Si può dire addio a tutte le cose che si hanno mai amato?
Si può dire addio e lasciarsi alle spalle la vita che hai costruito con così tanta fatica?
Qual è il punto, dov'è il senso, qual è la logica se si tenta di rialzarci ma cadiamo ugualmente?
Dov'è la ragione?
Dove sei tu?
Dove sono io? Stretto in un vestito nero che mi soffoca come un cappio al collo, mentre l'erba bagna le mie scarpe scure e le parole asciugano per qualche minuto il sangue sul cuore. Parlo di te, dell'uomo che sei stato, del marito, del padre che è hanno strappato alla vita troppo presto, troppe volte.
Ma questa volta il ghiaccio non si scioglierà, non ci sarà un altro miracolo a riportarti da me. Così, mi chiedo se si può dire addio solo per rendersi conto che non c'è nessuno a reggerti i fianchi con le sue mani calde mentre ti abbandoni davanti a tutti, tra un discorso lasciato a metà e l'erba che bagna anche le tue ginocchia.
Che senso ha lottare? Dimmelo, almeno tu, almeno tu parlami, mi basta una parola, un modo per tornare a casa.
Potevi scegliere di vivere senza la possibilità di scoprire ancora una volta il valore di quella tua orgogliosa stella sul petto, silenzioso, che non respira più. Ed io potevo scegliere di morire anni fa e non trovare mai quello che avevo con te, vivere stretto alle ombre nel mio cuore, senza che questo dolore mi perseguiti.
Non posso dire addio, non posso, non ce la faccio, sono io, e io vivo nel rimpianto.
Forse, a questo punto, sono diventato tanto egoista da desiderare di non aver combattuto per salvare l'universo ma lasciare che cadesse, con noi abbracciati dentro di lui per sempre.
Mi sgrideresti per questo pensiero tanto orribile? Forse si, e adesso avrei proprio bisogno della tua voce.
Dove sei, Steve?
Io sono qui, mi manchi.