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Autore: Annarella11    05/04/2018    1 recensioni
- Sembri triste, a cosa pensi?-
Un soffio, forse un sospiro.
- ...Oggi è l'anniversario della scomparsa di mia madre.-
"La storia parte dopo l'episodio 10 della seconda stagione"
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il pianto fu lungo e liberatorio, e sembrava non potesse finire mai, ma si esaurì, a dispetto dei loro cuori che ancora piangevano, e purtroppo anche quell'abbraccio dovette finire; Chat Noir provò a ricomporsi.
- Accidenti,.. non ero venuto per farti piangere..volevo farti sorridere..sono proprio un disastro.-
Ad entrambi venne da ridere, mentre ancora si asciugavano il viso e reprimevano i singhiozzi.
- Mi era sembrato di capire.. che fra i due ..il vero disastro fossi io, non avevi detto così?-
- Ahahah goffa, non disastro; soprattutto quando mangi.-
- Che cosa?-
- Non far finta di niente, ti macchi sempre e sbricioli dappertutto, lo sai.-
Rieccoci con quella faccia sorniona.
- Io non sbriciolo!- disse poco convinta.
- Princess, sei Hansel e Gretel messi insieme!-
La ragazza scoppiò letteralmente a ridere; le lacrime ormai erano dimenticate e la vide di nuovo col sorriso, il suo sorriso... i suoi occhi... le sue labbra...le sue labbra, sapevano di grano, di grano maturo della casa di campagna della madre... l'avrebbe abbandonato anche lei... un altro bacio Marì, non mandarmi via senza un altro bacio.
Al bacio ne seguì un altro, e un altro ancora; come si colgono i fiori nei campi, il successivo è più bello del precedente e non si riesce a smettere di sceglierli con cura e farli propri, finchè Il bouquet non stordisce per il suo profumo.
Sì, Marinette sapeva di fiori e di speranze, di attese, di boccioli di rose rosse; boccioli celati ai sensi, nascosti... proibiti da cogliere.
Le mani gli bruciavano, la ragazza era troppo vicina, troppo; sapeva che l'aveva trascinata a se per assaporarla meglio, ma non si era reso conto delle conseguenze; si fermò scottato, per allontanarla.
- Devo andare, subito.-
- ...Chat...l'ultimo bacio...ti prego.-
Che male può fare un bacio? Solo un altro...solo un altro fiore...un altro stelo...un altro petalo...le mani ricoperte di polline.


Erano giunti al bivio; si ricordò di sé, di chi era e di chi non era...un estraneo agli occhi di Marì.
-Sei sicura?-
Lo sguardo che le rivolse valeva più di mille convinzioni, era caldo e dolce, pieno di protezione, di preoccupazione, e d'amore, solo per lei.
Sentì quello sguardo controllare tutto dei suoi occhi, qualsiasi accenno al dubbio o alla paura sarebbe stato raccolto come un diniego e accolto senza delusione né rimorso, forse addirittura voluto. Ora sapeva di poter essere amata solo da lui.
- Si!-
I suoi occhi blu brillavano e il suono del suo assenso risuonò limpido nella stanza semi buia; il suo viso quasi fece invidia alla luna che li osservava.
Come poteva non amare una donna così? Le rivolse un tenero sorriso, come se in quel frangente il più vulnerabile fra i due fosse lui e non lei, e la baciò di nuovo, sta volta un bacio leggero, morbido, a fior di labbra.
- Allora chiudi gli occhi.- Le disse, e passò la mano sulle palpebre di lei, toccandole appena le ciglia, che si abbassarono sicure. Tutto del suo corpo femminile, rilassato e seducente, esprimeva fiducia in lui; gli abiti di lei giacevano a terra, petali caduti; sulle lenzuola rimase un candido bocciolo.
La trasformazione si annulò, ed il ragazzo si sentì nudo avendo ancora i vestiti addosso, tremante davanti a quegli occhi che non potevano guardarlo.
Marinette cercò la sua mano e la strinse, percependo il suo timore. Un sussurro soffiò caldo nel cuore di Adrian:
- Chat, ti amo.-
Era la prima volta che glielo diceva, ma sarebbe stata anche l'unica.
Sentì il compagno prenderle entrambe le mani e portarsele alle labbra per baciarle, per baciare ogni angolo di quelle mani che lui tanto amava.
- Ti amo anch'io. -
La voce bassa, ferma, sicura. Non c'era più timore in lui, solo orgoglio e gratitudine per aver ricevuto un dono così grande.


