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Autore: BALTO97    02/04/2018    4 recensioni
Fiction ispirato al film “ Il diavolo veste Prada”
Jared ,una Miranda Priestley al maschile , non perdona niente ai suoi dipendenti .
Misha , nuovo secondo assistente di Jared , non solo dovrà fare i conti con il pessimo carattere del boss ma anche con il suo misterioso ragazzo .
quello che scoprirà il giovane segretario sarà la verità ?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere o dell'orientamento sessuale di queste persone, nè offenderle in alcun modo'
 

“ Mi dispiace signore … è … è stato un errore di distrazione...” disse, evidentemente dispiaciuto e imbarazzo, il nuovo segretario.

“Un errore di distrazione?! UN ERRORE DI’ DISTRAZIONE?!” urlò il direttore generale alzandosi in piedi dalla scrivania sventolando in aria un plico di carte.

“Hai una minima idea di quello che sarebbe accaduto se i miei collaboratori non si fossero accorti del tuo errore di distrazione sui registri contabili ?!” chiese gettando le carte nel cestino.

“Non tollero questi stupidi errori nella mia azienda! La tua incompetenza è inaccettabile!” Lo sgridò tornando a sedersi alla scrivania appoggiandosi pesantemente allo schienale della sedia imbottita continuando a guardare l’uomo che aveva davanti come se fosse sul punto di sbranarlo.
“Io.....sono mortificato, ma le ricordo che sono nuovo e... ”cercò disperatamente di giustificarsi Misha, ma fu bruscamente interrotto.

“Non mi interessa Collins! Puoi anche essere arrivato da un’ora ma io, dai miei dipendenti pretendo la perfezione! Da chi pulisci gli uffici a chi ci lavora!” affermò serio il capo. 

“Se commetti un altro errore simile ti mostro la via della porta in meno di 10 minuti! Ora sparisci” disse duro indicando la porta.

Nel giro di 2 secondi il segretario era fuori dall’ufficio e seduto alla sua scrivania respirando affannosamente quasi sull’orlo delle lacrime.

Quando aveva ricevuto la lettera di ammissione era quasi svenuto per l’entusiasmo. 

L’ufficio Padalechi faceva parte della top ten dei migliori uffici legali e essere il secondo segretario del direttore generale Jared sembrava un lavoro fantastico.
Sembrava.
Già dal primo giorno aveva capito che nell’ufficio vigeva una regola ferrea detto banalmente. 

Jared era un direttore che esigeva perfezione e non tollerava errori. Tutti temevano un suo rimprovero ed erano terrorizzati da lui; entrare nel suo ufficio voleva dire due cose o ti saresti beccato una promozione oppure una sgridata capace di mandarti l’autostima sotto i tacchi.

Qualcuno poteva pensare che questo non fosse un buon modo per dirigere un’azienda, ma se da quando Jared aveva preso in mano le redini dell’azienda questa era diventata una delle più ricche del paese gli stipendi di tutti i dipendenti si erano duplicati e aveva assunto più di 50 nuovi impiegati forse il metodo “Padalecki” non era affatto sbagliato! 

“Dai tesoro... lo sai che fa così con tutti” cercò di consolarlo la prima segretaria di Jared , Kim.

“Come fate a sopportare quel mostro” chiese esasperato il bruno. 

“Potrà anche essere un brontolone puntiglioso ma ti assicuro che Jared Padalechi è il miglior imprenditore di Vancouver , forse anche del Canada!” affermò la donna mettendogli una mano sulla spalla.

“Kim ha ragione” disse un’altra segretaria, Brianna 

“Stai lavorando in una delle aziende più funzionali del paese” aggiunse Felicia.

“Jared all’apparenza sembra un grosso leone arrabbiato, ma dobbiamo ringraziare lui se ogni mese abbiamo una busta paga assicurata” ingiunse sorridendo Kim, “Per non parlare dei riconoscimenti, le raccomandazioni, gli aumenti e le promozione e della festa di Natale della prossima settimana!” sorrise la segretaria.
Non si può certo dire che Jared non riconoscesse i meriti 

“HEY VOI?! Non vi pago per fare salotto!” tuonò la voce di Jared da dentro il suo ufficio. 
Tutti tornarono a concentrarsi al loro lavoro irrigidendosi.

Misha sbuffò passandosi una mano tra i capelli.

Il giorno dopo la stesse scena si ripeté solo che questa volta ad uscire dall’ufficio di Jared era stato Mark, addetto alle vendite, che pareva parecchio arrabbiato per il suo colloquio finito probabilmente con un rimprovero dato sbatté la porta del suo ufficio con ben poca gentilezza.

