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Autore: Anown    04/04/2018    1 recensioni
Non è mai troppo tardi per cercare di conoscere tua cognata, ma è preferibile farlo ad un orario consono ed entrare in casa dopo aver chiesto il permesso, sempre che tu non voglia fare una pessima impressione.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold, LeShawna, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Le sette di mattina, la domenica. Un orario normale per alcuni, una levataccia barbara e infame per altri, per Celia per esempio… che però quel giorno, in quell’orario non solo si trovava alzata, quella non era neanche casa sua...
Il giorno precedente, dopo aver passato sei ore di fila a tentare di scrivere un libro senza cavare un ragno dal buco,  era andata a dormire esausta senza neanche cenare lasciando senza parole il suo compagno. E dire che dopo aver visto che pure la sua stordita e altezzosa zietta era riuscita a scrivere e farsi pubblicare un’ insulsa raccolta di poesie ci aveva creduto… Suo malgrado si era ritrovata a svegliarsi presto e, stordita come non mai, non riflettendo su orario e giorno era andata a fare la spesa inutilmente. Alla fine aveva approfittato della vicinanza all’appartamento del fratello per fargli visita dato che per vari motivi, uno in particolare in realtà che l’aveva infastidita per un po’, non ci andava da circa un mese.
“Dormire poco fa male… ma tanto, tanto male!” pensò sbadigliando. Era una donna parecchio disordinata, sopratutto negli ultimi tempi, e tendeva a distrarsi facilmente. Ma avendo cominciato giusto da un anno a lavorare, era normale, giusto? O forse il suo guardarsi intorno  alla ricerca di un altro lavoro e un’altra improbabile fonte di denaro, come scrivere un libro per esempio, era una prova della sua immaturità?
“Forse devo solo farci l’abitudine, i primi tempi in pronto soccorso saranno difficili per tutti...” pensò. “Forse prima o poi mi ritroverò a ridere della volta in cui quel paziente ha cominciato a inveirmi contro come un indemoniato perché pretendeva l’anestesia totale per dei punti...” alla fine il paziente era stato trasferito al reparto psichiatrico, ma si era scoperto che era semplicemente ciò che sembrava, un uomo terrorizzato dagli aghi “Lo avevo detto io!” ah, il reparto psichiatrico… era la che voleva andare, magari come psichiatra, non come paziente... Era per quello che aveva studiato medicina, peccato che al momento non c’erano posti.
Celia accettando che, dato che il fratello e la donna che da circa un mese conviveva con lui  dormivano, la sua era stata realmente una passeggiata a vuoto pensò di andarsene. Ma venne bloccata da un prepotente gorgoglio dello stomaco e dopo qualche tentennamento decise di prendere qualcosa dalla cucina, tanto era abbastanza sicura che il fratello le avrebbe dato il permesso se fosse stato sveglio.
Tirò fuori del pane, dei cetrioli sotto aceto, del salame e del formaggio. Per fortuna essendo stata in quell’appartamento diverse volte sapeva bene come orientarsi e trovare le cose. Si apprestò a mettere insieme gli ingredienti per fare un panino, ma all’improvviso sentì qualcosa farle pressione sulla schiena e un rumore che se fosse stata in un film, considerando anche la situazione in cui si trovava, avrebbe subito ricondotto al caricatore di una pistola. Le venne la pelle d’oca e per un attimo sudò freddo, poi facendo mente locale si calmò.
-Sono solo io… - disse ancora un po’ nervosa voltandosi con le mani in alto. Come pensava, a puntargli l’arma contro era la fidanzata del fratello, la donna aveva la muscolatura delle gambe tesa, stava in equilibrio sulle punte dei piedi scalzi. Probabilmente era in quel modo che si era avvicinata e, complice la distrazione di Celia, non era stata notata.
-Io chi, scusa? - disse continuando a puntarle contro la pistola e accennando a voler premere il grilletto. Celia rimase interdetta inizialmente, in realtà per Leshawna non era una sconosciuta, non si conoscevano particolarmente bene, ma si erano viste molto spesso durante l’ultimo anno alle superiori di Harold, non poteva essersi scordata di lei. Si rese conto che a giudicare dal sorrisetto compiaciuto della ragazza stava semplicemente scherzando e si sentì anche un po’ in imbarazzo per averla presa sul serio. “Tutta colpa dell’orario, non si può essere lucidi alle sette del mattino dopo aver dormito meno del dovuto...” Leshawna le diede due colpetti leggeri di pistola alla testa, era molto più leggera del previsto.
