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Autore: Altair13Sirio    30/03/2018    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Robin e Stella Rubia camminavano con calma lungo uno dei tanti corridoi della torre. Avevano appena messo a letto Luna Bianca dopo una lunga giornata di giochi, studio e allenamento, e adesso erano tutti quanti stanchi e pronti a riposare.
<< Non ti sembra che Luna sia più rilassata? >> Chiese Stella entrando nella camera da letto con suo marito. Le finestre erano completamente libere dalle tende, lasciando intravedere un paesaggio ampio e pulito, con un cielo limpido e costellato di punti luminosi.
<< Più rilassata? >> Chiese lui. << A me sembra molto più esplosiva del solito invece! >>
Stella rise dirigendosi verso il proprio letto. Si sedette su un lato del materasso e accavallò le gambe facendo dondolare lentamente un piede. Osservò suo marito attraversare la stanza a passi lenti e non smise mai di sorridere. << Sembra che abbia sviluppato una grande determinazione. >> Ricordava ancora le parole della sua cara amica Corvina, che le aveva raccontato delle loro sedute di meditazione ogni giorno più intense.
<< Già. >> Fece Robin raggiungendo un armadio. Aprì un'anta e cominciò a sfilarsi la sua cintura speciale dalla vita. << Dovresti vedere come combatte, quando ci alleniamo. >>
Stella lo osservò per un momento mentre si toglieva la maschera e il mantello, poi si alzò e lo raggiunse sfilando rapidamente attraverso la stanza e costringendolo a voltarsi prendendogli il volto tra le mani. << E' stata lei a farti questo? >> Chiese sorridendo mentre con delicatezza gli faceva ruotare il collo per farsi mostrare un graffio sulla guancia sinistra.
Robin sorrise un po' imbarazzato. << Non proprio. No, Luna non è ancora capace di sopraffarmi veramente. E' stato Beast Boy a farmi questo. >> Rispose dopo essersi fatto liberare il volto.
Stella spalancò gli occhi un po' sorpresa. << L'amico BB? >> Chiese. Robin annuì.
<< Ci stiamo allenando assieme, visto che di recente sembra non riuscire a dormire decentemente senza prima un enorme sforzo fisico. Ho pensato che se gli avessi dato uno scontro soddisfacente non avrebbe più avuto bisogno di allenarsi fino a tarda notte. >> Fu la spiegazione che diede lui prima di tornare a spogliarsi e riporre i propri vestiti nell'armadio. << Me lo ha chiesto Corvina, visto che era preoccupata che non dormisse a sufficienza. >>
<< E ha funzionato? >> Chiese Stella speranzosa.
Robin si voltò quando si fu liberato della tuta e sorrise. << Non saprei, ma di sicuro è un buon modo per non infiacchirsi! >>
Stella non disse niente per un po'. Era ben conscia del fatto che suo marito avesse quella che gli abitanti della Terra avrebbero chiamato "una fissazione" per l'allenamento fisico e non le dispiaceva che questo volesse mantenersi in forma per poter essere sempre pronto a ogni evenienza, ma le dispiaceva vederlo farsi del male per questo, anche se si trattava di piccole ferite che sarebbero passate in pochi giorni. Sentiva come se suo marito stesse correndo su una strada infinita senza mai ottenere alcun risultato; avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarlo a raggiungere il suo traguardo, ma a volte era impossibile capire cosa fosse giusto fare.
Senza pensarci troppo, Stella abbracciò Robin da dietro. Affondando il volto nella sua schiena respirò a fondo e chiuse gli occhi affidandosi completamente a lui. Sentì Robin posare una mano sulle sue che gli cingevano la vita, poi la voce di lui addolcirsi mentre le diceva quanto la amasse.
Sembrava una cosa poco inerente alla situazione, anzi non c'entrava assolutamente niente, ma Stella aveva bisogno di esprimere il proprio affetto a suo marito di tanto in tanto; sentiva come se non ci fossero mai le parole giuste per esprimere quanto lo amasse con tutto il suo cuore, e per questo a volte non poteva fare altro che restare in silenzio e abbracciarlo. Lui lo capiva e la abbracciava a sua volta.
Robin si voltò. << Stella… >> Sussurrò senza lasciar andare quel leggero sorriso rassicurante che gli era comparso in volto dopo che lei lo aveva abbracciato.
Lei gli avvolse le braccia attorno al collo e avvicinò il proprio volto fino a baciarlo appassionatamente. Rimasero in silenzio per un po' senza dividere le labbra, in pace con il mondo nel loro piccolo momento di intimità. Non sapeva nemmeno cosa volesse dirle lui, ma non le interessava; in quel momento voleva solo baciare le sue labbra.
Il bacio era quel gesto che per i Tamaraniani non rappresentava niente di più che una formalità, un modo per entrare in contatto con una civiltà differente; per i terrestri quell'atto era qualcosa di molto più profondo, molto più intenso. Non era uno scambio di parole e informazioni come per la gente di lei, ma si trattava di un momento molto importante per una coppia di cuori innamorati, qualcosa che esprimeva più di ogni altra cosa l'amore che riempiva quei cuori – e Stella non poteva dire di non apprezzarlo.
Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai: lei abbracciata a Robin che gli dava uno dei baci più appassionati che avesse mai dato, con lui che pensava a poco e a nulla, annebbiato come sempre da quel gesto a cui difficilmente era riuscito ad abituarsi. Ma invece ci fu un suono che interruppe quel momento magico; un basso squillo intermittente che proveniva dal comodino di Robin, dove questo prima aveva lasciato il proprio trasmettitore.
Robin si voltò a guardare il piccolo marchingegno con sopra il simbolo dei Titans mentre Stella Rubia allontanava le labbra dal suo volto ma non lasciava andare l'abbraccio. Rimasero a fissarlo per un momento con aria assente prima che lui si muovesse per andare a raccoglierlo con la mano. Da quando avevano deciso di concentrarsi su Luna Bianca piuttosto che sulla protezione della città, Robin aveva chiesto a Cyborg di disattivare l'allarme che risuonava nell'intera torre a ogni emergenza in città e trasferirlo a un discreto squillo dei loro trasmettitori personali; così i Titans potevano sapere cosa stesse succedendo in città senza dover necessariamente svegliare Luna Bianca, qualora dovesse accadere qualcosa di notte.
Robin si mise rapidamente sugli occhi la propria maschera e aprì la connessione con il trasmettitore. << Qui Robin, che succede? >> Disse.
Il volto di Cyborg comparve sul piccolo schermo e Stella Rubia si avvicinò per ascoltare meglio. << C'è stata una segnalazione dalla gioielleria Gold Shine in centro; pare che qualcuno sia riuscito a eludere i sistemi di allarme e ora stia facendo man bassa. >> Spiegò quello mandando sullo schermo un'immagine della mappa della città con un punto rosso segnato.
<< Sappiamo quanti sono? >> Chiese Robin indurendo la sua espressione.
Sullo schermo si aggiunse il volto serio di Corvina che salutò gli altri con poco entusiasmo.
<< Dalle immagini che sono riuscito ad ottenere… >> Fece Cyborg quando sullo schermo fu tornato anche il suo di volto. << Sembra che sia una persona sola. >>
Sullo schermo comparve una nuova immagine; era la ripresa sfocata dell'atrio di una gioielleria, in ombra e poco definita, dove compariva un'ombra snella che entrava dalla porta principale dopo aver sollevato la saracinesca d'entrata.
