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Autore: Robigna88    04/04/2018    1 recensioni
Gli Avengers affrontano ogni giorno nuovi nemici e sono bravi in quello che fanno. Un po' meno bravi sono invece nelle questioni di cuore e, infatti, a parte uno di loro, nessuno ha una vita sentimentale stabile e qualcuno da cui tornare la sera, dopo una battaglia. Ma le cose, forse stanno per cambiare, almeno per uno di loro. Il più schivo e onesto tra tutti, il Capitano Rogers, si ritroverà investito da un sentimento che non conosce per niente bene e che non sa come gestire. Sarà tentato di spingerlo via ma sarà in grado di resistere all'emozione che Lidya Abel sa offrirgli anche solo sorridendo?
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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1.

 

 

 

 

Steve non riusciva a togliersela dalla testa e non sapere perché stava iniziando a renderlo nervoso. Non era una questione fisica – anche se doveva ammettere che era una donna incredibilmente bella – era qualcosa che andava oltre e che stava facendo fatica a identificare. Respirando a fondo sciolse le bende che gli avvolgevano le mani e bevve un lungo sorso d’acqua da una bottiglietta. Rimase in silenzio, ascoltando i suoni intorno e quando fu sicuro di essere solo si schiarì la voce.

“Jarvis” chiamò mettendosi a sedere su una delle poltroncine che Tony aveva fatto sistemare in quella grande stanza che fungeva da palestra. “Ho bisogno di chiederti un favore.”

“Qualunque cosa le serva, Capitano.”

Steve sorrise. “Potresti dirmi tutto quello che sai su Lidya Abel?”

“Certamente” nel bel mezzo della stanza comparve una specie di proiezione, la foto di Lidya in alto a sinistra in quello che sembrava un curriculum, o qualcosa del genere. “Lidya Abel, nata il 26 Gennaio del 1983 a New York. Figlia unica, è stata cresciuta dal padre e non ha mai conosciuto la madre. Il padre, Edward Abel era un avvocato piuttosto rinomato, morto in una sparatoria in Tribunale quando Lidya aveva diciotto anni. A diciannove anni è stata reclutata dallo S.H.I.E.L.D, dal direttore Fury in persona, e grazie alle sue abilità da combattente e alla sua grande maestria con le armi, è diventata presto una delle predilette dell’intera organizzazione. Si è dimessa cinque anni fa, dopo undici anni di onorato servizio.”

Steve annuì mettendosi in piedi. “Non si sa niente della madre?”

“Poco o nulla. L’unica cosa certa è che non fosse di queste parti.”

“Che altro puoi dirmi?”

“Lidya è una donna di buon cuore: fa parecchia beneficienza e molto spesso si reca presso gli ospedali pediatrici per passare del tempo con i bambini. Non ha molti amici e ha una grande passione per la lettura. Adora il caffè ed è, praticamente, l’unica capace di tenere testa al signor Stark senza farlo andare su tutte le furie.”

“Sì, l’ho notato” Steve ridacchiò. “Sai come rintracciarla?”

“Un attimo, Capitano” calò il silenzio per un istante, poi Jarvis parlò di nuovo. “In questo momento si trova al Belmondo Cafè. Posso darle l’indirizzo se vuole.”

“So dove si trova. Grazie, Jarvis. E per favore, avvisami se dovesse muoversi, okay?”

“Sarà fatto! Capitano?”

“Sì?”

“Posso chiederle perché è così interessato alla signorina Abel? Non si fida di lei forse? Perché se è così posso assicurarle che può farlo.”

“Sono solo curioso, c’era qualcosa nel suo sguardo quando se ne è andata via l’altro ieri... voglio solo capirne di più.”

“Capisco.”

“Jarvis, pensi di poter tenere il segreto?”

“Sono una macchina e obbedisco agli ordini del signor Stark. Suppongo quindi che se lui non mi chiederà nulla al riguardo, allora non dirò nulla.”

Steve piegò le labbra in un cenno di assenso. “Grazie.”

“Prego, Capitano.”

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Lidya stava bevendo una tazza di caffè macchiato quando una figura alta le si era sistemata davanti coprendo il sole. Socchiudendo gli occhi, alzò lo sguardo per vedere di chi si trattasse e sorrise sorpresa. “Capitano Rogers, buongiorno. Che sorpresa!”

“Signorina Abel” lui ricambiò il saluto. “Passavo da queste parti e l’ho vista seduta qui.”

Lidya si alzò con grazia, scoprendo un vestitino chiaro che la fasciava come un guanto. “La prego, si sieda.”

“Ti prego” le disse lui prendendo posto, ma solo dopo che lei tornò a sedersi, “chiamami Steve. Darsi del lei è una cosa che non va più di moda, pare.”

La donna ridacchiò e di nuovo Steve notò quella fossetta profonda sulla guancia. “Sì, anche se Dio solo sa quanto avremmo bisogno di un piccolo ritorno al passato. Alle abitudini quantomeno” annuì mescolando il caffè. “Vuoi qualcosa da bere? Lasciami indovinare!” esclamò senza lasciargli tempo di rispondere. “Tè con un po’ di latte e senza zucchero.”

Steve sorrise. “Sei sempre così brava a capire le persone?”

Lei si strinse nelle spalle facendo cenno alla cameriera. “Ci provo” ammise facendo la sua ordinazione. Lo indicò con un dito. “Carino il cappello da baseball.”