Il resto della giornata passò veloce tra scartoffie e riunioni.
Misha stava lavorando all’agenda del suo capo quando lo vide uscire dal suo grande ufficio e dirigersi verso di lui.

Si irrigidì inconsciamente pronto a ricevere una sgridata o magari un pugno da quella massa di muscoli eretta sopra la sua postazione.
“Misha” lo chiamò Jared mentre armeggiava con il telefono “ho una riunione con il direttivo” disse mettendo l’apparecchio in tasca. “Non voglio essere disturbato da nessuno, tranne da Jensen ok?” ordinò, ma il bruno non ebbe il tempo di rispondere perché Jared era già sparito nella sala conferenza.

“Hey Kim?” chiamò Misha assicurandosi che Jared non fosse in ufficio, “chi è Jensen?” chiese incuriosito guardando la scrivania davanti alla sua e la donna che lavorava al computer.

“E’ il fidanzato di Jared” rispose tranquillamente la donna rimanendo con gli occhi sullo schermo. 
“Coooosaaaaaa?”esclamò esterrefatto il segretario.
Fin da primo momento che aveva messo gli occhi su Jared aveva pensato che fosse uno circondato da milioni di donne, sapere che aveva un ragazzo era quasi inimmaginabile.

“Non l’ho mai incontrato e Jared non parla mai di lui, ma per il suo compleanno mi ha fatto ordinare e recapitare un mazzo di 30 rose blu decorate con brillantini” raccontò Kim sorridendo.

“Chissà se Jared è così anche a casa” disse sottovoce il segretario volgendo lo sguardo verso la porta della sala riunioni.
“Che vuoi dire?” domandò Kim incuriosita.
“Sai così rude tipo … maschio alpha”disse sotto voce Misha ridendo.
“Oddio.......spero di no per il bene di quel ragazzo” affermò sbuffando la donna iniziando a ridere anche lei poco dopo.

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Alle cinque Jared uscì dal suo ufficio.
“A domani, passate una buona serata” come sempre salutò i suoi impiegati prima di salire in ascensore e scendere nei garage.

Misha stava per andare via quando qualcosa colse la sua attenzione.

“No ! no ! no ! Cavolo noooo” esclamò allarmato il bruno buttando per terra il cappotto. 

“Che succede?” chiese Kim incuriosita.

“Questa pratica! Non l’ho messa nel plico di Jared e se domani mattina non è in stampa sono fregato!”affermò esasperato prendendo la carta.

“Perché non gliela porti ?” domandò innocentemente la prima segretaria.
“Cosa ?” 

“Jared abita fuori città, ma non è troppo tardi” replicò la donna. 

“Se mi presento a casa sua mi spella”disse Misha spaventato.

“Meglio una strigliata che il licenziamento” 

Kim diede a Misha l’indirizzo di casa di Jared e, dopo circa 30 minuti di viaggio, il segretario si ritrovò in un bellissimo quartiere immerso nel verde appena fuori Vancouver.

Le case avevano luci di natale colorate su ogni finestra, decorazione come babbi natali, renne, regali decoravano i giardini rendendoli simile a un paesaggi incantato.

Quando il navigatore disse “Svoltare a destra, poi arrivo” Misha quasi sussultò. Si aspettava di trovare una casa fredda, spoglia di decorazioni e con cartelli tipo “ andate via” o “morte ai disturbato
re” invece si trovò una casa completamente diversa.

Il portico di legno era il più illuminato della zona, sul tetto campeggiava una slitta con tanto di renne e babbo natale che salutava e in giardino c’era un adorabile pupazzo di neve con sciarpa, cappello, pipa e un cartello che diceva “che il Natale porti gioia e amore nei cuori di tutti”.

Il bruno pensò che quella doveva per forza essere la casa sbagliata, ma poi lesse i nomi sulla cassetta della posta “J.R. Ackles J.T. Padalechi” e capì di essere nel posto giusto.

“Cacchio è la casa giusta” pensò scendendo dall’auto e camminando sul vialetto accuratamente spazzato e ripulito dalla neve.

Prese un respiro profondo e, raccogliendo tutto il coraggio che aveva, bussò tre volte alla porta sotto l’elegante ghirlanda natalizia.

Dopo circa 20 secondi Misha era pronto a fare marcia indietro e sparire ripetendosi che in casa non c’era nessuno ma, quando all’interno la luce si accese e una voce urlò “Arrivo” sentì di voler sprofondare in una grande buca.

“Ti prego , ti prego , ti prego fa che non mi uccida , ti prego” ripeté sotto voce chiudendo gli occhi e stringendoli forte quando sentì la porta aprirsi.

“Ciao !”disse una voce spumeggiante e allegra. Una voce che non sembrava affatto quella di Jared.