<< Quella gioielleria è la più grande della città! >> Fece una voce nello stesso momento in cui alla chiamata si aggiunse BB. << Possibile che si tratti del lavoro di una persona sola? >>
<< Questo è quello che dicono le immagini. Potrebbero anche esserci dei complici in attesa all'uscita, ma le telecamere hanno ripreso solo una persona. >> Fu la risposta di Cyborg.
<< Se è una persona sola potrebbe non essere un problema troppo grande. >> Azzardò Corvina con voce stanca.
<< Tuttavia deve essere qualcuno molto organizzato per essere riuscito a entrare senza attivare alcun allarme. >> Fece Cyborg cominciando a guardare intensamente nell'obiettivo del trasmettitore. Robin incrociò il suo sguardo afferrando il segnale che gli mandò l'amico.
<< Maschera Nera? >> Mormorò pensieroso. Gli uomini di Maschera Nera erano riusciti a non far attivare alcun allarme ovunque fossero andati. Se adesso erano riusciti a scoprirli nonostante tutte le loro accortezze, forse avrebbero potuto tendergli una trappola; tuttavia era strano che Maschera Nera si facesse scoprire così facilmente, soprattutto dopo tutte le volte che aveva eluso ogni tipo di sorveglianza senza alcun problema. Poteva trattarsi di una trappola? E se sì, cosa avrebbero dovuto fare veramente?
<< Ci vado io! >> Fece Stella entrando con prepotenza nel campo visivo della telecamera del trasmettitore. Robin si voltò allibito e cercò di rispondere negativamente alla sua offerta.
<< Potrebbe essere pericoloso. >> Commentò Cyborg dall'altro lato dello schermo.
<< Ma anche mandare tutti quanti potrebbe essere uno sbaglio! >> Ribatté Stella rivolta al cyborg, nonostante forse avrebbe dovuto più parlare con suo marito. << Se è una trappola, andando tutti assieme lì potremmo fare proprio ciò che vogliono loro. >> Continuò sforzandosi di non incespicare tra le parole per non perdere il filo del discorso. << Ma se invece mandiamo una persona sola a controllare la situazione, potremo limitare i danni. In fondo hai detto che c'è una sola persona lì, no? >>
Cyborg abbassò lo sguardo sentendo gli occhi severi di Robin su di sé. << Sì, però… >> Non seppe come argomentare oltre quella discussione. Stella parlava bene e sembrava decisa ad andare, ma non potevano sapere della reale gravità della situazione; delle telecamere ci si poteva fidare fino a un certo punto.
<< Non preoccupatevi. >> Disse Stella sorridendo e voltandosi a guardare Robin, che la fissava allibito. << Sono più forte di qualsiasi terrestre e se ci sarà qualcosa di strano vi contatterò all'istante! >>
Robin non riuscì a dire nulla per ribattere. Si ritrovò a muovere le labbra senza far uscire alcun suono dalla bocca, combattuto se accettare l'offerta di Stella o rifiutarsi di mandarla da sola. Continuò così finché la voce di Corvina non ruppe il silenzio:<< Per me va bene. >>
Tutti quanti furono con gli occhi sullo schermo a guardare la maga che sembrava perfettamente calma. << Sappiamo quanto sia forte Stella Rubia. Dubito che commetterà errori imprudenti come l'altra volta. >>
Pur non avendolo detto esplicitamente, tutti quanti stavano pensando all'episodio in cui Stella ne era uscita ferita e avvelenata, nel loro scontro con gli H.I.V.E. Five alcune settimane addietro. Anche in quella situazione il luogo assaltato era stato una gioielleria, ma alla fine si era rivelato trattarsi di una trappola per colpire proprio Stella. Questa volta non sarebbe stato possibile non preoccuparsi per lei, ma tutti sapevano che Stella non fosse una principiante e difficilmente si sarebbe lasciata sconfiggere.
<< Anche per me va bene. >> Commentò BB alzando una mano con imbarazzo. Non era una sorpresa che lui fosse d'accordo: era uno che non ci metteva molto a ragionare su una scelta, ma poi ci fu anche la risposta di Cyborg.
<< D'accordo. >> Senza altri commenti si chiuse la comunicazione tra i supereroi e Robin e Stella rimasero nuovamente da soli. Robin rimase in silenzio a guardare sua moglie che sorrideva fiduciosa.
<< Non ho nemmeno avuto il tempo di dire nulla. >> Disse lui sorridendo imbarazzato.
Stella sorrise grata di sapere che suo marito non fosse contrario alla sua scelta; avanzò per dargli un bacio sulla guancia in modo da fargli sapere che sarebbe andato tutto bene. Tuttavia lui mostrò comunque la sua preoccupazione.
<< Sei sicura di voler andare da sola? >>
Stella annuì. << Non temere, saprò cavarmela. E poi ho bisogno di muovermi un po'. Mi farà bene. >> Disse fiduciosa sperando che lui potesse accettare senza timore.
Robin prese le mani di lei e abbassò lo sguardo con espressione intimorita. Lei si limitò a sorridere mentre lui cercava le parole giuste. << Se dovessi avere bisogno di aiuto… Chiama subito e io verrò da te! >> Disse alla fine.
Stella sorrise e si liberò una mano. Con un movimento armonioso del braccio andò a togliere la mascherina dal volto di Robin così da poterlo guardare negli occhi. << Tu aspettami qui, sarò di ritorno prima che tu possa accorgertene. >> Quindi lo baciò un'altra volta, riprendendo dove aveva lasciato prima.
Stella Rubia dovette andarsene di corsa per non perdere altro tempo. Le dispiaceva che il suo momento di tenerezza con Robin fosse stato interrotto, ma sperava di potersi sbrigare a risolvere la situazione e tornare presto da lui.
L'aria della notte era piacevolmente fresca, c'era poco vento mentre attraversava in volo la striscia di mare che separava la torre dei Titans dalla costa e il resto della città. Riusciva a vedere chiaramente tutte le luci accese per le strade della città e avrebbe potuto orientarsi facilmente dall'alto.
Stella estrasse il suo trasmettitore dei Titans e lo aprì per controllare l'immagine della mappa mandata prima da Cyborg per poter capire dove andare; le bastò uno sguardo, poi andò avanti a gran velocità dirigendosi al punto segnato sulla mappa.
La gioielleria Gold Shine era un grande complesso situato in una zona del centro famosa per i suoi negozi, che andavano dai semplici chioschi e bar dove prendere qualcosa da mangiare fino a veri e propri locali di lusso. La gioielleria era uno dei negozi più ricchi della zona, non era un caso che fosse l'obiettivo di numerose rapine; però fino a questo momento non era stato necessario l'intervento dei Titans per via dei suoi sistemi antifurto all'avanguardia. I ladri che provavano ad assaltare quel luogo però non erano minimamente paragonabili in termini di organizzazione a Maschera Nera e alle persone che lavoravano per lei, e Robin temeva che si trattasse proprio di loro questa volta. Stella avrebbe dovuto fare molta attenzione.
Atterrò in silenzio al centro della strada e si guardò intorno mentre intanto avanzava verso il negozio che aveva riconosciuto all'instante; l'insegna era ampia e dai caratteri vistosi e la saracinesca era stata sollevata come se il ladro fosse stato in possesso delle chiavi; neanche un segno di scasso sulla serratura, e il metallo della saracinesca appariva perfettamente integro.
