Film > Kung Fu Panda
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Autore: Smeralda Elesar    08/04/2018    2 recensioni
:-Lord Shen è ancora vivo?-:
Chiese Po alla Divinatrice
:Se è ancora vivo? Farebbe qualche differenza?-:
:-Certo che sì! Insomma, se è ancora vivo dobbiamo andare a salvarlo!-:
La seconda possibilità che tutti avremmo voluto dare a Lord Shen
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Po, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lame


Shifu mantenne la sua parte della promessa e Shen fece del suo meglio per essere all'altezza.

La cosa più difficile per lui fu rinunciare alle armi.

Shifu gli aveva detto chiaro che un guerriero kung fu non è un vero guerriero kung fu se la sua vittoria dipende dall'uso di armi di qualsiasi tipo.

Per il guerriero kung fu non esistono scorciatoie ed il proprio corpo è l'unica arma indispensabile.

Per Shen era difficile.

Quando protestò per far capire a Shifu che almeno le lame gli erano necessarie il maestro fu irremovible, ed allora Shen perse la pazienza e sbottò con tutta l'irascibilità che tentava di contollare.

-Voi non capite! Come posso difendermi? Io non ho zanne, artigli o veleno! Non posso nemmeno volare davvero come fa Crane! Senza le lame io non sono niente!-

Lo disse con rabbia ma anche con tanta amarezza.

Shifu lo guardò in quel modo bonario che Shen non sapeva ancora se apprezzare oppure detestare.

-Non è vero, Shen. Tu sei tantissimo anche senza le lame-

Lui sbuffò forte. Quel ragionamento non lo convinceva.

-Prendine una, Shen-

Lui obbedì di malavoglia ed estrasse una lama dalla tasca interna, facendola rigirare tra le le penne con la solita grazia.

In realtà forse sperava che Shifu vedesse che era bravo in quel modo, e che si ricredesse sulla sua decisione.

-Guardati adesso. Cosa vedi?-

Shen dovette fare uno sforzo enorme per non sbottare di nuovo.

-Ho preso una lama come mi avete detto voi-

-Ah, ma io vedo una cosa diversa. Vedo tante lame. O una penna in più. Riflettici, e poi ne riparleremo-

Shifu lo lasciò sotto il pesco, in compagnia della confusione più totale.

Che aveva voluto dire il panda minore?

Si rigirò tra le piume la lama e tentò di venre a capo di quell'enigma.

A parte l'ovvia soluzione che Shifu avesse problemi di vista per vedere tante lame dove ce n'era una sola, oppure una piuma in più dove c'era acciaio, che avrebbe potuto significare?

Come ogni volta che era arrabbiato e che si trovava con una lama in mano, ebbe l'istinto di lanciarla verso il primo bersaglio che gli capitava a tiro, ma in quel caso dovette bloccare il gesto a metà perché non se la sentiva di prendersela con l'albero che gli aveva insegnato per la prima volta a non aver paura della sua fragilità.

Sospirò e nascose di nuovo la lama tra le penne.

E dire che ci aveva messo tanto impegno a progettarle, in modo che l'acciaio fosse resistente ma anche elastico, che fossero sottili ma affilatissime, che il colore fosse più chiaro rispetto al normale acciaio, che avessero persino la forma delle sue penne perché quelle lame sarebbero diventate parte di lui, per essere armi che lo avrebbe sempre difeso, compensando le sue carenze fisiche.

Si rese conto che provava una sorta di affetto per il lavoro che aveva fatto, e che gli dispiaceva separarsene.

Ma ancora non aveva trovato la soluzione all'enigma di Shifu.

***

Dovette passare ancora del tempo prima che ci arrivasse, ed intanto continuava ad essere battuto dal maestro quando combattevano nell'arena oppure vicino al pesco.

-Non ti concentri perché hai paura, Shen. Hai paura di non poterti difendere e di non poter fare niente senza le tue armi. Non è vero. Fidati quando ti dico che tu sei abile esattamente quanto noi. Ma devi essere tu a trovare il modo, o sarebbe inutile-

E Shen si rialzava ancora ed ancora, senza mai arrendersi come aveva già imparato senza nemmeno saperlo.

Ma in segreto ogni tanto si rigirava una lama tra le penne, alla ricerca di un contatto che gli era familiare.

Riuscì a capire quando era solo nella sua stanza ed era sera; la luce della lampada proiettava la sua ombra sulla parete di carta di riso, ma Shen non ci fece caso finché, guardando la lama tra le sue piume, lo sguardo non passò oltre e nell'ombra vide che effettivamente sembrava che ci fossero solo penne.

