Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: Atelofobica    05/04/2018    4 recensioni
"Stare vicino a Liam, vedere attraverso la sua vita tutto quello a cui lui aveva rinunciato, era sicuramente la punizione più assurda e crudele che si era autoinflitto."
[Thiam] [90% discorso diretto]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Salve a tutti, eccomi qui con una piccola Thiam senza troppe pretese. Il mio cuore apparterà sempre a Stiles e Derek, ma nell’ultimo periodo mi sono ritrovata a leggere un sacco di Fan Fiction su Liam e Theo e ho finito col adorare questa coppia. Non mi dilungo oltre, vi lascio alla lettura.
 

__________

 

E adesso?
 





 

 

Lui e Liam non potevano essere amici. Avevano combattuto insieme, erano stati alleati, ma non sarebbero mai diventati amici.
Erano diversi, opposti.
Come l’estate e l’inverno.
Liam era luce, sole, calore, mentre lui era oscurità, tempesta e freddo.

-E tu che farai adesso?-.
-Vado a casa, Liam-.
-No, non intendo proprio adesso, ma in generale, cosa farai?-.
-Ho dei progetti-.
-Che progetti?-.
-Che ti importa?-.
-Hai detto di avere una casa adesso, no?-.
-Intendi proprio adesso o in generale?-.
-Se ti rompo il naso, poi, non lamentarti!-.
-Si, ho una casa adesso!-.
-Avere una casa fa parte dei tuoi progetti?-.
-Avere una casa non è un progetto Liam, è una necessità!-.
-Prima non ne avevi una-.
-Già, invece adesso si-.
-E quindi?-.
-E quindi cosa?-.
-Hai una casa e poi?-.
-E poi cosa? Ma che domande sono?-.
-Io ad esempio vado al college-.
-Io non ho nemmeno finito il liceo-.
-Devi diplomarti-.
-Lo so-.
-Quindi andrai a scuola?-.
-No-.
-E come farai a diplomati?-.
-Frequenterò dei corsi serali-.
-A scuola?-.
-Si, a scuola-.
-Allora perché mi hai detto…-.
-Liam, dov’è Mason? Perché non annoi lui con le tue domande?-.

Non era facile per lui stare vicino a Liam, avere di fronte la persona che aveva scelto di non essere.
A volte si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se non avesse ucciso sua sorella, se non avesse seguito i Dread Doctors, se fosse rimasto un normale bambino di otto anni.
Liam era la risposta in carne ed ossa a tutti quei suoi se.

-è partito sta mattina con Cory-.
-Tu quando parti per il college?-.
-Domani-.
-Ottimo-.
-E tu che farai domani?-.
-Mi alzerò tardi-.
-Salterai la colazione, così-.
-Pranzerò direttamente-.
-Ma sai cucinare almeno?-.
-Certo, idiota!-.
-Non ci credo, secondo me ordini sempre la pizza e il sushi-.
-Non mi piace il sushi-.
-Allora solo la pizza-.
-Non mangio solo pizza, so cucinare ti ho detto-.
-E io ti ho detto che non ti credo-.
-Devi infastidirmi ancora? Perché altrimenti sarò io a romperti il naso-.
-Ti sto infastidendo?-.
-Abbastanza Liam-.
-Ma domani parto, poi non potremmo più parlare-.
-Ho un cellulare e tu hai il mio numero-.
-Quindi mi stai dicendo che posso chiamarti?-.
-Si, certo, tanto non ti risponderò-.
-Ti manderò dei messaggi allora-.
-Non risponderò nemmeno a quelli-.
-Posso essere davvero fastidioso sai, sarà difficile ignorarmi-.
-Lo so-.
-Non ti caccerai nei guai vero?-.
-Forse-.
-Non ucciderai nessuno, ok?-.
-Dipende-.
-Come faccio a partire e a stare tranquillo allora?-.
-Non è un mio problema-.
-Si invece. Io sono il tuo più grande problema-.
-Allora dovrei ucciderti-.
-Non puoi-.
-Si, invece-.
-Poi finirei col mancarti-.
-Non penso assolutamente-.
-Ti infastidirei anche da morto, sai? Il mio fantasma ti perseguiterà-.
-Lo sopporterò-.
-Ma non sentirai nemmeno un po’ di senso di colpa?-.
-No, per niente-.
-Sei sempre uno stronzo-.
-Sono coerente-.