Stella si abbassò e diede un'occhiata all'interno del locale per cercare di riconoscere qualche sagoma, ma all'interno della gioielleria era buio pesto. Avrebbe dovuto aspettare che il ladro uscisse e prenderlo alla sprovvista oppure sarebbe stato meglio entrare e andare a cercarlo? Avrebbe preferito scegliere la prima opzione, ma temeva che il ladro potesse fuggire una volta uscito allo scoperto, quindi dopo essere stata lì davanti a guardarsi intorno per qualche secondo decise di abbassarsi nuovamente e infilarsi sotto la saracinesca.
Da dentro l'oscurità era ancora più fitta di come apparisse dall'esterno; la luce dei lampioni in strada entrava a malapena dal piccolo spazio sotto la saracinesca e Stella non aveva alcun punto di riferimento per orientarsi. Non aveva neanche idea di come fosse arredato l'interno del negozio, quindi non poteva muoversi liberamente; una consolazione era che presto si sarebbe abituata all'oscurità e avrebbe potuto almeno riconoscere ciò che la circondava. Sarebbe stato comunque un gran putiferio se avesse dovuto lottare in quel buio.
Stella avanzava in silenzio nel negozio trattenendo il respiro per non farsi scoprire; in fondo al locale non si udivano suoni sospetti, quindi non aveva alcuna idea di dove potesse trovarsi il ladro in quel momento. Girò attorno a un bancone che sembrava ricoprire una ampia porzione della stanza e fece attenzione a non appoggiarvisi; i sistemi di allarme non erano scattati, ma se per qualche motivo avessero dovuto riattivarsi per causa sua sarebbe stata davvero una seccatura.
A un tratto udì un tintinnio prolungato, come se qualcosa di grosso e costituito da piccoli corpuscoli tutti legati assieme stesse strisciando su una superficie liscia. Si mosse in direzione del suono, sicura che lì avrebbe trovato qualcuno; se sarebbe stata fortunata, la persona all'interno della gioielleria non l'avrebbe sentita arrivare.
Era tentata dall'evocare una fiamma con i propri poteri così da poter illuminare la stanza almeno un poco, ma l'idea di perdere l'effetto sorpresa sul ladro la trattenne dal farlo. Avanzò così a tentoni all'interno della gioielleria, facendo bene attenzione a non fare alcun rumore e muovendosi con estrema cautela seguendo sempre il bordo di qualche mobile presente nella stanza per non rischiare mai di scontrarsi con qualche ostacolo. Seguiva sempre quel suono che si ripeteva da un po', adesso molto più breve e rapido; sembrava che gli oggetti che producevano quel suono stessero venendo accatastati uno sopra all'altro.
A quel rumore si aggiunse a un tratto una risata: era una risata leggera che trasmetteva una grande soddisfazione; apparteneva a una voce acuta e aggraziata, di una donna che non avrà avuto più di trent'anni. Stella intuì che fosse lei la persona che si era infiltrata nella gioielleria e il rumore che sentiva prima fossero i gioielli che questa stesse trafugando.
<< Adoro lavorare così! Niente grane, niente rischi… >> La voce fu seguita da un breve tintinnio. << Profitto assicurato! E non c'è neanche nessun seccatore a rovinarmi la serata… >>
Ecco, brava: continua a parlare! Pensò tra sé e sé Stella avanzando sempre più rapidamente, riuscendo a riconoscere a fatica una sagoma snella in fondo alla stanza. Avrebbe potuto coglierla di sorpresa una volta avvicinatasi, e con quel buio sarebbe stata sicuramente in svantaggio rispetto a lei che aveva sentito la sua voce.
<< Quei congegni sono stati davvero utili e adesso posso fare piazza pulita senza remore alcune. Quanto adoro questo lavoro! >> Stella ormai era quasi arrivata; sentiva di aver quasi raggiunto la fine della sala ed era pronta a saltare addosso alla ladra.
Percepì un movimento, come se quella si stesse alzando da terra, e rimase immobile per un momento. Credeva di essere stata scoperta, ma si rese conto di essere stata silenziosa per tutto il tempo quindi la ladra che era con lei nella gioielleria non avrebbe mai potuto sentirla arrivare. Rilassò i muscoli e riprese ad avanzare mentre intanto quella tornava a parlare:<< E' proprio la serata perfetta per mettere a segno un colpo così… Dico bene, tesoro? >>
La voce della ladra si fece più minacciosa di colpo e Stella sentì subito di essere in pericolo; non poté fare niente per schivare il colpo che arrivò frontalmente e la mandò a terra con estrema forza. La Tamaraniana capì così di essere stata scoperta, ma come era possibile? Era buio pesto e lei non aveva fatto alcun rumore nell'avvicinarsi; possibile che quella donna fosse capace di vedere nell'oscurità?
Immediatamente, noncurante più del fatto di poter essere localizzata, Stella Rubia alzò il braccio e fece scorrere l'energia per evocare una fiamma alle estremità della propria mano: una sfera di energia inglobò rapidamente il suo palmo irradiando di luce verde l'interno della gioielleria, coprendo un diametro di un paio di metri. Avrebbe potuto illuminare una porzione più grande della sala se avesse utilizzato più energia, ma poi avrebbe rischiato di far scattare qualche allarme… Davanti a lei, in piedi e con un sacco gonfio alle spalle, stava la figura di una donna mascherata con indosso una tuta nera in pelle; dalla sua testa scendevano lunghi fili d'argento e sul viso portava una mascherina molto simile a quella indossata sempre da Robin. Nei buchi per gli occhi, però, erano presenti delle strane lenti di colore verde che coprivano interamente i suoi bulbi oculari. Un altro strano particolare catturò l'attenzione di Stella, che reagì assumendo un'espressione alquanto perplessa di fronte a quel personaggio: sulla sua testa spuntavano in mezzo ai capelli due orecchie feline e dietro la sua schiena c'era qualcosa che somigliava spaventosamente a una coda.
Stella tentò di rialzarsi rapidamente mentre intanto quella davanti a lei si copriva gli occhi con una mano e distoglieva lo sguardo infastidita. Rimase ad osservare quella ladra dall'aspetto così bizzarro mantenendo la mano alzata per illuminare il suo volto e chiese:<< Tu chi sei? >>
Non ci fu risposta dalla donna, che quando alzò lo sguardo non aveva più quelle strane lenti verdi sugli occhi. Un piccolo sorriso affiorò sulle sue labbra quando ebbe messo a fuoco il viso di Stella Rubia.
<< Non sei Maschera Nera… >> Mormorò Stella quasi delusa di non aver trovato la criminale che suo marito aveva affrontato in precedenza. Avevano tutti sperato che quel furto fosse collegato a lei in qualche modo, ma ormai era ovvio che Maschera Nera non c'entrasse niente.
