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Autore: ladyzaphira    09/04/2018    1 recensioni
*Momentaneamente sospesa e in fase di revisione*
What if ...? Della serie a cartoni "Ultimate Spiderman".
Una misteriosa ragazza, dai lunghi capelli bianchi come la neve e l'espressione malinconica entrerà ben presto a far parte della squadra del nostro arrampica-muri preferito.
Chi è questa ragazza, qual'è la sua storia?
Dal 3° capitolo:
-“Un’ultima cosa Peter” lo fermò Coulson, prima che il giovane eroe uscisse dal suo ufficio “Non entrerò nei dettagli, perché non sono di mia competenza però …” esitò un momento “… Snow non ha vissuto una vita esattamente facile, ma è una brava ragazza, ti prego di tenerlo sempre a mente”
Peter corrucciò la fronte, confuso da quello strano discorso.
Perché avrebbe dovuto pensare male di Neve?!
Insomma almeno l’80% dei supereroi aveva un passato oscuro, pertanto non l’avrebbe sorpreso più di tanto se anche per lei fosse valso lo stesso.
E comunque Nick Fury doveva per forza aver visto del buono in lei altrimenti non l’avrebbe reclutata, giusto?-
.................
Accenni alla serie anime "Tokyo Ghoul".
La storia sarà ambientata principalmente nella serie Ultimate (2012), con alcuni elementi presi da altre serie tipo Spectacular e così via.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Harry Osborn, Norman Osborn, Nuovo personaggio, Peter Parker
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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... Il Ghul o Gul, in Arabo, o ancora Ghoul secondo la grafia inglese è,
secondo i musulmani, un'entità soprannaturale, o uno spirito, le cui origini sono precedenti allo stesso avvento dell'Islam.
 
Etimologia.
Risulta ancora ignota l'etimologia del sostantivo ghūl, anche se alcuni studiosi ritengono che il termine derivi dalla radice araba , che significa "catturare", o anche "afferrare", secondo l'Oxford English Dictionary.
Altre fonti invece indicano, come significato dell'ipotizzata radice, "uccidere".
 
Religione islamica.
Le descrizioni dei ghūl nelle storie del folclore arabo sono spesso contraddittorie.
Nelle storie preislamiche e islamiche è generalmente un jinn, un’entità a metà via tra uomini e demoni.
Se i jinn sono di entrambi i sessi, spesso la ghūl è esclusivamente di sesso femminile,
abitante dei deserti e dedita all'aggressione dei viaggiatori.
In diversi detti attribuiti a Maometto compaiono le ghūl, intese come demoni o geni che uccidono, rubano o terrorizzano i viandanti che percorrono i luoghi desertici.
L'autenticità di questi racconti è curiosamente messa in dubbio da alcuni studiosi, tra cui un ḥadīth tramandato da Jābir b. ʿAbd Allāh, che ne nega l'esistenza: «Non esiste 'ghūl', non esiste 'adwā' e non esiste 'ṭayrra'», a prescindere dal fatto che dei jinn (di cui fa parte la ghūl) si parli più volte nel Corano, e che quindi la loro esistenza non sia in alcun modo messa in dubbio dall'islam sunnita.
 
Cultura e mitologia moderna.
L'idea dei ghūl come abitatori dei cimiteri che si nutrono di cadaveri è ben precedente alla versione delle “Mille e una notte di Antoine Galland”, il quale si prese molte libertà nella sua traduzione.
Nel racconto “Storia di Sidi-Nouman” i ghūl vengono rappresentati come mostri umanoidi che dissotterrano i cadaveri dai cimiteri per nutrirsene, e anche gli autori successivi ripresero le caratteristiche cannibalistiche di tale jinn ...
 
Peter chiuse la pagina di Wikipedia con un sospiro, ritornando alla pagina iniziale di Google.
 
Beh, sempre meglio di niente.
 