E faceva male, faceva malissimo, anche solo guardarlo.
Era masochista, o per meglio dire lo era diventato inconsciamente.
Sentiva dentro di sé come l’esigenza di punirsi, di infliggersi dolore per quello che aveva fatto.
Stare vicino a Liam, vedere attraverso la sua vita tutto quello a cui lui aveva rinunciato, era sicuramente la punizione più assurda e crudele che si era autoinflitto.

-Theo, io non parto domani-.
-E quando parti?-.
-No, non parto proprio! Non vado al college quest’anno-.
-Perché?-.
-Ho deciso di prendermi un anno sabbatico-.
-Ma avevi detto che…-.
-Si, lo so. Era una bugia-.
-E che farai?-.
-Ho dei progetti-.
-Mi prendi per il culo?-.
-No, sono serio-.
-Tu sei pazzo-.
-Possiamo andare insieme al college. L’anno prossimo-.
-Non ci penso nemmeno-.
-Non vuoi andare al college?-.
-Non ci ho mai pensato veramente-.
-Come mai?-.
-Avevo altri progetti, ricordi?-.
-Si, diventare un potente alpha e avere un branco. Ma adesso?-.
-Adesso non lo so-.
-Hai detto di avere dei progetti-.
-Si, li ho-.
-Andare al college fa parte dei tuoi progetti?-.
-Forse. Se ti dico che andremo al college insieme l’anno prossimo mi lasci in pace?-.
-Si-.
-Ok, bene-.
-Me lo devi promettere-.
-Cosa?-.
-Che andremo al college insieme-.
-Te lo prometto-.
-Ok-.
-Posso andare a casa adesso?-.
-Posso venire con te?-.
-No, vai a casa tua-.
-Perché? Hai detto che hai una casa, voglio vedere dove vivi-.
-è una casa come tante altre Liam-.
-E io voglio vederla-.
-Io non ho mai visto casa tua-.
-Hai ragione, allora sta sera vieni a cena a casa mia?-.
-No-.
-Ti aspetto per le otto in punto-.
-Ho detto no, ma mi stai a sentire?-.
-Mamma ha fatto le costolette di agnello-.
-Non mi interessa-.
-Almeno per una sera la smetti di mangiare pizza-.
-A me piace mangiare la pizza, ok?-.
-Se non vieni ti prendo a pugni-.
-Se non la finisci ti prendo io a pugni. Adesso-.
-Ok, se vuoi noi mangiamo l’agnello e a te prendiamo una pizza-.
-Liam, cristo santo. No, ho detto di no-.
-Ok, agnello anche per te. A dopo allora-.
-LIAM-.

Non potevano essere amici, eppure Liam sembrava non capirlo.
Lui non era buono come Scott o corretto come Stiles. Lui era un assassino. Lui era cattivo. Liam lo sapeva, lo sapeva quanto marcio fosse dentro.
Ma non lo lasciava andare.



 


Più passava il tempo più non riusciva a capire Liam.
Al momento non c’era più alcuna minaccia, nessun nemico da sconfiggere, non c’era nessun motivo per vedersi e parlarsi.

Ma Liam era sempre presente.

