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Autore: Il corsaro nero    08/04/2018    0 recensioni
In ogni fiaba si sa già il destino dei personaggi.
I buoni vivono per sempre felici e contenti mentre i cattivi muoiono.
Non ci si può fare niente.
Non si può sperare di cambiarlo... o forse no...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Tarble, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 27: UN PONTE FRA DUE MONDI


Vegeta rimase immobile a osservare la figura di sua madre.

Sembrava così felice di rivederlo... ma non poteva essere...

Lui era stato concepito da un dannato che l'aveva violentata in casa sua... sul suo letto... come poteva anche solo sperare che lei gli volesse bene, dopo tutto quello che aveva portato alla sua dannata nascita?!

La figura, tuttavia, si avvicinò silenziosamente a lui, leggiadra come il volo di una farfalla e, una volta davanti a lui, s'inginocchiò e, accarezzandogli dolcemente la guancia sussurrò, felice: “Sei molto cresciuto dall'ultima volta che ti ho visto.”

Il bambino abbassò lo sguardo, tristemente.

Mamma... io... io so come sono stato concepito...” sussurrò Vegeta, sempre con lo sguardo basso.

Per un attimo, cadde il silenzio.

Approfittando di esso, il ragazzino continuò: “Fin da quando sono nato... non ho saputo far altro che causare dei problemi... ho fatto soffrire troppe persone... tu, papà, i miei figli, Bra... e, soprattutto, la mia Echalotte.”

Vegeta fece un lungo sospiro prima di continuare: “Mi dispiace, averti fatta soffrire, mamma.”

Aveva appena finito di dire quelle parole, che sua madre lo abbracciò.

Vegeta arrossì mentre sua madre gli accarezzava i capelli a fiamma castani.

Non pensarci, Vegeta.” sussurrò la donna “Non hai nessuna colpa per quello che è successo.” “Ma io sono nato da una violenza, mamma! Ho solo rovinato la tua vita e quella di papà!” “Questo non è affatto vero, Vegeta...” rivelò una voce maschile alle loro spalle.

Vegeta si girò, incredulo.

Aveva riconosciuto quella voce...

Infatti, delle scintille di luce cominciarono a unirsi, proprio come era accaduto prima con sua madre, fino a formare una figura maschile.

A Vegeta mancò il respiro.

Come temeva, era lui...

Papà...” sussurrò il piccolo, con una punta di agitazione nella voce, mentre l'uomo lo salutava, con un sorriso, mentre gli accarezzava la testa: “Ciao, scimmietta. E' passato tanto tempo dall'ultima volta. Sei incredibilmente cresciuto.”

Vegeta sentì le lacrime scorrergli e chiudendo gli occhi, chiese: “Ascolta, papà... cosa provi, veramente, per me? Io non solo non sono il tuo vero figlio ma, in più, sono nato da un criminale... immagino che per te dev'essere stato tremendo allevare il figlio di un criminale... tuttavia, tu mi hai sempre trattato come se io fossi il tuo vero figlio... cosa provi, veramente, per me, papà?”

L'anima stette zitta un attimo, poi sussurrò: “Vuoi davvero saperlo, Vegeta?” “Sì.” “Potresti soffrire...” “Lo so... ma voglio sapere la verità... per favore...”

L'uomo sospirò, poi disse: “Quando seppi che la mamma era incinta di te... ti odiai con tutto me stesso.”

Vegeta sospirò, chiudendo gli occhi.

Anche se si aspettava una confessione del genere... la notizia gli aveva fatto perdere un battito del cuore.

Vedi, tu, per me, eri il figlio di un criminale che aveva fatto del male a mia moglie, la donna che amavo.” continuò l'uomo “Quando si scoprì che ti aspettava, le chiese di abortire ma lei non ne volle sapere. Il rapporto tra noi due, si fece sempre più teso e, alla fine, me ne andai di casa.”

Vegeta si mosse il labbro.

Sapeva che la sua nascita aveva solo provocato danni alla sua famiglia ma non immaginava di certo che suo padre se ne fosse andato per colpa sua.

Ma sei stato proprio tu a farmi tornare a casa.” gli rivelò, inaspettatamente, l'uomo, accarezzandogli i capelli.

Vegeta alzò lo sguardo e lo guardò, incredulo.

Cosa intendeva suo padre?

Leggendo sul suo volto la muta domanda del figlio, l'uomo disse: “E' stato subito dopo che la mamma ti ha dato alla luce... non potrò mai spiegare quello che è accaduto, ma posso sempre mostrartelo.”

Allungò la mano verso il ragazzino e disse: “Prendi la mia mano, Vegeta... così vedrai con i tuoi stessi occhi cos'è successo.”

Il bambino, un po' titubante, la prese.

Ebbe come l'impressione che tutto fosse diventato buio e che stava viaggiando a tutta velocità finché, ad un tratto, non tutto ciò che lo circondava si fermò e s'illuminò...