In circa due ore e mezza aveva trovato solo una serie di informazioni vaghe, o comunque scientificamente discutibili, attorno alla figura del Ghoul.
Diciamo che si era fatto un’idea del perché Thor avesse dato di matto in quel modo.
Tutte le pagine che aveva aperto su Internet concordavano sul fatto che il ghoul fosse un mostro, affamato di carne umana e spesso in grado di mimetizzarsi alla perfezione tra la gente normale senza che nessuno riesca ad intuirne la vera natura finché non è troppo tardi.
 
Sinceramente non sapeva ancora come avrebbe dovuto reagire ad una simile notizia.
 
Più che altro gli veniva da chiedersi …
… Tutto questo, cambiava l’idea che si era fatto di Snow?
 
Peter si tolse il portatile dalle ginocchia, appoggiandolo di lato sul muretto dove si era accomodato, all’ombra di un grosso albero, così da avere una maggiore libertà di movimeto per stiracchiarsi.
Era una bella giornata, soleggiata ma non troppo afosa.
Motivo per cui la stragrande maggioranza degli studenti della Midtown erano fuori sull’ampio prato situato dietro l’edificio scolastico, chi a studiare seduto sull’erba e chi semplicemente a cazzeggiare.  
 
No, non cambiava niente.
 
Certo, non avrebbe negato che l’immagine di una Snow intenta a banchettare con un paio di cadaveri gli faceva venire i brividi, perché era un dato di fatto.
Tuttavia era un fatto anche che Snow gli avesse salvato la vita, DUE volte, se si contava la prima con il gigante di ghiaccio al museo, e ciò le conferiva il sacrosanto diritto ad almeno una chance.
Inoltre non c’era stato un solo momento in cui si sia mostrata ostile nei confronti suoi, del resto del team o anche solo con i compagni di scuola.
Sì c’era stato quello spiacevole episodio con Flash, ma in fin dei conti si era soltanto limitata a comunicargli il suo disappunto nel vederlo strapazzare un povero ragazzo “indifeso” come lui.
Non lo aveva mica sventrato.
 
E poi, c’erano le parole di Coulson il giorno in cui gliel’aveva presentata.
 
“… Snow non ha avuto una vita particolarmente felice ma voglio che tu tenga a mente che, anche quando non ti sembrerà, lei è una brava persona”*
 
Sì, più ci pensava più si convinceva.
Ghoul o non Ghoul, Neve aveva una natura buona e pensava che anche Eitri*, il re degli gnomi, dovesse averlo intuito in qualche modo.
Altrimenti non l’avrebbe mai spronata a rivelarsi.
 
Restava solo un problema.
 
Dov’era finita la sua nuova compagna di squadra?
Dal giorno della gita erano passati tre giorni, ed erano tre giorni che Neve non si faceva vedere a scuola.
Peter era preoccupato, possibile che quanto accaduto con Thor avesse spinto Snow a lasciare definitivamente la squadra?
 
A quel punto avrebbe fatto bene a parlarne direttamente con il grande capo dall’occhio solo.
 
Nick Fury.
 
Non aveva toccato l’argomento fino allora per rispetto verso Neve visto che, per quanto fosse stata brava a nasconderlo una volta tornati sulla terra, era evidente che la faccenda l’avesse scossa ma …
“… Basta così, oggi parlerò con lui” decise il giovane eroe, passandosi una mano sul viso, stanco.
 
Accidenti, cosa avrebbe dato per un caffé …
 
“Con chi devi parlare?”
 
La voce di Harry a momenti lo fece cadere dal muretto.
Era talmente immerso nei sui pensieri che non si era affatto accorto dell’arrivo dell’amico, il quale, manco a farlo apposta, aveva entrambe le mani occupate a portare due bicchieri di cartone contenenti un liquido scuro dal profumo inconfondibile.
 
Caffé!!
 
“Oh, mio salvatore!! Potrei baciarti per questo, sai?” esclamò Peter, puntando subito uno dei bicchieri.
Neanche fosse uno zombie in astinenza di cervelli.
 