-Che ci fai qui?-.
-Non rispondi ai miei messaggi-.
-Ero occupato-.
-A fare cosa?-.
-A fare cose-.
-Non mi fai entrare?-.
-No-.
-Mi stai cacciando via?-.
-Si-.
-Ma fuori piove-.
-Peggio per te che non ti sei preso un ombrello-.
-Quando sono uscito non pioveva-.
-Non è una giustificazione-.
-Tu esci sempre con l’ombrello?-.
-No, a me piace la pioggia-.
-Anche a me, ma solo quando sono a casa sotto le coperte-.
-Allora vai a casa-.
-Ma sono qui adesso, posso entrare a casa tua e andarmene quando finisce di piovere-.
-Non puoi auto invitarti a casa mia-.
-Perché no? Nascondi per caso dei cadaveri dentro?-.
-Non ancora-.
-Allora fammi entrare, magari ti do una mano a fare i compiti-.
-Non ho bisogno del tuo aiuto-.
-Sicuro? Posso aiutarti in biologia-.
-Tu odi la biologia-.
-Anche tu, ma io almeno l’ho già studiata e posso aiutarti-.
-Ti ho detto che non ho bisogno del tuo aiuto e poi ho già finito di fare i compiti-.
-Che secchione-.
-Va via Liam-.
-Se non mi fai entrare resterò attaccato al campanello per tutto il pomeriggio-.
-Sei proprio una disgrazia. Entra-.
-Cosa stavi facendo?-.
-Niente di che-.
-Stavi cucinando?-.
-Si-.
-E cosa?-.
-Non lo vedi?-.
-Stavi facendo una torta? Stavi davvero facendo una torta al cioccolato?-.
-Si, ho davvero fatto una torta-.
-Ti piacciono i dolci?-.
-Non tutti-.
-Ti piacciono i dolci al cioccolato?-.
-Abbastanza-.
-Hai mai assaggiato il tortino che fanno da Lizzie’s?-.
-No-.
-é una bomba, qualche volta dobbiamo andarci-.
-Come no-.
-Sei ironico?-.
-No-.
-Allora sei sarcastico?-.
-Quello mai-.

Forse Scott gli aveva detto di tenerlo d’occhio.
O forse si sentiva troppo solo dato che i suoi amici erano tutti andati via da Beacon Hills.
Ma era stato Liam a decidere di non partire.

-Sei sicuro di aver messo tutti gli ingredienti giusti?-.
-Sicuro-.
-Hai seguito la ricetta almeno?-.
-è una torta al cioccolato, tutti sanno fare una torta al cioccolato!-.
-Ma da quanto tempo sta nel forno?-.
-Dieci minuti circa-.
-Ma l’hai messo il lievito?-.
-Il che?-.
-Il lievito!-.
-Ma certo, il lievito, ovvio!-.
-Lo scoprirò a breve-.
-Ma se ti dico di si-.
-Non sembri molto convinto. Se non hai messo il lievito la torta non gonfia, lo sai?-.
-Non sono stupido, sai-.
-Chiedevo solo per essere sicuro-.
-Stai sicuro, ok?-.
-Con te è impossibile stare sicuro-.
-Grazie per la fiducia, eh-.
-Qui non si tratta di fiducia-.
-Ah no? E di cosa?-.
-Di orgoglio-.
-Che c’entra adesso l’orgoglio?-.
-C’entra! Tu non ammetteresti mai di aver sbagliato-.
-Non è vero-.
-Si, invece. Sei troppo orgoglioso e odi ammettere i tuoi errori-.
-Stiamo ancora parlando della torta?-.
-Anche. Sopratutto-.
-Vuoi che ti dica che non ho messo il lievito per farti felice?-.
-No, voglio solo che tua sia sincero-.
-Lo sono. Sempre-.
-Hai messo il lievito nella torta?-.
-Forse-.
-Allora, nel dubbio, spegni quel forno e andiamo a mangiare il tortino da Lizzie’s-.
-Adesso?-.
-Si, mi hai fatto venir voglia di dolci-.
-Posso fare un’altra torta-.
-Meglio di no-.
-Hai visto che non hai fiducia in me?-.
-Puoi biasimarmi?-.
-Vado a prendere la felpa-.
-Ti aspetto in macchina-.

Era rimasto lì per lui?
Gli piaceva crederlo.
Sperava veramente fosse così.





Era riuscito ad abituarsi a Liam.
Era stato facile, in verità.
Liam era diventato una presenza costante. Un punto fisso. Una certezza.

