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Autore: krastykrab1    30/03/2018    1 recensioni
Sono passati 30 anni da quando i Guerrieri Lyoko hanno sconfitto X.A.N.A grazie all'aiuto di Franz Hopper, il padre di Aelita.
Adesso però, X.A.N.A è tornato.
I vecchi guerrieri Lyoko, ormai maggiorenni, non possono più virtualizzarsi a Lyoko: un mondo virtuale dentro un supercomputer all'interno di una fabbrica. Perció, nuovi guerrieri Lyoko dovranno sconfiggere X.A.N.A e salvare il mondo.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aelita, Altri, Jeremy, Nuovo personaggio, X.A.N.A.
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Francia, città della torre di ferro. 15 settembre 2042. Fabbrica abbandonata.

Un suono simile ad un allarme uscì dagli altoparlanti. Sulle schermo apparve una finestra con una strana torre che si colorava di rosso. Accanto vi erano alcune scritte:

Energy Tower: 100
Xana power: 100
User power: 0

Access limited
 
Apparve un'altra finestra, quest'ultima raffigurava uno strano simbolo. Un cerchio in mezzo, e altri due cerchi concentrici intorno. Il secondo cerchio, più esterno, era interrotto da una stanghetta sottile in alto e tre stanghette piuù grosse, in basso.
Erick si precipitò davanti al monitor con dietro Mark e Steve.
-Che succede? Perché questo affare ha cominciato a funzionare?- Chiese Mark un po' preoccupato.
-Fammi vedere- rispose Erick cliccando qualche pulsante.

Clic. La porta magnetica dell'ascensore si aprì. Ne uscì un uomo alto e magrolino con i capelli biondi e dei buffi occhiali tondi sul naso.
Erick si girò immediatamente. Oh si, lo aveva riconosciuto. Quello era suo padre, Jeremy Belpois.
-Papà che ci fai qui?- Chiese Erick scendendo immediatamente dalla sedia.
l'uomo rimase immobile qualche secondo, sorpreso di vedere suo figlio in quel posto.
-No, che ci fate voi qui? E' quasi nott..- Si fermò. Poi riprese a parlare -Ne parliamo dopo, se permettete avrei un lavoro da finire.- Jeremy, il padre di Erick, si sedette sulla poltrona davanti al monitor.
Erick non potè non notare che, suo padre, non sembrava avere nessuna estraneatà con quel posto. Quindi non poteva di certo essere venuto qui per caso, forse si trovavano in una base segreta e suo padre era un membro della CIA. Questo spiegherebbe l'allarme, forse avevano rilevato la loro presenza.
"No, impossibile" pensò Erick "questa tecnologia risale a più di trent'anni fa, cosa se ne farebbe la CIA?"
La torre sullo schermo torno nuovamente bianca e la finestra si chiuse.
-Signor Belpois, che posto è questo?- Chiese Steve molto gentilmente.
-E' tipo uno di quei videogiochi VRMMO? Dove devi indossare un casco e ritrovarti dentro il gioco?- Mark cominciò a fantasticare.
L'uomo rise e scosse la testa -Più o meno Mark, vedete questo è..- Jeremy era indeciso, certo, poteva usare il ritorno al passato e far dimenticare tutto ai ragazzi, sigillare il tombino al parco del Kadic e fine della storia. Però X.A.N.A era tornato, nessuno della sua vecchia banda poteva tornare su Lyoko. Alla fine cedette e parlò -e va bene, sedetevi. E' una storia molto lunga.

Era il secondo anno al Kadic per Jeremy. Stava lavorando ad un progetto per la professoressa Heartz e gli servivano dei pezzi per completare il suo robot.
Tempo prima aveva scoperto una galleria sotterranea che passava per le fogne del Kadic e che portava direttamente sul ponte della vecchia fabbrica abbandonata.
All'esterno il disco di ferro del tombino era del tutto anonimo. Ma una volta sollevato aveva rivelato uno strano simbolo, Un cerchio in mezzo, e altri due cerchi concentrici intorno. Il secondo cerchio, più esterno, era interrotto da una stanghetta sottile in alto e tre stanghette piuù grosse, in basso.
E quello stesso simbolo era stampato  ai piedi della scala di ferro che scendeva nelle fogne. E nei condotti, come per indicare quale direzione seguire.
E poi... all'ingresso della vecchia fabbrica abbandonata al centro del fiume, di nuovo quel simbolo, stampato e cancellato dal tempo.
Simile ad un occhio.