Shen rimase a guardare l'ombra mentre muoveva l'ala.

Non c'era alcuna differenza.

Era una penna in più, come aveva detto Shifu.

Almeno aveva capito quella parte, ma cosa aveva voluto dire con "vedo tante lame"?

Shen sapeva di esserci vicino, ma non riusciva a vedere ciò che vedeva Shifu.

Provò qualche mossa.

Avrebbe dovuto lasciare andare la lama, era questa la differenza tra quella e le piume: non avrebbe certo potuto attaccare i suoi nemici strappandosi le penne di dosso e scagliando quelle.

Forse in un combattimento avrebbe vinto perché gli avversari sarebbero morti dal ridere a vedere una cosa del genere.

Stava per rimettere a posto il coltello quando si accorse dell'attenzione che impiegava nel non tagliare la stoffa nascondendo la piuma d'acciaio tra le proprie.

Per un attimo li sembrò di aver capito.

Ma no, era impossibile! Le sue piume non tagliavano. Non era possibile che fossero esse stesse delle lame in grado di ferire.

Eppure quella era l'unica cosa che gli veniva in mente ripensando alle parole di Shifu sulle "tante lame".

Tornò a scrutare il suo riflesso sul metallo e nella sua mente iniziò a prendere forma l'idea che, forse, tutte le sue tecniche che prevedevano le lame (a parte il lancio), avrebbero dovuto essere provate solo con le sue ali.

Era un'idea strana. Assurda. Ma non era nemmeno la più assurda che avesse seguito in vita sua, e fose valeva la pena di provare.

Per avere subito il riscontro pratico provò a spegnere la fiamma dentro la lanterna.

Tolse il paralume di carta ed espose la fiammella.

Con una lama gli ci sarebbe voluto solo un tentativo, invece solo con le penne la fiamma vacillava ma non si spegneva.

Tentò di calmarsi. Di respirare e di concentrarsi solo sul respiro.

Quando il bisogno di scagliare la lampada attraverso la parete si fu placato, Shen tornò a provare.

Stavolta provò a concentrarsi. Gli serviva essere veloce. Creare nell'aria una zona di pressione abbastaza forte da spegnere il fuoco.

Lentamente spostò indietro tutto il peso del corpo, tirò indietro l'ala, si concentrò su come muoversi.

Aveva inventato le lame per supplire ad una sua mancanza, adesso doveva cercare di superarla.

E poteva farlo, se riusciva a far diventare la sua ala una lama.

Respirava concentrato sul suo obbiettivo, con l'ala tesa più possibile, poi, quando non ebbe più motivo di esitare, calò un fendente.

Fu così rapido che lui stesso se ne sorprese, ed ancora di più fu sorpreso quando la fiammella tremò e poi sparì in un minuscolo sbuffo di fumo.

La stanza piombò nel buio, eppure Shen non ricordava di essere mai stato così soddisfatto di sé.

Allora era possibile! Lui poteva farcela!

Finalmente soddisfatto, si rannicchiò sulla sua stuoia e chinò il capo sotto l'ala.

Si addormentò con il pensero fisso di parlarne il giorno dopo con Shifu.

***

Ora che Po era partito con Monkey per passare del tempo al villaggio di suo padre, Shifu passava molto tempo con Shen.

Il maestro aveva ascoltato tutta la storia di come Shen fosse arrivato a capire cosa lui intendesse e di come avesse deciso di provare ad usare le ali come lama.

All'inizio Shen si era sentito a disagio, ma poi, man mano che parlava, si accorse che era come togliersi un peso.

Alla fine Shifu gli aveva sorriso soddisfatto.

-Bene Shen, molto bene. Hai colto esattamente quello che speravo che tu capissi. E adesso cosa vorresti fare?-

La domanda lo lasciò spiazzato.

-Veramente non saprei. Non ci avevo pensato perché non sapevo nemmeno se fossi sulla strada giusta. Adesso suppongo che dovrei continuare su questa strada e vedere se riesco a fare qualcosa di più che spegnere candele-

-Sì, credo che sarebbe una decisione saggia. Vuoi iniziare subito?-

-Cert...-

Il panda non gli aveva dato il tempo di finire che già lo aveva attaccato.

Shen si fece trovare pronto a schivare, ed in un secondo iniziò lo scontro vero e proprio.

Shen, oltra a schivare, tentò di usare la nuova abilità di cui aveva preso coscienza, e menò un fendente rapido ma poco convinto.

Shifu non fece nemmeno lo sforzo di spostarsi e lo deviò, mandando lui a rotolare per terra.

