Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Seele    02/04/2018    1 recensioni
[…] ed in un attimo Trunks era di nuovo quel ragazzino di quattordici anni dagli occhi grandi e il cuore sparso dappertutto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Gohan, Mirai!Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tra fiori di ciliegio ed universi paralleli'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Accuso la mia adorata Samurai -nonché diavolo tentatore personale- di avermi costretto a scrivere questa storia. E gliela dedico con tanto tanto amore.

È teoricamente il seguito di questa storia, 15 Maggio , pubblicata nel lontano 2012. Sigh Non è assolutamente necessario leggerla.

Spero vi piaccia!


~da ascoltare durante la lettura~

(Attenzione, questa OST potrebbe uccidervi.)


Novembre

- […] ed in un attimo Trunks era di nuovo quel ragazzino di quattordici anni dagli occhi grandi e il cuore sparso dappertutto. -




Novembre.

Trunks alzò lo sguardo al cielo grigio e plumbeo sopra la sua testa. La fredda aria autunnale minacciava pioggia, e Trunks si portò appena più vicino al collo il suo solito foulard.

Foglie rosse e gialle volteggiavano lentamente nell'aria, posandosi con grazia sul terreno scuro e sterile di quella stagione. Trunks avanzò fino a raggiungere una familiare panchina verde, occhieggiandola per qualche secondo prima di sedersi.

Lasciò andare la schiena contro la spalliera e chiuse gli occhi. Il vento si sollevò lentamente, sferzandogli le guance.

Trunks pensò a sua madre e ai Dorayaki che era solita preparare per il suo compleanno; al modo in cui riusciva sempre a trovare del cioccolato e della marmellata di fagioli rossi, anche quando Trunks sosteneva che festeggiare fosse inutile per impedirle di comprarli. Ai sacrifici che faceva per regalargli ogni singolo anno quella delizia, anche in tempi di guerra e di povertà.

I suoi pensieri vagarono fino a raggiungere il piccolo Trunks del presente; quello che riceveva giochi e vestiti costosi ad ogni compleanno, senza conoscere la miseria e le difficoltà del futuro. Pensò al suo sorriso allegro ed arrogante, al figlio di Goku che sembrava trascinarsi dietro ovunque andasse, all'allegria che i due bambini sprigionavano nello stare insieme.

Nemmeno lui aveva potuto resistere all'indistruttibile richiamo della famiglia Son.

Avrebbe voluto evitarlo, ma a quella riflessione il suo cuore non poté che stringersi. Anche Gohan era solito fargli un regalo, ad ogni singolo compleanno; che si trattasse di un fiore, di un vecchio gioco o di un semplice abbraccio, a Trunks non importava. Il solo pensiero gli bastava ed avanzava.

Trunks sentì le labbra tremargli. Riaprì gli occhi e li puntò dritti al cielo, fissando le nuvole grige con insistenza; non avrebbe pianto.

La pioggia gli ricordava sempre quella sera- quando insieme alla vita di Gohan anche una parte di Trunks era stata rubata dalla crudeltà del destino, e i suoi capelli si erano fatti dorati e luminosi e scariche elettriche avevano percorso il suo corpo, e le lacrime avevano bagnato il suo volto e il fato gli aveva negato anche questo, persino questo, persino Gohan.

Il vento mosse i suoi capelli, e Trunks pensò a quanto fosse ingiusto che il giorno del suo compleanno dovesse ripetersi ogni volta; a quanto quel Novembre freddo e spento dovesse ogni anno ricordargli quanto Trunks avesse aspettato con ansia i regali di Gohan, prima.

Il ragazzo prese un respiro profondo, e si impose ancora di non piangere.

Trunks!”

I suoi occhi si sgranarono; il suono così familiare di quella voce gli scaldò il cuore, sciogliendo il ghiaccio che aveva iniziato a scorrere nelle sue vene. Trunks si sentì tremare ancora prima di vedere quel volto così caro alla sua memoria.

Abbassò il mento e lo sguardo; Gohan correva verso di lui, indossando quel ridicolo maglione verde da ottantenne e quegli stupidi occhiali da vista gialli. Trunks non lo avrebbe voluto cambiare di una virgola in nessuna vita, in nessun universo.