La donna accarezzò i lunghi capelli rivolti verso l'alto, come una fiamma, del piccolo corpicino addormentato.

Erano state delle ore molto lunghe e faticose per lei ma, alla fine, ce l'aveva fatta.

Guardò il piccolo che continuava a dormire tra le sue braccia.

Fortunatamente, non aveva preso niente da quello che era il suo padre biologico.

Incredibilmente, era la goccia d'acqua di suo padre, che era morto di un tumore quando lei aveva solo quattro anni e mezzo.

Fece un sospiro.

Avrebbe tanto voluto che lui fosse accanto a lui ma, purtroppo, erano mesi che si erano separati... non per il bambino ma, almeno, per lei...

Proprio in quel momento la porta si aprì e si girò, pensando che fosse l'infermiera.

Sgranò gli occhi quando riconobbe suo marito.

Tarble...” sussurrò, incredula, e l'uomo, imbarazzato, sussurrò: “Ho saputo che hai avuto una complicazione mentre stavi partorendo...” “Sì... ma fortunatamente è andato tutto bene...”

Entrambi rimasero in silenzio, senza guardarsi negli occhi.

Era così imbarazzante rivedersi così, dopo tanti mesi lontani...

Cosa ti ha detto l'avvocato?” disse la donna e lui rispose: “Fra poco mi chiamerà per chiedermi se vogliamo andare avanti col divorzio...” “Immagino che sia la scelta migliore...”

Rimasero ancora un po' in silenzio, poi Tarble si accorse del bambino che dormiva tra le braccia: “E' identico a tuo padre...” “Sì... penso di chiamarlo Vegeta... proprio come lui...” “E' proprio un bel nome...”

Proprio in quel momento, il bambino aprì gli occhi.

Il piccolo si accorse subito dell'uomo che era appena entrato e allungò le mani verso di lui.

D'istinto, l'uomo si avvicinò al bambino e lui, con dolcezza, gli toccò il viso.

Quel semplice e delicato tocco, lo fece emozionare.

In quel momento, lui vide solo un bambino.

Un bambino piccolo e innocente.

Sai... quanto ho saputo che stavi male... ho mollato il lavoro e mi sono precipitato da te...” le confessò l'uomo, continuando a guardare il bambino che non smetteva un attimo di toccarlo, e la donna lo guardò, incredula.

Cosa intendeva dire suo marito?

In tutti questi mesi, lontano da te... sono stato malissimo perché mi mancavi però mi vergognavo troppo a tornare da te... mentre i medici cercavano di salvarti... ho avuto modo di riflettere...” continuò l'uomo “Tu... avevi ragione. Solo perché è il figlio di un criminale... non aveva la minima colpa di quello che è successo. Scusami per tutto. Mi dispiace... per favore, perdonami. Io... vorrei ricominciare tutto da capo. Noi tre. Insieme.”

La giovane donna rimase molto colpita da quella confessione.

Suo marito, il suo Tarble... le stava chiedendo di dimenticare il passato e di tornare a essere una famiglia.

Loro due e il piccolo Vegeta.

Ma... sei proprio sicuro, Tarble? Pensi che potrai amarlo?” gli domandò la moglie e Tarble, con un sorriso, annuì: “Sì... è il figlio della donna che amo. Non ha alcuna importanza il resto.”

La donna sentì le lacrime rigarle il volto e, prima di fiondarsi ad abbracciare il marito, urlò: “TARBLE!!”


La visione sparì di colpo, così com'era apparsa.

Vegeta si posò le mani sulla fronte.

Non riusciva a credere a quello che aveva visto...

Vegeta, c'è una cosa che devo confessarti.” disse, ad un tratto, suo padre “Io sono sterile. Non avrei mai potuto dare dei figli alla mamma. Per me, sei stato il figlio che avrei tanto voluto avere... per questo ti ho amato.”

Vegeta rimase in silenzio, poi domandò: “Mamma... papà... perché siete apparsi?”

I due spiriti rimasero in silenzio, poi sua madre disse: “Siamo qui per indicarti qual'è la strada giusta che devi compiere domani.” “La strada giusta?” “Sì... domani dovrai andare da Echalotte e chiederle perdono.”

Il ragazzino la guardò, incredulo.

