LA VERITA’
Adoro
quando mi dici la verità;
quando giuri che tu osservi
solo la realtà
dei fatti,
anche se sembriamo solo
due matti.
Ho ancora nelle orecchie
le tue strilla funeste;
di malaugurio,
in questa vita
trascorsa in un tugurio
fin dai primi passi,
per questo ci siamo mossi
assieme per migliorarci,
per non sfigurarci
anche più
di quel che già
siamo.
Perduti, siamo!
Anime disperse
nella disperazione più totale,
che è anche difficile da immaginare.
Mi dicevano; un giorno ti sposerai,
con la tua compagna te ne andrai,
e faville poi farai…
che io, nel frattempo, immaginavo
il giorno del mio matrimonio,
tu, io e il demonio,
tu in abiti da sera,
io in tuta nera,
e il demonio dei nostri peccati
che suona la campana della chiesa;
una chimera di pensieri
folli; sai, sono disperso lungo i
nostri sentieri,
quelli che conosciamo solo noi,
e quando non ci saremo più
diverranno cibo per gli avvoltoi,
come noi,
come noi
la vita che si giostra,
la vita così contorta;
e pensare che a volte sono stanco
di questi giri di parole.
Vorrei buttare via quel banco
da scolaro che ancora mi porto
appresso,
perché sono solo un po’ cresciuto,
fisicamente ma chissà con
l’intelletto,
e no, non sono mica un po’ depresso,
che dici, per carità?
La depressione giovanile dicono che
dilaga
in ambienti come i nostri,
pieni di mostri
che stanno chiusi nei display,
negli schermi dei televisori, schiavi
della play;
ma no, io ti garantisco che non l’ho
mai conosciuta,
con una cosa così, non potrei mai essere
in combutta.
Sento ancora le offese che mi hai
rivolto;
le riascolto
nella mia memoria,
che da quella del cellulare si
differenzia
perché non posso cancellare nulla.
Eppure, anch’essa è un po’ come il
nulla,
poiché ci aleggiano più pensieri,
e sono tutti neri,
come gli abiti da lutto,
come il giorno del nostro debutto
di fronte a chi riponeva grandi
aspettative
nelle nostre esperienze condivise.
Siamo zattere alla deriva,
soprattutto quando ti arrabbi, quando
strepiti,
quando il nervoso ti divora.
La notte non riesci più a dormirla,
dici che sei geniale,
in realtà sei solo un frontale
contro un palo,
e la vera vita non riesci più a
ghermirla
perché anche tu, come me, non riesci
più
a vedere questo cielo blu
e a giurare fedeltà alle persone
perché credi che siano tutte
cialtrone,
pronte a giudicarti;
pensi più agli altri che a te,
e questo capita anche a me,
tante volte,
ma sono tutte botte
che ricevi;
ed io ti ho visto mentre ti
arrendevi,
mentre avevi finalmente paura,
ma, sai, ci si abitua alla fine
ad essere perdenti,
senza lieto fine
le nostre esistenze si incontrano,
si incrociano,
poi periscono
nel loro abbraccio più misero.
NOTA DELL’AUTORE
Da brividi, questa poesia xD beh, mi è venuta spontanea così,
spero sia stata di vostro gradimento, nonostante la mia solita amarezza
esistenziale che traspare nei vari versi.
Vi giuro che non sono depresso, eh, o almeno spero xD anzi,
anche se può non sembrare, vi giuro anche che sono un tipo abbastanza
tranquillo e sorridente. Però, le mie poesie restano pur sempre parte dei miei
interiori tormenti.
Grazie di cuore, e alla prossima ^^