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Autore: baka_the_genius_mind    01/07/2009    9 recensioni
10 shot per cinque ragazzi, alle prese con le fasi dell'amore.
Chi sopravviverà?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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{9} Find a Way (Kouyou x Reita)

Titolo: Find a Way
Sottotitolo: Famiglia
Rating: Arancione
Segni particolari: bambini ** Bambini, bambini, bambini **
Note: mi si è scatenato l'istinto materno u.u Sarà perchè è nato il mio cuginetto (**), sarà perchè porto nel cuore una fic che mi ha fatto riflettere e che negli ultimi capitoli era piena di bambini (yes, colgo l'occasione per ringraziare Riot Star e per dedicargli interamente la shot u.u), fatto sta che mi è venuta un improvvisa voglia di un frugolino da coccolare **
Avvertenze: sarebbe carino possedere i GazettE, ma purtroppo non è così (ç__ç); loro appartengono a loro stessi, questa fic non è stata scritta per offendere chicchessia, ma solo per soddisfare la mia mente patologicamente ossessionata dallo yaoi e dalla loro musica (e dal sorriso fossettoso del buon vecchio Yutaka ♥)


Yuu era bianco come un cencio sbattuto.
Biascicò qualche incomprensibile parolina, prima che le ginocchia gli cedessero e rischiasse di finire a terra. Ringraziammo i riflessi pronti di Kou, che lo afferrò da sotto le ascelle, impedendogli di rovinare poco dignitosamente a terra.
“Coraggio, Yuu! Non è il momento di farsi prendere dal panico!”
“Non sono pronto...” mormorò con una vocina flebile. Dalla smorfia che aveva avrei scommesso cinquemila yen che si sarebbe ben presto messo a vomitare.
“Dovevi pensarci nove mesi fa, amico...” gli mormorai cercando di fare il solidale. Kou mi lanciò uno sguardo assassino. Cercai di ignorarlo.
Da dentro la camera provenne un acuto gemito di dolore, seguita da una parlantina bassa e cadenzata. Yuu diede un violento tremito con le spalle.
“Kami-sama, fra poco vomito...” miagolò; io sbuffai. Le mie entrate avrebbero registrato un aumento di cinquemila yen. Sai che guadagno!
Al capezzale di quel povero cretino, eravamo in altri quattro poveri cretini. Er, mi correggo. Tre poveri cretini.
Uno povero cretino le palle di agire le tirò fuori.
Takanori si avvicinò a Yuu a grandi falcate (per quanto grandi potessero essere le falcate di un nano come lui) e gli diede una sberla da rivoltarlo come un calzino. Il sonoro “sciaff” lasciò a bocca a aperta tutti quanti, comprese un paio di vecchiette che si erano premurate di guardare male i miei capelli passandomi accanto, qualche minuto prima.
“Calmati” gli ordinò Takanori imperioso.
Rischiai di soffocare con la mia lattina di birra analcolica (uno schifo della macchinetta dell'ospedale), e trattenni a stento una risata. Per quanto riguarda gli altri rimasero tutti più o meno sconvolti. Anche Takanori. E le suddette vecchiette.
Credo che si fosse abbandonato all'istinto e che non avesse messo in conto l'imbecillità cronica del suo suddetto istinto. La sua espressione era così esilarante che ritenetti saggio nascondere una seconda, sguaiata risata dentro alla lattina.
Kami-sama, era imbevibile quella roba.
Yuu rimase con gli occhi comicamente spalancati.
Avevo anche l'impressione che si fosse calmato un poco, ma quando Maki lanciò un altro intenso e strozzato urlo dalla stanza accanto, rabbrividì come un dannato; si strinse a Kouyou, appiccicando – terrorizzato – la sua guancia a quella del suo biondo compare.
Avrei voluto intimargli di staccarsi all'istante dal mio ragazzo, ma il paffuto dottore che venne fuori invitando Yuu ad entrare mi batté sul tempo.
Ci fu un gran battere sulle spalle del nostro amico. “Coraggio, vecchio!” lo incoraggiai sottovoce quando mi passò accanto, condendo il tutto con un coppino sulla nuca. Lui entrò nella stanza con una faccia degna di un condannato al patibolo.
Non che non fosse felice di diventare padre.
Dannazione, erano nove mesi che sulla faccia aveva stampato quel vomitevole sorriso; ci mostrava in continuazione le ecografie e mi aveva anche brutalmente malmenato quando avevo scambiato una macchia della placenta per la testa della sua piccolina. Erano settimane che si riferiva a quello schizzo disordinato (che ben presto sarebbe diventata la mia nipotina) come alla sua piccola Ai, occhi di triglia compresi.
Insomma, per farvela molto, ma molto breve, era davvero felice di diventare padre.
Ma diciamo che gli era venuto a mancare il coraggio proprio ora che Maki era entrata in travaglio. No dico, farsi le seghe mentali da sarò un buon padre? quando la propria fidanzata (nonché mia sorella) stava dolorosamente partorendo una sottospecie di palla da biliardo da tre chili e mezzo?
Mah.
Mi sedetti su una scomodissima panchetta rosso acceso e appoggiai la testa al muro. E pensare che a quell'ora avrei potuto godermi una sana e rilassante partita di baseball se la mia adorata nee-chan non avesse deciso di far nascere la piccola con due settimane d'anticipo.
Mah.
D'un tratto, sentii un familiare calore pesarmi sulle gambe.
“Uuuugh, ma sei ingrassato?”
“Deficiente”
“No, sul serio...quando ti ho scelto come mio compagno queste grasse maniglie dell'amore non le avev...uff!” accusai il colpo che mi rifilò nella pancia fingendo dolore.
“Primo! Io non ho le maniglie dell'amore!” esclamò indignato “E secondo...” proseguì altezzoso, togliendosi una ciocca dal viso “...scelto! Neanche fossi una bambola su uno scaffale!”
Gli sorrisi.
“Bambolina mia”
“Stronzo”
“Aof, che permaloso”
“Le bambole non sono permalose, Ryo...quello è una prerogativa delle scimmie”, mi lanciò una lunga e significativa occhiata.
“Simpatico, lui”
Ad interrompere quell'affettuoso scambio di battute fu la porta della stanza che si aprì, spinta da un lettino. Sopra, il viso rosso e contratto da smorfie di dolore, i capelli incollati alla fronte, c'era mia sorella.
Kouyou saltò agilmente giù dalle mie gambe, permettendomi di precipitarmi accanto a Maki.
Gli afferrai la mano, preoccupato.
Se, se...nonostante avessi passato il 99% del mio tempo da adolescente a litigare con lei, era tutto ciò che era rimasto della mia famiglia biologica, e l'amavo sinceramente ed immensamente.
“Che succede?”
“Mi fanno un cesari-oh!” esclamò stringendomi una mano. Le sue lunghe unghie curate e laccate mi penetrarono la pelle, ma le ignorai.
“E' tutto sotto controllo, Suzuki-san, non deve preoccuparsi”
Accennai un breve inchino al medico, che rispose con un sorriso. Poi diedi una rapida occhiata indietro, mentre il lettino cominciava a muoversi verso la più vicina sala operatoria.
“Dov'è quel coglione del tuo fidanzato?” abbai duro, continuando a camminare velocemente. Maki sogghignò. In fondo eravamo fratelli, i geni bastardi li avevamo ereditati in parti uguali. Una contrazione le fece stringere gli occhi.
“E' svenuto...” mormorò poi con un sorriso comprensivo “...vai a vedere come sta Ryo-chan, ti prego...si è solo emozionato...”
E poi scomparve dietro la porta della sala operatoria.


