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Autore: Lisachan93    19/03/2018    0 recensioni
Jennifer va in gita in montagna con alcuni compagni di scuola. Raggiunto un bivio, i ragazzi si dividono in due gruppi per perlustrare la zona e Jennifer si ritrova a dover girovagare per i boschi insieme a Peter, un ragazzo solitario e introverso, conosciuto alla Clayton col soprannome di Mr. Tenebra. Jennifer è seccata dalla presenza taciturna del suo inaspettato compagno e lo diventa ancora di più quando realizza che lei e Peter si sono persi e che non vi è traccia degli altri. È notte fonda e continuare a camminare alla cieca può essere pericoloso. Per Jennifer sarà dura dover trascorrere la notte con Mr. Tenebra, ma cosa succederebbe se lui decidesse di aprirsi a lei e di rivelarle i suoi segreti più profondi?
Dal testo:
"A quell’ora sarei stata bell’e abbrustolita se avessi deciso di prendermi la tintarella al mare e invece in quel momento, tra l’acqua del fiume che mi scorreva addosso e ancora mi ghiacciava ogni singolo centimetro di pelle e i raggi del sole che cercavano di farsi spazio tra gli alberi del Lee State Wood, nulla poteva sembrarmi più perfetto".
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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FOUND (AFTER A NIGHTMARE)


Faceva molto caldo quel giorno, così decisi di darmi una rinfrescata nel Lynches. Mi tolsi i pantaloncini e restai in canotta e slip. Mi arrampicai su uno scoglio in cima alla breve cascata e con una rincorsa mi tuffai nella piccola conca del fiume. L’acqua gelida mi avvolse all’istante e mi sentii subito meglio. Risalii a galla e alzai la testa in direzione di Adam.
«Hey, ti tuffi o no? L’acqua è splendida», urlai, agitando un braccio.
«Arrivo, milady», disse lui con un sorriso e si tuffò. Poi risalì a galla qualche secondo dopo e con poche bracciate mi raggiunse. Mi strinse a sé e io d’istinto gli intrecciai le gambe intorno alla vita. Lo baciai e la sua bocca sapeva di ciliegie, come sempre del resto.
«Ce ne hai messo di tempo», gli dissi a fior di labbra, con finto tono di rimprovero.
«La verità è che non riesci a stare più di un minuto senza di me, Smith», mi rispose lui, provocatorio.
«Oh mio Dio, temo di essere stata appena scoperta! E adesso come farò?», esclamai, fingendo di svenire in acqua, e lui scoppiò a ridere. Mi strinsi più forte.
«Jenny», mi chiamò.
Lo fissai diritto negli occhi, in attesa che continuasse. Era ritornato serio.
«Io… credo di amarti», disse.
«Anche io ti amo, Peter», risposi io, specchiandomi nel verde smeraldo dei suoi occhi.
“Occhi verdi?”, pensai. C’era decisamente qualcosa che non andava, perché Adam non aveva gli occhi verdi. Avrei saputo riconoscere il suo intenso blu lapislazzuli ovunque. Poi realizzai d’un tratto di averlo chiamato Peter. Avevo appena chiamato il ragazzo dei miei sogni col nome di suo fratello?
“Ma cosa mi salta in mente?”, mi rimproverai, scuotendo la testa, eppure il ragazzo che avevo di fronte non accennò a correggermi e, anzi, mi sorrise raggiante e mi baciò con dolcezza. Io risposi al suo bacio e ci lasciammo trasportare dal leggero incedere del fiume.
«Jenny», mi chiamò di nuovo, dopo essersi staccato da me. Il ragazzo mi tese una mano, mentre la corrente del fiume lo allontanava a poco a poco. Cercai di raggiungerlo, ma non riuscivo a muovermi. Ero come paralizzata.
«Jenny!», esclamò con insistenza. La voce si era fatta più allarmata. Io cercai di rispondergli, ma le mie labbra non riuscivano ad articolare alcun suono. Mi entrò dell’acqua in bocca e mi sentii strozzare.
«Jenny, ti decidi a svegliarti una buona volta?!».
Una voce femminile mi ridestò dall’incubo. Aprii gli occhi di scatto e rimasi abbagliata dalla luce del sole che filtrava attraverso la tenda da campeggio. Avevo il fiato corto e realizzai lentamente dove fossi e perché. "Era solo un incubo…", fu la prima cosa che pensai quando tornai a ragionare lucidamente.
Accanto a me, inginocchiata, c’era Samara che mi fissava con aria preoccupata.
«Samara!», esclamai e l’abbracciai d’impulso.
«Hey, va tutto bene piccola», mi rassicurò stringendomi forte e carezzandomi i capelli.
«S… scusa, io…», dissi, sciogliendomi lentamente dall’abbraccio. «Sono così felice di vederti! Ieri non sapevamo come tornare indietro e…», la voce mi morì in gola. Ero sul punto di mettermi a piangere.