La donna mascherata raddrizzò la schiena assumendo una posa elegante, con una gamba davanti all'altra e portandosi una mano al petto. << No, non sono lei… Ma la conosco molto bene, se questo ti può interessare. >>
Subito le parole della donna fecero tornare interesse in Stella e la speranza che quel caso fosse collegato alle loro indagini sospese tornò a galla dentro di lei. << Dici davvero? >>
La donna annuì socchiudendo gli occhi per un istante. << E' stata lei, in fondo, a fornirmi gli strumenti necessari per portare a termine questo colpo. >>
Lo sguardo di Stella si fece subito più minaccioso. Anche lei lavorava per Maschera Nera quindi? Oppure era stata solo aiutata? Ma perché Maschera Nera avrebbe dovuto mettere a disposizione di una ladruncola qualsiasi gli strumenti per organizzare una rapina impossibile?
<< Lei… Ti ha aiutata? >> Chiese incerta, non sapendo se passare all'azione o lasciare il tempo a quella donna di parlare.
<< In un certo senso… Ma non pensare che io sia alle sue dipendenze! Quello che faccio, lo faccio solo per me. >> Rispose gesticolando freneticamente la donna mascherata. Alzò un dito e lo agitò lateralmente per aria, poi scosse la testa e infine incrociò le braccia con presunzione. A un tratto aprì un occhio e posò il proprio sguardo sul volto illuminato di verde di Stella. << Ma in fondo non siamo tutti così, mia cara? >> Chiese come se stessero amichevolmente chiacchierando.
Stella inasprì il suo sguardo. << Cosa vuoi dire? >> Chiese con tono che non ammetteva scherzi.
La donna allargò le braccia e fece roteare la testa fissando il soffitto; dietro di lei la sua "coda" si agitava a ogni movimento del busto. << Tutti noi abbiamo dei sogni, dei desideri che vorremmo avverare. In questo mondo non esiste l'altruismo o la gentilezza, tutto ciò che vogliamo è perseguire i nostri obiettivi. Se c'è qualcuno da aiutare per poter ottenere ciò, allora è quello che facciamo; se dobbiamo fare del male, non esitiamo a farlo con la scusa che "si tratta di una buona causa". >> Stella attendeva che si spiegasse chiaramente; quel preambolo le aveva solamente fatto capire solo quanto alla sua avversaria piacesse parlare. << E voi supereroi non fate eccezione. >> Continuò abbassando lo sguardo e posandolo su Stella, che si sentì i suoi occhi addosso.
La Tamaraniana arretrò inconsapevolmente, sentendosi forse minacciata. << In che senso? >> Chiese. << Noi proteggiamo i più deboli! >> Tentò di spiegare, ma la sua voce fu subito interrotta dalle parole calme e sensuali della donna vestita di nero.
<< Vedi, mia cara; questa giustificazione che voi tutti ripetete come se fosse un ritornello irritante, sicuri di essere giustificati a fare come vi pare perché state "agendo per il bene degli altri" è solo una ridicola pagliacciata atta a nascondere la vostra vera natura di anarchici che vogliono avere il mondo ai propri piedi! >> Disse tutto d'un fiato senza staccare gli occhi di dosso da Stella Rubia. << Tu potresti anche essere così ingenua da non riuscire a vedere la verità dentro il tuo cuore, ma puoi stare certa che in una situazione di emergenza a te e ai tuoi amici non importerebbe un bel niente dei poveri "deboli" che tanto volete tutelare! Chiunque ha un lato egoista, nessuno è veramente buono come vogliamo tutti far credere… >>
Stella scattò in avanti afferrando il collo della donna e spingendola violentemente al muro, facendo vibrare le pareti dell'edificio e frantumando la vetrata che stava alle spalle della ladra; Stella non se n'era accorta, ma dietro della sua avversaria stava un lungo mobiletto in vetro dove erano esposti gioielli di diverso tipo e con la sua avventatezza era ora ridotta a una manciata di frammenti.
<< Bella mossa, Miss Universo. >> Commentò sarcastica la ladra combattendo contro il palmo premuto sulla sua gola per riuscire a respirare. Aveva una voce acuta e rauca che Stella subito reputò insopportabile.
A un tratto le luci della gioielleria si accesero illuminando di colpo tutta la sala; assieme alle luci scattò anche una forte sirena che cominciò a martellare nelle orecchie di Stella. I sensi della Tamaraniana, abituati al silenzio e all'oscurità, risentirono fortemente del cambio di stato nella sala e lei avvertì un forte malditesta tutto a un tratto. La ladra mascherata invece sembrò non fare caso a quel forte bagliore che investì il suo volto o al trambusto che riempì la sala, anzi approfittò della distrazione di Stella per liberarsi e allontanarsi da lei.
<< Rompere qualcosa qui dentro fa scattare l'allarme. Avrei dovuto dirtelo, visto che io ero riuscita a eludere gli antifurto fino ad ora. >> Disse ad alta voce per farsi udire da Stella nonostante l'allarme. Aveva recuperato il sacco di refurtiva che aveva poggiato per terra e adesso sembrava decisa ad andarsene. << Vedi? Il tuo subconscio ha reagito alle mie provocazioni: anche se non lo sai, il tuo lavoro da eroina è solo una copertura per raggiungere ben altri scopi. Mi chiedo ora di che cosa si tratti… >>
Stella si voltò riaprendo gli occhi e sforzandosi di ignorare il malditesta che le appesantiva il corpo e rallentava i suoi movimenti. << Tu chi diavolo sei? >> Chiese raddrizzando la schiena con molta lentezza.
La donna mascherata sorrise come se avesse aspettato da tempo quella domanda, quindi si erse in tutta la sua altezza come per accentuare qualcosa del proprio aspetto e sorrise con aia di superiorità:<< Io sono la donna che lotta contro ogni tipo di falsità di questa società; io lavoro per la mia causa e seguo le mie regole, portando alla luce le ingiustizie che si nascondono dietro false giustizie. Io sono l'ombra della notte che è sempre presente quando c'è da smascherare qualcuno; il mio nome è Chat Noir, tienilo bene a mente! >>
<< Non so cosa significhi il tuo nome, ma non sei per niente convincente! >> Le ringhiò contro Stella. La donna mascherata sembrò sorpresa. << Per prima cosa, non deve esserci un motivo dietro agli atti di altruismo della gente: possiamo avere tutti dei desideri nostri, ma questo non significa che fare del bene non faccia sentire bene! >> Strinse i pugni con rabbia. << Secondo, tu non sei diversa dalla società che descrivi: sei solo una ladruncola che vuole prendersi gioco delle persone oneste a cui rubi! >>
<< Ma davvero? >> Fece Chat Noir portandosi la mano libera sul fianco. << Sembra che tu mi abbia smascherata, tesoro… Peccato, ma il premio me lo prendo comunque io! >> E detto questo agitò il sacchetto pieno di gioielli che aveva appena rubato dalla vetrinetta alle spalle di Stella.
<< Questo lo credi tu! >> Stella scattò prontamente in avanti per impedire alla ladra di fuggire; era più lontana dall'uscita, ma se fosse stata abbastanza veloce sarebbe riuscita a impedirle di scappare, e poi lo spazio per passare era minimo a causa della saracinesca alzata solo in parte all'entrata; Chat Noir avrebbe sicuramente impiegato del tempo per abbassarsi e uscire da lì.
