25/03/2018
5 recensioniPhoto.
Bianco.
Il mondo è completamente bianco attorno a voi: i cuscini, le lenzuola, le mani di Gregory e resti lì, pronto a goderti una giornata di sano riposo dopo due settimane senza freni. Sposti lo sguardo verso di lui, pronto a trovare il suo sorriso che ti fa perdere un battito ogni singola volta ma alle tue orecchie arriva un rumore.
Un click, ne sei certo.
Si sposta leggero, per evitare di fare troppo rumore e ti lascia un bacio sulla nuca prima di spostarsi in bagno. Non glielo confesseresti mai ma resteresti ore ed ore a guardarlo lì, di fronte allo specchio del bagno completamente nudo a farsi la barba come se fosse la cosa più naturale del mondo. È così erotico e non si rende neanche conto dell’effetto che ha su te. Hai i brividi solo se ripensi alla notte scorsa: le sue mani sulle tue spalle, le dita che stringevano forte e oh, quelle gambe…
Ti giri piano e ti volti verso il comodino. La macchina fotografica è lì a fissarti e la curiosità è troppo forte per non sbirciare nella galleria.
Nell’ultima foto sei disteso sul letto, il braccio destro piegato e l’unica cosa che ti copre è il lenzuolo. Hai un nodo allo stomaco nel vederti ripreso così sfacciatamente nudo e immortalato su questa fotocamera. Non ci pensi due volte.
Va cancellata assolutamente. Non se ne accorgerà nemmeno, pensi.
Tanto l’avrebbe fatto lui appena avrebbe visto il risultato finale. A mali estremi, estremi rimedi.
“Mycroft ma che diavolo stai facendo?” Gregory è appena entrato in camera e indossa ancora l’accappatoio stretto lievemente in vita.
Senti i palmi delle mani sudati sulla macchina fotografica e non fai nemmeno in tempo a rispondergli che sta già osservando la foto incriminata sull’opzione “cancella”.
“Lo sapevo che c’era qualcosa di strano! Ma perché ti danno fastidio, Mycroft? Sono così brutte?” Lui è così perfetto, in ogni sua singola sfumatura. Vorresti prendergli il viso tra le mani e dirglielo nel migliore dei tuoi sorrisi ma il suo sguardo perso e triste sulla fotocamera che ti ha strappato dalle mani racconta una storia ben diversa. “Insomma, so di non essere bravissimo… ma se sto facendo qualcosa che non va, perché so che c’è dopo quattro volte in cui l’ho portata dal tecnico per un problema che nemmeno esisteva, è meglio che tu me lo dica ora.”
Strofini le mani sulle lenzuola. Non vorresti dirglielo, non ora. È assurdo che ieri abbiate fatto l’amore proprio qui e ora devi ritrovarti a discutere su una cosa così dolorosamente profonda. Non sai assolutamente come iniziare il discorso, eppure ti stringi nelle spalle e con il tono più calmo che riesci ad usare, inizi.
“Gregory, le tue foto seguono il tuo stile e sono oggettivamente belle.. ma non penso di essere il soggetto adatto. Non io”.
“Mycroft” lo senti sospirare forte, come se volesse far pesare ogni sospiro e parola “ne avevamo già parlato e pensavo di essere stato chiaro. Io non desidero nessun altro a questo mondo che te. Ti ho scelto e non ho affatto intenzione di ritornare sui miei passi. Guardami”.
Senti appena le sue mani sulle tue e non ti rendi nemmeno conto di aver tenuto i pugni stretti sulle lenzuola e la testa abbassata già in segno di resa. Con una forza che ti sembra sovraumana ti volti verso di lui. “No, non è questo il problema. Il problema sono io. Non voglio foto. No voglio essere ripreso. Non voglio che altri… oh, Gregory, lo so, sono discorsi stupidi e che tu non mi faresti mai del male ma che cosa succederebbe se un giorno qualcuno prendesse ciò che di più intimo ci appartiene e diventasse motivo per deriderci... io non voglio questo. Non voglio che nessuno mi veda e così e… n-no, io non…”
È Gregory a farti riprendere contatto con la realtà da quel delirio di incubi che si susseguono nella tua testa, stringendoti la mano sinistra e baciandoti le nocche.
“Amore, nulla di quello che farei, mai, accadrebbe per prendermi gioco di te. In nessun modo. La vedi questa foto? Non c’è nulla di cui ridere. Io vedo solo il mio bellissimo uomo che dorme tra le lenzuola dove ieri abbiamo fatto l’amore e ti assicuro che non ho mai visto nulla di più bello nella mia vita.
Che ne dici se mettessimo tutte le foto in un luogo sicuro? Una cassaforte… qualsiasi cosa tu voglia. Ma sappi che se non vuoi, non te ne farò più. Tu per me sei più importante di qualsiasi altra cosa.”
L’istinto di poggiarti sulla sua spalla si concretizza in un attimo e lui non smette di stringerti mentre ti sussurra all’orecchio: “E per la cronaca: tu sei meraviglioso. Nessuno può deriderti e qualsiasi cosa accadrà, noi la affronteremo insieme. In qualsiasi caso. Ti fidi di me, no?”
Sorridi nell’incavo del suo collo e per una volta, la prima, ti senti così fiero di ciò che stai facendo. “Tra le tue mani ho messo già tutta la mia vita”.
Ti avvicini per baciarlo ma la stretta sui tuoi fianchi si fa più salda e lo fa lui. Puoi solo stringerlo forte a te, facendolo aderire alla tua pelle.
Profondo.
Lento.
Ti bacia come se tu fossi la persona più importante del mondo e te lo fa sentire con ogni fibra del suo essere.
“Gregory…” Si scosta piano dalle tue labbra per osservarti.
“Mh? Tutto bene?” Sali a cavalcioni su lui slacciandogli lascivamente l’accappatoio.
Senti il cuore scoppiarti nella cassa toracica e prima di baciarlo, gli sussurri sulla labbra:
“Stenditi. Oggi dovrai solo guardarmi.”
Sì, troverai un posto per le vostre foto.