“Siete sicuri che...?”
“Ma certo!” risposi con fin troppo entusiasmo.
“Ma porca di quella baldracca!” urlò il mio adorabile ragazzo dalla cucina.
Kami-sama, Ryo! urlai dentro di me, sperando che potesse arrivare telepaticamente al cervello bacato del mio sempre meno adorabile ragazzo. Aspettavo quel momento da troppo tempo, perchè lo mandasse a puttane così. Mi premurai di mandargli una mentale occhiataccia, con un allegato e virtuale coppino sulla nuca.
Maki mi guardò con un espressione leggermente preoccupata. Yuu invece mi regalò uno sguardo torvo che poteva significare solo un perentorio Tieni a bada il tuo ragazzo!
Sorrisi amabilmente e falsamente ad entrambi.
In quello Ryo uscì dalla cucina, bianco di farina fin sopra i capelli.
Oh hide-sama, proteggimi, ti imploro.
“Ryo-chan...ma cosa...?”
“Mi sono scottato con il caffè...” ed esibì il segno scarlatto di una bruciatura “...e ho fatto cadere la farina della pizza” concluse indicandosi i capelli. Vidi a malincuore, Maki stringersi impercettibilmente al petto la piccola Ai. Era una creatura a dir poco meravigliosa, dalle guance paffute e i grandissimi occhi grigi; aveva ereditato i capelli color inchiostro di Yuu, che portava in un disordinato, corto e spelacchiato ciuffetto e un viso grazioso ed ovale da Maki. Una vera bellezza.
La piccola tese le sue braccine paffute verso di me, con un sorriso enorme. Mi sentii sciogliere come burro al sole, mentre le sorridevo e le permettevo di stringere una manina attorno al mio indice.
“Ryo, ti giuro che se...”
“Aof, che palle che sei Maki!”
La ragazza gli lanciò uno sguardo torvo. Poi sospirò.
“Mi raccomando di...”
“Seh, seh stare attenti alle istruzioni che ci avete lasciato...” brontolò insofferente il mio ragazzo “...ora sciò, andate a farvi il vostro viaggio di nozze in santa pace!”, li cacciò praticamente via di casa, lasciandole appena il tempo di passarmi la piccola Ai.