La donna in nero si lanciò di lato esibendosi in una capriola, spostando il proprio corpo con calma in modo da atterrare di spalle e poter eseguire i suoi volteggi senza problemi; era incredibilmente agile e sembrava non avere alcuna difficoltà nel districarsi in quel luogo stretto e pieno di ingombri. Anche se adesso le luci erano tornate non significava che la mobilità sarebbe aumentata, anzi: Stella adesso era più inibita dai mobili e banconi presenti nella sala che potevano impedirle i movimenti e per questo faceva attenzione a non urtarne nessuno; con il buio non aveva idea di dove si trovassero gli ostacoli, però la sensazione di vuoto attorno a sé le dava più mobilità. Chat Noir, invece, sembrava conoscere ogni centimetro di quella gioielleria.
Stella vide la donna mascherata atterrare su un bancone centrale e calciare via il registratore di cassa sopra di esso, come per stuzzicarla. Stava per lanciarle contro una sfera di energia, ma si trattenne rendendosi conto che quella mossa avrebbe provocato il caos all'interno della gioielleria: l'arredamento aveva un aspetto pregiato e fragile, con tutte le sue vetrine da esposizione e la grande quantità di gioielli che si sarebbero potuti rompere con un semplice colpo troppo potente della Tamaraniana; persino le pareti del palazzo si sarebbero potute sfondare se lei non avesse trattenuto i suoi colpi. Chat Noir sembrava conoscere bene la potenza di Stella Rubia e per questo stava facendo leva proprio su quello per portare lo scontro a proprio favore.
<< Niente? >> Chiese con tono canzonatorio la donna mascherata rimanendo accucciata sul bancone per un altro istante. Saltò via da lì e cominciò a correre lungo il corridoio tra le vetrine che conduceva nel retro del negozio. << Non avevi detto che mi avresti fermata? >>
Stella cominciò a correre zigzagando tra i banconi della gioielleria per raggiungere Chat Noir a piedi, senza prendere rischi inutili. La voce squillante della ladra in maschera le dava fastidio, ma le ricordava anche di controllarsi altrimenti avrebbe fatto proprio quello che voleva lei.
<< Lo sai cosa c'è da questa parte? >> Fece Chat Noir fermandosi dopo aver superato l'ultimo bancone ed essersi voltata dando le spalle a una piccola porzione della sala che segnava la fine della gioielleria. << Dietro questa parete c'è il caveau della gioielleria. >> Esclamò eccitata alzando un braccio e puntando il pollice alle proprie spalle. << Dici che riusciamo ad aprirlo? >>
Stella trattenne il respiro per un secondo, sconvolta dalla dichiarazione della ladra. Era stata scoperta e nonostante ciò aveva ancora intenzione di portare a termine il colpo? Stava seriamente scherzando con il fuoco, o forse era sicura della sua riuscita, tuttavia Stella non le avrebbe permesso di continuare a fare i propri comodi.
<< Che c'è? >> Chiese stringendo le spalle quella. << Pensavi che i gioielli fossero tutti qua? >> E detto questo si voltò dirigendosi verso la porta che faceva entrare nella stanza sul retro.
Stella saltò in avanti fuori di sé, decisa a bloccare Chat Noir prima che provasse qualcos'altro. Attraversò l'intera sala volando sopra a tutti gli ostacoli rimasti e quando atterrò accanto a Chat Noir scaricò un pugno verso il basso con tutta la sua potenza. La donna mascherata lo schivò per un pelo mostrandosi molto sorpresa e saltò sopra a uno scaffale in fondo alla stanza, mentre Stella Rubia abbatteva il proprio pugno sul pavimento deformandolo e mandando in frantumi le mattonelle che lo ricoprivano.
Quando alzò lo sguardo, Stella vide per la prima volta un'espressione sincera negli occhi di Chat Noir: era un misto di paura e stupore, come se questa non si aspettasse di vedere tanta potenza sprigionare fuori da lei. Fu un attimo, ma quello sguardo lasciò intendere a Stella Rubia che la sicurezza della ladra fosse solo una falsa facciata.
Stella si rialzò con calma da terra e fissò Chat Noir negli occhi; la donna mascherata era ancora tesa sopra a quello scaffale, poggiava tutti e quattro gli arti su di esso e teneva le mani adiacenti ai bordi, pronta a spingersi via. Adesso non l'avrebbe più presa alla leggera.
Un sorrisetto nervoso affiorò sulle labbra di Chat Noir. Lasciò andare una risata sommessa e disse:<< Mi hai fatto spaventare, tesoro. >>
Stella rispose con un sorrisetto, intenta a riservarle lo stesso trattamento ricevuto prima.
<< Non pensavo che una cosina graziosa come te potesse essere tanto forte… >> Disse poi la donna rilassando i muscoli e muovendosi a quattro zampe lungo la superficie dello scaffale. << Però devo dire che è stato divertente vedere la vera te in azione. >> Continuò poi lasciandosi andare a un sorriso languido e falso, come se stesse godendo del fatto di essere in una posizione di vantaggio. << Ti andrebbe di farmelo rivedere? >>
Stella le lanciò uno sguardo minaccioso e le ringhiò contro; fece un passo indietro e subito dopo si lanciò in avanti per sferrare un calcio a mezz'aria. Chat Noir si abbassò fino a schiacciarsi su quello scaffale dove si era aggrappata e spiccò un salto abbandonando quell'appiglio di salvezza. Con il sacco stretto tra i denti, cominciò a correre a quattro zampe come un animale e cercò di allontanarsi da Stella che intanto si stava voltando verso di lei a mezz'aria. La Tamaraniana si lanciò contro di lei per bloccarla a terra, ma quando fu sul punto di travolgerla, Chat Noir si lanciò di lato dandosi la spinta con gambe e braccia; la ladra perse però il sacchetto, che scivolo di poco sul pavimento e rimase fermo in attesa di essere raccolto da qualcuno.
Stella volteggiò nella sala e cercò di posizionarsi in modo da contrattaccare subito; quando avvistò il sacchetto di gioielli lasciato incustodito pensò di prenderlo per evitare che la ladra portasse via qualcosa in caso dovesse tentare la fuga. Chat Noir vide con preoccupazione che adesso Stella mirava alla sua refurtiva e per questo cercò di lanciarsi per recuperarlo al più presto, ma la Tamaraniana fu veloce come un fulmine e, dopo aver attraversato in volto tutta la sala, si voltò trionfante verso la sua avversaria mostrando il sacchetto di refurtiva conquistato. Chat Noir però adesso non sembrava più preoccupata come prima, anzi sorrideva. Tutto a un tratto Stella avvertì il peso della refurtiva diminuire e quando abbassò lo sguardo si rese conto che il sacco era stato lacerato sul fondo; ormai era inservibile.
Erano spuntati degli artigli dai guanti di Chat Noir; la ladra, rialzatasi, stava facendo scontrare delicatamente le punte di quelle che sembravano essere piccole lame tra loro, nel tentativo di stuzzicarla come prima. Il sorrisetto che le rivolse quasi la disgustò.
<< Miao. >> Sussurrò la ladra prima di lanciarsi in avanti, per la prima volta veramente all'attacco in quello scontro. Stella non si lasciò prendere alla sprovvista: si calò rapidamente a terra e atterrò sopra ai gioielli in modo da proteggerli; dopo essersi assicurata che la sua mossa rallentasse Chat Noir, mosse lateralmente un braccio per tentare di colpire la ladra ma questa saltò indietro schivando l'attacco. Quello era solo un colpo di avvertimento, ma Stella non si sarebbe fermata lì.
