Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: daffodil_damask    04/04/2018    3 recensioni
fràgile agg. [dal lat. fragĭlis, der. di frangĕre «rompere»].
    – 1. Che si rompe facilmente
.
{ Yoonseok }
| 1046 parole |
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente di più fragile di una promessa

 

 

 

Si♭      La♭  Si♭  La♭  Do♯       La♭  Si♭  La♭  Do

 

Yoongi lasciò correre le dita nodose sulla tastiera, stabilendo ad orecchio il ritmo da dare alla musica. Era una canzone dolce dove le parole connotavano la musica con una nota di malinconia, ma stavolta il pianista scelse di lasciar parlare solo la melodia, troppo spesso messa in ombra dal testo. Lui e il pianoforte, nessun altro a disturbare la loro pace.

 

La loro intimità venne tuttavia spezzata molto presto. Yoongi avrebbe voluto dire alla voce che si era appena intromessa di tacere, di ascoltare la fragilità nascosta dietro alle note e di non disturbare quel casto incontro d'amore tra lui e il suo strumento prediletto. Ma era semplicemente troppo difficile dire di no a quella voce.

Una volta lasciata da parte l'energia del rap tutti gli spigoli venivano smussati, l'esuberanza di J-Hope veniva messa a tacere per far emergere un frammento dell'anima di Hoseok, della sua insicurezza e della sua tenerezza. Completava la melodia in un modo fin troppo piacevole perché Yoongi se ne lamentasse.

Non diede peso alle parole che l'altro pronunciò, si limitò ad apprezzare quella sinfonia senza cercarvi un significato nascosto, un messaggio o una morale. Niente obblighi, niente concerti, niente album da produrre, soltanto diletto della mente e dei sensi. Musica per il piacere della musica stessa.

 

E Hoseok, oh, lui sì che era musica.

Musica nei movimenti più quotidiani, nel ritmico battere del suo tallone contro il pavimento quando stava al computer, nel canticchiare distratto mentre scriveva al cellulare.

Musica nella sua risata stridula che seguiva sempre una scala ascendente.

Musica da vedere con gli occhi quando in dieci minuti imparava un'intera coreografia e chiedeva di poterla eseguire in solitario per vedere se riusciva a ricordarla tutta: aveva sempre una dozzina di occhi puntati su di lui, incantati, entusiasti, un poco invidiosi.

Musica nel suo respiro accelerato e nel ritmo impazzito del suo cuore, metronomo dei suoi sospiri e dei suoi gemiti quando lui e Yoongi riuscivano a ricordarsi l'un l'altro a chi appartenessero.

 

Yoongi aveva da sempre rincorso la musica, cercandola negli angoli più remoti della coscienza e nei ricordi più devastanti, nelle difficoltà che aveva sopportato e nelle soddisfazioni che si era guadagnato. Una ricerca lunga, estenuante, dolorosa, a tratti inutile.

Hoseok era sempre stato di fianco a lui, fin da quando si erano incontrati per caso nell'atrio della Big Hit Entertainment. Una presenza tanto indispensabile quanto sottovalutata, come se dopo tanto tempo assieme venisse ormai data per scontata. Yoongi aveva la Musica al suo fianco e per tanto tempo non se ne era nemmeno accorto.

Forse è per questo che ringraziò con un sorriso l'ospite che era appena entrato nella stanza, quando questi si sedette sul lungo sgabello proprio di fianco al pianista, senza smettere di cantare.

 

 

Camminare fa passare ogni tristezza

Ti va di passeggiare insieme?

Meriti del mondo

ogni sua bellezza

 

 

Yoongi terminò la canzone lasciando le ultime note nell'aria il più a lungo possibile, come se non volesse dire addio ad una vecchia amica. Alla fine, dovette riabbassare il pedale di sospensione perché ormai quei suoni avevano smesso di far parte del presente.

Appoggiò le mani al bordo dello sgabello su cui erano entrambi seduti, con il capo chino verso la tastiera color avorio e la testa incassata nelle spalle. Non c'era più traccia di nulla, né della musica che aveva suonato né delle impronte delle sue dita sui tasti.