-LIAM-.
-Si?-.
-Hai usato il mio spazzolino. Di nuovo-.
-E allora? Non dirmi che sei germofobico-.
-No, ma mi fa comunque schifo e poi è il mio spazzolino-.
-Non hai uno spazzolino anche per me-.
-Perché dovrei averlo? Questa è casa mia-.
-Si, ma io dormo qui cinque giorni su sette, potresti anche comprarmi uno spazzolino-.
-Infatti, perché non vai a dormire a casa tua?-.
-Devi abituarti alla mia presenza costante-.
-E perché mai?-.
-Per il college, ovviamente-.
-Sai forse ho cambiato idea. Forse non voglio andare al college-.
-Non puoi cambiare idea. L’hai promesso-.
-Le promesse si infrangono-.
-E i nasi si rompono-.
-Il mio si sistema subito-.
-Allora te lo taglio via-.
-Ma si può sapere che problemi hai con il mio naso?-.
-è sulla tua faccia-.
-Così te la prendi con un povero innocente?-.
-Tu? Povero ed innocente? Maddai-.
-Io forse no, ma il mio naso sì, quindi lascialo in pace-.
-Non posso, è colpa tua. Tu smettila di essere stronzo e io lascio in pace il tuo naso-.
-Siamo in un paese libero, ok? Io ho tutto il diritto di essere stronzo, ok?-.
-Ok. E io ho tutto il diritto di romperti il naso quando lo sei, e cioè sempre-.

Aveva imparato che con Liam non aveva più bisogno di fingere.
Era libero di essere quello che era.
Non doveva più dimostrare di essere buono per essere accettato.
Era solo Theo ormai. Theo con il suo passato, ma anche Theo con il suo presente.
Liam aveva smesso di giudicarlo. L’aveva accettato così com’era.

-Non sono sempre uno stronzo-.
-No?-.
-No, sono piuttosto gentile in realtà-.
-Gentile? Ma sai che significa questa parola?-.
-Ti faccio dormire sul mio divano, questa è gentilezza-.
-Il tuo divano è scomodo-.
-E che vuol dire? Non è mica colpa mia-.
-Certo che lo è-.
-Non posso essere colpevole di tutti i mali del mondo-.
-Di tutti no, ma della maggior parte si-.
-Se non ti piace il mio divano ti ricordo che hai un comodissimo letto a casa tua-.
-Hai ragione-.
-Oh, finalmente inizi a ragionare-.
-Dovrei portare il mio letto qui-.
-Cosa? Ma sei impazzito?-.
-No, pensaci, potrei metterlo accanto al tuo-.
-Non ci sta-.
-Ma se spostiamo il tuo letto al…-.
-Non se ne parla-.
-Ma perché? Non pensi alla mia povera schiena?-.
-Ho detto di no. Vai a dormire a casa tua-.
-Oppure potrei metterlo al posto del divano-.
-E trasformare il mio salotto nella tua camera da letto? Ma sei serio?-.
-E allora? Non inviti mai nessuno a casa e io sono l’unico tuo amico, a che ti serve un salotto?-.
-Liam, mi stai veramente innervosendo e sono solo le 9 del mattino-.
-Già, ho notato. Non sei una persona molto mattiniera-.
-E indovina per colpa di chi, da qualche tempo a questa parte, mi sveglio così presto?-.
-Erano già le 8 e tu ancora dormivi e io avevo fame-.
-Nel frigo c’è il latte e nella dispensa i cereali, dovevi per forza svegliarmi?-.
-Ah, a proposito ho finito i cereali. La prossima volta compra quelli al miele-.
-Non mi piacciono quelli al miele-.
-Ma se non li hai mai assaggiati-.
-Ti dico che non mi piacciono-.
-A te piacciono solo quelli al cioccolato!-.
-Si, ok? Problemi?-.
-Io no, ma tu qualche problema ce l’hai sicuro-.
-Sei tu il mio problema-.
-A parte me, intendevo. Hai un morboso attaccamento al cioccolato e alla pizza. Sei strano-.
-A casa mia mangio quello che voglio, è chiaro?-.
-Stai calmo, era solo un’osservazione-.
-Dimmi una cosa, ma tua madre lo sa che passi le notti fuori casa?-.
-Si certo. Sa che dormo da te-.
-E per lei va bene?-.
-Si, non sa mica che hai ammazzato tua sorella, quindi si fida-.
-Sa che sono un bravo ragazzo, allora?-.
-Si, un caro e bravo ragazzo-.
-Quindi se dovessi ucciderti non sospetterebbe assolutamente di me-.
-Credo di no-.
-Buono a sapersi-.
-Comunque hai finito? Sei pronto?-.
-Per cosa?-.
-Dobbiamo andare a fare la spesa, dai!-.
-Adesso?-.
-Si, il frigo piange-.
-Non vado a fare la spesa con te-.
-Perché?-.
-Mi metti in imbarazzo-.
-Ma cosa dici?-.
-L’ultima volta mi hai tirato addosso un pacco di preservativi-.
-Non mi stavi ascoltando-.
-Tutto il supermercato si è girato a guardarci-.
-Era solo una vecchietta, non esagerare adesso-.
-Non ci ho più messo piede-.
-Melodrammatico-.
-Ragazzino-.
-Va bene, andiamo adesso?-.
-Guarda che non compro i cereali al miele-.
-Si, certo-.