Un pianto disperato mi svegliò di soprassalto. Mi ci vollero quei sette-otto secondi per capire chi si stesse sgolando disperatamente nella stanza accanto, e quando afferrai, mi lasciai ricadere pesantemente sul letto. Stavo per borbottare un intollerante “Vai tu!”, con uno di quei toni irritati ed insofferenti che ci avrebbero fatto litigare selvaggiamente, ma Kouyou si era già alzato sbadigliando; si stiracchiò (la pelle liscia della sua schiena si tese sopra i muscoli) e uscì dalla stanza.
Sbuffai scocciato. A quel tempo, la gigantesca mole di stress cui ero sottoposto mi faceva soffrire d'una terribile insonnia, che mi concedeva poco più di quattro ore di sonno per notte. Il fatto che fossi riuscito ad addormentarmi era un miracolo che gli dei mi avevano gentilmente concesso. E che quell'ammasso di urli e lacrime aveva barbaramente infranto.
Lanciai un gemito d'irritazione. Almeno quelle sveglie notturne avessero fruttato qualcosa di buono, non so, tipo una sana ed intensa scopata con Kouyou; ma lui, al contrario di me, era una di quelle persone che si addormentano all'istante, quando vogliono. In parole povere non avrei fatto in tempo ad avvicinarmi, che lui sarebbe già caduto in un lungo sonno, lasciandomi da solo, assonnato e per di più eccitato all'inverosimile, a conversare coi miei pensieri perversi.
Sbuffai di nuovo, con una sottospecie di ringhio.
Mi alzai soffiando come un gatto, dirigendosi a grandi e nervose falcate verso il salotto.
Seduto sul divano c'era Kou. Kou coi suoi bellissimi capelli color miele, Kou col suo sorriso da mamma chioccia, Kou con le sue dita callose da chitarrista, Kou con quei suoi occhi grandi, Kou con le sue risate.
Kou.
Mi guardò.
“Beh, che fai lì impalato?”
Ecco, un'altra cosa. Lui ci metteva più o meno quattro secondi e mezzo a recuperare le energie e a scacciare gli sbadigli; appariva fresco e riposato come una rosa. Gli bastavano pochi istanti per cominciare ad affrontare la giornata con entusiasmo e determinazione.
Ecco.
Spostate lo sguardo su di me.
Su quello zombie che entra ogni mattina in cucina barcollando come un ubriaco, con due vistose occhiaie violacee e gli occhi ancora chiusi dal sonno, le sopracciglia aggrottate; prestate attenzione al modo con cui si lascia cadere pesantemente sulla sedia (peraltro quasi sfondandola): sempre quello zombie risponde al sorriso luminoso del suo ragazzo con un ringhio soffocato in uno sbadiglio e un'occhiataccia, un chiaro segno di insofferenza, che tuttavia il suddetto ragazzo non coglie, continuando a fischiettare allegramente e spargere i suoi luminosi sorrisi in giro per la stanza.
Eccomi qua. Suzuki Ryo, presente.
Soliti capelli attorcigliati sulla nuca, solita bocca spalancata in uno sbadiglio sfacciato, solito intollerabile sonno che mi addormentava le membra.
Ah, no. Scusate, c'era un dettaglio differente.
Mi esibii, sì, in uno dei miei migliori sbadigli (ebbi come la vaga impressione che Kou fosse riuscito a vedermi il fegato), ma la mia bocca rimase comicamente spalancata, e lo sguardo dapprima assonnato si fece sveglio, anche troppo sveglio ed attento sulla scena che mi si parò davanti.
Kou era placidamente seduto sul divano, le gambe incrociate e il petto nudo illuminato dalla luce fioca della lampadina a risparmio energetico, di quelle che ci mettono mezz'ora per accendersi del tutto e a quel punto è tutto inutile perchè: a) ormai devi già uscire dalla stanza e b) non si vede un cazzo comunque perchè sono troppo deboli.
Teneva in braccio la piccola Ai (mia nipote, diletta figliuola di quella sciagurata della mia nee-chan e di quel debosciato di Yuu) e le picchiettava il naso con una dolcezza che non riservava neanche ad Hellion. O a me.
Fu un po' insulso (nonché denigrante) scoprirsi gelosi di una mezza calzetta di poco più di un anno, uno striminzito soldo di cacio ancora incapace di parlare. Lei guardava Kou con quei suoi languidi e grandissimi occhi grigiastri.
Mi lasciai crollare come un sacco di patate sulla poltrona, emettendo uno sbuffo accompagnato dal sinistro cigolio delle molle scassate: se quella poltrona non fosse stata la quintessenza della comodità l'avrei sicuramente butta via. Inoltre, era una melodia troppo dolce sentire le sue molle scricchiolare a ritmo con noi due, e ancora non avevo avuto cuore di mandarla in pensione. Chiusi gli occhi sbuffando di nuovo.
Uno strilletto eccitato e divertito me li fece riaprire di scatto.
Kou aveva sollevato la piccola in aria, facendola volteggiare sopra la sua testa. Ai rideva di una risata acuta e sincera, mentre Kou aveva un espressione di gioia allo stato puro in faccia.
No, dico...ma vi sembrano cose da fare alle...lanciai una disperata occhiata all'orologio digitale del lettore DVD...le quattro di mattina?! Ciò significava come minimo cinque ore insonni, dal momento che era pressoché impossibile che mi addormentassi prima delle nove.
Quei due continuarono a giocare incuranti di aver interrotto il mio sonno; mi preoccupai di guardarli malissimo, ma semplicemente mi ignorarono.
D'un tratto, la bambina sporse il labbro inferiore, facendo i lucciconi. Kou le sfiorò la testolina con le labbra, alzandosi in piedi e sistemandosela sul fianco.
Non so il perchè, ma a quella visione mi si strinse il cuore.
Come folgorato, mi resi conto che Kou desiderava ardentemente un figlio.
La potenza di quel pensiero mi fece vacillare.
Insomma, erano settimane che saltellava in giro spensierato all'idea della piccola Ai sgambettante per casa. Io, al contrario, non avevo ancora perdonato la mia nee-chan per avermi sbolognato la poppante frignona per un mese.
Che poi, cazzo. Apro una piccola parentesi.
Un viaggio di nozze di un mese, equivaleva ad un mese senza prove, che per me, normalmente, sarebbe stata una sciagura bella e buona, ma che almeno avrebbe portato un mese chiuso in casa con Kou. Il che, normalmente, sarebbe stata un pacchia. Aveva un po' la sindrome della mamma chioccia lui (cosa a cui avrei dovuto pensare, in effetti, quando acconsentii a tenere lo scricciolo urlante) e amava viziarmi e coccolarmi in ogni modo. Un mese chiuso in casa con lui sarebbe stata...l'apoteosi del sesso.
Ma da quando quel fagotto di lacrime e urla era entrato in questa casa, Kou aveva avuto gli occhi solo sul suddetto. Scusate la franchezza, ma io sono un uomo parecchio passionale e, passatemi la volgarità, avevo bisogno di scopare. Con lui.
Ma ho sforato, non è di questo che stavo parlando.
Chiudo la parentesi.
Dunque.
Kou voleva un figlio. Voleva un frugolino tutto suo, da amare e coccolare, da stringere, a cui insegnare ad andare in bici, a cui asciugare le lacrime dopo una caduta, da iniziare al miracolo del baseball...okay, questo più io, ma sono dettagli.
Ora, il problema stava lì.
Lui voleva un figlio. E io, per ovvi e scientifici motivi, non potevo darglielo.
Improvvisamente mi sentii (avrete capito, vero, che non sono un tipo da tante finezze) una completa e totale merda.
Quando la bambina si accorse di me, i suoi grandi occhioni grigi si illuminarono.
Era incredibile, nonché bizzarro: nonostante la mia nipotina mi desse costantemente sui nervi con quei suoi occhioni innocenti e gli sguardi languidi che lanciava al mio ragazzo (catalizzando così tutta la sua attenzione), lei era assolutamente ed indiscutibilmente presa da me. E non parlo con presunzione.
Kou stesso me l'aveva fatto notare con una risata: era palese, ogni qualvolta mi trovassi nella stessa stanza con Ai, lei non faceva altro che ridere con gli occhi e con la boccuccia sdentata, oltre a esigere di starmi in braccio.
E' inutile, vero, dire che io la evitavo come la peste?
Non appena intravedevo quella ridicola testolina spelacchiata me la davo a gambe.
Fino al suo arrivo ero stato io il coccolato di casa...ma ora che era arrivata Ai, il mio posto mi era stato sottratto ed io mi comportavo come uno spodestato ingiustamente.
