"dammi la mano" disse minseok poggiandola verso jongdae, continuando a guardare il tramonto che toccava il mare calmo. 

minseok aveva portato il ragazzo rosso al mare; nella loro vita avevano condiviso qualsiasi tipo di momento insieme. non esistevano segreti tra i due. o almeno lo credevano. 

jongdae conosceva bene l'amore di minseok per i tramonti marini, così - nonostante non ne fosse convinto - uscì comunque.

"dai, che ci vuole? dammi la mano" disse, questa volta girandosi verso il viso roseo del più piccolo.

"minseok i-io"

"non dire niente jongdae, credimi, voglio solo portarti in riva al mare" accennando un sorriso.

i due allora scesero sulla spiaggia, mano nella mano.

intorno era quasi tutto isolato, qualche luce di locali che stavano aprendo luccicavano in lontananza, e sulla sabbia davanti quell'immenso mare esistevano solo loro: le mani intrecciate (inconsapevolmente) i loro sguardi, i loro silenzi innocenti.

l'aria era colma di imbarazzo; 

"jongdae, ti piace allora il tramonto?"

"tantissimo, hai visto che sfumature?" gli occhi del più piccolo erano ormai del colore più luminoso che potessero avere.

dopo qualche secondo di silenzio, minseok spezzò quel sottile filo d'imbarazzo. "le sfumature più belle sono nei tuoi occhi"

si girarono entrambi contemporaneamente spalancando leggermente gli occhi.

i loro corpi erano ormai - troppo - vicini e jongdae cercava invano di trattenere un respiro quasi pesante. 

rendendosi conto di cosa poco prima uscì dalle labbra del più grande il rosso cercò di pronunciare qualcosa.

"m-minseok ti prego s-sai che non possiamo, ne abbiamo parlato" 

"jongdae" sussurrò minseok abbassando lo sguardo verso la sabbia, con un'aria triste.

"rendi prezioso questo momento, ti prego. non sapremo cosa succederà dopo e non sapremo se saremo nei guai. forse continueremo ad amarci in silenzio o forse lo dichiareremo. chi vogliamo prendere in giro, per tutto questo tempo siamo stati solo migliori amici? e che amiconi, uno che diventa un peperone a vederti sotto la doccia" minseok era ormai in piedi continuando a guardare il rosso ancora seduto.

"ti prego, lo voglio urlare, posso urlarlo almeno al mare?" si girò verso l'acqua.

"io amo kim jongdae! fottetevi tutti quanti!" esclamò lanciando qualche sassolino verso l'orizzonte.

jongdae, il quale era in imbarazzo nonostante non ci fosse nessuno intorno, si alzò raggiuggendo il più grande. 

"minseok" 

il moro si girò, un'espressione confusa si impossessò del suo volto.

"non possiamo, te l'ho sempre fatto capire, perchè non lo accetti e basta?" disse il rosso con sorriso amaro.

"perchè non possiamo? non la voglio la tua realtà di merda. e quale realtà? la tua è solo una fissazione, se tra noi non ci sono problemi perchè devono esserci tra gli altri? non possono semplicemente farsi i cazzi loro?" minseok aveva ormai alzato il tono di voce. "oppure sei tu che ti vergogni di me? fa schifo tenere per mano una persona insignificante come me?" 

"minseok t-ti prego non pensarlo n-neppure" 

"ah sì?" minseok si allontanò leggermente, gli occhi iniziavano a pizzicare "sai cosa, voglio fare ciò che voglio! e se voglio stare con te, lo dico e basta" minseok si riavvicinò "ecco sì, voglio stare con te, l'ho detto. magari dicendolo ad alta voce e non facendolo capire con lo sguardo ti convinco?"

i due erano l'uno davanti all'altro quasi immobili. jongdae, per quel lasso di tempo, era rimasto in silenzio, osservando come il più grande si muoveva stanco tra la sua rabbia. 

"e cosa faremo? cosa faremo se ce lo diciamo chiaro e tondo?" chiese il rosso.

"potremmo farci bastare il nostro amore" rispose minseok ormai rassegnato, lasciando che qualche lacrima percoresse la sua guancia.

senza dire nulla, il più piccolo, inizialmente com movimenti quasi incerti, annullò lo spazio tra i loro corpi poggiando la mano sulla guancia bagnata del più grande. e, avvicinandosi ancor di più, unì le loro labbra. la dolce lingua di jongdae, aveva avuto l'accesso nella bocca di minseok, dolce anch'essa e desiderosa di approvazione, la stessa che diede alle labbra del più piccolo.

non era un bacio volgare, jongdae riusciva a conquistare ogni lato di minseok e questo al moro piaceva parecchio; un bacio che annullò qualsiasi problema, pensiero.

la piccola mano di minseok poggiava sul fianco magro di jongdae mentre l'altra cercava di creare brividi attraverso la schiena del più piccolo.

dopo qualche minuto presero fiato.

"oh merda minseok"

"ma sai solo dire il mio nome?" disse ridendo.

"si cioè no! io- lascia stare" jongdae abbassò lo sguardo diventato rosso, che provocò una risatina da parte del maggiore.

"hai visto? quanto c'è voluto?" chiese minseok, con le braccia allacciate ancora al collo del rosso.

"e io che volevo dichiararmi in un momento dolce e romantico, mentre invece è successo così velocemente" jongdae aveva finalmente un sorriso rilassato. "sei bipolare per caso? un momento prima mi urli in faccia e il secondo dopo accetti il mio bacio?"

"cretino" minseok diede uno schiaffetto sulla testa di jongdae, il quale rise. 

"comunque mi basta sapere che tu, prima o poi, avresti voluto dirmelo"

entrambi sorrisero e, dopo aualche bacio dato di sfuggita, mano nella mano - così come arrivarono, così andarono via - risalirono verso la parte più alta del lungomare, avvolti in un fascio astratto di luce che li proteggeva. la bellezza dell'essere innamorati.

Le stagioni dell'amore

non hanno forme

nella vastita' dell'universo

e nessun principio d'esistenza

resiste alla folle passione

che batte incessante nelle vene.