Film > Animali fantastici e dove trovarli
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Autore: Anonimadelirante    20/03/2018    1 recensioni
Raccolta di fanfiction di varia lunghezza e livello di sciocchezza.
#1. Quello che pensano tutti è che è carina, svampita e facilmente raggirabile. Neanche. Quello che pensano tutti è che se la farebbero. Poi, che è carina, svampita, facilmente raggirabile e che quindi se la farebbero. [Queenie/Jacob]
#2. Leta lo indossa, è questa la verità, come se fosse un accessorio, una borsetta particolarmente stravagante. [Leta/Newt/Tina]
#3. Nessun dolce sarà mai all'altezza. [Queenie/Jacob]
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jacob Kowalski, Newt Scamander, Porpentina 'Tina' Goldstein, Queenie Goldstein
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Pairing/Personaggi: Jacob/Queenie (hint!Tina/Newt)
Warnings: movieverse; spropositato abuso delle ripetizioni “pensa... pensa...”, “pensieri”, “pensare”: a mia discolpa posso dire... ergh, niente? Che è voluto, questo sì. La OS riprende due precisi momenti del film.
Disclaimer: non è roba mia, non ci cavo un euro, non è colpa mia, ho ricevuto un Confundus da piccola.
— per l'iniziativa #dashingprompts, @piscinadiprompt. Fase 1: prompt su richiesta, prompt di kuma_cla: quello che pensano tutti. 
N/A: la mia originalità in fatto di titoli, VI PREGO.
Sì, no, il fatto che il verbo Smaterializzarsi (o pure Materializzarsi, eh) non compaia mai e queste azioni vengano descritte come “gettarsi nel vuoto”, “sparire” è perché Jacob è un Babbano e, in quanto tale, nonostante il poco rispetto per le leggi dello Statuto Internazionale di Segretezza etc ect, non sa la terminologia corretta. Almeno. Non dovrebbe.
Piccola storia breve: colta da crosspostaggio compulsavo, e complice il teaser (QUANTO È BBBBLLLLXXX?!), mi son messa a editare e spolverare vecchie storielle e rifinire bozze. Ed è così che nasce questa raccolta senza pretese di continuità – o di nessun altro genere, in realtà.

 

 


Quello che pensano tutti

 

Quello che pensano tutti è che è carina, svampita e facilmente raggirabile. Neanche. Quello che pensano tutti è che se la farebbero. Poi, che è carina, svampita, facilmente raggirabile e che quindi se la farebbero. Non proprio: quello che pensano tutti è Wow. Così. Semplicemente. I pensieri non sono come le frasi dette, non tralasciano nulla, non tacciono alcunché. Sono confusi. Sono semplici, nella loro caoticità. A volte si contraddicono, più spesso si scavalcano gli uni cogli altri ancora prima di finire di essere pensati. Basta farci l'abitudine. 
(I pensieri sono come sogni: parole e frasi, immagini e canzoni tutti aggrovigliati in colori pastello. Non è sempre facile districarne la matassa, ma la maggior parte delle volte sono lampanti e fortissimi, le scivolano nella mente come se fossero odori, o discorsi pronunciati a voce alta.)
Quello che pensano tutti è Wow. Carina. Davvero. E tutto il resto. 
Lui pensa Oh mio Dio, pensa Non è possibile, pensa È fantastico. (Pensa anche Sto per vomitare, Sono morto, questo non è il mio mondo – questo, di solito, non lo pensa nessuno).
Poi la vede. Allora anche lui pensa Wow. Pensa È bellissima. Pensa È sexy. Poi pensa altre cose, che sono esattamente le cose che pensano tutti, le immagini e i desideri della maggior parte delle persone che la guardano. Queenie ha imparato a non esserne infastidita o ferita o esageratemente lusingata: i pensieri sono cose complicate e caotiche e spesso eccessivamente personali perché anche la persona che li ha in testa li realizzi del tutto. Se li lascia scorrere sulla pelle come l'aria fresca di New York la mattina presto o l'acqua della doccia, la sera tardi. 
Tina le riassume la situazione nervosamente, ma è sempre nervosa in questo periodo, per cui non è un problema (Queenie sa che le dà fastidio, ma non riesce a non notare come i suoi pensieri indugino sui modi impacciati dell'inglese e sulle dita che stringono il manico della valigia – non sullo Statuto Internazionale di Segretezza. Non dice nulla in proposito): «È un No-Mag», dice anche, e precisa col pensiero Il signor Kowasky. 
Poi, il signor Kowasky barcolla, sgrana gli occhi e realizza cosa probabilmente vuol dire legimens e per un attimo c'è spazio solo per l'imbarazzo e lo smarrimento. Queenie gli sorride: «Non si preoccupi. Pensano tutti quello che ha pensato lei quando mi ha vista».
Jacob è sprofondato sulla poltrona e non riesce a completare un pensiero che subito se ne presenta un altro. A Queenie dispiace, che sia così confuso e triste e stia fisicamente così male o che non riesca concentrarsi neppure sull'euforia che prova: «Adesso però deve mangiare», gli sorride incoraggiante.
(Jacob ama gli strudel, trova fantastica qualunque cosa lieviti e non ha mai assaggiato nulla di più buono in vita sua. Non sembra neanche risentito del fatto che lei glielo abbia letto nel pensiero.)