Per la prima volta era in pace.
Ed era tutto merito di Liam





Nonostante tutto quel tempo passato insieme, non considerava Liam un amico.
Si comportavano da amici, era sicuro che Liam lo considerasse un amico.
Ma non per lui.
Non sapeva come definirlo.
Era complicato.
Era confuso.

-Hey Theo, ma mi stai ascoltando?-.
-Mmm…-.
-Non ignorarmi. Odio quando mi ignori-.
-Mmm…-.
-THEODORE-.
-Come mi hai chiamato?-.
-Non mi stavi ascoltando, Theodore, e quindi…AUCH-.
-Te la sei cercata-.
-Mi hai rotto il naso-.
-Così impari-.
-Sto sanguinando-.
-Non sopporto essere chiamato in quel modo-.
-Come? Theodore?-.
-Smettila. Il mio nome è Theo-.
-Che è il diminutivo di Theodore-.
-No. Sono due nomi diversi-.
-Saranno anche due nomi diversi, ma Theo deriva da Theodore-.
-Si, ma io non mi chiamo Theodore, chiaro?-.
-Ma che cambia?-.
-Hai ragione. Non cambia assolutamente niente, WILLIAM-.
-Ti credi divertente?-.
-Si, moltissimo, William-.
-A me non da fastidio, anzi mi piace il nome William-.
-Bene, allora da adesso in poi ti chiamerò William-.
-E io Theodore-.
-Bene-.
-Ottimo-.
-Adesso mi ascolti, Theodore?-.
-Fottiti, William-.
-Sei scurrile, Theodore-.
-E tu un idiota, William-.
-Ho avuto un idea!-.
-Il criceto dentro la tua testa ha finalmente iniziato a far girare la ruota?-.
-Sai, queste tue battute non fanno ridere-.
-Perché non hai senso dell’umorismo-.
-Ti va di andare in campeggio per qualche giorno?-.
-Era questa la tua idea?-.
-Si-.
-Allora è meglio che non pensi-.

Erano sempre insieme.
Non era mai stato così tanto a contatto con una persona da quando era piccolo.
Da quando viveva con i suoi genitori e sua sorella.

-Dai, ti sei diplomato dobbiamo festeggiare-.
-Andare in campeggio è la tua idea di festeggiamento?-.
-E come hai intenzione di festeggiare?-.
-Picchiandoti a sangue?-.
-No, è meglio qualcosa di più divertente-.
-Non esiste qualcosa di più divertente-.
-Questo perché sei un ragazzo disturbato-.
-E tu uno stupido masochista-.
-Sai, merito un minimo di riconoscenza da parte tua-.
-E per quale motivo, sentiamo!-.
-Non puoi negare il fatto che durante tutto quest’anno io ti abbia aiutato a studiare-.
-Aiutato? Sei stato una piaga, una vera e propria spina nel fianco!-.
-Sappi che mi sento molto offeso da questa tua dichiarazione-.
-In realtà sei tu che dovresti ringraziarmi-.
-Io? E per cosa?-.
-Per averti sopportato in silenzio, senza reagire-.
-Io ti ho sopportato e supportato! Io merito almeno un grazie!-.
-Non ti ho mai chiesto di farlo-.
-L’ho fatto perché sono una brava persona-.
-Bravo, ti sei guadagnato il paradiso allora-.
-Sai, qualcuno mi ha detto che l’inferno non è poi così figo come si crede-.
-Sarà stato qualcuno di molto saggio a dirtelo-.
-No, era solo un idiota che aveva fatto un patto col diavolo-.
-Certo che frequenti proprio della brava gente-.
-Della brava gente che non vuole andare in campeggio-.