Ma vedevo lo sguardo di Kou estasiato, e aveva deciso di fare buon viso a cattivo gioco. Un mese. Non sarebbe durato tanto un mese.
La piccola prese ad agitarsi in braccio a Kou, scuotendo le manine in aria come volesse spiccare il volo: sembrava una paperella imbranata e quasi sorrisi intenerito. Quasi.
La piccola Ai tese le sue braccine lunghe come un mio piede verso di me.
Io quasi mi ritrassi sulla poltrona, inorridito.
Cosa vuole quel mostro da me?!
Se mai avrete a che fare con una neonata di meno di un anno incondizionatamente innamorata di voi, un consiglio: state attenti all'amico dei piani bassi.
Avevo smesso di contare le volte in cui Ai si agitava in braccio a me e scalciava coi suoi piedini: la cosa portava solo una conseguenza, ovvero una letterale strage dei gioielli di famiglia.
Kou me la mise in braccio senza troppi complimenti e la piccola si sporse verso di me, mettendo un piedino a pochi millimetri dai miei coglioni. Strinsi istintivamente le gambe a x.
“Le preparo il latte”
Prima che potessi anche solo pensare di protestare, lui era già sparito in cucina.
“Beh, che hai da guardare?”, mi ritrovai immediatamente catapultato in quegli iridi grigiastri. Aveva due occhi semplicemente enormi. Portai una mano alla sua testolina, spettinandole i sottili capelli color inchiostro. Ma non si offese, anzi. Mi regalò uno di quei sorrisi così grandi da morirci dentro. Era la fotocopia sputata del sorriso entusiasta di Yuu, quel sorriso che quel cretino metteva su davanti ad una Maxi Coppa Fragola, per fare un esempio, o di quel sorriso totalmente rimbecillito che aveva messo sul muso la prima volta che aveva visto Maki, al mio diciassettesimo compleanno.
“Io non ti odio...” seh, convinto Ryo “...solo, ho bisogno di stare un po' da solo con Kou...me lo concedi, dolcezza?”
Ai inclinò la testa d'un lato, esaminandomi col suo sguardo puro ed innocente. Poi, con quelle sue ditine microbiche, mi prese un lembo della maglietta, poggiando la testa sulla mia spalla.
Pochi istanti dopo, sentii il suo tranquillo respiro addormentato sfiorarmi la pelle.
Io non lo so...era figlia di due squilibrati, quella lì, si vedeva.
Si metteva a piangere e strepitare, poi a giocare felicemente con Kou, e poi aveva fame e poi si addormentava! Insomma, era chiarissimo che fosse figlia di quel pazzoide di Yuu. E di quella lunatica di mia sorella.
“Guardala, che tipetto!”
Mi trovai di fronte al sorriso tronfio di Kou.
“Hai ceduto anche tu al fascino della signorina?”
Bofonchiai. “Levami questo coso di dosso” sibilai imbarazzato.
Lui sghignazzò sottovoce, prendendomela delicatamente dalle braccia: le sorresse la testolina, facendola posare nell'incavo della sua spalla. Prima che potesse scappare via, gli rubai un bacio. Lo guardai con intensità, mentre la piccola mugugnava piano nel sonno.
Lui mi sorrise complice, sparendo poco dopo verso il corridoio.
Abbandonai la testa contro lo schienale della poltrona.
Stavo fallendo nei miei propositi, e non per causa mia.
Che ci fosse un qualcosa d'esterno (un qualcosa di inutile e banale come la mia mascolinità), che m'impedisse di rendere felice Kou, mi dava sui nervi.
Non mi accorsi che era tornato fin quando non si arrampicò sulle mie ginocchia, rubandomi un bacio leggero. Socchiusi un occhio.
“Ti vedo pensieroso...”
Mugugnai in risposta. Se c'era una cosa che mi dava veramente sui nervi di Kou (l'unica, a dir la verità) era questa sua intuizione micidiale. Soffocai eventuali sue parole in un bacio.
“Non cercare di distrarmi” mi ordinò imperioso, staccandosi dalle mie labbra.
“Non sto cercando di distrarti” provai a protestare.
“Seh, e io sono Babbo Natale...”
“Non sei un po' troppo ciccione per fare Babbo Natale? Gli rovini l'immagine...”
“Cazzo, quanto sei stronzo!”
Risi. Mi piaceva battibeccare con lui.
Primo, perchè era la persona più permalosa che conoscessi e se la prendeva per ogni minima critica al suo aspetto. E la cosa mi divertiva un sacco. Secondo, perchè adoravo il broncetto offeso che metteva su. E terzo...perchè quelle battibeccate erano solamente il prologo dell'inizio dei preliminari.
Lo baciai ancora, ridacchiando.
“Vuoi scopare Ryo?”, come volevasi dimostrare.
Quando cominciavo a prenderlo in giro, sapeva già che, nel tentativo di farmi perdonare quegli sberleffi, saremmo finiti a fare selvaggiamente l'amore.
Non devo aver avuto uno sguardo propriamente intelligente in quel momento.
Cosa che molto probabilmente contribuì a fargli comprendere i miei intenti. Annuii come un emerito imbecille, come avete presente qui pupazzetti col collo mobile che tu gli dai un colpetto e loro fanno su e giù con quell'enorme testona? Esattamente così.
Lui ridacchiò, gettando la testa indietro.
Non persi un millesimo d'istante e mi gettai a pesce sul quel collo bianco avorio, come un vampiro assetato di sangue. E come un vampiro glielo morsi lasciandogli un vistoso segno rosso. Sentii la sua mano fra i capelli, le sue dita stringere dolcemente alcune ciocche.
Succhiai la sua pelle dolcemente, perdendomi in continue ed ipnotizzanti carezze sulla sua schiena.
“Se mi hai fatto un succhiotto ti uccido”
Soffocai le risate sulla sua pelle. Così manesco e violento, così maniacalmente attento alla sua immagine...così era il vero Kouyou, così come io lo amavo follemente.
“Ti amo, Kou”
Lo ammetto, glielo dicevo poco.
A volte avevo paura che se ne potesse dimenticare. Che lo amavo sfrenatamente, intendo. Mi spaventava mettermi a nudo in quella maniera, ma perdere Kou mi spaventava ancora di più.
“Cos'hai mangiato, Ryo?”
“Non posso dirti che ti amo?”
“Non è quello...lo sai che mi fai morire ogni volta che me lo dici...” mi sorrise accarezzandomi i capelli “...ma non ti ho mai visto così sentimentale...”
“Kou...ti amo” gli ripetei ancora, mentre nascondevo il volto nell'incavo della sua spalla, chiudendo gli occhi “...anche se non te lo dico mai, tu...non lo dimentichi, vero?”
Lui mi strinse una ciocca di capelli, tirando la testa indietro. Mi ritrovai a fissare quei suoi occhi enormi e castani, liquidi come rotonde tazze di tè.
“No che non lo dimentico, scemo!” mi canzonò lui con un ghigno.
Mise a silenzio mie eventuali altre parole con un bacio. Si sistemò meglio sulle mie gambe, insinuando una mano sotto la mia maglietta.
“Ti amo, Ryo...” mormorò al mio orecchio, e avvertii la sua lingua scivolare sul contorno del mio lobo “Mi sei mancato un sacco...”
“Sono sempre stato qui...”
“Ma io non me ne accorgevo...perdonami...”
“Qualcosina per farti perdonare potresti farla...”
Silenzio.
“Più invecchi e più diventi scimmiesco, stupido e pervertito”
Sghignazzai.
“Ma destino vuole che più invecchio io e più mi eccitino queste tue caratteristiche”
Fu cosa da poco sollevarlo di peso e lasciarlo cadere sul divano. Mi tolsi in fretta e furia i pantaloni, per poi raggiungerlo e distendermi sul suo corpo caldo.
Mi appropriai golosamente delle sue labbra.
Mi persi dentro a qual turbinio di piccole e sensuali azioni, solitamente precedenti all'amplesso vero e proprio: mi beai dei suoi gemiti sommessi, delle sue parole strozzate dall'eccitazione, dell'espressione estasiata del suo volto. Mi rifugiai in quel calore agognato, lo presi con un ansimo soffocato sulla sua pelle.
“R-ryo...”
“Ti darò un figlio...” mormorai con i residui di voce e coscienza che ancora rimanevano saldamente ancorati a me “...fosse l'ultima cosa che faccio, Kou...”, furono le ultime parole che riuscii a formulare, prima di essere risucchiato nell'oblio più dolce e passionale che avessi mai visto.
Fuggii dallo sguardo allibito che mi lanciò e baciai la sua spalla, nascondendomi nell'incavo del suo collo. Lo sentii stringermi forte a sé, e aderii al suo torace come una seconda pelle.
“Ti amo” mormorò fra le lacrime e i gemiti.