-Ah… è di plastica… -
-Intendi dire finta, giusto? Beh, per forza... Né io, né Harold abbiamo il porto d’armi. Ma, per curiosità... secondo te di cosa dovrebbe essere fatta una pistola?- sospirò la donna portandosi indietro un’ampia porzione di capelli crespi che le ricoprivano un lato del viso e cercando di sistemarli e tenersi giù con le mani.
-Beh… suppongo anche di plastica...- mormorò imbarazzata. -I-insomma intendevo dire che all’interno è vuota! Proprio perchè è finta...-
 -Allora… tu che diamine ci fai qui? - chiese fintamente amichevole… per quanto si potesse fingere con successo di essere amichevoli dopo essere stati svegliati da un intrusa che si è introdotta in casa tua chissà come…
-Mi facevo un panino. - rispose schiva con un sorriso teso sul volto. -Ora, se vuoi scusarmi… - prese un coltello e cercò di riprendere quello che stava facendo affettando il formaggio.
-No. - rispose severa Leshawna. Celia le lanciò un’occhiata nervosa, poi riprovò ad a tagliare ma. -No… - disse di nuovo la donna.
-Ma andiamo, solo una fettina... Se vuoi poi te lo ricompro, come puoi essere così avara? - si lamentò Celia. Leshawna alzò gli occhi e sospirò.
-Non è questo il punto, se vuoi tagliare il formaggio devi prima mettere un piatto, un vassoio, al limite un tovagliolo, di sotto invece di poggiarlo a diretto contatto col tavolo! È una semplice questione igienica, non credo serva un genio per arrivarci… -
-Eh, eh… Scusa… è che ho un po’ di sonno… - si giustificò la donna dai capelli castani.
-Lo so Celia… c’è l’ho anch’io, sai? - rispose infastidita. -Ora, mi spieghi come sei entrata? Sono più che sicura di aver chiuso la porta a chiave… - a Celia cadde un cetriolino per terra. -Bene… Ora lo raccogli con la lingua… - disse tranquillamente. Celia la guardò storto e prese un tovagliolo per raccogliere il sotto aceto.
-Avrei pulito comunque, non c’è bisogno di essere sgarbata so… - la donna di bloccò in un primo momento. -Sorellina… - disse cercando di risultare scherzosa. Leshawna rimase un po’ disorientata, quella era la conversazione più lunga che avessero mai avuto probabilmente e quella donna non aveva mai provato a chiamarla in quel modo.

Celia aveva nove anni più di Harold, quando il fratello faceva la quinta liceo lei non abitava più a casa della sua famiglia, ma aveva incontrato Leshawna praticamente una volta si e l’altra pure durante tutte le sue visite a casa. Sapeva che la ragazza prendeva ripetizioni da lui e già questo era abbastanza strano, Harold evitava di dare ripetizioni dato che tutte le volte che ci aveva provato si era rivelata una scusa per far fare a lui i compiti degli altri. Celia non capiva bene in che rapporti fossero i due, il fratello sembrava abbastanza insicuro sull’argomento mentre la ragazza, la prima e ultima volta che aveva provato a chiederglielo prima aveva sviato la conversazione, poi aveva tagliato la corda… conoscendo superficialmente solo i trascorsi del periodo del reality, Celia non poteva provare particolare simpatia per una ragazza che secondo lei si stava approfittando del suo ingenuo fratellino continuando a tenerlo all’amo, ma non volendosi impicciare si era limitata ad avere rapporti superficiali con la ragazza pur cercando di far intendere al fratello che lei non le piaceva per niente e che si stava approfittando della situazione.
Da quando Harold si era trasferito per frequentare l’università finendo, per comodità, per abitare più vicino  lei, non aveva più sentito parlare di Leshawna con suo gran sollievo e ingenuamente cominciò a sperare che il ragazzo si interessasse ad un altra ragazza che effettivamente ci tenesse a lui. Non era accaduto, ma lei aveva giustificato la cosa credendo che il fratello fosse troppo preso dagli studi. Fatto sta, che un mese prima Leshawna aveva cominciato ad abitare con lui e i due aspettavano pure un bambino. In realtà Celia si era sentita abbastanza sollevata scoprendo che si era trattato di una relazione tenuta segreta a lei anziché una decisione presa dal nulla per rimediare all’irrimediabile.
“Gli fai capire che una cosa non ti va bene e invece di finirla comincia a farla comunque di nascosto… me lo sarei dovuta aspettare infondo...”
Che le piacesse o no, a quel punto avrebbe dovuto avere a che fare con quella donna per forza anche se la cosa la metteva a disagio, era stato questo da una parte a spingerla a evitare il fratello per un mese, ma dall’altra a farla andare nel suo appartamento quel giorno, per togliersi il pensiero in preda ad un’idea malsana.