Decisa a non lasciare tanto spazio a Chat Noir, Stella Rubia si lanciò verso di lei scatenando una scarica di pugni che, però, la ladra schivò agilmente continuando a saltare indietro. Stella non lasciava un attimo di riposo a Chat Noir, che saltava da un bancone all'altro e volteggiava in aria con estrema grazia nonostante la sua situazione; riusciva ad evitare ogni attacco pur essendo in svantaggio. Adesso Stella non si stava più curando dei dintorni; sapeva come muoversi per non rischiare di rompere qualcosa di valore e l'allarme era già scattato, quindi evitare di fare danni non era più una sua preoccupazione. Con questa condotta irruenta, però, le due sfidanti stavano distruggendo i vetri presenti nei banconi e negli scaffali che esponevano i gioielli.
Chat Noir schivò l'ennesimo pugno di Stella spiccando un salto all'indietro che le permise di allontanarsi  un po' dalla sua avversaria; eseguì poi una capriola saltando di nuovo e atterrò in piedi con grande compostezza, senza mai smettere di sorridere a Stella.
<< Smettila di scappare e affrontami! >> Esclamò Stella Rubia stringendo un pugno con rabbia.
<< Oh. >> Disse con calma Chat Noir portando le braccia all'altezza dei fianchi e ruotando i polsi. << Così vuoi combattere? >>
Lo sguardo di Chat Noir cambiò. La donna smise di sorridere e i suoi occhi fissi su Stella Rubia assunsero una luce completamente diversa; adesso era diventata seria. Sembrava che finalmente Stella avrebbe potuto lottare senza vedersi sfuggire il bersaglio a ogni colpo. Si era incuriosita affrontando Chat Noir senza vederla contrattaccare; si chiedeva se la ladra fosse veramente abile nella lotta o fosse solo in grado di parlare a vanvera.
Chat Noir scattò in avanti e saltò su un bancone che era in mezzo; dopo essere atterrata sul bancone, spiccò un altro salto in direzione di Stella. Questa parò un braccio davanti a sé e si preparò a bloccare il colpo, ma quando vide che Chat Noir stava per graffiarla con i suoi artigli si ricordò dell'ultima volta che aveva affrontato un'avversaria con gli artigli. Così Stella si spostò di lato e il colpo di Chat Noir andò a vuoto.
La ladra mascherata vide con la coda dell'occhio Stella preparare un calcio, prima che la gamba di questa si schiantasse contro il suo stomaco. Subito dopo di questo, Stella vide Chat Noir venire scaraventata indietro e schiantarsi contro un bancone che andò in pezzi. Non venne più alcun suono dal luogo dello schianto; anche se fastidioso e ostinato, l'allarme della gioielleria era stato ormai isolato dalle orecchie di Stella Rubia, abituatesi al frastuono.
Stella rimase a fissare il corpo immobile della ladra appena sopraffatta ricoperto da quelli che erano i resti del bancone su cui si era abbattuta Chat Noir; sembrava che avesse perso i sensi. Certo che era deludente: Stella aveva pensato di avere di fronte un'avversaria pericolosa, e invece questa si era fatta stendere con un semplice calcio. Era vero che i calci di Stella Rubia non fossero sopportabili da dei semplici terrestri, però credeva che le avrebbe dato del filo da torcere, dopo la prova di agilità dimostrata prima.
Cominciò ad avvicinarsi a passi lenti, ripensando a ciò che le aveva detto: lavorava per Maschera Nera, quindi poteva essere che facesse parte della squadra di forestieri assoldata per far evadere il Rancido e rubare tutti quei progetti dal laboratorio della città. Lei non ne sapeva molto su quella indagine, ma sapeva di non aver mai visto in giro Chat Noir e dal suo aspetto sembrava essere una professionista…
Stella si fermò quando fu di fronte a Chat Noir, riversa per terra e con gli occhi chiusi. La fissò con disappunto per un po', poi si abbassò e posò una mano sulla sua maschera con l'intento di togliergliela dal volto.
Si rese conto che in realtà non si trattava di una semplice mascherina come quella di Robin, ma era un supporto rigido e metallico che aderiva perfettamente al viso della donna; era più simile a un paio di occhiali che a una maschera e per qualche motivo non voleva venire via.
Improvvisamente il braccio di Chat Noir si alzò e la ladra graffiò la mano di Stella facendole ritrarre il braccio. Lo sguardo scontroso della donna mascherata fece gelare il sangue a Stella, prima che quella sollevasse le gambe rimanendo in bilico a testa in giù e dando un calcio sul viso alla supereroina, dandosi nel frattempo la spinta per rialzarsi da terra.
Stella indietreggiò massaggiandosi con una mano la mandibola dove era stata colpita, poi il suo sguardo si concentrò sul dorso della propria mano destra, dove erano presenti dei piccoli e sottili taglietti. Bruciavano molto anche se non sembravano essere niente di che… Gli artigli di Chat Noir dovevano essere molto affilati.
<< Non lo sai che non si stuzzicano i gatti? Finirai per graffiarti! >> Stella alzò lo sguardo confusa e Chat Noir si sforzò di sorridere beffarda; era visibilmente esausta, ma sembrava avere ancora la forza di comportarsi in modo infantile. << Va bene, ammetto di averti un tantino sottovalutata… >> Commentò con voce acuta, barcollando sul posto. << Ma non hai speranze di catturarmi! >>
Stella rivolse uno sguardo di disappunto a Chat Noir, che adesso sembrava veramente in uno stato pietoso, poi si guardò intorno e contemplò la distruzione generata dal loro breve scontro. << Dovresti arrenderti. >> Disse senza enfasi nella voce.
La sua affermazione ebbe un effetto inaspettato sulla ladra, che le rivolse uno sguardo oltraggiato come se Stella avesse appena detto qualcosa di inammissibile o le avesse rivolto un insulto particolarmente offensivo; un attimo dopo Chat Noir scoppiò a ridere in maniera vistosa e sguaiata, tenendosi la pancia e battendosi una mano su una gamba come se quello che avesse sentito fosse la cosa più spassosa del mondo. Arrivò addirittura a fingere di asciugarsi le lacrime per le risate quando alzò lo sguardo verso Stella. << "Dovresti arrenderti" dice! Oh, come sei ingenua… >>
Stella non capiva cosa ci fosse di ingenuo nelle sue parole: era evidente che Chat Noir fosse in svantaggio e non potesse sconfiggerla, inoltre aveva appena perso la refurtiva che avrebbe voluto portare via con sé. Le parole di Stella erano solamente la sensata e ponderata constatazione degli eventi.
Chat Noir smise di ridere e rivolse uno sguardo compiaciuto alla Tamaraniana e allargò le braccia con teatralità. << Io non perdo mai. >> Disse con voce bassa.
Stella aveva intenzione di schiacciare completamente l'ego di quella irritante avversaria, per questo spiccò il volo verso di lei decisa a colpirla di nuovo. Questa volta però Chat Noir sembrò aspettarsi il suo attacco e scartò fluidamente di lato per evitare l'attacco, poi raccolse un pezzo del bancone che aveva sfondato e lo lanciò in faccia a Stella quando questa cercò di voltarsi a mezz'aria e lanciarsi nuovamente verso di lei.