-Scusa, colpa mia, Shen. Credo di averti chiesto troppo in poco tempo. Facciamo così: concentrati solo sull'attaccarmi. Esercitati a sviluppare i tuoi colpi prima di usarli in un vero scontro. Ora riprova con calma-

Shen era sospettoso.

-Volete dire che attaccherò solo io?-

-Esatto – Shifu si mise in posizione di guardia -Quando sei pronto tu-

Shen non capiva: perché mai qualcuno avrebbe dovuto rinunciare al combattimento per dare a lui l'occasione di migliorare? Non aveva alcun senso dal suo punto di vista.

Ma Shifu sapeva quello che faceva.

Shen si preparò ad un attacco, e dopo un attimo di concentrazione tentò di colpire.

Shifu schivò senza difficoltà, ma Shen aveva già iniziato a prendere confidenza con quella che poteva diventare la sua nuova tecnica, e preparò subito un nuovo colpo.

Lui non era fatto per il volo, ma doveva essere rimasto qualcosa nella sua specie, un retaggio istintivo da volatile, che gli faceva percepire con chiarezza gli spostamenti ed i flussi d'aria e che lo portava a sfruttarli a suo vantaggio.

Inoltre lui aveva trovato già da tempo il modo di utilizzare come arma la coda, che per la maggior parte dei pavoni era solo un'ornamento.

Shen continuò a provare attacchi che Shifu schivava.

Era concentratissimo come ogni volta che combatteva, ed il fatto che il suo scopo non fosse uccidere il panda minore non gli sembrava un buon motivo per metterci meno impegno.

Smise solo quando il tendine dell'ala che si era fratturato durante la battaglia al porto di Gong Men cominciò a dolergli.

-Basta così, Shen. Non devi affaticarti inutilmente. Riprenderemo domani-

***

Nel corso delle settimane Shen si dedicò anima e corpo ad affinare la sua tecnica.

Ci metteva una cura ed una precisione ossessive come in ogni cosa a cui tenesse. E lui ci teneva veramente tanto a sviluppare uno stile di combattimento che lo rendesse indipendente da tutto ma non per questo meno letale.

Da quando aveva scoperto di poter essere lui una vera lama vivente era ossessionato dall'idea, e quando combatteva era così che vedeva sé stesso.

Si allenava sempre finché l'ala danneggiata glielo permetteva, e poi riposava solo il minimo indispensabile.

In poco tempo era in grado di far sibilare l'aria tra le penne, poi di spegnere due, tre, quattro candele in fila, ed infine di fendere la carta di riso con un taglio netto, proprio come se avesse usato un coltello.

Quando successe Shen rimase per un po' di tempo a guardare le punte delle ali con un sorriso compiaciuto.

Non se lo sarebbe mai aspettato.

Passò così l'estate e l'autunno.

Con qualsiasi tempo Shen si esercitava con Shifu, o all'occorrenza con Tigress e Viper.

La tigre in particolare era molto colpita da quello che lui riusciva a fare.

Anche con lei veleva la stessa regola di Shifu, e cioè che si limitava a schivare gli attacchi, e Shen era grato per questo perché non se la sentiva di affrontare un felino perfettamente addestrato nel kung fu a mani nude, nemmeno se si trattava di qualcuno di cui si fidava.

Shen ammirava Tigress perché gli sembrava l'unione perfetta di forza e agilità, ma proprio per questo avrebbe fatto volentieri a meno di affrontarla.

Con Viper invece era molto diverso.

Lei non gli incuteva lo stesso timore di Tigress, e gli allenamenti tra loro finivano sempre a diventare elaborate coreografie in cui loro si intrecciavano ma senza mai sfiorarsi nemmeno per un secondo.

Tuttavia a Shen non piaceva troppo allenarsi con loro.

Non avrebbe voluto fare loro del male, e per impedirlo si doveva imporre dei limiti.

A lui i limiti non erano mai piaciuti, e non aveva intenzione di modificare il tratto del suo carattere che gli diceva "tutto o niente".

Lui voleva uno stile di combattimento che sostituisse le lame e che fosse letale, e non poteva certo svilupparlo se si tratteneva.

Per questo, quando ebbe affinato un po' la tecnica perferì allenarsi da solo quando decideva di fare sul serio.

Dopo la festa d'inverno, quando le giornate erano appena più lunghe, Shen si accorse che la sua abilità stava aumentando.

Era nella sua stanza, con davanti a sé un foglio di carta di riso piegato al bordo inferiore e tenuto fermo in verticale con un sasso di fiume.