“Tranquillo, un semplice grazie mi basta” scherzò il rosso, seppur sentendo le guance insolitamente calde a quelle parole “Ti ho visto poco fà, per caso, che trafficavi sul portatile e ho pensato avessi bisogno di caffeina”
In realtà era da un po’ che lo cercava, ma quello preferì non dirlo all’amico.
“Ti stai portando avanti con i compiti o cosa?” domandò, prendendo posto accanto all’altro.
“In un certo senso …” fece Peter, accettando il caffé portatogli.
Soffiò velocemente sul bordo un paio di volte nonostante, notò, sembrasse già abbastanza tiepido e prese un primo, piccolo sorso.
 
Note di cioccolato fondente, unite alla cremosità del latte montato, si sposano con il sapore deciso del caffè espresso nella sua bocca.
Non era solo un caffé, era un marocchino!!
 
Lui AMAVA il marocchino.
 
Harry lo conosceva davvero bene.
 
“Grazie, ci voleva proprio” fece il castano con un sorriso dolce.
 
“Oh, figurati” replicò l’altro, strofinandosi la nuca imbarazzato mentre Peter appoggiava il bicchiere, sostituendolo con il su portatile “Ghoul” lesse, notando il nome sulla barra di ricerca, incuriosito.
 
“Cosa sono?”
“Direi dei sottospecie di vampiri, che però al sangue preferiscono la carne umana e con molti meno libri, film e fandom ispirati a loro” spiegò Peter, facendo le spallucce.
“E ciò ti interessa perché …?”
“Oh, è per una ricerca”  rispose prontamente il castano “Sai, abbiamo iniziato il genere horror a letteratura”
“Figo …”
 
Harry si guardò attorno, con fare vagamente nervoso, prima di posare di nuovo gli occhi su quello che dai tempi delle elementari era suo migliore amico.
 
“Senti, Pete” esordì, mordicchiandosi il labbro “Dì un po’, hai … hai impegni per questo fine settimana?”
Accidenti, davvero non capiva perchè si sentisse improvvisamente così agitato!!
Non era certo la prima volta che invitava Pete ad uscire, lo aveva fatto un sacco di volte!!
 
Erano amici …
 
Peter si voltò a guardarlo, corrucciando la fronte.
“Uhm, non saprei” ammise cercando di fare mente locale “Non mi pare, ma dovrei dare un’occhiata al calendario in cucina per esseren sicuro”
“Ah, bene” rispose Harry “Allora, in tal caso mi fai sapere stasera?”
 
“Certo!!” sorrise Peter, del tutto ignaro dei turbamenti interiori dell’amico.
 
Nel frattempo, dall’altra parte del quartiere, una familiare capigliatura albina faceva capolino tra le numerose chiome che giravano per la città.
 
Neve stava passeggiando per conto suo lungo il marciapiede.
Insossava una maglietta nera a maniche lunghe, leggera, con su stampata in bianco la “L” maiuscola in caratteri gotici del detective di Death Note, una felpa blu con cappuccio, shors di jeans sopra dei pantacollant neri ed infine scarpe da ginnastica.
 
Nella tasca degli shors l’Mp3 e nelle orecchie le cuffie.
 
A Snow piaceva passeggiare per strada, senza una meta precisa, facendo partire la musica della sua playlist da una canzone a caso.
L’aiutava a rilassarsi e, soprattutto, a mettere in ordine i pensieri.
Anni fa era capace di camminare per kilometri e kilometri senza neanche accorgersene, persa nel suo flusso di coscienza.
 
Al parco faceva prendere certi colpi a sua madre …
 
Sorrise nostalgica al pensiero.  
 
Era stato Fury a consigliarle (o meglio, ordinarle) di uscire, dopo aver passato i precedenti due giorni chiusa nella sua stanza sull’Eliveivolo.
Diceva che le avrebbe fatto bene, dopo quanto successo con Thor.
Anche se le aveva assicurato che ci avrebbe pensato lui a chiarire le cose con il dio, non avrebbe mentito dicendo che, per come erano andate a finire le cose, non le era rimasto l’amaro in bocca.
 