Dopo aver bloccato Stella in quel modo goffo ma efficace, Chat Noir saltò su un altro bancone e lo utilizzò come rampa di lanciò per fiondarsi sul punto dove era caduta la refurtiva dal sacco. Si accucciò a terra e raccolse tutti i gioielli possibili; collane, anelli, orecchini e piccole gemme preziose. Si rialzò in fretta tenendoli tutti quanti stretti al proprio corpo, ma non appena vide nuovamente Stella Rubia andarle addosso con la furia negli occhi dovette saltare di lato per schivare l'attacco e perse gran parte del bottino. A quel punto Chat Noir fece un movimento spazientito con la testa e decise di lasciar perdere tutta quella roba che non sarebbe riuscita a tenere in caso di scontro con la supereroina; trattenne solo una collana che si mise al collo e un anello che infilò al dito indice, poi si rialzò da terra e scavalcò un bancone dirigendosi verso l'uscita.
<< Non ti lascerò scappare! >> Esclamò Stella, che si era schiantata contro la teca dove prima aveva spinto la sua avversaria. Ormai era tutto distrutto lì dentro e l'allarme non accennava a smettere; anzi, le sirene sembravano essere addirittura aumentate. Solo un secondo dopo aver pensato questo, la donna aliena si rese conto che parte del trambusto veniva dall'esterno.
Chat Noir sembrò parecchio irritata. << Sembra che non ci sia più tempo per giocare. >> Disse senza voltarsi. A pochi metri dall'uscita, si tuffò in avanti come se ad aspettarla dall'altra parte ci fosse una piscina piena d'acqua e si preparò a infilarsi sotto la saracinesca per uscire da lì.
<< Ferma! >> Stella si lanciò verso di lei, ma non riuscì ad afferrarla e la ladra uscì dalla gioielleria scivolando sul pavimento liscio. Quando fu fuori rotolò su un fianco e si rialzò rapidamente, dando una rapida occhiata alla situazione.
C'erano tre auto della polizia di fronte alla gioielleria e diversi agenti armati posizionati attorno ad esse che le intimavano di alzare le mani e consegnare la refurtiva; le luci rosse e blu delle volanti illuminavano la strada e le loro sirene erano assordanti. La donna mascherata sorrise amabilmente e mandò loro un bacio prima di saltare all'indietro e cominciare a scalare con agili balzi la facciata dell'edificio dove stava la gioielleria.
I poliziotti cominciarono a sparare senza riuscire a colpire la ladra, che rise di fronte all'inutilità dei loro sforzi. Proprio quando gli uomini stavano per arrendersi, un boato scosse l'intero isolato facendo abbassare tutti i poliziotti, che furono travolti da un'ondata di calore e di fumo proveniente dall'interno della gioielleria; Stella Rubia si era infuriata e aveva abbattuto la saracinesca liberando tutta la sua energia. I suoi occhi brillavano ardentemente in contrasto con l'ombra proiettata dalle fiamme nate dopo il suo gesto impulsivo e la sua sagoma aveva un aspetto terrificante.
C'erano frammenti di vetro e pezzi di metallo sciolti sparsi per strada, ma nessuno osò alzare un dito di fronte alla supereroina furiosa quando questa spiccò il volo per andare a inseguire Chat Noir. Raggiunse il tetto del palazzo in un istante, mentre Chat Noir aveva appena scavalcato il parapetto del terrazzo; la ladra si vide arrivare addosso a velocità spaventosa la Tamaraniana che tentò di afferrarla dal colletto della tuta. Quella si spaventò e cercò di spingersi indietro, riuscendo così ad evitare che Stella la afferrasse, ma perdendo la collana che teneva al collo e che Stella le strappò di dosso.
Chat Noir fece qualche capriola all'indietro per tornare a distanza di sicurezza da Stella e le rivolse un'occhiata di sfida. << Non vuoi proprio arrenderti, eh? >> Chiese prima di passarsi la lingua sulle labbra, come se stesse osservando un piatto prelibato.
Stella riacquisto la freddezza e osservò la collana che aveva tolto a Chat Noir; la alzò mostrandogliela con fierezza. << E ora come farai a riprenderti questa? >> Chiese con tono di scherno, cercando di far perdere la propria sicurezza alla sua avversaria. Non c'era modo che Chat Noir potesse riuscire a riprendersi la collana, ora che era nelle mani di Stella.
Uno schiocco nell'aria distrasse la supereroina e poi qualcosa di scuro e sottile si avvicinò al suo braccio. Stella vide arrivare una frusta che cominciò ad avvilupparsi attorno alla collana che stava tenendo in mano e cercò disperatamente di proteggerla. Quando cominciò a tirare, però, la frusta si accese di una luce rossa e incandescente che bruciò le mani di Stella; la supereroina non poté fare altro che lasciare andare la refurtiva, rendendosi conto subito dopo di aver appena abbandonato l'ultima cosa che avrebbe impedito a Chat Noir di fuggire.
La ladra fece volteggiare la frusta davanti a sé e lasciò cadere i gioielli tra le sue mani mentre la corda della frusta si spegneva e tornava ad essere una normalissima frusta nera in tinta con la sua tuta.
<< Bene. >> Disse compiaciuta la donna mascherata assumendo una posa provocante e voltandosi in parte. << Ora che abbiamo risolto la nostra piccola questione, ti saluto cara. Spero di rivederti presto! >>
Chat Noir ripose la frusta a una cintura che portava attorno alla vita e cominciò a correre via da lì; Stella Rubia aveva fatto un altro errore, ma non si sarebbe data per vinta a quel modo! Senza pensare più a niente, la supereroina si lanciò verso Chat Noir con l'intento di riprendersi ciò che aveva rubato. La collana pendeva dalla stessa mano dove aveva messo l'anello poco prima di uscire dalla gioielleria, quindi sarebbe stato più facile concentrarsi per portarglieli via. Si aggrappò alle spalle di Chat Noir, facendo andare quest'ultima nel panico, e la costrinse ad alzare il braccio; facendole aprire la mano, Stella le tolse prima la collana che altrimenti sarebbe caduta a terra e poi si concentrò sul dito dove aveva infilato l'anello. L'aveva bloccata con una presa con le gambe, quindi la ladra non poté alzare l'altra mano per tentare di colpirla con i suoi artigli, ma quando Stella fu riuscita a sfilarle via l'anello allentò la stretta per un attimo e Chat Noir riuscì a divincolarsi e allungare la mano verso il viso della sua assalitrice.
Gli artigli graffiarono il viso della Tamaraniana, che lasciò andare un gemito di dolore e si spinse via trattenendo nelle mani i gioielli appena recuperati. Cadde a terra, ma nonostante ciò rimase pronta a scattare per difendere quei gioielli. Chat Noir rimase a fissarla con occhi allucinati mentre Stella si portava una mano al viso e tastava la fronte dove aveva ricevuto i graffi: aveva dei sottilissimi segni proprio sopra al sopracciglio sinistro e del sangue usciva a finissime gocce da questi; ancora un po' più sotto e avrebbe centrato l'occhio.
Chat Noir adesso non sembrava più interessata ai gioielli, ma la sua espressione tradiva un'inaspettata apprensione nei confronti della Tamaraniana, che nonostante lo spavento stava bene; era pronta a lottare ancora, sicura che questa volta sarebbe riuscita a sopraffare la ladra.
Stella rise e si rialzò da terra. << Che ti avevo detto? >> Disse sorridendo. << Avresti fatto meglio ad arrenderti! >>
Chat Noir non rispose e le lanciò uno sguardo di sufficienza mentre lei si metteva in posizione per combattere.
