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Autore: K Witch    31/03/2018    0 recensioni
Dal testo: "La verità è che ci ho rifletutto per settimane. Da quando me lo ha detto e penso di essere finalmente arrivata ad una conclusione: la pioggia non ha un colore. È trasparente. Invisibile.
È questo che vuole dire.
Lui vuole essere invisibile.
Lui non vuole essere, semplicemente."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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NELLA PIOGGIA HO TROVATO IL MIO COLORE

 

 

Una volta mi dissero che la pioggia non era altro che le lacrime del cielo.

Qualcun’altro disse che fosse uno de suoii bisogni corporali. Era stato un bambino, un mio amico, a dirlo. A ripensarci adesso mi viene da ridere.

Conosco talmente tante persone che dicono di odiare la pioggia e tante altre che l’adorano. Io non so, mi piace la pioggia, ma se devo uscire mi infastidisce assai.

Oggi piove nella mia piccola città e io dovrei uscire, e per l’appunto, sono un po' infastidita. A mio parere, la pioggia è bella, quasi magica, ma è decisamente poco conveniente quando devo uscire in centro con le amiche. Mentre penso tutto questo, lo vedo.

Il mio vicino di casa, anche lui sta uscendo, ma lui non si preoccupa della pioggia. Frequenta il mio stesso liceo, si è trasferito da poco qui. Da qualche mese. Appena arrivato, ho provato ad instaurare un qualche tipo di rapporto, e lui mi ha semplicemente snobbata, o per lo meno ha fatto così all’inizio. È uno che sta sempre da solo.

Ho visto che a scuola in diversi cercano di parlargli, qualche ragazza prova anche a flirtare con lui, ma niente. Non reagisce.

Qualcuno ha messo in giro la voce che sia un depresso con problemi di droga. Altri che è solo uno snob, che si crede migliore di altri perché suo padre è ricco.

È figlio di un ricco imprenditore estero. Questa è una delle poche cose che so sul suo conto.

Un’altra cosa che so, è che gli piace la pioggia. Mi ricordo ancora ciò che mi disse una delle poche volte in cui parlammo: nella pioggia ho trovato il mio colore.

All’inizio pensai che fosse uno scherzo, credo anche di aver avuto un’espressione abbastanza sconcertata, perché lui cambio nettamente atteggiamento. Diventò ancora più freddo, era la seconda volta che ci parlavo, mi sembrava di stargli simpatica, ma con la mia reazione penso di aver rovinato tutto.

Ammetto, che lo trovo affascinante e misterioso. Un enigma a cui vorrei trovare una soluzione. Quindi ho iniziato ad osservarlo meglio, e incredibile, a farmi domande su domande, per poi giungere alla conclusione che non avrei mai scoperto niente.

Non si apriva con nessuno.

Non parlava con nessuno.

Non sembrava nemmeno respirare. Era, o meglio, è come se fosse un fantasma.

Si veste come se volesse rimanere invisibile al mondo. Sempre con cappucci sulla testa, indossa sempre delle felpe, sempre di colore scuro, verde, nero, marrone, grigio. Solo questi colori. Ha sempre le cuffie alle orecchie e credo tenga la musica a palla, sia perché così non sente gli altri e sia per avere compagnia.

Più lo guardo e più le sue parole mi rimbombano nella testa: nella pioggia ho trovato il mio colore.

La verità è che ci ho rifletutto per settimane. Da quando me lo ha detto e penso di essere finalmente arrivata ad una conclusione: la pioggia non ha un colore. È trasparente. Invisibile.

È questo che vuole dire.

Lui vuole essere invisibile.

Lui non vuole essere, semplicemente.

Ecco, il perché del carattere distaccato. Della freddezza. Delle cuffie. Delle felpe.

Il problema è che uno come lui, invisibil,e non potrà mai essere e ne è nettamente consapevole. Questo lo porta a farsi escludere ancora di più.

Mentre lo osservo, perché si lo sto guardando mentre esce dal vialetto di casa sua, che è esattamente attaccato al mio, lui si volta. Si deve essere sentito osservato.

Sento che sto arrossendo, mi ha beccata in pieno. I suoi occhi mi mettono sempre in soggezione. Li ha neri, neri come la pece. Non si riesce a vedere nemmeno la pupilla da quanto sono scuri.

Deglutisco, non posso impedirmelo.

Non sto distogliendo lo sguardo e nemmeno lui lo fa.

La verità è che lo trovo tremendamente attraente, con quegli occhi scuri e i capelli del medesimo colore. Per non parlare della sua altezza, mi piacciono i ragazzi alti e ben piazzati. Sono abbastanza sicura che sia almeno un metro e ottantacinque e che sotto le felpe giganti abbia una bella tartaruga. Ecco, in realtà di quest’ultimo ne sono certa. Camera sua è esattamente di fronte alla mia e per sbaglio, una volta l’ho visto senza maglietta.

<< Cosa guardi? >> mi parla.