Liam non era un amico.
Era molto di più.
Era diventato la sua famiglia.

-Non abbiamo nove anni Liam-.
-Appunto, sarà ancora più divertente-.
-Ma se non possiamo nemmeno ubriacarci-.
-Per divertirsi non bisogna per forza essere ubriachi-.
-E cosa hai intenzione di fare, sentiamo-.
-Possiamo arrostire dei marshmallow e guardare le costellazioni-.
-Wow, ma è fantastico-.
-Possiamo raccontarci delle storie paurose davanti al fuoco-.
-Siamo noi, di solito, i mostri di quelle storie, Liam-.
-Allora possiamo cacciare qualche coniglio-.
-Non mi piace il coniglio-.
-Ma non dobbiamo mangiarlo. Lo catturiamo, gli diamo un nome e poi lo liberiamo-.
-Vuoi traumatizzare un povero coniglio, solo per dargli un nome?-.
-Ma non gli faremo del male-.
-E come lo vorresti chiamare?-.
-Non so, Oliver-.
-Oliver? Ma che nome è?-.
-Scusa, perché tu come lo chiameresti?-.
-Con un nome adatto. Un nome da coniglio, insomma. Ad esempio…Liam-.
-Sei scontato, ormai le tue battute sono prevedibili-.
-Sono uno spasso, invece-.
-Sei un idiota e domani andremo in campeggio, Theodore-.
-Così potrò ucciderti e nascondere il tuo cadavere nel bosco con facilità, William-.Non lo considerava come un fratello.

Non voleva definirlo in alcun modo.
Era semplicemente Liam.
Era la sua ancora.
Era il suo Liam.



 


Non avrebbe mai pensato che la sua vita potesse prendere quella piega.
Non aveva mai pensato che avrebbe potuto essere felice in quel modo.
Non con quella semplicità, poi.

-Finalmente siamo al college, sei emozionato?-.
-In questo momento vorrei solo arrivare nella nostra stanza e posare tutti questi scatoloni-.
-Nella cartina del campus ho visto che ci sono cinque biblioteche, due piscine e quattro campi sportivi-.
-Si, questo posto è enorme-.
-In che club vuoi iscriverti?-.
-Non lo so Liam, mi sembra presto per decidere. Mi apri la porta per favore-.
-Questa è la nostra stanza?-.
-Si-.
-La immaginavo più grande-.
-Si anche io-.
-Magari se entriamo in qualche confraternita ci danno una camera più grande-.
-Non ci tengo minimamente a far parte di un gruppo di esaltati-.
-Hai intenzione di fare l’asociale per caso?-.
-No, ma sicuramente voglio scegliere con cura le mie amicizie-.
-Sei troppo selettivo, dovresti rilassarti e goderti questi anni di college-.
-Mi godrò questi anni di college come voglio io-.
-Che stai facendo?-.
-Non vedi? Sto spostando i letti. Vieni ad aiutarmi, piuttosto-.
-In questo modo la stanza sembrerà ancora più piccola, lo sai?-.
-Si, ma almeno avremo un letto abbastanza grande per entrambi-.
-Abbiamo dormito in posti ben più scomodi, ricordi?-.
-Non farmi ripensare a quel dannato campeggio-.

Gli era bastato desiderare le cose più banali e scontate.
Niente super branco.
Niente super potenza.
Solo una vita normale.
Solo Liam.

