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Autore: The Bride of Habaek    16/03/2018    0 recensioni
[Violet Evergarden]
“Qualunque fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo, sboccerai.
Prima di allora
una lunga e fredda notte potrà passare.
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade
e curati e amati
senza paragonarti
o voler essere un altro fiore,
perché non esiste fiore migliore di quello
che si apre nella pienezza di ciò che è.
E quando ciò accadrà,
potrai scoprire
che andavi sognando
di essere un fiore
che aveva da fiorire.”
§ DAISAKU IKEDA §
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Negli ultimi periodi sembrava che Violet avesse accettato il fatto che il Maggiore Gilbert fosse stato dichiarato disperso in azione e che, molto probabilmente, fosse deceduto... ma il pensiero di lui le sfiorava l'anima in continuazione, non vi era giorno in cui almeno per un secondo non pensasse a lui e a tutto quello che aveva fatto per lei. Di giorno svolgeva il suo ordinario lavoro da bambola di scrittura automatica, ma quando rientrava in casa veniva assalita dal dolore e dal rimorso tanto da scoppiare in lacrime nella maggior parte delle occasioni. Di notte i suoi sogni si affollavano di pensieri, di parole non dette, di paure inespresse. Spesso sognava gli occhi color smeraldo di lui che la guardavano in modo malinconico, il dolore che lei provava veniva assorbito da lui e veniva espresso in quello sguardo magnetico che Violet non avrebbe mai dimenticato per il resto dei suoi giorni. Una notte in particolare, si addormentò fra le lacrime, Violet si sentiva morire per il rimorso, per le vite che aveva reciso quando era ancora un soldato... il suo corpo sembrava un abito scucito, ricco di scottature, quelle braccia meccaniche ogni volta che le guardava non facevano altro che ricordarle quel giorno in cui perse il Maggiore, che era tutta la sua vita, probabilmente per sempre. Quando si addormentò, Violet fece uno strano sogno... il personaggio principale era il Maggiore Gilbert, bello e pensieroso come al solito. Fu un sogno retrospettivo che le fece rivivere il passato, gli anni trascorsi insieme a lui. In quella visione ancestrale rivisse tutto dal principio, quando fu affidata al Maggiore Gilbert dal Generale Dietfried per divenire un'arma umana... poi rivisse gli istanti trascorsi col Maggiore in cui le venivano impartiti ordini, ma anche i giorni in cui lui le insegnò a leggere e a scrivere ed un giorno in particolare in cui, durante una fiera, proprio il Maggiore Gilbert le donò una spilla che lei ha conservato gelosamente appesa al petto in memoria di lui. Il sogno narrava anche particolari che Violet non aveva vissuto in prima persona, paure inespresse ed altre ancora velate per lei... come la parola Amore. Violet immaginò il Maggiore circondato da belle donne, con gli occhi tristi, come per far intendere che lui nonostante fosse un giovane uomo non avesse alcun interesse nei loro confronti... la gelosia di Violet evaporò come polvere su un mobile antico, non conosceva nemmeno quel sentimento ma lo stava provando ,inevitabilmente, perché nel profondo del suo cuore lei amava il Maggiore Gilbert più della sua stessa vita. La visione notturna continuò fino al giorno dell'ultima battaglia in cui il Maggiore Gilbert le disse quelle semplici ma essenziali parole: "Tu devi vivere Violet, devi essere libera. Dal profondo del mio cuore, lo penso davvero... io Ti Amo." Al solo pensiero Violet sussultò, sapeva riconoscere l'importanza di quelle parole ma non conosceva ancora il loro effettivo significato. Quel frammento di sogno terminò con il Maggiore Gilbert che la afferrava per salvarle la vita da una granata gettata nella roccaforte in cui si trovavano durante la missione, poi il buio totale... e prima di svegliarsi immaginò il volto di lui, gli occhi color smeraldo fissi su di lei che le sussurrava: "Io sono vivo." Violet si sveglio di soprassalto, era ormai mattino e doveva recarsi a lavoro... a stento riuscì a vestirsi invasa dalle lacrime e dalle sensazioni contrastanti che quelle visioni avevano generato in lei. "Maggiore, Maggiore!" Aveva urlato nel sonno, invasa da atroci tormenti frammisti a dolci visioni. Una volta giunta sul posto di lavoro Violet riprese la sua quotidianità e scrisse miriadi di lettere su commissione. Sul fare della sera sentì il presidente Hodgins chiacchierare sul retro della porta e udì una voce che a lei sembrava alquanto familiare... qualcuno bussò alla porta ed entrò subito dopo. Violet non riusciva a credere ai suoi occhi, ma si era proprio lui non aveva dubbi! Violet strizzò gli occhi energicamente e non riuscì a proferire parola inizialmente, tanto che fu il suo ospite a parlare per primo ponendosi davanti a lei e alla sua macchina da scrivere: "Violet, io sono vivo."



Quelle stesse parole udite in sogno ora ricadevano su di lei come dolci petali di fior di violetta, lo guardò e gli rispose con le lacrime che copiosamente inondavano il suo viso: "Maggiore, Maggiore Gilbert, sei vivo!" Il Maggiore si abbassò e si fece più vicino a lei dicendole: "Si, Violet. Non ho più intenzione di andar via, volevo che tu fossi libera e che diventassi una donna bella e forte come il nome tratto dai fiori che ti ho donato." Violet non era affatto arrabbiata con lui per averla lasciata nelle mani dell'ex Tenente Hodgins per un lasso di tempo, ciò che provava era una gioia incontenibile tanto che a stento riuscì a trattenere le lacrime e le parole proferite dalla sua bocca presero una nota dolceamara. Violet: "Maggiore, vorrei che non mi lasciasse mai più." Maggiore Gilbert: "Te lo prometto Violet, l'ho fatto solo per il tuo bene... in quelle condizioni non avrei potuto prendermi cura di te come avrei voluto." Violet lo scrutò attentamente e notò che anche il Maggiore possedeva un braccio meccanico, una protesi, e che aveva perso un occhio in battaglia perciò indossava una benda. Il Maggiore Gilbert conservava ancora la fermezza di un soldato, ma al tempo stesso possedeva uno spirito ed un'anima fuori dal comune... aveva donato a Violet tutto il suo Amore anche se non pensava di meritarlo perché anche lui, come lei, aveva ucciso tanti uomini, tanti padri di famiglia e giovani combattenti. Violet lo comprendeva, anche lei aveva vissuto l'Inferno prima di incontrare le braccia  del Maggiore, braccia pronte ad accogliere una povera orfanella, un soldato dotato di una grande umanità che la trattò sempre con rispetto e gentilezza, lui la fece sentire una ragazza come tutte le altre... anche se occupò sempre un posto privilegiato nel suo cuore. In quell'istante il Maggiore Gilbert e Violet si abbracciarono avvolti in una morsa di dolore, frammiste a lacrime di gioia per la persona amata ritrovata, l'amarezza e le cicatrici lasciate dalle fiamme sui loro corpi non sarebbero mai andate via, un po' come il loro forte legame. Cattleya e Claudia Hodgins si erano appostati sulla porta e, a stento, riuscirono a trattenere le lacrime mentre osservavano Gilbert che stringeva Violet forte a sé. La storia si concluse con la confessione del Maggiore Gilbert: "Io Ti Amo Violet Evergarden."

 

"Ti amo" è una parola che richiede molto coraggio per pronunciarla e se non viene accettata vuoi smettere di esistere.

§ Violet Evergarden §


 
   
 
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