“Ho caldo”
Kouyou sbuffò, insofferente.
“Ryo, ti supplico...” mormorò con una vocina implorante.
“Non ho detto niente! Sto solo crepando di caldo!” fu la seccata risposta.
Kou fece un gran sospiro. Un po' di pazienza (cosa di cui, però, era scarsamente dotato) e la giornata sarebbe filata liscia, senza intoppi. Il castano tentò un sorriso rilassato, volgendo lo sguardo color miele, oscurato da un grosso paio di lenti scure, verso la folla.
“E' pure in ritardo”
Okay, forse ci sarebbe voluto più di “un po' di pazienza”.

La prima cosa che notai fu l'evidente stato di gravidanza.
Ora, non per essere scortese...ma aveva davvero un ventre enorme. Sporgente e tondo, teso sotto un vestitino bianco che le arrivava sotto le ginocchia e che svolazzava attorno ai suoi passi. Calzava un paio di sandali dal tacco basso e portava sulla spalla una borsa che batteva ritmicamente sul suo fianco.
Kou saltò in piedi come un salmone, porgendogli galantemente una mano.
Lei gli sorrise, accettando il suo aiuto. Aveva un sorriso molto luminoso e candido.
“Ti ringrazio” mormorò con voce un po' affaticata “Questo piccolo demonio non mi lascia in pace un istante”, rise accarezzandosi il pancione.
Io rimasi muto come un pesce. Fissavo sfacciatamente quella pancia abnorme, quella pancia che conteneva (se tutto fosse andato liscio) il mio erede. Deglutii.
Sentivo gli sguardi degli altri due sulla nuca, ma non riuscivo ad impedirmi di fissarla. O meglio, di fissare la sua pancia. Come in trance, tesi una mano in avanti, con l'intenzione di sfiorare quella sottile parete di carne umana che divideva il mondo esterno – me – da quello che, sempre che fosse filato tutto liscio, sarebbe stato mio figlio.
Sobbalzai, quando mi accorsi che avevo quattro occhi che mi pugnalavano la schiena.
Battei rapidamente in ritirata, ma lei fu più veloce, e mi afferrò la mano.
Solo in quel momento mi soffermai a studiare i tratti del suo viso.
In mezzo ad un visino ovale e grazioso, spuntava un'enorme nasone a pipa, che distorceva l'eleganza donata dai grandi e rotondi occhi verde bottiglia e dagli zigomi alti; aveva due labbra carnose e piene, rosa e le sopracciglia sottili e scure. Sulla fronte liscia ed ampia, scivolavano corte e disordinate ciocche...blu?!
Il mio sguardo cadde impertinente sui suoi capelli. Un blu elettrico, acceso e brillante.
Carino come colore. Avrei dovuto consigliarlo a Taka, che cambiava colore dei capelli come si cambiano i calzini.
Dopo quel pensiero, il nulla.
Lei posò la mia mano sul suo ventre, e io smisi semplicemente di pensare.


“IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII”
Mugugnai divertito.
“Tutto okay dolcezza?” provai a chiedere.
“Brutto figlio di puttana!” No. Non era tutto okay.
“Che ha detto, che ha detto, che cazzo ha detto dammi il cellulare!!
Mi voltai verso il mio ragazzo, il quale aveva spalancato gli occhi in un espressione del tutto allibita. “Le gallinelle hanno fatto l'uovo” borbottai indicando con il pollice la stanza.
“A chi hai dato della gallinella?!” tale e quale a Yuu. Un viso perfettamente ovale dagli zigomi alti e una liscia cascata di capelli color inchiostro fece capolino da dietro la porta.
Crescendo, Ai era diventata una meraviglia di ragazza.
“Non è tanto carino dare alla tua nipotina preferita della gallina, sai zio?”
Scrollai le spalle.
“Neanche alla figlia preferita se è per questo!”
Chiyo saltellò fuori dalla sua stanza, con quei suoi cortissimi capelli corvini, striati di bianco argenteo. Puntò le mani sui fianchi lanciandomi un occhiataccia verde bottiglia. Nonostante avesse solo un anno di differenza con mia nipote, era di svariati centimetri più bassi di lei.
Una ragazzetta in miniatura, insomma, che a malapena raggiungeva il metro e cinquantacinque.
Si era immediatamente conquistata le simpatie e la complicità di Takanori.
Alzai le mani in segno di resa. “Okay, okay, ritiro tutto!”
Non passarono neanche cinque secondi e me le ritrovai entrambe sulle ginocchia.
Soffocai un imprecazione.
“Tesoro? Tesoro mio! Toglieresti il tuo affascinante piedino dai gioielli di famiglia? Tesoro sei un angelo!”, Ai non era cambiata più di tanto.
In mezzo a quell'accozzaglia di risate cristalline e calci più o meno involontari, individuai il sorriso sornione di Kou. Non l'avevo mai visto così sereno, così completo, così felice.
“Si può sapere il motivo del tuo raffinato gorgheggio di prima?”
Chiyo alzò il mento indignata, togliendosi una lunga ciocca bianca come la neve dal viso; mi sembrava di vedere Kouyou quando lo prendevo in giro e soffocai una risata.
Assolutamente identici, dal modo in cui sventolavano il mento per aria al modo in cui inarcavano offesi un sopracciglio. Facevano impressione, se si teneva conto che non avevano nessun legame di sangue.
“Un idiota signor nessuno!”
“Mmh, per caso quel simpatico...com'è che si chiamava? Naoki dell'altro giorno?”
“Esattamente quel cretino!”
“A me stava simpatico”
“Solo perchè ti ha portato una bottiglia di wishky stravecchio, ubriacone!”
“Dovresti rivolgerti all'altro tuo adorabile padre con quell'epiteto, dolcezza!”
“Ryo sei un imbecille”
Scoppiammo tutti e tre a ridere.