Accanto a lui la lampada era fuori dalla sua portata in modo da non produrre danni accidentali.

Shen si concentrò sul foglio.

Ormai il movimento dell'ala gli riusciva fluido e naturale, ed anche la respirazione che lo accompagnava.

Sapeva di dover inspirare come preparazione ed espirare mentre portava avanti il colpo.

Prima che Shifu glielo spiegasse lui non aveva dato importanza alla respirazione, adesso invece sapeva che era la base di qualsiasi tecnica.

Si mise in posizione, tutto il peso del corpo spostato sull'altro lato in modo da lasciare la massima velocità all'ala, e poi, semplicemente... swish!

Un sibilo nell'aria e metà del foglio era volata il aria per volteggiare con grazia sul pavimento.

Sarebbe stato un ottimo risultato di per sé, peccato che Shen non si fosse posto alcun limite nel colpire ed aveva lacerato anche la parete di carta di riso che divideva la sua stanza dal corridoio, e che proprio in quel momento stesse passando qualcuno.

Shen rimase ad osservare la riga sottile del taglio e la sagoma che si avvicinava in controluce.

Chiunque fosse bussò allo stipite della porta e lui dovette rispondere "avanti" perché non poteva fare finta di niente.

La porta scivolò di lato ed apparve Tigress, che scrutava lui e poi il taglio sulla parete con gli occhi ridotti a due fessure.

La luce fioca della lampada li faceva brillare nella penombra, e Shen sentì all'improvviso l'atmosfera farsi molto pesante.

-Che è successo?- gli chiese Tigress.

-Mi stavo allenando-

Il suo sguardo si fece ancora più sottile ed indagatore.

-Con che cosa?-

Shen sollevò l'ala con cui aveva appena fatto il danno, e per un attimo un lampo velocissimo passò negli occhi dorati.

-Solo tu? Nessun'arma?-

-Solo io- confermò Shen.

Tigress rimase ancora a scrutarlo immobile. Certamente lei non si capacitava di come avesse potuto fare, ed il fatto di averla sorpresa avrebbe potuto inorgoglirlo se non si fosse sentito allo stesso tempo tanto sotto esame.

-Fammi vedere-

-Cosa?-

-La tua tecnica mi interessa. Se non hai niente in contrario vorrei vederla di persona-

Shen non aveva possibilità di sottrarsi perché rifutarsi avrebbe potuto significare che lui stav nascondendo qualcosa o che aveva mentito millantando un'abilità che non possedeva.

Nessuna delle due ipotesi gli piaceva, per cui, seppure piccato nell'orgoglio per sentirsi ancora una volta "sospettato", riprese la posizione e tentò di concentrarsi.

Sapeva che Tigress lo stava guardando, e dovette respirare a fondo molte volte per calmarsi.

Si focalizzò solo sul foglio di carta, ad occhi socchiusi, quasi senza vederlo davvero.

Sapeva solo che voleva tagliare lì.

Portò in alto l'ala lentamente, e continuando lo stesso movimento tirò giù un fendente.

Stavolta fu più preciso, ed un'altro pezzo di carta si staccò per fluttuare fino a terra.

Non aveva colpito la parete.

Quando aprì gli occhi Tigress lo stava guardando stupita.

Nei suoi occhi d'oro non c'era più traccia di sospetto, c'era solo la meraviglia di chi ha assistito a qualcosa di incredibile.

-Ci sei riuscito davvero. Shen, da quanto tempo puoi farlo?-

-Non lo so. Questa è stata la prima volta che mi è capitato. A proposito, mi dispiace per la parete. Domani la riparerò-

Lei scosse la testa.

In quel momento non gliene importava niente della parete.

-Quando ti alleni con noi non fai così. Eri più concentrato stavolta. Perché, Shen?-

-Perché cosa?-

-Perché non fai sul serio?-

Non era stata esattamente aggressiva, ma era il tono di chi non accetta una mezza verità come risposta.

-Questa tecnica taglia. Ferisce. Non ho motivo di usarla contro di voi-

-Ma allenarsi serve a questo: a migliorare le proprie tecniche-

Shen scosse la testa.

-Non in questo caso. Sapere che potrei farvi del male mi metterebbe un limite, ed a me non serve un limite. Lasciami allenare da solo in questo, almeno finché non saprò controllarlo a dovere-

Tigress rimase per un po' in silenzio.

Lo stava valutando e Shen, per quanto a disagio, non si sottrasse.

