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Autore: TeamFreeWill    06/04/2018    8 recensioni
I primi giorni di scuola di Sammy e un compito particolare: disegnare la propria famiglia. :)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Prima dell'inizio'
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Per il piccolo Sammy era un giorno molto importante: avrebbe iniziato a frequentare la prima elementare.
“Andrà tutto bene, Sammy” disse dolcemente il fratello maggiore, stringendogli la manina nella propria. 
“Sicuro Dean?” rispose alzando appena la testolina e mostrando due occhioni irresistibili.
Il biondo sorrise di cuore e scompigliandogli i capelli fece ovvio: “Sai già scrivere e leggere! Sarai un secchione!” e lo abbracciò stretto sé, sicuro di quello che diceva!

Sam, in quell’ abbraccio si rilassò immediatamente. 
“Grazie Dean!” disse mentre la prima campanella suonava e gli altri bambini intorno a loro, accompagnati dai genitori, entravano per dirigersi nell’aula magna, dove il preside avrebbe dato il benvenuto ai nuovi alunni.
Sam, vedendo la calca che si dirigeva verso l’atrio dell’edificio e poi verso l’aula magna fece per staccarsi dal fratello e andarci da solo, ma Dean glielo impedì.
“Non ci vai da solo, Sammy! Ti accompagno io” e a niente valsero le proteste di Sammy.

A Dean poco importava se sarebbe entrato nella sua classe in ritardo e fosse stato sgridato, prendendosi pure una nota. 
Non avrebbe lasciato solo il suo fratellino! Non avrebbe lasciato che il chiacchiericcio degli altri genitori, vendendolo solo, lo facessero rattristire più di quello che era. 
Anzi!, se qualcuno osava fare qualche commento lo avrebbe zittito. 
Lui, purtroppo, aveva provato tutto questo quando entrò in prima elementare e non voleva che Sammy provasse quelle brutte sensazioni! 
“Proteggi Sammy”. Il suo mantra. Il suo compito. La sua vocazione.

E così fece. Si sedette vicino al piccolo Sammy e insieme ascoltarono le belle parole che il preside rivolse ai bambini.
Il tutto durò un quarto d’ora poi, quando il discorso finì, quella che doveva essere l’insegnante di Sam chiamò a sé i suoi piccoli alunni.
Il moro, sentendo il suo nome prese d’istinto la mano del fratello. L’agitazione era tornata!
“Dai Sammy vai!…ci vediamo alla ricreazione!” disse dolcemente il maggiore portandolo vicino all’insegnante che guardava i due bambini con fare materno. 
Sam si staccò di mala voglia, ma quando sentì le parole di Dean un sorriso spuntò sul suo viso.
“Sammy sarai un secchione! Fa vedere a tutti che sei un Winchester!” poi Dean corse via per dirigersi verso la sua classe. Prese un richiamo dal maestro per il ritardo, ma se ne fregò altamente.
Vedere il suo fratellino con quel sorriso valeva più di ogni altra cosa al mondo. 
Peccato solo che il padre, come sempre, non avesse potuto condividere quella gioia con loro.
In ogni caso, questa sua costante assenza nella vita dei suoi figli, non incise sul rendimento scolastico dei due Winchester: Dean se la cavava abbastanza bene, ma Sammy era davvero un piccolo genio!
Nella sua classe, il più piccolo, era il più bravo di tutti e quando i primi bellissimi voti iniziarono a fioccare, il maggiore era sempre più orgoglioso del suo fratellino. 
“Bravissimo Sammy” diceva ogni volta, facendo luccicare gli occhi del suo fratellino.

Questa ormai era una routine fin quando, circa tre settimane dopo, il biondo andò a prendere il fratello nella sua classe e lo vide triste e con gli occhi rossi.
Immediatamente il maggiore si allarmò! Chi aveva osato far piangere Sammy? 
“Ehi Sammy, cos’hai? Chi ti ha fatto piangere?” chiese avvicinandosi e facendolo voltare, inginocchiandosi davanti a lui, ma Sam non voleva rispondere e distolse lo sguardo.
“Sam parla con me!” fece Dean, il tono della voce…materno! 


Sam alzò lo sguardo, gli occhi pieni di lacrime.
“Il disegno che ho fatto non andava bene.” rispose criptico.
“Cosa??”
“Si” continuò il minore prendendo la sua cartella e uscendo dalla classe di corsa, seguito a ruota dal maggiore.
“Ehi ehi, amico!” lo fermò categorico poggiandogli una mano sulla spalla, “Ora mi spieghi per bene questa storia del disegno e se occorre farò due chiacchiere con il maestro!” e qui aveva un tono…paterno!
Già a quell’età, Dean, aveva smesso di essere solo un fratello per Sam.