La vecchia fabbrica era molto sporca e polverosa, vi erano grandi finestre alcune con i vetri rotti. Quelle ancora intatte, invece, erano opache a causa della polvere.
Il ragazzo notò che la scala che collegava il ponte e il piano terra era rotta, cumuli di ferri rotti sotto di essa.
Notò una strana corda. "Dovrebbe reggere il mio peso" pensò e con una bella rincorsa prese al volo la corda e si calò giù.
-Geronimooo-
Ruzzulò per terra e si rialzò.
Accanto a lui vi era un ascensore con un grosso bottone rosso.
Lo premette.
la grata si sollevò e Jeremy entrò dentro l'ascensore.
Un altrò pulsante, rosso. Lo premette.
L'ascensore scese per almeno un piano poi si fermò. Clack.
Una porta magnetica si aprì rivelando una stanza buia illuminata dalle luci di emergenza. Vi era una poltrona con davanti un monitor attaccato ad un grosso braccio meccanino. Accanto vi era una strana pedana simile a quelli di teletrasporto che si vedono nei film di fantascienza.
Jeremy si dimenticò del progetto di scienze. Ora voleva solo scoprire dove si trovava.
Si sedette sulla poltrana davanti alla tastiera. Nulla. Tornò dentro l'ascensore. "Se premendo il bottone sono sceso, ripremendolo" Jeremy premette di nuovo il grosso bottone rosso. La porta magnetica si richiuse e l'ascensore salì di nuovo verso il piano terra.
Jeremy salì e scese per circa 10 volte. Grazie alla sua professoressa aveva capito che nulla andava preso per scontato e che la scienza era tutta ottica.
Alla fine tornò al piano dove vi era la strana pedana e comincio a battere sui muri.
Toc Toc Toc
Nulla.
Provò sul pavimento.
Toc. Toc. Sdeeng. Toc.
Uh?
Toc. Sdeng. Sdeng.

Eccolo. Jeremy infilò le unghie nell'incavo della mattonella. Prese un cacciavite che aveva in tasca e lo infilò nella fessura e spinse con forza verso l'alto.
Scalini di ferro. Scalini di ferro scendevano da uno stretto passaggio.
Per fortuna Jeremy era magro e ci passò facilmente.
Arrivò ad una sala con tre grandi colonne, rivolte tutte verso una grande botola al centro. le colonne erano piene di fili. Alcune andavano verso l'alto dove si trovava la pedana. Altre invece si perdevano nel muro.
"Deve esserci un'altro piano" pensò Jeremy e si rinfilò nello stretto passaggio.
Era buio. Uno stanzino molto stretto. Vi era una porta chiusa a chiave e accanto un piccolo schermo simile a quelle della calcolatrice. Con un tastierino sotto.
D3L3ND4. Sul piccolo schermo vi era scritto D3L3ND4.
Il ragazzo scrisse qualche parola a caso.
ERRORE!!
D3L3ND4

Niente, riprovò.
ERRORE!!
D3L3ND4

Notò che il primo messaggio conteneva sette caratteri, però il messaggio di errore ne conteneva ben otto. In sostanza, il codice poteva avere fin otto caratteri.
Poteva creare un apparecchio cracker per trovare facilmente la password, ma non vedeva nessuna porta USB o altro.
Linguaggio Leet. Gli veniva in mente solo questo, poi si ricordò della lezione di storia.
-Delenda-
-Carthago delenda est, Cartagine dev' essere distrutta. Ma certo la soluzione è..-
Digitò velocemente il codice
Accesso!
Aveva usato la parola "C4RTH4G0" che dal linguaggio Leet significa proprio Carthago, cioè Cartagine.
Il ragazzo sgattaiolò dentro. Un stanza ancora buia. Illuminata dalle luci di emergenza.
Si scorgeva una piccola leva da una fessura di un grosso cilindro.
Jeremy abbassò la leva. In un attimo tutte le luci si accesero. Il cilindro era immerso da una strana luce giallina.
Anche l'ascensore tornò a funzionare completamente, dentro la cabina vi erano tre pulsanti nascosti. Jeremy salì nell'ascensore e tornò al primo piano.
Adesso, la pedana, mostrava una mappa. Lyoko.
Un grossa sfera, che poteva essere il nucleo, con quattro spicchi, i settori.
Jeremy si sedette sulla sedia e provò a Zoommare verso il nucleo.

