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Autore: Fonissa    18/03/2018    1 recensioni
"Il rosso è il mio colore preferito. Ma non il rosso di un pennarello o il rosso del tramonto, ma il vivido rosso del sangue che scorre. Quel bel colore che esce quando il mio coltello affonda nella carne delle mie vittime. Mi sento così bene quando lo faccio, mi sento finalmente me stessa.
Questo lato di me appena conosciuto... perchè non è venuto fuori prima? Eppure è questo che io sono. Non posso scappare a me stessa, devo accettarlo e andare avanti.
Io sono un'assassina"
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi alzo barcollando, sentendo il sangue scendermi lungo la guancia. Mi avvicino a Hiroji, accorgendomi che sta tremando.
"Hiroji... Tutto okay?" chiedo circondandogli le spalle con le braccia. Non mi risponde, continuando a guardare fisso a terra.
"Ti prego, parlami!" urlo, ma niente. Mi mordo il labbro, andando verso il corpo dell'uomo che mi aveva presa. Frugo nelle tasche, fino a trovare il portafogli. Faccio lo stesso con l'altro. Almeno abbiamo abbastanza soldi per scappare lontano. Torno da Hiroji e lo alzo con la forza, cercando di mantenerlo. Non è molto facile considerato che è più alto di me, ma almeno riesco a camminare fino alla fontanella. Pulisco entrambi dal sangue, buttando un po' di acqua fredda in faccia al ragazzo per provare a risvegliarlo, ma rimane in trance.
"Hiroji, ti prego, dobbiamo andarcene subito."
Non vedendo ancora nessuna risposta, mi faccio prendere dall'ira, dandogli uno schiaffo sulla guancia.
"HIROJI! Rispondimi!"
Lui alza il viso, guardandomi, ma i suoi occhi sono ancora offuscati.
"Hikaru..."
"Dobbiamo scappare."
"Hikaru... Tu come fai?"
"Che intendi?"
"A uccidere. Come fai? Non è normale, è contro la natura togliere la vita a un'altra persona."
Sospirò, sedendomi a fianco a lui. In quel momento mi rendo conto che Hiroji non è fatto per uccidere. Il suo destino non è essere il braccio.
"Come se tu fossi un santo... Sono io quella a compiere l'atto, è vero, ma io mi faccio prendere dal l'istinto. Tu invece pianifichi."
"Quei pensieri mi vengono spontanei, non sono io a volerli..."
"Pensi che io volessi uccidere quel ragazzo nella casa abbandonata? Per me è lo stesso. -gli prendo le mani, guardandolo fisso- ti prometto che non sarai più tu a uccidere. Ma ora vieni, dobbiamo scappare. È stato tutto all'improvviso, non avevo nemmeno i guanti... Ci indentificheranno."
Ancora tremante si alza. Mi preparo comprendomi meglio che posso e prendiamo gli zaini, per poi uscire un'ultima volta da quella villa. Sono ormai le tre di notte, e per strada non c'è nessuno. Corriamo velocemente verso la stazione, senza fermarci mai. Appena arrivati controlliamo gli orari del treno. Dovremo aspettare solo dieci minuti.
Mentre siamo seduti su una panchina in attesa del nostro treno, Hiroji mi accarezza la guancia ferita.
"Devi disinfettarlo." mi dice con voce flebile.
"Di certo non sarà un taglietto a fermarmi." rispondo ridacchiando. Lui cerca qualcosa nello zaino, per poi cacciare una scatola di cerotti. Ne apre uno, poggiandolo sul taglio.
"Così almeno dovrebbe andare meglio."
"Grazie..."
In quel momento il treno si ferma davanti a noi. Saliamo velocemente, prendendo i posti in fondo. Vorremmo riposare, ma nessuno dei due ci riesce, abbiamo ancora troppa adrenalina.
"Hikaru, quelle persone cercavamo te."