Si tolse in fretta i vestiti, vele ammainate, e pose le mani della ragazza sul suo viso; voleva mostrarle tutto del suo corpo, lei ne aveva diritto, anche se non poteva vedere; le sue dita affusolate sarebbero state i suoi occhi e lui le avrebbe guidate, come orsa minore i naviganti.
Dalla fronte al mento poté sentire la sua pelle, la barba recente, rasata dal mattino, le solleticò i palmi; passò ai lobi, e ai suoi capelli ormai selvaggi... alla sua nuca; non potè resistere, lo abbassò su di lei e gli rubò un bacio profondo.
Il ragazzo si risollevò in ginocchio e riprese quelle mani per scenderle lungo il collo tonico, la clavicola, gli ampi pettorali.. indugiò sullo sterno, quelle dita avevano quasi timore di scoprire quella terra nuova, lo sentiva. Tornò a baciarle...dovevano essere quelle dita a segnare la rotta, le mani che le manovravano erano solo i mozzi che eseguivano gli ordini del loro capitano, nulla più di due sottoposti pronti ad ubbidire.
Le mani delicate tornarono a toccare le lande già esplorate, muscolose, attraenti; si spinsero oltre, lungo tutta la schiena, costola a costola...divennero audaci.
Glutei sodi e tesi aveva il suo Chaton, e inguinali scolpiti, cosce adiacenti alle sue...più forti delle sue... doveva essere bellissimo.
Aveva paura di farsi male, tutta questa storia le avrebbe fatto male al cuore, ne era certa, ma il dolore sarebbe stato più grande senza...prese coraggio e proseguì.


Baci, baci, e ancora baci; di polline profumato fu intrisa l'aria, si sparse di nuovo sulle loro mani, e rugiada salata sulla loro pelle, saliva sui loro corpi, carezze d'amore. In un abbraccio pieno di desiderio entrambi trovarono una strada nuova da percorrere e lentamente la rotta fu perduta; la ragazza morse un gemito di dolore sull'addome scultoreo; Adrian la strinse forte a se, i corpi uniti, le teste una accanto all'altra sulle spalle amiche, per sentire i suoi sospiri, il suo dolore, percepire il suo battito, e donarle il suo...e per farle aprire gli occhi, se voleva; ora non poteva vederlo in volto... quanto avrebbe voluto vedere i suoi occhi adesso.
La corrente del mare li travolse, le onde si infransero su di lei, scogliera candida di sabbia bagnata, ancora e ancora, di più, sempre più forti, sempre più alte, come le loro voci... e la tempesta li scosse fino all'ultimo tuono.


- Come farò senza di te Marì?-
La salsedine ricopriva i loro corpi, ancora uniti in quell'abbraccio. Lei terra, lui mare.
- Chat... non mi vedrai, ma sarò sempre al tuo fianco, te lo prometto.-
Si strinse a lui, come ad obbligarlo a non andare via, ma la luna era spenta ormai, le tenebre avanzavano nella stanza ed il sonno la trovò già ad occhi chiusi, portandola via; ora era Chat a dover andare.
La guardò dormire per l'ultima volta, mentre si reggeva agile al telaio della finestra, di nuovo felino.
- Princess...non fare promesse che non puoi mantenere.-
Le lanciò un bacio e saltò giù, l'aria a dividere di nuovo i due elementi, ma ci sarebbe sempre stato prato in fiore negli occhi di lui, e oceano in tempesta in quelli di lei.





ciao a tutti! Tra pochi giorni ill prossimo ed ultimo capitolo!
   
 
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