 

«È tutto così effimero», commentò sottovoce, come per non disturbare il silenzio.

«È quello che lo rende così bello», giunse poco dopo la risposta. Sebbene tranquilla, il pianista sapeva che dietro una tale calma Hoseok covasse la stessa rassegnazione che provava lui stesso. Uno stato d'animo velenoso, corrosivo, che ragazzi di poco più di vent'anni non dovrebbero conoscere.

 

Yoongi si decise infine a guardare l'altro e non appena posò gli occhi su di lui notò che questi stava sorridendo: era modesto, ben lontano dai sorrisi a trentadue denti che rivolgeva ai fan, ma Yoongi ne fu contagiato e si lasciò avvolgere dalla piacevole sensazione di avere accanto il ragazzo di cui era innamorato. Da quando si era avvicinato ad Hoseok aveva imparato ad apprezzare anche cose apparentemente insignificanti. Era una sensazione indescrivibile, era semplicemente... bello, per quanto le parole banali non gli fossero mai andate a genio.

 

Il sorriso di Hoseok, nel vedere la reazione del maggiore, si ampliò, scoprendo i denti luminosi e riducendo gli occhi a due fessure. Se il Sole avesse dovuto scegliere un corpo in cui incarnarsi, sarebbe stato indubbiamente quello di Hoseok.

Yoongi si sentì prendere dalle vertigini; temeva che da un momento all'altro il pavimento si frantumasse sotto i suoi stessi piedi. Ai lati dei suoi occhi la stanza cominciò ad oscillare lentamente, come se le pareti volessero contorcersi su sé stesse; tutto stava perdendo definizione, lasciando che le paure più recondite tornassero a pesargli sulle spalle. Le decine di progetti iniziati e mai finiti, il dolore allo stomaco per la fame, Hoseok svenuto in sala prove, le notti in ospedale, le crisi di pianto dopo essersi chiuso a chiave nel proprio studio. Il successo era così sottile ed effimero, un filo di fumo impossibile da trattenere. Yoongi sbatté gli occhi, sentendoli umidi.

Sarebbe bastato così poco per farli cadere.

 

Eppure, la mano di Hoseok aveva avvolto quella tremante di Yoongi, stringendola abbastanza forte da fargli sentire la sua presenza senza fargli male. Un po' come l'esistenza di Hoseok nella sua vita, accogliente ma mai soffocante. Si incastrava perfettamente con quella di Yoongi, tanto perfettamente da fare paura.

Yoongi ricambiò la stretta e la usò per attirare Hoseok in un abbraccio, una stretta tanto dolce quanto disperata. “È l'amore che ti tiene in vita”, gli era stato detto molto tempo prima, quando era ancora troppo giovane per capire quanto si sarebbe rispecchiato in quelle parole.

 

 

Dicono che non c'è niente di più fragile di una promessa, ed io

non

te ne farò

nemmeno una

 

 

Sembravano armonizzati sulla stessa lunghezza d'onda, la sicurezza di uno era la risposta ai timori dell'altro. La vertigine di uno era la stessa provata dall'altro, riuscivano a capirlo anche senza esprimerlo a parole. Un incastro abbozzato e levigato dal più esperto degli scultori, nei corpi come nelle anime.

 

«Non te ne andrai, vero?»

«Finché lo vorrai, rimarrò.»

 

 

 

 

 

 

 

 

author's notes

Lo ammetto, mi ero del tutto dimenticata di questa ff. Ho provato a riscrivere un paio di volte il finale ma non riesco a farmelo piacere, tuttavia il resto non mi dispiaceva quindi ho deciso di pubblicarla per evitare di dimenticarmene un'altra volta. Sto continuando a rivalutare la musica italiana, decisamente, ma non riesco a togliermi la Yoonseok dalla testa; questo è il risultato. Spero che a qualcuno possa piacere ♡

P.S.: alla fine non è chiaro chi dica cosa, l'effetto è voluto.

Alla prossima!

- daffodil_damask

   
 
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