Così si fece coraggio e aprì gli occhi scontrandosi con un ragazzo dai capelli biondo scuro, occhi verdi, alto quasi come lui e con un sorriso luminoso come le luci del portico.
L’unica pecca era uno scuro e grosso livido sullo zigomo del ragazzo e un taglio sulle labbra morbide e carnose.

“Sono Jensen, posso aiutarti?” disse restando tra la porta e lo stipite appoggiato con entrambe le braccia ignorando completamente i pensieri del bruno sui segni che gli deturpavano il viso.

“ehm … io sto cercando … Jar … Mr Padalechi” affermò il segretario estraendo dalla tasca la busta di carta. 

“JAAAAAAYYYYY” urlò il biondo volgendo all’interno della casa. “Vieni... accomodati” disse facendogli cenno di entrare.

Titubante il segretario entrò. Guardandosi intorno scoprì che la casa non era solo bella e accogliente a fuori , ma anche all’interno.

Un enorme albero decorato con luci intermittenti, palle oro e rosse, nastri di velluto e una grande stella sulla punta. 

La casa era calda e accogliente, con quadri bellissimi appesi alle pareti: non sembrava affatto il freddo ufficio di Jared in azienda. 

“Posso offriti qualcosa?” chiese Jensen camminando nella spaziosa cucina. Misha, nonostante fosse incantato dalla casa , non poté non notare che il ragazzo zoppica visibilmente.
“Gradisci un bicchiere di zabaione?” domandò ancora il biondo appoggiandosi al bancone. 

“No, cioè grazie ma io ..” Misha si sentiva strano, non era solo a casa del suo temuto capo ufficio ma stava anche parlando con il suo ragazzo.

“Jensen ?!” chiamò una voce da sopra le scale seguita poi da pesanti rumori di passi.

Il biondo sorriso guardando verso il corridoio mentre il bruno si irrigidì respirando affannosamente.

Jared comparve pochi istanti dopo con solo una paio di pantaloncini sportivi e i pettorali degni di un gladiatore in bella vista coperti da un leggero strato di sudore. La sua attenzione fu catturata subito dalla presenza del suo segretario in piedi nel suo salotto, ma prima di dire qualcosa il giovane capo si voltò verso Jensen e alzò una mano mostrando quello che sembrava essere una frustino rigido nero con tanto di impugnatura imbottita e corda che avvolgeva il bastone.
Misha deglutì a quella vista.

“Ops !” esclamò imbarazzato Jensen avvicinandosi e prendendo il frustino tra le mani.
Il giovane avvolse il braccio muscoloso attorno alla vita del ragazzo biondo accarezzandogli il sedere sotto lo sguardo imbarazzato di Misha.

“Va di sopra e preparati” disse con voce ferma stringendo appena il gluteo del ragazzo.
Jensen si accoccolò contro di lui strusciando sul torace portando la testa sotto il mento del compagno che lo strinse maggiormente.

Il segretario fu sorpreso di vedere come gli occhi solitamente glaciali del suo freddo e rigido capo ora erano luminosi e innamorati. Sembrava quasi un’altra persona .

Jensen annuì e si scostò dal compagno dopo che questo gli ebbe dato un bacio a stampo sulla fronte. 

Appena Jensen scomparve dalla loro vista gli occhi di Jared subirono una trasformazione e tornarono freddi.

“Cosa succede?” chiese camminando verso un piccolo carrello per liquori in mezzo alla sala versandosi un bicchiere di brandy da una bottiglia di cristallo elegante.

Misha quasi gli lanciò la busta addosso pietrificato e incapace di parlare.
“Ah!” disse il giovane aprendola e controllando e bevendo.
“Grazie !” jared appoggiò la busta sul tavolo.
“Puoi andare ora” Il segretario non aspettava altro, appena il capo ebbe finito la frase stava già correndo fuori urlando “bellissima casa! Buona serata” 

Jared sorrise beffardo e poi andò al piano superiore.

“Chi era quel tipo ?” chiese Jensen appena vide entrare Jared in camera da letto.
“Il mio nuovo segretario”rispose il moro osservando il suo ragazzo mentre da una borsa stava togliendo altri frustini e corde.

“Quello nuovo? Mr errore di distrazione?” rise il biondo.

Jared non rispose, si avvicinò al suo compagno e unì le loro labbra in un bacio caldo e bagnato. Le loro lingue infransero le barriere delle labbra e si unirono in una danza passionale. 
Jared approfondì il bacio mordendo leggermente il labbro del compagno, ma quando questo gemette si allontanò 

“Ti fa male?” chiese accarezzandogli la guancia appena sotto gli il livido.

“Non importa … chiamiamolo un errore di distrazione” rise ancora Jensen facendo sorridere anche l’altro che riprese possesso delle sue labbra carnose.
 
   
 
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