattro Venti    15/03/2018    1 recensioni
"Le parole sciupano l’attimo.
Non dai loro vita. Le lasci lì, in punta di lingua, a galleggiare nel mare dei sottintesi. Tu non dici. Lui capirà."

I mosaici acquistano senso solo osservandoli da lontano; noi ci siamo baloccate a scegliere e ad assemblare delle tessere spaiate per puntare l’obbiettivo sul rapporto tra Aiolia e Shura, con l’occasionale comparsata del resto della compagnia cantante.
Cento momenti, cento esercizi di stile, cento variazioni sul tema. Una storia d’amicizia, odio, amore e reiterata imbecillità.
Perché sì, Odi et amo eccetera eccetera sarà anche il più abusato dei cliché; ma due cliché ci fanno ridere. Cento cliché ci commuovono. Perché si avverte oscuramente che i cliché stanno parlando fra loro e celebrano una festa di ritrovamento (Umberto Eco, 1977).
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Capricorn Shura, Leo Aiolia
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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022. Il suo volto che non ritrovo

 

 

Prompt: Nemici / Fandom: Saint Seiya – post Serie Classica e pre Hades / Autore: Scorciacrape / Personaggi: Aiolia, Aiolos (in absentia), Shura (in absentia) / Quando: autunno/inverno 1986-87

 

 

 

 

"È il suo volto che non ritrovo.

Anche se infrango o calpesto il rovo

che recinge il vietato sentiero

dove passa il nemico che ammiro."

– Leonardo Sinisgalli –

 

 

 

 

 

Il viso d'Aiolos, non l'aveva mai dimenticato: ogni mattina, lo specchio gliel'aveva rievocato – negli occhi; nel sorriso che, in un'altra vita, avrebbe avuto. Le incongruenze rendevano più vivido, più impresso, tutto il resto; sembravano mancanze.

I vecchi avversari tornavano, talvolta, al pomeriggio, con un sentimento indefinito – amici immaginari, assenti da troppo tempo.

Ma il volto che per anni lo perseguitò prima di dormire, in poche settimane incominciò a sfuggire. Aiolia, una volta, l'inseguiva sempre per le scale – lui, allora, bambino; l'altro ragazzino, Cavaliere –; adesso, tra la veglia e il sogno, cercava di ritrovarlo, quel nemico ammirato, che non voleva scordare.

 

 

 

 

 

 

 

In Saint Seiya, quando hai riempito un tizio di mazzate e quello, agonizzante, sta per tirare le cuoia, ecco che magicamente diventate migliori amici. Certo, in Saint Seiya è messa giù un po' meglio – con profusione d'onore, virtù militare, lacrime virili, buone intenzioni, nobili sentimenti, etc. etc. –, ma la sostanza, in soldoni, non cambia. Che i nostri baldi giovani facciano un po' di confusione tra amici e nemici, non sorprende nessuno.

 

(Su come Saint Seiya abbia influito sulle nostre doti sociali negli anni formativi, non ci pronunciamo; ma la nostra è una generazione che ha imparato il valore dell'amicizia così.)

 

 

   
 
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