Non mi aspettavo che mi dicesse qualcosa onestamente.

E cosa dovrei rispondere?

<< La pioggia. >> mi sento dire.

Fa un sorriso sarcastico.

Non mi crede nemmeno un po'.

<< La pioggia? >> ripete con tono scettico, continuando a guardarmi dritto negli occhi << mi sembrava stessi guardando me, pensa >>

Questo è il momento di recitare e dire una bugia colossale.

<< Magari ti è sembrato, in fondo il colore della pioggia è trasparente. Invisibile. >> affermo.

E i suoi occhi si dilatano leggermente. Ha capito la mia frecciatina, ma cerco di non sorridere.

Annuisce e non dice niente.

Mi volta semplicemente le spalle.

Deglutisco.

Non voglio che se ne vada, mi piace parlargli.

<< Ma in fondo tu la sai meglio di tutti vero? >> dico abbastanza a voce alta perché lui mi senta e si volti, con un espressione diversa dal solito.

È interdetto e mi guarda, ma poi torna velocemente indecifrabile. Freddo.

Aggrotta la fronte.

Mi permetto di dire un’altra cosa: << In fondo, nella pioggia hai trovato il tuo colore, giusto? >>

Torna il suo sorrisino sarcastico. O forse, è solo un sorrisino che non riesco a denifinire?

Continua ad osservarmi. Studiarmi, forse è meglio.

Aspetta un’altra mossa.

Una mossa che non arriva, perché io non so cosa dire. Come mandare avanti la conversazione. Credo anche di essere in ritardo per l’uscita con le mie amiche.

<< Credo tu sia in ritardo per la tua uscita, Caterina. >>

E ha dannatamente ragione, ma la verità è che non mi interessa assolutamente e lui lo ha capito.

<< Dovresti andare >> aggiunge, tornando serio e non perdendo nemmeno una mia reazione. Un mio sbattito di ciglia o leggero movimento del corpo.

Non posso fare a meno di mordermi il labbro, non so cosa dire, ma lui ha ragione dovrei andare.

<< Hai ragione. >> dico, rimanendo ferma.

Lui mi osserva, distoglie gli occhi dai miei e mi guarda dall’alto in basso. Le mie all stars distrutte dal troppo indossarle, i miei jeans neri mezzi stroppicciati perché si trovavano malamente appoggiati sulla sedia. La mia maglietta di un rosso acceso abbinata ad un cardigan nero. Il mio viso a malapena truccato, solo leggermente per mettere in risalto i miei occhi, verdi, ereditati da una madre che non ho mai potuto conoscere.

<< Allora vai. >> conclude tornando a guardarmi negli occhi.

Già, figurati se a uno come lui potrei mai interessare. Sono solo un’altra delle tante che è attratta da lui, con la differenza che di me non si può liberare, visto che abitiamo attaccati.

Annuisco, distolgo lo sguardo e esco dal vialetto di casa mia, gli passo affianco e lo supero. Non gli dico nemmeno ciao.

<< Non mi dici ciao? >>

Quel tono misto tra sarcastico e annoiato, è così fastidioso.

Me la sono andata a cercare? si.

Lui ha capito che sono leggermente attratta da lui? si.

Ha un po' di rispetto? no.

Mi volto.

<< Senti… >> mi guarda in un modo così strano. I suoi occhi non dicono assolutamente quello che la sua bocca ha pronunciato.

Sembrano così caldi, come non lo sono mai stati.

<< Hai ragione. >>

Aggrotto io la fronte ora, interdetta.

Sto per chiedergli delucidazioni ma mi anticipa.

<< So meglio di chiunque altro il colore della pioggia. >> conclude sorridendomi e aggiungendo: << È stato interessante chiacchierare con te, rifacciamolo, ciao Cate >> senza aspettare una mia risposta se ne va.

E io rimango ancora più interdetta.

È lunatico?

È lunatico.

Deve essere lunatico.

Però mi ha fatto uno dei più bei sorrisi che abbia mai visto.

E mi viene da sorridere.

È stato interessante chiacchierare con te, rifacciamolo.

Sarà stato serio?

Nella pioggia ho trovato il mio colore.

Si. La pioggia ti mostra la sua trasperanza, è solo acqua per qualcuno e qualcosa di più per qualcun’altro. E in fondo lui è come lei, mostra come è davvero e lascia decidere alle persone se vogliono sapere di più o lasciare che il suo comportamento permetta loro di cercarsi qualcun altro da usare.

E sorrido, perché la pioggia è proprio bella.

 

 

 

 

 

 

Angolino di quella che ha scritto questa shot:

 

Ciao!

 

L’ho scritta durante un giorno di pioggia. So, che non è niente di speciale, non c’è niente di definito ed è per questo, che personalmente a me piace. Potrebbero essere due ragazzi qualunque, in una qualunque piccola città.

Comunque grazie a te che l’hai letta.

 

Buona giornata e buona Pasqua!

 

  
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