"Lo so... Ma non capisco perchè. Forse l'uomo che ho ucciso a scuola faceva parte di qualche organizzazione."
"Non penso... I suoi attacchi non sembravano programmati. Poi hanno detto che il loro capo ti voleva viva, senza nemmeno un graffio..."
"Però, da un lato, sono curiosa di sapere perché mi volessero."
"Non penso che si arrenderanno così facilmente, sai?"
"Li incontreremo di nuovo? Altre persone che vogliono prendermi?"
"Si, penso proprio di sì."
"Non renderò loro la vita semplice."
Hiroji mi guarda per qualche secondo, per poi sorridere.
"Si, ci avrei scommesso."
"Sai, stavo pensando a una cosa..."
"Cosa?"
"So i nomi di tutte le mie vittime, tranne di quei due uomini. Non avevano nessun documento con loro. Voglio scoprirli."
"Perché? Vuoi tenere una specie di elenco di tutti quelli che uccidi?"
"Si, diciamo di sì."

La città dove arriviamo è molto grande e popolata, ma per via dell'orario per le strade non c'è anima viva. Camminiamo per un pò, fino a trovare un vicolo stretto e buio. Ci accampiamo li, con le spalle contro il muro. Siamo entrambi troppo stanchi, quindi decidiamo di riposarci tutti e due. Akio esce dal mio zaino, addormentandosi sulla mia spalla. Non lo vedevo da ore, a causa di tutto quello che era successo. Io e Hiroji ci addormentiamo uno affianco all'altro, io con la testa sulla sua spalla.
Ma questo giorno, sembra essere il peggiore di tutti. Veniamo svegliati dalla voce di una donna. Sbadiglio, stropicciandomi gli occhi, mentre il ragazzo sembra averlo ancora chiusi. Davanti a noi, una ragazza dai capelli rossi ci guarda curiosi.
"State bene, ragazzi?" chiede. Hiroji finalmente apre gli occhi, anche se è ancora assonnato.
"Si, stiamo bene. Se non le dispiace, vorremmo tornare a dormire." rispondo stizzita.
"Non vi farà bene dormire per terra. Vi posso ospitare io se non avete una casa."
"Non ci serve, sul serio."
"Hikaru...guarda." mi sussurra nell'orecchio Hiroji, con lo sguardo fisso sulla vita della ragazza. I miei occhi cadono sulla sua cintura, dove spicca un distintivo da poliziotta. Come ho fatto a non notarlo prima?! Immediatamente ci alziamo, ma la ragazza non sembra ancora sulla difensiva. Forse non ci ha ancora riconosciuto, crede davvero che siamo due poveri ragazzi senza casa. Guardo alla mia destra, dove la strada ormai brulica di persone. Anche se lì sarebbe facile mescolarsi tra la folla, se ci inseguisse incontreremmo più ostacoli. Dall'altra parte, il vicolo è chiuso da un muro di mattoni alto circa tre metri, con appoggiati alcuni bisogni dell'immondizia. Afferrò il polso di Hiroji, dicendo:
"Seguimi."
Velocemente afferriamo gli zaini e corriamo verso il muro. Salto sul cassonetto, subito seguita da Hiroji, che poi mi aiuta a scavalcare il muro. La ragazza inizia a venirci incontro, urlando di fermarci con espressione stupita. Appena sono sopra al muro, tiro Hiroji per le braccia, poi ci lasciamo cadere dall'altra parte. Dai rumori dietro di noi capisco che la poliziotta ha avuto la stessa idea. Continuiamo a correre, senza mai fermarci, urtando passanti e saltando sopra panchine. Sento Hiroji affaticato, così gli prendo la mano e me lo trascinò dietro. Ci fermiamo in un bar solo quando siamo sicuri di averla superata. Ma in quel momento, il telegiornale inizia.
La prima notizia è quella di due cadaveri trovati in una città, con sopra le impronte della ricercata assassina Hikaru.

  
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