Celia sentì un rumore metallico e si accorse troppo tardi che qualcosa le era cauto dalla tasca.
-Ho una copia delle chiavi, ho chiesto ad Harold di farmela. - si giustificò vedendo che Leshawna stava studiando con sospetto la chiave dalla forma familiare.
-Cos… - prima di terminare la parola sentì un rumore di passi a qualche metro di distanza.
-Oh, ciao Celia. Cosa fai qua? - domandò assonnato Harold.
-Ciao, fratellino… -
-Harold… perché tua sorella ha una copia delle nostre chiavi? - domandò la donna infastidita. Harold ci pensò un attimo.
-...Credo che l’abbia fatta quando ha ritrovato le chiavi quella volta che le avevo perse. - rispose piuttosto tranquillo. Celia ridacchiò nervosamente.
-O forse ti ha fregato le chiavi proprio per farne una copia… razza di cleptomane... - insinuò Leshawna incenerendola con un'occhiataccia.
-Umh… in effetti potrebbe essere. - annuì Harold come se si trattasse di qualcosa di perfettamente normale. -Va, beh… tanto anche tua cugina entra ed esce dall’appartamento come vuole. -
-Lei non ha le chiavi… - precisò Leshawna, si chiese se non si trattasse di una specie di ripicca dato che, a detta del compagno, sua cugina era un tipo invadente. “Perchè invece una che ti entra in casa mentre dormi è una persona discreta, ma certo!”
-Ma sono sicuro che se glielo chiederai, mia sorella ti ridarà la copia. - disse guardando Celia, che rispose con un sorriso forzato.
-Magari è una cleptomane furba e ne ha un’altra. - Celia sembrò infastidita dall’insinuazione, anche se... in effetti…
-Comunque… cambiando argomento… - Celia cercò di farsi venire qualche idea, poi le venne in mente la cosa più ovvia. -Avete già cominciato a pensare a un nome? Per il bambino intendo… -
-Io avevo avuto già qualche idea in effetti… - cominciò a dire Harold.
“Oddio, ci risiamo...”
-Luke o Leia. -
-...Neanche ammazzata. - ridacchiò nervosamente Leshawna. Harold non rimase più di tanto deluso, sapeva già la sua idea in proposito.
-Tanto ho altre idee, Link o Zelda per esempio...-
-Mi sa che era meglio la proposta di prima...-
-Sapevo che l’avresti detto! A questo punto Luke o Leia sono i nomi favoriti. - Harold rise. L’aveva detto apposta? No, non poteva essere… non poteva essere venuto il giorno in cui Harold riusciva a raggirarla...
-Comunque, non vi sembra che nove… -
-Sette mesi e due settimane. - la corresse velocemente Harold.
-Ah… non vi sembra che ci sia abbastanza tempo a disposizione per pensarci? Che bisogno c’è di bagnarsi prima che piova? - disse Leshawna.
-Pioggia… pioggia... - ripetè pensierosa Celia. -Credo che Nuvola sarebbe proprio un bel nome! - propose lei abbastanza fiduciosa della buona idea che aveva avuto.
-Eh… non hai capito bene cosa volevo dire, vero? - ridacchiò Leshawna rassegnata.
-Sembra carino anche a me. - annuì l’altro lentigginoso della stanza.
-Oppure si potrebbe chiamare Medusa. - riflettè Celia osservando Leshawna. -Se avesse i capelli leggermente meno arricciati dei suoi le starebbe molto bene, guarda. Quel ciuffo non somiglia abbastanza ad un serpente o a un tentacolo? - osservò. Leshawna si toccò nervosamente un lato della testa, in effetti c’erano delle ciocche dalla forma strana che avrebbero potuto ricordare qualcosa di simile. La donna cercò di tenerle giù.
-...Ecco perché tengo sempre i capelli legati. - sussurrò irritata, anche se a giudicare dal tono di Celia non si trattava veramente di una presa in giro.
-In effetti ci somiglia un po’. A volte i suoi capelli si aggrovigliano in modo davvero particolare. - sorrise Harold. In realtà Harold sembrava trovare la cosa piuttosto carina, ma lui sembrava avere delle opinioni molto strane per quanto riguardava ciò che era carino e ciò che non lo era… -Però non penso che si possa capire il tipo di capelli di un neonato… -
-Bene… a quanto pare avete deciso, non so in base a cosa, che si tratterà di una femmina… a parte questo, sul serio Medusa ti sembra un buon nome? - disse scettica la donna. -Insomma, come l’avresti presa se i tuoi genitori ti avessero chiamato Arancetto, Carotino, Rameico o Rosso Mal Pelo basandosi sul colore dei tuoi capelli? Eh Doris? - forse era risultata un po’ acida e magari i due fratelli stavano solamente scherzando fra loro, ma era presto e si era alzata col piede sbagliato quella mattina.