“Provo a mimetizzarmi” le spiegò l’uomo. “La gente tende a... esaltarsi quando mi vede. Non mi piacciono molto le attenzioni e così provo a passare inosservato.”

“Beh, non credo che sia così facile. Sei piuttosto difficile da non notare. Cappello o no.”

Steve non ne aveva idea, ma quello gli sembrò un complimento, o almeno così credeva. Ringraziò la cameriera per il tè e ne bevve un sorso. Pensò che era arrivato lì per fare specifiche domande e soddisfare la sua curiosità, ma da quando lei lo aveva guardato non era riuscito a fare altro che parlare tranquillamente. Chiacchiere senza senso che però in qualche modo lo rincuoravano. Forse, si disse, non c’era niente da scoprire: Lidya era quello era. Una bella donna, aggraziata e dolce. Probabilmente aveva qualche segreto, ma lo avevano tutti, no?

“Coraggio, chiedi pure” gli disse lei guardandolo. “Lo vedo che muori dalla voglia di domandare qualcosa. Non ho segreti e non ho filtri, quindi fai la tua domanda.”

Il Capitano si schiarì la voce. “Perché hai lasciato lo S.H.I.E.L.D?” le chiese, anche se non gli importava molto. Era semplicemente la prima cosa che gli era venuta in mente.

“Perché non mi andava più di essere al servizio di nessuno. Lo S.H.I.E.L.D non ti permette di avere una vita al di fuori di esso, io volevo averla e così ho lasciato.”

Aveva senso e infatti Steve annuì rilassandosi sulla sedia. “Voglio essere onesto con te, ho chiesto a Jarvis di dirmi tutto quello che sapeva su di te. Ero... curioso. Il che è bizzarro, di solito la curiosità non è una mia caratteristica.”

Lidya bloccò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Le informazioni che ti ha dato non ti hanno soddisfatto a sufficienza?”

“Non erano complete.”

“E cosa ti piacerebbe sapere di più?”

“La tua famiglia?”

“Mio padre era un avvocato, ma suppongo che questo Jarvis te lo abbia detto. Quindi la vera domanda qui è che mi dici di tua madre? Giusto?”

“Giusto” l’uomo accennò una risata.

“Mia madre non era di queste parti.”

“È quello che ha detto anche Jarvis.”

“Sì, lo immaginavo” Lidya si alzò e indossò la giacca. “Vorrei poter rimanere e dirti quello che vuoi sapere, ma ho un appuntamento di lavoro. Magari possiamo finire questa conversazione stasera, alla... bisboccia che farete a casa di Tony.”

“Tony ti ha invitata alla festa?”

“No. Forse l’hai appena fatto tu?”

Il Capitano capì e si alzò in piedi. “Ci vediamo stasera.”

“A stasera.” La donna se ne andò e, esattamente come la prima volta che l’aveva vista, anche se voleva spostare lo sguardo, non ci riuscì.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Alle otto la festa stava iniziando ad animarsi, alcuni invitati stavano ancora arrivando, alcuni stavano già bevendo. Steve raggiunse gli altri guardandosi intorno divertito. “Stark, spero non ti dispiaccia” gli disse. “Ma ho invitato una persona.”

“Beh dipende, che tipo di persona è?”

“Sembra molto simpatica, ma tu la conosci meglio di me quindi...”

“Non ci credo” sospirò Tony. “Ti sei preso una cotta per Lidya Abel? Sul serio? Tra tutte le donne che ti sbavano dietro hai scelto proprio lei?”

Natasha sgranò gli occhi sorridendo al suo amico. “Bel colpo, Capitano. Lidya è decisamente all’altezza.”

Steve rise scuotendo il capo. “Non è come pensate” disse loro, per poi zittirsi quando lei fece il suo ingresso e con un sorriso felice salutò Rhodey abbracciandolo. Era elegante, chiusa in un abito rosso che le arrivava al ginocchio, una piccola cintura in vita metteva in risalto le sue forme. I capelli ondulati le ricadevano morbidi sulle spalle mentre con passo aggraziato li raggiungeva.

“Però!” esclamò Clint riportando il Capitano al presente. “Ti sei ripulita bene, Abel!”

Lei fece un mezzo giro su se stessa. “Grazie Burton, almeno credo” volse poi lo sguardo a Steve. “Capitano” lo salutò per poi salutare gli altri con un gesto della mano. “Grazie dell’invito, Tony” gli disse sarcastica.

Lui le versò un bicchiere di vino rosso. “Ci ha pensato Capitan Ghiaccolo ad invitarti, quindi non lamentarti” le disse porgendoglielo. “E vacci piano con lui.”

Lidya scosse il capo. “Sono sicura che il Capitano può benissimo farcela. E comunque, sei un idiota di prima categoria” gli disse con un sorriso. “Ma... bella festa.” Stark e gli altri si allontanarono, ognuno prese qualcosa bere e si sparpagliarono per la stanza. Lidya e Steve rimasero soli.

“Sei molto bella” le disse proprio lui. “Il rosso è decisamente il tuo colore.”

La donna si sentì avvampare ma non distolse lo sguardo. “E il blu è decisamente il tuo” gli disse indicando la camicia. “Ora, facciamo un brindisi.”

“A cosa?”

“Ai nuovi amici.”

Steve alzò la sua birra. “Ai nuovi amici.”

   
 
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