 

*

 

Sono su un tetto. Jacob pensa Siamo su un tetto. Pensa Cavolo. Non gli sono mai piaciute troppo le altezze, ma non pensa che sia brutto, pauroso. Pensa che sia fantastico. Pensa che sia un mondo giusto, quello in cui un occami riempe indifferentemente una stanza e una teiera. Nonostante l'Obsuriale. Nonostante Newt, che si china verso Tina e le sussurra: «Se non dovessi tornare, bada alle mie creature», e non dovrebbe farlo – quegli animali sono tutta la sua vita, per quello che ha capito Jacob –, ma le lascia in mano la valigia per poi gettarsi nel vuoto. 
Queenie porge le mani verso la sorella prima ancora che questa si volti. Annuisce preoccupata, mentre Tina bisbiglia un concitato: «Lo hai sentito? Bada a loro.»
Tina sparisce.
Queenie lo guarda e sa che lui già immagina quello che gli dirà. Lo dice lo stesso: «Tienila tu, caro.»
«Eh? — no. No, no, no», Jacob la ferma prima che scompaia, afferrandole un braccio. Queenie sa cosa sta pensando, cosa non sta dicendo, cosa sta per chiederle: «Non posso portarti. Ti prego, lasciami, Jacob», geme. 
Lui sospira. Stringe i denti: «Ehi. Ehi, ehi: sei tu che mi hai detto che sono uno di voi», lei può sentirlo cacciare la preoccupazione in un angolo della testa, «Giusto?», le domanda, solo un poco più incerto di prima. 
Ecco, si dice Queenie senza una ragione apparente, è così che avrebbe dovuto parlare al direttore della banca. Così l'avrebbe convinto di sicuro. Non fa troppo caso alla casualità di ciò che le è venuto in mente (i pensieri – i pensieri, come i sogni e i desideri, seguono strade diverse, strade impossibili da percorrere con la logica. Queenie questo lo sa bene), ma lo guarda negli occhi di rimando: «È troppo pericoloso.»
Trattiene il fiato.
Jacob è un No-Mag. Jacob è uno di loro. Jacob pensa ciò che pensano tutti, quando la vedono, ma pensa anche che i suoi strudel siano i più buoni che abbia mai mangiato, pensa che i gatti dei libri che le piace leggere siano più simpatici che fastidiosi, pensa che gli piacerebbe poter offrire cioccolata calda ai clienti di una pasticceria. 
In questo esatto istante, poi, pensa Siamo su un tetto. Pensa Newt, dobbiamo aiutare Newt. 
È bellissima, pensa anche. New York dall'alto è uno spettacolo, si dice, ma non pensa affatto a New York quando: Se la baciassi? e poi Mi hai sentito. Non è una domanda, è più una realizzazione. Queenie gli sorride, ma non dice nulla. 
Jacob pensa quello che pensano tutti quando la guardano. Queenie gli accarezza una guancia e pensa Potrei baciarlo io, perché sa che Jacob non lo farà. E pensa È quello che si dice Tina quando guarda Newt. 
Non lo fa. Si guardano e pensano quello che pensano tutti, tutti gli uomini e tutte le donne, tutti gli innamorati.

  
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