Lo vidi trafficare con la teiera. Mi dava le spalle.
Quando lo abbracciai da dietro, facendo aderire i nostri corpi come se fossero incollati, sussultò lievemente e la tazzina gli scivolò fra le mani, cozzando contro il ripiano metallico.
“Scusami...” le mie labbra aderirono alla sua nuca, lasciandovi un bacio “...non volevo spaventarti.”
Lui strinse le mie mani, scuotendo appena il capo; i suoi capelli mi fecero il solletico sulle guance. Baciai ancora la sua pelle, mentre cercavo il modo di fonderlo al mio torace. “Ryo, mi stai stritolando...”
“Ti amo”
“Scemo”
Si girò fra le mie braccia, incollando le nostre labbra.
Erano passati diciotto anni.
In diciotto anni ne erano cambiate di cose. Ma baciare Kou era rimasto ultraterreno.
Lo strinsi a me, facendolo sedere sul ripiano della cucina. Gli allargai le gambe, sistemandomi meglio a contatto del suo corpo.
Mi voltai di scatto, staccandomi dal suo bacio.
Dalla soglia della cucina mi risposero due sguardi intensi e due sorrisi maliziosi.
“Embè?”
“Siete così...belli insieme”, Ai si sciolse in un espressione affettuosa.
Chiyo si precipitò addosso a noi, stringendoci in un abbraccio fortissimo.
“Siete troppo alti” piagnucolò.
“Sei tu che sei una nanetta” la canzonò Kou, scombinandole i capelli.
Lei sbuffò indignata, togliendosi la solita ciocca bianca dal volto.
Ai si fece saggiamente indietro, dicendo di dover recuperare la borsa in salotto, lasciandoci da soli in quell'intenso momento d'intimità.
Chiyo si strinse a noi.
“Sono così orgogliosa di essere vostra figlia”