Gohan”, sorrise, senza fiato. Le sue labbra si curvarono, ma i suoi occhi si fecero immediatamente lucidi e Trunks si maledisse; portò le mani tremanti a ravviarsi i capelli all'indietro, nascondendo il suo sguardo a quello di Gohan.

Quando tornò a guardarlo, il saiyan era già dinanzi a lui. La sua faccia sorridente era così familiare che il cuore di Trunks mancò un battito; i suoi occhi chiusi, gli angoli della sua bocca sollevati in quel sorriso affettuoso che Gohan, il suo Gohan, gli aveva rivolto infinite volte.

Se chiudeva gli occhi e apriva il cuore, Trunks poteva ancora sentire il peso della sua mano calda tra i suoi capelli.

Un improvviso flash-back lo riportò indietro negli anni, più di quanto qualsiasi macchina del tempo avrebbe potuto fare; Trunks ricordò quando dalle sue mani si sprigionò il suo primo, piccolo ma determinato ki-blast, distruggendo la sommità di una montagna.

Gohan aveva riso, fiero di lui, e gli aveva scompigliato i capelli per la prima volta. Trunks non ricordava di essersi mai sentito più orgoglioso, più felice, più forte. Neanche quando aveva sconfitto Cell.

Chissà se questo Gohan rideva nello stesso modo.

Trunks si ridestò dai suoi pensieri; il vento cessò improvvisamente di spirare, lasciando i capelli di Gohan in disordine. A lui non sembrò interessare.

Trunks!” ripeté, inclinando appena il viso per guardarlo. “Ti ho cercato dappertutto! Neanche Bulma sapeva dove fossi. Perché sei scappato in quel modo? Pensavo-”

Gli occhi di Gohan si sgranarono, espressivi e sinceri come erano sempre stati. “Oh- non mi sarò mica...”

Si portò una mano sotto il mento, squadrandolo con aria pensierosa. “Eppure, sono convinto...”

Scosse la testa con determinazione, decidendo apparentemente di continuare con il suo discorso. “Trunks”, lo chiamò ancora, sorridendo, “oggi è il dodici Novembre.”
Il ragazzo rimase semplicemente a fissarlo, confuso e sorpreso. Aveva raggiunto il parco per eclissarsi nella sua solitudine, non per ricevere quell'inaspettata compagnia; che Gohan si fosse forse...?

La mente di Trunks si svuotò, il suo pensiero si interruppe a metà; Gohan iniziò a cercare frettolosamente nella sua borsa a tracolla, aggrottando le sopracciglia mentre si chiedeva ad alta voce dove avesse messo quel qualcosa che voleva dargli.

Era proprio qui...l'ho sistemato nella tasca io stesso, stamattina...ah, ecco!”

Gohan si chinò improvvisamente, abbassandosi alla sua altezza come avrebbe fatto con un bambino. “Per te!” disse allegramente, porgendogli un foglio piegato.

Il respiro di Trunks si spezzò.

Gohan”, mormorò, il cuore che gli galoppava impazzito verso un altro universo, un'altra vita, un altro percorso che lo aveva condotto fin lì- proprio in quel parco, proprio su quella panchina, proprio dinanzi al viso sorridente e dolorosamente familiare del suo primo amore.

Quasi si dimenticò di allungare il braccio, immobile tra il presente, il futuro e il passato. “Che fai, non lo vuoi?” rise Gohan, agitando il foglio per un attimo.

Sì, la sua risata era la stessa.

Trunks si impose di annuire, e estese lentamente una mano tremante verso di lui. Le sue dita sfiorarono per un attimo quelle di Gohan, prima di chiudersi con esitazione intorno al foglio.

Aprilo!” sorrise ancora il saiyan, senza muoversi di un centimetro. Trunks vedeva il suo stesso petto alzarsi e riabbassarsi troppo in fretta, felice, impazzito.

Finalmente guardò.

Era un disegno; non perfetto, non bello, ma sincero. Determinato. Affettuoso. Gohan aveva dovuto impegnarsi tanto, per farlo.

Trunks sentì gli occhi riempirglisi di lacrime.

Non è un'opera d'arte, lo so”, ridacchiò Gohan schiettamente, portandosi un braccio dietro la testa. Era il sinistro. “Ma era il meglio che potessi fare. Non è sicuramente bello come il tuo...”