-Sei stato tu a montare la tenda sopra a dei massi-.
-Era pieno di foglie non le ho viste-.
-Disse il licantropo dai sensi sviluppati-.
-Non ho ancora la vista a raggi x di superman-.
-Secondo me l’hai fatto apposta invece-.
-Cosa? è perché?-.
-Era una scusa per starmi attaccato al culo-.
-Oh ma ti senti? Sei stato tu a dirmi che sentivi freddo-.
-Ma non ti ho mica detto di abbracciarmi-.
-Era sottinteso-.
-Anche il bacio era sottinteso?-.
-Sei stato tu a baciarmi!-.
-Ma tu non mi hai allontanato-.
-Non volevo essere scortese-.
-E tutti gli altri baci? Li hai ricambiati tutti per cortesia?-.
-Si, e non immagini quanto mi è costato-.
-Anche quelli che mi davi tu erano per cortesia?-.
-Certamente!-.
-Beh, allora da questo momento in poi, sei sollevato da questo obbligo. Puoi…AH…c’era bisogno di farci cadere sul letto?-.
-Abbiamo scoperto che è comodo, almeno-.
-Potevamo scoprirlo in un altro momento e in altro modo-.
-Approfondiremo sicuramente l’argomento più tardi-.

Non ci credeva nemmeno lui.
Non ci credeva che alla fine era bastato così poco per essere felice.

-E adesso?-.
-Adesso dobbiamo sistemare la roba degli scatoloni-.
-No, non intendo proprio adesso-.
-Intendi in generale?-.
-Si, esatto-.
-Beh, dobbiamo laurearci-.
-E poi?-.
-E poi dobbiamo lavorare-.
-Giusto-.
-E poi troveremo una piccola casetta in periferia con un giardino immenso-.
-E avremo un cane-.
-E una bella macchina spaziosa-.
-E poi finalmente diremo a Scott che stiamo insieme-.
-Diremo? No, sei tu il suo beta, sarai tu a parlarci-.
-Hai paura di Scott?-.
-No, ma sono cose vostre. Io non voglio mettermi in mezzo-.
-Hai paura di Scott-.
-Ti dico di no, è solo una questione di delicatezza-.
-Hai paura che ti apra in due la testa-.
-Ma figurati-.
-Non vedo l’ora di vedere la faccia di Stiles quando lo saprà-.
-Secondo me sviene-.
-L’ha detto anche Mason-.
-Lydia sicuramente dirà che lo aveva già capito-.
-Lei è intelligente, capisce le cose al volo. E poi è una Banshee-.

E quando credeva di non meritarsela, che quella felicità la stava vivendo a discapito di sua sorella, Liam gli diceva invece che quella gioia la doveva provare proprio per lei.
Che doveva far scoppiare il suo cuore di felicità per lei.
Perché era il suo cuore.
E la felicità che provava la condivideva con lei.
La provava anche lei.

-Quindi?-.
-Quindi cosa?-.
-Che progetti avevi?-.
-Come scusa?-.
-Perché non sei andato l’anno scorso al college?-.
-Ci sono adesso al college. Che cambia?-.
-Mi avevi detto di avere dei progetti-.
-Anche tu mi avevi detto di avere dei progetti-.
-Il tuo progetto era quello di infastidirmi fino allo sfinimento, vero?-.
-Si, mi hai scoperto. E ci sono pure riuscito-.
-Ci sei riuscito alla grande. Non ho mai incontrato una persona più irritante, più testarda, più seccante e più stupida di te. E ti ricordo che sono cresciuto con i Dread Doctors, che non erano mica santi-.
-Quanti complimenti. Ti ringrazio. Anche tu sei proprio lo stronzo più stronzo che io conosca-.
-Lo so è dura essere il migliore-.
-Theodore?-.
-Dimmi William-.
-Rispondimi sinceramente…hai più paura della reazione di Scott o di Malia?-.
-Sinceramente?-.
-Si-.
-Non me ne fot…AHI-.
-Te lo sei meritato-.
-Mi hai tirato un cuscino in faccia-.
-Ringrazia che non ti ho rotto il naso-.
-Siamo tortati al principio? Ai nasi rotti?-.
-No, preferisco adesso-.
-Adesso preferisci avere il culo rot…AUCH…cazzo Liam, il naso!-.
-Forse la fase dei nasi rotti non passerà mai-.

Adesso con Liam addormentarsi non era più così spaventoso.
Adesso con Liam svegliarsi non era più così deprimente.
Adesso con Liam sognare non era più angosciante.
Adesso con Liam vivere era così facile.



 

__________

 

Quanto sono belli Theodore e William? xD
Grazie mille per aver letto, fatemi sapere se vi è piaciuta :)
Vi mando un grande bacio. Alla prossima :D

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Atelofobica