ACCESSO NEGATO
ENTER CODE:


Non aveva tempo, provò su un altro settore.

ACCESSO NEGATO
RICHIESTA AGENTE UMANO
RICERCA AGENTE UMANO IN CORSO
AGENTE UMANO TROVATO

PREMERE S PER AGGANCIARE.

"
Agente umano?"

PREMERE S PER AGGANCIARE


Alla fine premette il pulsante. Sul monitor comparse una finestre, vi era una ragazza dentro. Aveva due orecchie da elfo e dei capelli rosa, era vestita proprio come un elfo.

-Chi sei tu?- disse Jeremy
-Io? Non lo so- Rispose l'elfa
Jeremy non si spiegava come faceva a sentire quel programma, ma in quei movimenti, in quelle parole lui ci trovò dell'umano.
-Allora ti chiamerò Maya. Che ne dici?-
-Maya, mi piace- La ragazza sorrise.


Jeremy condusse anche Ulrich Stern, un suo compagno di classe, nella fabbrica.
All'iniziò il ragazzo esitò un po' ma era troppo curioso per fermarsi.
Arrivarono alla sala con i tre grandi cilindri
-Umh, cosa sono questi cosi?- Chiese Ulrich perplesso.
-Non lo so.
Si avvicinarono alla prima porta metallica, che si spostò di lato con un ronzio. Al suo interno c'era una cabina luminosa.
Ulrich ci infilò dentro la testa per curiosare.
-Non entrare!- lo avvertì Jeremy alle sue spalle.
-Perché?
Jeremy sospirò. -Potrebbe essere pericoloso, temo. Ne ho parlato con Maya.
- La tua amica che gioca alla "bella addormentata nel computer"? Da dove si collega, lei?-
-E' questo il punto. Non lo so. E sembra che non lo sappia nemmeno lei.
Ulrich si grattò la testa. -Tu mi hai detto di averla vista circondata dalle foreste, giusto?
-Si. E' un settore di un intero mondo... virtuale, che sembra progettato nei minimi dettagli.
-E lei, invece, come ti vede?
-Mi vede qui. Nella fabbrica.
-Lei vede il mondo reale e tu vedi il mondo virtuale.-
-Esatto.
-E come fate a sentirvi?
-La sua voce esce dagli altoparlanti. E la mia... non lo so... Lei dice che la sente risuonare dappertutto, intorno a lei.
-Wow, fico!
-Già. E' come se da qui si controllasse questo grande mondo virtuale... dentro cui c'è anche lei.
-Quindi la tua amica... fa parte del mondo virtuale?
-Non ne sono convinto.
-Perché?
Jeremy ci mese un po' prima di rispondere. -E' difficile da spiegare...- disse alla fine. -La prima volta che le ho parlato, ho pensato subito di trovarmi di fronte a una creatura virtuale, una specie di avanzatissima intelligenza artificiale. Non era in grado di rispondere a domande elementari sul nostro mondo, come se non sapesse niente. Non conosceva neanche il proprio nome. Ma nonostante questo c'era qualcosa, nel suo modo di fare, nella sua voce... qualcosa di indefinibile e terribilmente... umano. Così, ho cominciato a convincermi che si trattasse di una ragazza vera. In carne e ossa.
-Peccato che sia dentro un computer pieno di cose virtuali, Jeremy! Andiamo, non può essere... "vera"! Come ti è venuta in mente un'idea simile?
-L'ho sottoposta al test di Turing.
Ulrich strabuzzò gli occhhi. -L'hai sottoposta a cosa?
Jeremy sospirò rassegnato di fronte a tanta ignoranza.
-Turing era un matematico- iniziò a spiegare. -Uno degli inventori dell'informatica. Tra le altre cose, inventò un test per stabilire se un agente che sembra umano lo è davvero o è solo una macchina.
-Umh. Devo aver visto una roba del genere in un vecchio film con Harrisn Ford. C'era questo robot che non sapeva di essere un robot...- commentò Ulrich grattandosi la testa.
Jeremy lo interruppe subito. -l'ho sottoposta al test. E il test ha avuto un esito positivo. Quindi quello che mi chiedo è: se Maya è una persona reale che si trova dentro a un supercomputer... come cavolo ci è entrata?-. Nel pronunciare l'ultima frase si appoggiò a una delle porte scorrevoli e luminose, che si aprì con un fruscio.
Ulrich notò subito una scritta.
-Attenzione! Camere di virtualizzazione! Wow!
-Eh? Non mi sembra ci sia scritto wow!
-No è che.. nulla.
-Comunque, io penso che Maya sia entrata dentro a questo "mondo virtuale" grazie a queste camere di virtualizzazione. Che chiameremo "Scanner"
-Ma se la tua teoria è giusta.. come riporterai Maya nel mondo reale?
-Prima di tutto dobbiamo vedere se questi Scanner funzionano.
-E ti serve una cavia.- Ulrich non era molto contento di questa idea. -Certo, sono d'accordo ma.. io non entro in quelle cose. Ci pensò un attimo: -Conosci Odd della robbia?
-Il tuo compagno di stanza?
-Si.
-Quello che fa il cascamorto con tutte le ragazze? E' un tipo strano.
-Dovresti vedere il suo cane.