Il minore, sentendolo, capitolò del tutto. “No no! Non voglio che poi tu venga sospeso Dean. Ti dirò tutto, ma al motel”
Circa un quarto d’ora dopo, quando ritornarono al motel dove alloggiavano, Dean chiese di nuovo cosa fosse successo, mentre preparava la merenda per lui e per Sammy.
"Allora?" Porgendo al piccolo un piatto con la mela tagliata a fette. Lui avrebbe mangiato un sandwich a cui avrebbe tagliato i bordi, come faceva la sua dolce mamma.
“Il maestro ci ha detto di disegnare casa nostra, la mamma e il papà…Io sono rimasto un po’ spiazzato perché vedevo che tutti i miei compagni disegnavano la propria casa e i propri genitori” la voce triste.
Al maggiore vennero gli occhi lucidi sentendolo, ma si trattene.
“Sono stato 5 minuti a fissare il foglio bianco, ma poi ho disegnato io e te nell’Impala. Quando ho consegnato il disegno il maestro, mi ha detto che non andava bene… Allora, io gli ho detto che tu per me sei come un papà e una mamma oltre che un fratello e che l’Impala è la nostra casa, ma lui non mi ascoltava e continuava dirmi che è impossibile che un fratello più grande di me di 4 anni faccia sia da papà che da mamma e che un auto non è considerata casa…io sono scoppiato a piangere ritornando al mio banco…”

Il maggiore non resistette oltre. Lo abbracciò d’istinto e non visto, lasciò che l’emozione prendesse il sopravvento. 
“Sammy…posso dirti con certezza che il tuo insegnante è un idiota!” Se ne uscì poco dopo allontanandosi e facendo ridere Sammy.
Finalmente rideva di nuovo. Il suono della sua risata riecheggiò per tutta la stanza del motel.
Una risata cristallina e pura. Innocente.
“Ascoltami fratellino...” appoggiando le mani sulle spalle del più piccolo, “...lui non sa niente di noi..non sa della nostra situazione complicata…non sa niente della nostra.....”
Ma Sam lo interruppe “Se me lo dicessi però potrei dire perché papà è sempre via per lavoro!”
“Sammy. No! te lo già detto…meglio che non sai…sei ancora piccolo. E ora fammi finire.”
Il più piccolo annuì, convinto per ora a non fare ulteriori domande sul "lavoro speciale" di papà.
“Sam..." fece Dean, "...non devi ascoltarlo! Solo tu conosci i tuoi sentimenti e cosa provi…non permettere mai a nessuno di confonderti le idee. Mai e poi mai! E ricorda cosa disse lo zio Bobby! Casa è qualsiasi posto che si condivide con le persone che ami, con cui stai bene e a cui vuoi bene. Non è solo questione di mattoni!" Ripeté orgoglioso le parole del vecchio cacciatore, che per loro era come un padre.

Immediatamente il cuore del minore si fece leggero, libero da ogni dubbio e dalla tristezza.
Il più piccolo si sporse in avanti e abbracciò il suo fratellone di slancio dandogli un bacio sulla guancia. Sul viso un sorriso dolcissimo.
Si staccò e dalla tasca del grembiulino azzurro prese un foglio piegato in quattro parti.
"Tieni!" 
"Per me?!" rispose incuriosito il più grande prendendo e aprendo il foglio.
Stupore.
Gioia.
Emozione.
Il disegno. Quel disegno dolcissimo, che il maestro di Sammy non aveva apprezzato. Che idiota!
“Grazie Sammy….E’….E’ stupendo!” e lo abbracciò stretto a sè, la voce emozionata, il cuore che batteva forte, ma non voleva passare per una femminuccia! Così schiarendosi la voce, staccandosi, disse: “Bene fratellino! Momento emozionante finito! Su!!! non perdere altro tempo! Fa’ i compiti!”
“Ehi! Devi farli pure tu!” gli fece eco il minore sorridendo e notando gli occhi lucidi ed emozionatissimi del fratello quando riguardò il disegno che teneva ancora stretto in mano. 
“Cosa?” riprendendosi a quel richiamo.
“I compiti! Devi fare i compiti”
“Si si…Ora metto via il disegno e li faccio anch’io! Dammi un secondo Sammy! Inizia intanto.” rispose prontamente il maggiore, andando verso il suo borsone da viaggio e posando quel prezioso tesoro al suo interno con cura. 
Non doveva rovinarsi per nessuna ragione al mondo! Non se lo sarebbe perdonato. 
Lo avrebbe custodito gelosamente come il più prezioso dei tesori per sempre. Lo avrebbe custodito come quel ciondolo che il suo Sam gli avrebbe regalato qualche anno dopo a Natale.

Perché un cacciatore ha pochi oggetti personali e pochi affetti, ma che gli danno comunque la forza di andare avanti, di sopravvivere, di aggrapparsi a qualcosa per non spezzarsi mai.



Note autrice
A tutte le ragazze del gruppo di Whatapp "Spnfamily". Vi adoro! *_*
Grazie a Cin75 per avermela betata. *_*
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.
  
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