Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5
Compromesso
Steven
si avvicinò alla grande vetrata e
vi poggiò la mano, osservando lo strapiombo con il mare
sottostante.
"Questi
posto non sembra vero"
sussurrò.
Howard
sogghignò, avvicinandosi a lui.
"Naturalmente.
È
il mio regno fatato".
Tony
roteò gli occhi, sedendosi sul
divano che occupava metà del soggiorno dietro di loro.
"Che
ho costruito io".
Rogers
si appoggiò la mano sul fianco.
"Stark kingdom?" lo rinominò.
Howard
annuì, allargò teatrale le
braccia.
"Tutto
quello che vedi oltre queste
finestre, è mio" disse.
Tony
buttò le gambe sul bracciolo del
divano, un robot fece capolino dal corridoio trasportando un cartone di
pizza.
"Costruito
con i soldi che guadagno
io".
Howard
gli lanciò un'occhiataccia.
"La
finisci?".
Steven
si nascose il viso con la mano e
ridacchiò.
"Sono
convinto che entrambi
portiate cose utili".
<
Non so quanto questa lotteria della
fortuna durerà.
Devo
approfittarne al massimo per i miei
ragazzi >.
Howard
sogghignò, gli avvolse un fianco
con il braccio.
"Oh,
mio fratello è un incredibile
ingenuo. Se non ci fossi io, venderebbe armi a chiunque pensando che le
usino
solo per difendersi".
Tony
morse una fetta di pizza, con un
sopracciglio inarcato.
"Io
almeno non penso che Teddy Boy
sia davvero interessato a noi".
Steven
si appoggiò al vetro con la
schiena.
"Io
sono una merce con scadenza non
molto rara.
Però
non dipingo con tutti, da parte mia
l'interesse per il vostro regno c'è tutto".
Howard
gli passò le mani sui fianchi,
scendendo fino al fondoschiena.
"Se
vuoi le chiavi del mio regno,
dovrai guadagnartele, baby".
Tony
ingoiò la pizza, scosse il capo.
"Mio
Dio, prendetevi una
stanza".
Howard
lo guardò, sogghignando.
"Vieni
anche tu, fratellino. Stevvy potrebbe
insegnarti qualche
trucchetto".
"Sarebbe
il minimo per quelle
chiavi" disse Steve, piegandosi in avanti.
<
Un posto così lo vorrei dare a
tutti quei ragazzi che si ritrovano in mano a quei maledetti
sfruttatori delle
altre gang >.
Guardò
la grande radio di legno
modificata accanto a un morbido divanetto bianco.
Tony
sventolò l'ennesima fetta di pizza
in aria.
"Lo
fa per i suoi ragazzi, Howard. È
sfruttamento".
Howard
sbuffò, si scostò da Steve e
raggiunse il fratello.
"Senti,
io mi divertirò con lui che
tu ci sia o no. Vuoi continuare a borbottare, o ti unisci a noi?".
Steve
si mordicchiò il labbro.
Giocherellando
col ciuffo disse:
"Non potete proprio stare senza litigare?'.
Tony
rise.
"No,
siamo geneticamente
programmati per non andare d'accordo".
Howard
sbuffò, divertito.
"Gli
Stark non hanno mai due figli.
Noi siamo un caso unico".
"Suppongo
sia unico anche il suo
fingersi interessato allo sfruttamento delle persone"
insinuò Steve.
Howard
rise, raggiunse Steve e gli
carezzò un fianco.
"Oh,
no, gli interessa davvero: è
quella la parte peggiore. Per fortuna ci sono io a fargli godere la
vita".
Tony
sospirò sconsolato, si mise in
piedi e li raggiunse.
"Basta
tu sappia che ci toccherà
ospitare tutte le gang di Brooklyn e dintorni" disse.
Steven
raggiunse Tony e lo baciò.
"Non
oserei tanto".
Tony
sogghignò, gli poggiò un leggero
bacio sulle labbra.
"Io
scommetto di sì".
Howard
roteò gli occhi, con un ghigno.
"E
se deve essere, che sia"
disse.