Odd è quel tipo di ragazzo pieno di energia che cerca di far divertire tutti i suoi amici. Con la violazione delle regole, ha con se un cane di nome Kiwi.
Ulrich, dopo due giorni di convivenza, ammise che Kiwi era il botolo più fastidioso al mondo.
Quando si sentiva solo mugulava. Quando c'era la luna piena abbaiava piano. E di giorno si nascondeva nei cassetti.
Ulrich trovò la sua divisa ti Takewndo tutta a brandelli, e le sue scarpe da ginnastica preferite letterlamente divorate.

Si fece mezzanotte e Ulrich portò a Jeremy la cavia per il suo esperimento.
-Fai il bravo.- disse Ulrich posando il botolo dentro lo scanner per poi salire verso la sala con il monitor. -E' tutto pronto.-
La sala degli scanner si aprì. Era Odd della robbia che si era accorto che il suo cane era sparito.
-Kiwi, finalmente, dove ti eri cacciato?- Il botolo saltò tra le gambe di Odd facendogli perdere l'equilibrio. Cadde dentro lo scanner.

-Trasferimento Cavia. Scanner Cavia. Virtualizzazione.
-Maya, presto conoscerai il cane di Odd.- Sghignazzò Ulrich.
-Non vedo l'ora.- rispose lei
-Beh, quello non è che sembra proprio un cane.
 
le porte dello scanner si chiusero. Odd sentì una strana forza spingerlo verso l'alto. I capelli venivano sparati all'insù. E notò che non toccò più terra.
Poi atterrò a quattro zampe in un posto completamente deserto.
-Odd che ci fai li dentro?- Chiese Jeremy.
-Jeremy? Sei tu? Sei nel mio orecchio?
-Beh direi che l'esperimento è riuscito.- Confermò Ulrich.

Poco dopo anche Yumi Ishiyama, una ragazza di un anno più grande di loro, nel gruppo.
Insieme riuscirono a riportare la ragazza elfa nel mondo reale che, intanto, aveva recuperato la memoria. Il suo nome è Aelita. Dovendo prima affrontare gli attacchi di un'intelligenza artificiale chiamata X.A.N.A. Creata dal creatore di quel mondo virtuale "Lyoko": Franz Hopper. Non che il padre di Aelita.
Molto tempo dopo anche William Dunbar, compagno di classe di Yumi, entrò a far parte dei guerrieri Lyoko. Ma per poco tempo. Venne subito reclutato da X.A.N.A.
Così, i ragazzi passarono due mesi cercando di salvare William.
Alla fine, grazie al sacrificio di Franz Hopper, riuscirono ad iniettare un AntiVirus nel cuore di Lyoko. E distruggere X.A.N.A per sempre.


Il padre di Erick prese fiato. Ormai stanco dopo il lungo racconto.
-Quindi, ora che X.A.N.A è tornato, tu e i nostri genitori dovrete rivirtualizzarvi su Lyoko e sconfiggerlo di nuovo?- Chiese Steve.
-Beh, è questo il problema. Ormai noi siamo adulti, non possiamo più virtualizzarci su Lyoko.
Erick ci pensò. -E se entrassimo noi a Lyoko?-
-No, scordatevelo! E' fuori discussione.- Jeremy sapeva che era troppo pericoloso. Si stava chiedendo se era stata una buona idea raccontare tutto ai ragazzi. Specialmente ora che il "Ritorno al passato" creava troppi problemi.
-E' meglio se andate ora. E' tardi.-
I ragazzi, rassegnati, tornarono al Kadic.
   
 
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