Le sue orecchie vennero invase dalle note di “It’s my life” di Bon Jovi.
 
Istintivamente le venne da muovere piano la testa, a ritmo della musica.
Gli occhi si chiusero per un breve momento, poi si riaprirono, guardandosi attorno curiosi dalle vetrine dei negozi alla gente che passeggiava per strada.
 
D’un tratto la sua attenzione venne attirata da un’uomo bianco, sulla trentina, che correva a perdifiato nella sua direzione, scansando malamente a spallate la gente che gli intralciava il percorso.
Nelle mani stringeva una borsetta rosso scuro, impreziosita da della finta pelliccetta marroncina sul davanti.
Il modello era palesemente da donna.
“Al ladro!! AL LADRO!!” si udì, difatti, una voce femminile in lontananza “Mi ha rubato la borsetta!! Vi prego …!!”
 
A parte osservare la scena con gli occhi sgranati, le persone sul marciapiede non diedero cenno di voler fare qualcosa.
Chi per lo stupore, che ne rallentava le reazioni, chi semplicemente per menefreghismo.
 
Per fortuna Snow aveva una connessione cervello-muscoli più rapida.
 
Il bello è che non fece niente di complicato.
 
Si spostò dalla traiettoria dello scippatore, apparentemente lasciandogli la via libera, per poi allungare il piede verso sinistra.
Il ladruncolo finì lungo e disteso a terra con un piccolo grido di sorpresa.
Ovviamente cercò di rialzarsi subito ma, incredibile ma vero, non ci riuscì in quanto Neve si era tranquillamente ACCOMODATA sulla sua schiena.
 
“EHI!!” protestò il ladro agitando comicamente braccia e gambe come un pesce fuor d’acqua.
 
“Sono spiacente ma non credo che questo articolo ti appartenga” disse l’albina recuperando la borsa.
Da vicino ebbe modo di osservarlo meglio.
Aveva una statura e corporatura media, capelli neri che sfuggivano a ciuffi disordinati da sotto il berretto grigio e occhi castano chiaro che tendevano al caramello.
 
“Ok, ok hai vinto!!” sbottò il giovane poggiando i palmi per terra cercando, con una flessione improvvisata, di rialzarsi “Ora però lasciami andare!!”
 
“Oh!! G-Grazie mille!!” si fece sentire una voce alle sue spalle.
Neve girò la testa incontrando la figura agitata di quella che doveva essere la proprietaria della borsa, la quale ansimava pesantemente con le mani appoggiate sulle ginocchia per riprendere fiato.
Si trattava di una ventenne di origini asiatiche, il cui inglese lasciava un po’ a desiderare ma era comunque abbastanza comprensibile.
 
“Ci sono i miei documenti e passaporto lì dentro …” riuscì bene o male a intendere Neve.
 
Beh, questo spiegava perché sembrasse così disperata.
 
La ragazza passò i seguenti cinque minuti a gridare contro il ladruncolo, con alcune frasi o insulti, chissà, pronunciate nella sua lingua madre, dichiarando di possedere a malapena cinque dollari nel portafogli e che quindi le avrebbe fatto un danno enorme rubandole la borsetta per pochi spiccioli.
Il tipo fu così costretto a subirsi la ramanzina prima di promettere di non farlo più (promessa che probabilmente non manterrà, ma valeva la pena provarci) sotto minaccia di una denuncia.
 
Tutto ciò con diversi passanti che rallentavano il passo apposta per assistere, in modo non troppo plateale, allo spettacolo.
 
Neve sorrise appena, scuotendo la testa.
 
Da Bon Jovi la playlist era passata a “Try Everything” Shakira.
 
……………………………
 
*Coulson dice queste parole nel Capitolo 3.
*Il discorso di Eitri nel Capitolo 6.
 
Nono capitolo!!
Spero vi sia piaciuto!! ^^
  
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