-Beh… forse hai ragione, bisogna fare attenzione… Ma non credo proprio sia possibile dare certi nomi a un bambino, tipo Arancetto o Rosso Mal Pelo! - rispose un po’ infastidito. -E poi Arancetto sembra più il nome che daresti ad un’animaletto di colorazione fulva… oppure ad un animale a cui piacciono molto le arance. - riflettè il ragazzo perdendo completamente il filo del discorso. -Carotino invece… è un nome da coniglio… -
-Ho trovato un bel nome, che ne dite di Arya? - li interruppe Celia.
-Eh, eh… non so quanto quanto bene possa portare il nome di uno Stark… -
-Non credo che lei farà una brutta fine, è un personaggio troppo importante! -
-Probabile, ma non si sa mai.-
-Preferiresti un nome tipo Shireen, allora? - ribattè divertita Celia.
-Meglio di no… lasciamo perdere i nomi di quella serie. - deglutì Harold.
-Ok…? - Leshawna si era un po' persa nel discorso nonostante i nomi le risultassero familiari. Sbadigliò. -Sentite, io torno a dormire, voi discutete pure con calma... - Celia sembrò sentirsi un po’ sollevata, nonostante in un certo senso fosse li proprio per conoscere meglio la futura cognata.
“Di che mi preoccupo in fondo, l’ultima parola l’avrò io, che male potranno mai fare ipotizzando nomi assurdi...” si disse la donna coricandosi. “E poi se non sbaglio il figlio di Celia ha un nome abbastanza normale… Raffael, mi sembra...” cominciò a chiudere gli occhi poi il riaprì improvvisamente. “No, aspetta… non è Raffael, Harold lo abbrevia in modo strano...” riflettè rigirandosi nervosamente nel letto. “Ah giusto, è Riffael… abbreviato in Riff… ma esiste? Da dove la tirato fuori un nome simile?” sospirò poi decise che non era affar suo.
-Indipendentemente dal nome sarà comunque la Medusina di zia, c’è poco da fare… - disse divertita una voce femminile nell’altra stanza. Leshawna aggrottò le sopracciglia e mise la testa direttamente sotto il cuscino.


Angolo dell’autrice.

Se si fosse trattato solo di mio padre avrei finito per chiamarmi veramente Nuvola oppure Morgana… beh, quest’ultimo non è così male... credo…
Comunque, anche se non è specificato i personaggi sono piuttosto giovani (che ci sia stata una diffusione di contraccettivi scaduti?) i motivi sono due, mi serviva che non passasse troppo tempo fra i primi contatti fra Leshawna e Celia e tenere per troppi anni nascosta la relazione o far passare troppo tempo per far avvicinare Celia, nonostante non ci fossero motivazioni vere e proprie, ma solo una cattiva impressione di mezzo, sarebbe stato parecchio strano non mettendo in mezzo una rottura piuttosto grave fra i due fratelli o qualcosa di simile che lo giustificasse. Il motivo numero due invece è che i personaggi hanno comportamenti piuttosto stupidotti e in questo momento ho davvero bisogno di scrivere qualcosa di stupidotto…
Trattandosi di una semplice oneshot e non di uno scritto serio o di un libro ecc, tendo a permettermi di inserire cose fuori contesto per quello che dovrebbe essere l’ambiente dei personaggi, esempio non penso che al di fuori dell’Italia Rosso Mal Pelo sia particolarmente conosciuto, diciamo che è una sorta di licenza creativa(???) data dal contesto della fanfiction, in un libro cose del genere credo che sarebbero errori abbastanza gravi.
Grazie per l’attenzione, spero che almeno a qualcuno l’oneshot possa almeno un po’ piacere, i pareri esterni sono sempre ben accetti e dal mio punto di vista sono qualcosa di utile dato che non riesco ad essere particolarmente sicura di ciò che scrivo e del fatto che possa risultare buono o meno, insomma se avete un parere da scrivermi mi fa piacere.
-Arya Stark è un personaggio delle cronache del ghiaccio e del fuoco, gli Stark non sono una famiglia particolarmente fortunata, diciamo… anche Shireen è un personaggio del trono di spade e nella serie non fa una bella fine.
-Riffael… non credo esista come variante di Raffaele, ho incontrato questo nome solo in God Child di Kaori Yuki… non ho ancora capito se mi piace o no questa autrice… solo a me capitano questo tipo di indecisioni?
  
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