Erano passati anni. Gohan tornò a frugare nella sua borsa, e ne estrasse il suo portafogli; tirò fuori un foglio vecchio e spiegazzato tra le foto di Pan e di Videl, e dinanzi agli occhi sgranati di Trunks lo raddrizzò con estrema cura.

Guarda!” sorrise, con tono affezionato. “Te lo ricordi?”

Era il quindici Maggio dell'anno 767, e Trunks si era chinato dinanzi al piccolo Gohan per donargli un disegno e un sorriso.

Aveva impiegato un intero anno perché il suo regalo di compleanno fosse all'altezza di Gohan; ore e ore rubate all'allenamento, a suo padre, al riposo, quando anche stringere una matita consumata tra le dita lanciava scosse di dolore lancinante alle sue ossa. Ma ne era valsa la pena.

Il disegno raffigurava Trunks e Gohan tra le montagne, impegnati a sorridere e a guardare le rondini che si libravano nel cielo azzurro. Libere- libere come liberi sarebbero stati tutti loro, dopo che avrebbero sconfitto gli androidi e il futuro di oscurità che Trunks era stato costretto a vivere.

Nel disegno di Gohan, la testa di Trunks era quasi più larga delle sue spalle. Uno dei suoi occhi più grande dell'altro; il sorriso di Gohan un po' storto e la mancanza di prospettiva francamente comica. I segni di cancellatura erano tantissimi, ancora visibili, e anche i colori sembravano confusi dalla loro stessa esistenza.

Trunks non aveva mai visto niente di più perfetto.

Gohan”, chiamò ancora, la sua voce spezzata. Il nome gli si fermò in gola, più simile a un singhiozzo sordo che a un sussurro rotto.

Gohan continuò soltanto a sorridergli, la sua eterna gentilezza e il suo cuore troppo grande riflessi nei suoi occhi così scuri, così familiari. Gohan sbatté le palpebre e poi rise ad occhi chiusi, ed in un attimo Trunks era di nuovo quel ragazzino di quattordici anni dagli occhi grandi e il cuore sparso dappertutto.

Allora, ti piace?” chiese Gohan. Trunks strinse il disegno al petto, sbattendo le palpebre tra le lacrime che ancora si rifiutava di versare.

Il suo sguardo era fisso sul suo, di disegno, così gelosamente conservato. Non ci avrebbe mai giurato; erano passati più di quindici anni, ma era ancora quasi in perfetto stato.

I bordi del foglio erano leggermente piegati. Mostravano i segni del tempo, e lo stesso valeva per Gohan; c'erano minuscoli, impercettibili solchi agli angoli dei suoi occhi quando sorrideva.

Trunks avrebbe voluto vederlo invecchiare.

Gohan”, esalò di nuovo, senza riuscire a smettere, imponendo alla sua voce di collaborare. “Io- non so come ringraziarti, io- questo è- non so come-”

Non ho finito!” disse Gohan allegramente, tirandosi su. Trunks lo fissò, seguendo ancora sconvolto i suoi movimenti.

Gohan si passò una mano lungo il maglione, rimettendosi in ordine i vestiti. Poi sollevò il mento e tornò a sorridergli, luminoso come il sole. Trunks strinse più forte il disegno tra le mani, e il vento si alzò ancora.

Gohan aprì le braccia. Il cuore di Trunks si fermò tra due universi, e il suo sorriso tremante colmò la distanza tra entrambi.


Buon compleanno, Trunks!





_________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Ciao~

Il quattro luglio 2012 (quasi sei anni fa) scrissi “15 Maggio”; una storia in cui scrissi del regalo di Mirai Trunks al Gohan ragazzino della saga di Cell, presa da tutti i miei (allora) celati gayfeelings. Ora rieccomi alla riscossa con questo cazzo di Trunks sempiterno a distanza di anni, perché Trunks del Futuro è il mio personaggio preferito da sempre e per sempre e non potrò mai resistere alla tentazione di scrivere di lui.

Sigh Ho vent'anni cazzo


IMPORTANTE: nel caso voleste leggerla, vi ricordo che trovate qui la storia in questione: 15 Maggio. Beata innocenza.

Un abbraccio,


Seele


  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Seele