{terminata alle ore14:41 del 11 giugno 2009, ritocchi e correzioni esclusi, ascoltando Find a Way dei Secondhand Serenade}



Uiii, ce l'ho fatta.
Innanzitutto ho articolato questa shot con il POV di Reita, principalmente, ma ci sono brevi parti in cui a parlare è Uruha, e un piccolo pezzo in cui il narratore è esterno. Spero di non aver creato casini ^///^ Perchè io capisco tutto perchè ho la storia già in mente, ma se ci sono delle incomprensioni fatemelo sapere che provvederò a modificare ^^
Bene...perdonatemi questo tripudio di diabete sdolcinatezza ma ne aveva seriamente bisogno ù.ù
Penultima shot T^T
Dei, che tristezza T^T

Recensioni:

jagansha: ma io ti ho sempre detto che basta che mi scrivi che ti è piaciuta, e mi fai enormemente felice ** Che poi tu sei una che mi segue dall'esordio e che ancora non si è rotta i sacrosanti cosiddetti, quindi le tue recensioni, brevi o lunghe che siano, mi riempiono sempre di gioia (:
Grazie mille, un bacione ♥

Aredhel Noldoriel: hiii, troppo gentile come sempre! ^^
Un bacione ♥

LadyWay: proprio no! Non è che non mi piaccia...proprio non la sopporto! xD
Sei un indovina ò.ò (bhe, ma mancavano solo due coppie... ndTutti)(Zitti tutti! ndMe) come vedi hai proprio indovinato xD Un mondo tutto roseo e gioioso con un protagonista cinico ed insofferente xD
Un bacione ♥

Narah: come faccio a dimenticarmi di te? Mi hai lasciato una recensione in “Sekai wa Mawaru” che mi ha fatto brillare gli occhietti ** Comunque...per quanto riguarda i complimenti, non posso far latro che ringraziarti profondamente *inchino* Poi...a quanto vedo la Reita Ruki non ha riscosso il successo desiderato >.< ma non sto accusando nessuno, eh! Anzi, mi fa piacere che qualcuno abbia il coraggio di dire la sua! Comunque ho già intenzione di rivederla e rimetterla a posto u.u
Vabbè, avrei voluto farti un ringraziamento meglio articolato, ma come avrai già capito, non ne sono capace :P Mi limito a dirti GRAZIE e a dirti che con il quarto capitolo di “Sekai wa Mawaru” è in via di..come si dice, revisione! Spero di pubblicarlo entro la fine della settimana...spero! :)
Un bacione, e grazie ancora per il tempo che mi dedichi ♥

Shinushio: TUUUUUUUUU! Tu sei la scrittrice di “Azzardo”! **
Semplicemente adoro il modo in cui scrivi, semplicemente. Adoro. E imploro pietà inginocchiata sui ceci se non riesco a recensirti, ma è già un miracolo che mi ricordi di infilarmi i pantaloni quando esco di casa e spessissimo sono convinta di aver recensito (ma proprio sai, mi creo ricordi inesistenti delle esatte parole che ho scritto! Cose da matti), quando invece non l'ho fatto ç-ç Che disastro ambulante ç-ç
La tua recensione non ha potuto che rendermi fiera ed orgogliosa, grazie mille davvero ♥

misa_chan: beh, di solito anch'io amo le cose più intense e sofferte, ma cosa vuoi, sono anche una persona infinitamente romantica e smielata **
Un abbraccio enorme ♥

irisviola: uuh, beh che dire! Grazie mille, mi fa piacere che ti siano piaciuti anche gli altri capitoli e non ti preoccupare per la recensione...io sono la prima ad essere una sega completa nel recensire :P
Un abbraccio ♥

Deneb: ohhh, auguri di comp0leanno in ritardo...anche se il mio inconscio ti ha fatto il regalo...allora tu mi hai fatto un regalo enorme (in anticipo di circa tre mesi xD) dedicandomi parzialmente la tua ultima Reia-Kai...è dinamite allo stato brado, cose che l'ho riletto almeno quattro volte e mi è piaciuta sempre più ** COMPLIMENTONI!
Un bacione grandissimo ♥

xiao4sheng: Dei, grazie! (: Mi fa piacere che non sia risultata troppo sdolcinata, anche se più la rileggo più mi sa che devo averla scritta in un momento di terribile carenza affettiva xD Anche perchè è stata la primissima shot che ho scritto o quasi della raccolta e a qual tempo la raccolta era diretta in tutt'altra direzione, te l'assicuro xD Ma sono soddisfatta di come si è evoluta (:
Grazie mille e un abbraccio ♥



Penultima shot ç-ç
La prossima sarà l'ultima e già mi dispiace un sacco dovervi lasciare...voi immagino starete esultando, ma vedrete che tornerò a rompervi le balle con le mie sdolcinerie xD
Un bacione, al prossimo capitolo...ah, preparate i fazzoletti. Io ho pianto un sacco mentre la scrivevo (ma solo perchè ho la lacrima facile xD)
Mya ♥


  
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