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Autore: VineaHime    03/04/2018    2 recensioni
Dopo svariati conflitti ed incarichi al di fuori della semplice routine,Yokohama sembrò entrare finalmente in un periodo di tranquillità,alleggerendo così lo stress lavorativo dei membri dell'Agenzia.Tutta via,mentre Atsushi si prestava ad andare in ufficio viene attaccato da dei misteriosi uomini,riuscendo a scamparla.Episodi del genere continuavano a ripetersi in modo irregolare.Tentando di parlarne con i colleghi,inutilmente, decide di scoprire da solo il motivo degli accaduti,non sapendo che qualcun altro era nella sua stessa situazione: Chuuya.L'unico loro punto in comune tra di loro era uno solo : provare dei sentimenti per il loro rivale/nemico.
Cosa accadrà a Dazai e Akutagawa quando anche Atsushi verrà portato via?
Indagando a fondo.L'Agenzia e la Port Mafia,scopriranno che i due ragazzirapiti in realtà ....
PS: questo è un piccolo adattamento fatto sempre secondo le mie idee strane. Potrebbe sembrare un "filler" ,ma è frutto tutto della mia testa,quindi nessuno spoiler.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Chuuya Nakahara, Nuovo personaggio, Osamu Dazai, Ryuunosuke Akutagawa
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
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< Sempre io i lavori più scomodi. >

Erano oramai giorni che ad Atsushi toccava svolgere i compiti di "riordino delle scartoffie" di tutti i vecchi incarichi svolti. I suoi lamenti oramai erano parte integrante della sua routine,  ma solo quando Kunikida non era presente in ufficio.
Per la fortuna,o salvezza,del ragazzo quel giorno si era ritrovato da solo in quell'ufficio stracolmo di documenti,cartelle,cartacce e chi più ne ha più ne metta.
Gli altri erano tutti fuori per incarichi minori, e lui era rimasto lì per ordine,o minaccia, da parte di Ranpo e Kunikida.
La dottoressa Yosano era stata chiamata per alcune consulenze mediche in uno dei migliori ospedali di Yokohama.
Ranpo era impegnato in alcuni casi di omicidio irrisolti, accompagnato fedelmente da Junichirou data la sua scarsa capacità di prendere i mezzi.
Naomi e Haruno erano andata con il Presidente dell'Agenzia ad incontrare un pezzo grosso dell'Ufficio degli Affari Interni, per discutere di alcune pratiche da attuare urgentemente, che richiedevano l'intervento dei membri dell'Agenzia dei Detective.
Kenji e Kunikida erano stati chiamati sia alla stazione centrale dei treni che alla linea metropolitana vicino all'ospedale dove prestava servizio Yosano, a causa di alcune anomalie sospette.
Per risparmiare tempo ed avviare le indagini contemporaneamente, i due si divisero i compiti: Kenji andò alla stazione centrale dei treni e Kunikida alla linea metropolitana.
Kyouka era solamente impegnata a fare da guardia del corpo ad un'ereditiera, che da qualche tempo le erano state recapitate varie lettere minatorie.
Dazai, dal canto suo, non rivelò il suo incarico ma si limitò a lasciare l'ufficio con il suo solito modo di fare.

 

 

< Ancora non riesco a comprendere. Perchè, tra tutti, devo essere sempre io a metter ordine alle scartoffie? Credo proprio che rimarrà una domanda senza risposta. > replicò il ragazzo sbuffando.

Di solito quell'ufficio piccolo e confortevole era sempre pieno di baccano in continuazione: Ranpo che giocherellava sulla sedia e lamentandosi che non aveva voglia di far nulla, Kenji che sorrideva guardando gli altri fare "baccano" e quasi incitandoli a farne di più, Naomi che tormentava il fratello con il suo "affetto", e lui che moriva dentro ogni santissima volta. Tutt'oggi nessuno all'Agenzia aveva ancora capito quale fosse esattamente il loro rapporto "fraterno".
Dazai che poltriva e scherzava, come suo solito, dando degli "ideali utili" da far scrivere a Doppo per poi rivelargli che era solamente uno scherzo innocente. E quest'ultimo che alla fine tentava di ucciderlo esasperato.
Infine c'era Yosano, che scrutava tutti, in attesa che qualcuno si facesse male, anche solamente con una comune punta di qualche penna o attrezzo affilato, per poter far fuori uscire la nascosta personalità da  "medico sadico" che è in lei.

 


< Tutto troppo tranquillo. Non sono abituato. > disse sospirando.

Mentre raccoglieva i documenti relativi alla Guild,buttò un occhio vicino al portapenne,dove era posata in bella vista la chiave di scorta dell'ufficio.

" Richiudi l'ufficio quando hai finito.Noi stiamo andando."