«Ora siamo qui, piccola. È tutto okay», mi rassicurò, sorridendomi e continuando a carezzandomi affettuosamente la testa. Non era mai stato tanto premurosa con me prima d’ora e fu in quel momento che capii perfettamente perché James e Audrey le volessero così bene. Sapeva essere dolce e comprensiva quando voleva e chissà quante altri doti teneva nascoste. Probabilmente le riservava solo a chi credeva che meritasse davvero la sua amicizia.
«Come avete fatto a trovarci?», le chiesi mentre mi stropicciavo gli occhi.
«Andiamo fuori, ci sono gli altri», mi disse, e porgendomi la mano mi aiutò ad alzarmi. Uscimmo dalla tenda e io corsi ad abbracciare James e Audrey.
«Woah, cos’è tutto questo affetto?», chiese James mentre li travolgevo.
Io non risposi; ero troppo felice di averli lì con me di nuovo. Amavo i miei amici, erano come una sorta di seconda famiglia per me.
Tuttavia, mancava ancora qualcosa. O meglio, qualcuno…
«Dov’è Peter?», chiesi, cercandolo intorno allarmata.
«Sono qui», disse lui, sbucando da dietro la tenda. «Cercavo di sfilare i paletti per poter chiudere quest’affa…».
Non gli diedi il tempo di aggiungere altro. Corsi verso di lui e l’abbracciai davanti a tutti. Lui restò inerte per una manciata di secondi, palesemente preso alla sprovvista dalla mia reazione. Alla fine lo sentii sorridere e mi strinse forte a sé, affondando la testa tra i miei capelli.
Giurai di sentire gli sguardi di tutti i presenti fissi su di noi.
«Cosa diavolo sta succedendo qui?», chiese Audrey in stato di shock.
Mi staccai da Peter, rivolgendogli un mezzo sorriso di scuse. Poi mi voltai verso il resto del gruppo, senza tuttavia rispondere alla domanda di Audrey. Erano sconvolti e mi trattenni a fatica dal ridere. "Sono proprio curiosa di vedere le loro facce quando racconterò loro tutta la storia", pensai tra me e me.
«Allora, si può sapere come avete fatto a trovarci?», mi limitai a chiedere ancora una volta, sforzandomi di restare seria.
Fu James a rispondere, deciso almeno per il momento a mettere da parte la questione Jenny-Peter.
«Abbiamo trovato il fiume in meno di mezz’ora e siamo ritornati alla biforcazione. Vi abbiamo aspettato per almeno un’ora, ma non vedendovi arrivare abbiamo pensato che vi foste persi e abbiamo deciso di venire a cercarvi. Abbiamo seguito le orme degli scarponi di Peter e vicino a un ramo spinato abbiamo trovato questo». Cacciò dalla tasca dei jeans un piccolo pezzo di stoffa sfilacciato.
«È della mia t-shirt!», esclamai. Il sentiero era pieno di sterpaglie e mi ci ero impigliata un sacco di volte durante l’esplorazione, per cui non avevo badato agli eventuali danni ai miei vestiti. Ruotai il busto e cercai il lembo strappato della t-shirt. Non fu difficile scovarlo, era uno squarcio abbastanza vistoso.
«Esatto», confermò James. «Ma nel frattempo si era fatto molto buio. La mia torca e quella di Audrey erano scariche, quella di Samara funzionava a malapena, per cui abbiamo deciso di interrompere le ricerche e di montare il nostro accampamento prima che anche l’altra torcia ci abbandonasse. Abbiamo fatto la ronda a turno, visto che la tenda era per due. Ci siamo svegliati alle prime di luci dell’alba e abbiamo ripreso le ricerche. Ho notato un filo di fumo diramarsi verso il cielo, non molto distante dalla nostra posizione, e ho capito subito che si trattava di voi. Ingegnosa l’idea del falò. Ed eccoci qua», concluse con un ampio sorriso e aprendo le braccia in un gesto teatrale.
«E direi pure che fa un caldo pazzesco, signori. Propongo di darci una mossa e avviarci al fiume, se abbiamo finito di chiacchierare, così possiamo darci una rinfrescata e tornare a casa felici. Questa gita doveva essere un momento di svago e relax, non una caccia ai perduti», disse Samara, incrociando le braccia e sbuffando.
Ridemmo tutti, Peter compreso. Era tornata la solita Samara di sempre. James la afferrò e la baciò.
«Oh, cielo! Trovatevi una stanza», esclamò esasperata Audrey. «Non credete che stanotte mi abbiate fatta sentire già abbastanza di troppo?»
Ridemmo di nuovo. L’angoscia causata dall’incubo era completamente sparita. I miei amici ci avevano finalmente trovati. Peter non era annegato nel Lynches, ma era lì con me vivo e vegeto. Mi voltai verso di lui e lo sorpresi a fissarmi. Gli feci una linguaccia e lui si trattenne dal ridere. Venne verso di me, ma si premurò di tenersi a distanza di sicurezza. Era meglio per il momento se nessuno avesse fatto domande.

  
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