Il tuo animo è agitato e confuso...” continuò l'anima “Non sai quale decisione devi prendere.” “Ovvio... ho abbandonato la mia Echalotte... non so se troverò la forza per farmi rivedere e chiederle perdono...” “Lo sappiamo... per questo siamo venuti qui...” “Sentite... posso sapere che posto è questo? L'aldilà?” “No, Vegeta... questo è il ponte.” “Il ponte?! E che cos'è?” “Il ponte che collega il mondo dei vivi con quello dei morti.” spiegò suo padre “Questi due mondi non sono separati del tutto. A volte entrano in contatto tra loro. Quando gli abitanti dei rispettivi mondi si vogliono incontrare, anche solo per un istante, si ritrovano qui.” “E com'è l'aldilà?” domandò Vegeta ma la madre disse: “Mi dispiace, Vegeta. Ma non te lo possiamo dire. E' un segreto che i vivi non devono sapere. Anche se ti dimenticherai di questo posto, ne conserverai un ricordo vago e in essa non ci dev'essere alcuna traccia dell'aldilà.” “Mi state dicendo che io mi dimenticherò di voi?!” “Purtroppo è così...” “Allora per quale motivo siete venuti a trovarmi se mi dimenticherò di voi?” “Per farti trovare il coraggio per domani... senza il coraggio che solo noi due possiamo trasmetterti, non potrai mai trovare il coraggio, domani, per tornare da Echalotte.”

Il ragazzino sorrise.

Era vero... se i suoi genitori non fossero andati da lui, probabilmente non avrebbe mai trovato il coraggio di tornare da Echalotte...

Si mise a guardare il luogo dove si trovava e affermò: “Questo posto mi sembra familiare...” “E' naturale, Vegeta. Ci sei già stato.” rivelò suo padre.

Il bambino si voltò di scatto verso di lui e disse: “Cosa?! E quando?!” “Quando stavi facendo quell'operazione in cui tuo figlio ti ha salvato donandoti un rene, tua nipote era molto preoccupata per te e sperava fino all'ultimo che tu ti salvassi. Tu eri in condizioni disperate e, ormai, avevi preso la voglia di vivere. Così, ti stavi letteralmente lasciando morire. Per recarti nell'aldilà si deve per forza passare in questo corridoio e quando stavi per recarti nell'aldilà e morire definitivamente, lei ti ha raggiunto. Mentre tu combattevi contro la malattia, si è addormentata perché, dopotutto, era solo una bambina ma continuava ad essere preoccupata per te. Ma mentre dormiva è riuscita a raggiungere questo posto e a convincerti a tornare con lei. Nel mondo dei vivi. Così, hai riacquistato la voglia di vivere e ti sei salvato.”

Vegeta rimase in silenzio.

Quella era la seconda volta che Bra lo salvava.

Non solo aveva impedito che si suicidasse, ma l'aveva salvato quando, ormai aveva perso la voglia di vivere.

Era stato grazie a lei se aveva potuto far pace con i suoi figli... Bra aveva fatto così tanto per lui senza nemmeno saperlo...

Ora sapeva che cosa fare!

Tornerò da Echalotte! Le racconterò la verità!” disse il piccolo mentre i suoi genitori sorrisero.

Ad un tratto, un pensiero gli venne in mente.

Mamma, papà...” domandò “Ma Echalotte mi perdonerà per quello che ho fatto?”

Le due anime, dopo un attimo di silenzio, dissero: “E' una cosa che scoprirai da solo, Vegeta.”

Il bambino sospirò.

In fondo si aspettava quella risposta.

Tuttavia, non perse la sua decisione.

L'avrebbe raggiunta, anche in capo al mondo e le avrebbe detto la verità.

Come si fa a tornare nel mondo dei vivi?” domandò e la madre, indicando la luce dietro di lui, disse: “Raggiungi quella luce e poi chiudi gli occhi. Una volta che li avrai chiusi, ti sveglierai.” “Va bene. Ciao mamma, ciao papà. E' stato bello rivedervi. Grazie di tutto.” “Ciao Vegeta. Buona fortuna.” lo salutarono le due anime.

Il bambino cominciò a correre verso la luce, senza smettere di guardare le anime dei suoi genitori.

Quando raggiunse la luce, li guardò per l'ultima volta.

Li sarebbero mancati molto... ma doveva farlo!

Doveva tornare nel mondo dei vivi e parlare con Echalotte!

Voleva ritrovare la sua famiglia!

Voleva cambiare le favole.

Con dolcezza, chiuse gli occhi.


Vegeta aprì gli occhi.

Si sentiva strano...

Si voltò e si accorse che era giorno.

Prese l'orologio sul comodino e sbiancò.

Erano le nove.

Il matrimonio di Trunks era iniziato da un pezzo!

Per un attimo, fu colto dal dubbio: ma doveva farlo? Aveva paura della terribile reazione di sua moglie...

Ad un tratto, sentì di nuovo la stessa strana sensazione che l'aveva colto appena sveglio.

Era una sensazione che gli diceva di andare, di raggiungere sua moglie e di dirle la verità... perché lui lo voleva e, soprattutto, perché voleva ritrovare la sua famiglia... inoltre gli parve di ricordare qualcosa... qualcosa legato a un sogno.

Si alzò dal letto.

Avrebbe dato retta a quella sensazione.

L'ultima volta che l'aveva fatto, ossia quando se n'era andato, era stato male per tanti, troppi, anni...

Stavolta, avrebbe ascoltato il suo cuore per, sperò con tutto sé stesso, ritrovare sua moglie.

La sua amata Echalotte.

   
 
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