Le parole di Junichirou rimbombavano ancora nella sua testa, come se fosse una specie di melodia ipnotica.
Probabilmente perchè lui, Naomi e Kyouka erano gli unici a non guardare i propri interessi ma a mettersi una mano sul cuore ogni tanto, giusto per solidarietà o comprensione.
La cosa non gli dispiaceva affatto,anzi, forse era una delle ragioni per cui ancora era lì, nonostante tutto. 
Oltre al fatto che fu Dazai a salvarlo dalla strada, proprio come si fa con i cuccioli abbandonati.
L'unica pecca era quel dannato silenzio.
Quell'ufficio così silenzioso era un massacro per lui, sempre abituato al chiasso dei colleghi che, a detta sua, erano leggermente fuori di testa.
Perennemente concentrato sul suo dovere, non si accorse che l'orologio segnava già le 19:00.
Ed aveva ancora una pila di fogli da sistemare.
Un'immensa pila di documenti, per di più stilati da Kunikida dopo gli ultimi incarichi, che in un attimo fecero perdere la voglia di vivere al giovane detective.

< Non ce la farò mai. Mi arrendo. > replicò sull'orlo di una crisi isterica.

< Ancora una pila alta quanto un palazzo, ed è dalle 8:00 che sono qui. Almeno Haruno e Naomi potevano restare ad aiutarmi.. E se lascio qualcosa fuori posto Kunikida-san mi ucciderà..ne sono certo> replicò oramai esaurito. Completamente fuso.

In tutta la sua enorme crisi lavorativa, iniziava seriamente ad odiare quel silenzio.
Il silenzio lo portava a pensare a tutto, anche alle cose più insignificanti ed inutili, ricamandoci persino sopra.
Questa volta la sua mente lo riportò al suo ultimo scontro con Akutagawa, soprattutto a quella brevissima conversazione che lasciò spiazzati entrambi.
Non tanto perchè era stata breve ma perchè si toccò un argomento che non si sarebbe lontanamente immaginato di parlare con lui.

"Tu.Perchè ti ostini così tanto a salvarla?E' un'assassina della Port Mafia,non potrà mai rifarsi una vita."

"Invece ti sbagli,lei può. Ed è capace di provare emozioni come tutti.
Sei tu a non capire.
Anche il più brutale può provare felicità,rabbia,dolore,amore.
Avere qualcosa di speciale da proteggere.
E sono sicuro che la hai anche tu."

Non sapeva perchè quella conversazione gli improvvisamente tornò in mente.
Era dolorosa e nostalgica allo stesso tempo, come se quel confronto gli mancasse in modo particolare.
Non si stava rimangiando le parole dette allora, ma pensò solo che gli mancasse proprio la persona a cui rivolse tali parole.
Come un angelo che si innamora di un demone ma, sarà valido anche il contrario?
Lui pensava di si, e ne era certo.

Forse dopo aver assistito a come era cristallino il rapporto  di Chuuya e Dazai.
Quest'ultimo era sempre lo stesso, nemmeno un cambiamento, un'incertezza e si divertiva davvero con i suoi scherzi e provocazioni. 
Ma quel giorno, prima che i due della Port Mafia tornassero nel loro covo, gli sembrò come di leggere una sottile sofferenza negli occhi del rosso.
Che fu il demone, stavolta, ad innamorarsi dell'angelo?
La sua profonda e nostalgica riflessione fu interrotta da un rumore strano, al di fuori della porta, che lo riportò alla sua triste realtà.
Quel costante silenzio fu interrotto bruscamente,con quel suono fastidioso che somigliava ad una caduta di un masso, seguito successivamente da dei rumori somiglianti ad un lancio continuo di pietre.
Quei suoni diventavano sempre più  frequenti e, la maniglia della porta si mosse verso il basso, facendo intuire che qualcuno volesse forzare la porta dell'ufficio.
Gocce di sudore iniziarono a percorrere il viso del giovane, mostrando un nervosismo evidente.
Non sapeva se chiamare gli altri mentre erano a lavoro, rischiando poi la ramanzina del "non sai cavartela da solo?" o risolvere la cosa da se.
L'unica cosa buona e saggia era stata chiudersi dentro l'ufficio, per  precauzione.
Ed a quanto pare fece decisamente la cosa giusta.
Prese velocemente la chiave di scorta dell'ufficio, e si nascose sotto una delle tante scrivanie, facendo attenzione a non fare rumore.
Doveva essere il più cauto possibile.
Un sussulto prese il sopravvento sul ragazzo quando, dopo vari tentativi, la porta venne forzata, producendo un leggero cigolio, seguito da qualche passo, che si inoltrava man mano nella stanza.
Il battito cardiaco  del ragazzo aumentava sempre di più ed il suo respiro diventò più pesante.
La sua vita era un enorme massa di sfortuna, e la prova decisiva fu mostrata proprio in quel momento: il suo telefono squillò.

"Bravissimo Atsushi, non hai nemmeno tolto la suoneria."

 

< Allora c'è qualcuno. > affermò una delle persone entrate, con non curanza. 

< A quanto pare, fratello. > replicò la seconda persona.

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NdA:

Non sono morta ragazzi,ho avuto (again) problemi di salute e un monte di visite.

Questi giorni tenterò,anche ad ore tarde,di aggiornare TUTTE le storie.

Mi dispiace assai di farvi aspettare così tanto ed è vero,prima aggiornavo più frequente,ma da quando è iniziato il nuovo hanno,me ne sbucano di tutti i colori.

Vi lascio con questa bella Shin Soukoku e Soukoku Story,mentre mi applico al resto.

Un forte abbraccio <3

LINE: kyoukohime

 

   
 
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