<< Adesso non puoi più scappare, o resterai a mani vuote. Questo significa che vinco io in ogni caso! >> Continuò la donna aliena stringendo i pugni. Poi alzò di colpo la voce:<< E adesso fatti sotto! >>
Chat Noir, però, osservò con noia la scena: lei era rimasta senza niente da portare via, ma era quasi del tutto illesa; dall'altra parte, Stella era riuscita a recuperare la refurtiva anche se aveva rischiato di riportare ferite gravi, ma alla fine era andato tutto per il meglio. Sorprendentemente, la ladra sospirò mostrando un'improvvisa refrattarietà a combattere. << No. >> Disse facendo gelare il sangue nelle vene a Stella.
La Tamaraniana rimase a fissarla per un momento con occhi pieni di stupore. << No? >> Chiese confusa, ma poi tornò subito sull'offensiva. << Non prendermi in giro! So che non tornerai mai indietro a mani vuote! >>
Chat Noir alzò lo sguardo come se Stella avesse detto qualcosa che la interessasse. << E perché mai? >> Chiese rivolgendole uno sguardo annoiato.
Stella si guardò intorno per un istante, cercando di capire se per caso le stesse tenendo qualche tranello, quindi continuò a parlare:<< Hai detto che lavori per Maschera Nera, no? Se tornerai indietro a mani vuote…! >> Non riuscì a concludere la frase che Chat Noir scoppiò in una fragorosa risata.
La donna ricominciò a muoversi spasmodicamente, scossa dalle risate, questa volta però senza battersi una mano sulle gambe o tenersi la pancia; mantenne un certo contegno pur ridendo di gusto. << Mi sembra che tu non abbia capito bene ciò che ti ho detto prima… >> Disse finalmente quando ebbe rialzato lo sguardo, sorridendo divertita a Stella, più confusa che mai. << Io non lavoro per Maschera Nera; questo colpo era un semplice gioco per me, sono venuta qui per il mio diletto personale! E devo dire di essermi veramente divertita… >>
Chat Noir continuò a ridere in modo più composto, trattenendosi maggiormente questa volta. Stella ancora non capiva; quindi, se quel colpo non era per Maschera Nera, perché quella donna aveva rischiato così tanto? "Un semplice gioco" poteva veramente spingere una persona a rischiare di farsi catturare?
Stella alzò la voce irritata, non accettando di farsi prendere in giro a quel modo:<< Perché diavolo allora hai cercato a tutti i costi di rubare queste cose, se non erano importanti?! >>
Chat Noir le fece l'occhiolino e piegò la testa di lato. << Perché altrimenti non mi sarei potuta divertire così tanto! >> Rispose con calma.
Rimase solo il silenzio su quel terrazzo. Ormai Stella aveva perso ogni volontà di combattere nonostante volesse ancora catturare la criminale; se avesse tentato di colpirla, probabilmente avrebbe rischiato di farla a pezzi, spinta dalla foga di concludere in fretta quella serata. Ma poi Chat Noir alzò una mano e la agitò con calma, salutandola come se fosse una vecchia amica e rivolgendole uno sguardo così innocente da farsi chiedere se fosse la stessa persona di pochi istanti prima.
<< E' stato divertente, Stellina! >> Disse con trasporto Chat Noir mandandole poi un bacio. << Spero di rivederti molto presto! >> E detto questo cominciò a voltarsi.
Stella non poteva lasciarla andare a quel modo; non voleva che scappasse dopo tutto il caos che le aveva fatto fare in quella gioielleria. La città non era un parco giochi e Chat Noir non poteva fare quello che voleva. Si lanciò in avanti per afferrarla, ma la criminale questa volta si girò lanciando qualcosa a terra che scoppiettò e sollevò una fitta cortina di fumo. Il fumo oscurò la visuale di Stella, che tentò ugualmente di afferrare il vuoto davanti a sé e si ritrovò a rotolare per terra.
Quando rialzò lo sguardo e il fumo si fu diradato, Stella non riuscì a vedere Chat Noir da nessuna parte; la ladra si era volatilizzata. Anche se, tecnicamente, aveva vinto, Stella si sentì come se avesse perso quello scontro…
 
*
 
Stella si fermò di fronte alla porta della camera da letto sua e di suo marito. Dopo lo scontro con Chat Noir aveva dovuto parlare con gli agenti giunti sul posto per chiarire la situazione e restituire i gioielli rubati, nonché fornire qualche informazione sull'aspetto della ladra per poterla eventualmente identificare. Aveva finito per fare molto più tardi di quanto avesse immaginato, adesso temeva che Robin non sarebbe stato contento.
Facendo un gran sospiro, Stella si decise finalmente ad avanzare e la porta si aprì di scatto al suo passaggio; la luce del corridoio si inoltrò dentro la stanza per un paio di metri attraverso la porta aperta. Stella avanzò lentamente e subito notò un movimento nel suo letto. Una sagoma sottile si girò di scatto verso di lei e lanciò via le coperte che la nascondevano; Robin si alzò poi dal letto e le corse incontro abbracciandola, felice che fosse tornata sana e salva.
<< Com'è andata? >> Chiese lui sorridendole. Stella rispose con un sorriso rassicurante.
<< Mi sono fatta valere! >> Disse guardandolo dritto negli occhi. Era quella la risposta che voleva sentire Robin, tutto il resto poteva attendere.
Stella lo baciò impazientemente lasciando perdere per un attimo il racconto del suo scontro con Chat Noir, quindi quando ebbe finito rivolse uno sguardo innocente al marito. Lui non seppe come rispondere a quella espressione così birichina che sembrava quasi voler nascondere qualche guaio combinato da Stella. Era semplicemente emozionata di essere nuovamente con lui, finalmente.
La Tamaraniana andò poi verso l'armadio e cominciò a riporre i propri vestiti ognuno al proprio posto; quando tornò indietro indossando solo la biancheria abbracciò Robin e sospirò, abbandonandosi al suo supporto per un po'.
Era stanca, le sue energie erano state prosciugate dal suo impeto furioso che le aveva fatto mandare in pezzi l'entrata della gioielleria, ma finalmente era a casa ed era con l'uomo che amava. Anche lui era stanco, anche se non quanto lei; era rimasto sveglio fino a quel momento, in attesa del suo ritorno o di un suo messaggio che lo potesse tranquillizzare, ma l'ansia di quella notte lo aveva fatto rimanere vigile per tutto il tempo. Anche questo era un segnale del suo grande amore nei confronti di Stella e lei, in un certo senso, era felice che fosse rimasto in piedi ad aspettarla per così tanto tempo.
Stella lasciò andare l'abbraccio di Robin e gli rivolse un sorriso sincero. Forse avrebbe dovuto parlargli di Chat Noir e dei suoi legami con Maschera Nera, forse avrebbe dovuto aggiornarlo sulle ipotesi che aveva fatto durante il suo scontro, ma sentì di essere stata lontana da lui per troppo tempo e allora la prima cosa che le venne in mente fu di baciarlo di nuovo; questa volta Robin fu colto di sorpresa dal bacio di Stella Rubia e i due caddero indietro atterrando sul letto sfatto alle loro spalle tra le risate per quel goffo movimento, abbracciandosi in tutto il loro amore.
   
 
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