-La tua tecnica è di alto livello. I miei complimenti, Shen. Ti auguro di essere saggio nell'utilizzarla-

Lo salutò chinando per un attimo la testa e poi gli voltò le spalle.

In effetti Shen preferì quel modo di congedarsi perché non era sicuro di voler dare altre spiegazioni.

***

Continuò ad esercitarsi senza sosta fino a quando l'inverno iniziò a cedere il passo alla primavera.

Ci stava mettendo la stessa ricerca di perfezione che tanti anni prima aveva messo nel perfezionare la polvere da sparo come arma, e questo un po' lo turbava.

Quando si sentiva spaventato da sé stesso si ripeteva quello che gli aveva detto Shifu, e cioè che era come scegleva di usare le sue doti che lo rendeva buono o malvagio, ed allora prometteva a sé stesso che non avrebbe mai usato le sue abilità per uccidere o ferire troppo gravemente.

Shifu si accorgeva dei suoi progressi, e Shen stesso si sentiva pù padrone di sé e dello spazio che lo circondava man mano che faceva progressi.

Si muoveva sfruttando le masse d'aria che si incanalavano tra i suoi gesti, e qualche volta si accorgeva che gli altri avevano interrotto il loro allenamento per osservarlo ammirati.

Non che loro non fossero bravi, ma quello che stava creando lui era diverso da qualsiasi altra cosa mai vista al Palazzo di Giada e forse nell'intera Cina, per cui era normale che ne fossero incuriositi.

Lui non aveva niente da nascondere e presto scoprì che lasciare che conoscessero quel lato di lui era liberarsi di un peso.

Scoprì che, perché i suoi colpi fossero davvero efficaci, lui doveva concentrarsi esattamente su dove colpire, altrimenti non avrebbe ottenuto lo stesso effetto.

Solo con la massima concentrazione poteva valutare esattamente la forza e la velocità di cui aveva bisogno.

Chissà cosa sarebbe arrivato a tagliare?

L'idea di scoprirlo, di diventare sempre più abile era la sua nuova ragione di vita.

***

All'inizio della primavera Po e Monkey fecero ritorno al Palazzo di Giada.

Shen sapeva che sarebbero arrivati quel giorno, ma ignorava giorno ed ora precisi.

Supponeva che prima o poi si sarebbero trovati di nuovo faccia a faccia, ecco tutto.

Quindi quel giorno aveva accettato la missione di trasportare qualche cassetta di verdura in cucina perché Shifu lo aveva finalmente convinto che niente irrobustisce il fisico come il lavoro concreto, e lui, che ci teneva a non restare nemmeno un passo indietro rispetto agli altri, si era abbassato a fare il fattorino.

Distrattamente prese dalla cesta un ravanello, e stava giusto pensando di testare su di lui i suoi colpi quando...

-Ehi, Shen! Non sapevo che cucinassi!-

Niente potè impedirgli di emettere un verso stridulo e di balzare in posizione di difesa prima di realizzare che era solo lui: quella peste di un panda.

-Maledizione, non è che in tutto questo tempo hai imparato a bussare, no?-

-Hem... no, mi sa di no. Tu piuttosto, davvero sei alla cucina?-

-No, assolutamente no. Ho solo... fatto un favore, ecco tutto-

-Ah, capisco-

Tra loro calò un silenzio imbarazzante.

Shen non era più abituato ad avere a che fare con Po, e stare lontano da lui tanto tempo gli aveva quasi fatto scordare certe cose.

-Come è andato il viaggio?-

-Tutto bene. Sai, solo pochi banditi. In effetti è stato noioso-

Solo allora Shen sorrise. Si stava riabituando.

-E tu invece? Crane mi ha detto che stai sviluppando una tecnica incredibile. Poi ti va di mostrarmela?-

Quello non se lo sarebbe aspettato.

Non credeva che Crane potesse essere incline al pettegolezzo.

-Sto lavorando a qualcosa. Ancora deve essere migliorata-

-Evvai! Da quello che mi dicono è una cosa mitica-

Dall'esterno risuonò la voce di Shifu che reclamava il panda.

-Ops, mi chiamano. Allora a dopo!-

Solo quando Po fu uscito e la cucina fu tornata silenziosa Shen si accorse che in realtà, forse, aveva un po' sentito la mancanza del panda in quei mesi.

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Cantuccio dell'Autore


Come è ormai mia abitudine, ogni volta che dico che sarà l'ultimo capitolo poi sono costretta a spezzarlo in due perché diventa troppo lungo.

Quindi sì: è questo il penultimo. L'ultimo è già salvato come capitolo a parte.


Makoto

   
 
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