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Autore: giamma21    12/04/2018    1 recensioni
"Forse fu per l’occasione, o perché entrambi inconsapevolmente si erano avvicinati “quel poco in più”, che le coccole si trasformarono in baci, sfuggenti ma travolgenti, ingenui ma consapevoli, e in carezze tanto caute quanto pericolose. Logan aveva sempre rinnegato l’attrazione per il migliore amico, come mai si era lasciato andare? Aveva bisogno di amare, tanto quanto ne aveva Toby. Nessuno si aspettava che due anni dopo, due migliori amici sarebbero stati degli estranei."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Verso il termine dell’ora, Logan lasciò la classe per andare in bagno. Il succo di pesca che aveva bevuto per colazione doveva uscire dal suo corpo. Si pitturò in mente un’immagine sessualmente esplicita, poi sospirò e si ricompose.
Giunse al bagno passando per i corridoi che illuminavano ogni volta lampadine nella sua testa, cariche di ricordi. Ciò che balzò alla sua attenzione fu il giorno seguente San Valentino: il confronto.
 
 
Era un mercoledì uggioso, il cielo contornato dalle nuvole lasciava presagire le gocce d’acqua che avrebbero seguito a breve. Logan si svegliò con le coperte tirate fino a sopra la testa, ancora ignaro di dover alzarsi per affrontare una nuova giornata scolastica e quello che era accaduto la notte precedente con Toby.
Nulla di serio, scherzò quest’ultimo indossando la maglietta che l’amico aveva ferocemente sfilato. In effetti non si erano spinti oltre i baci e le toccatine, nonostante in quel momento la sete fosse accecante.
Logan non commentò quell’affermazione, anche se dentro al suo cuore sentì qualcosa muoversi. Tristezza? Poteva essersi allontanato così tanto dai canoni tipici che definivano la sua amicizia? Colmare il vuoto causato da un’attrazione non ricambiata lo avrebbe ferito sempre più, così come dover crescere con Toby e vederlo sperimentare l’amore che tanto disprezzava per la prima volta.
Lo avrebbe vissuto senza di lui, o meglio, insieme a lui, come amici.
Beh, che mi prende? Erano solo baci, mi sto lasciando trasportare da semplici sogni.
Logan non aveva mai baciato un ragazzo, prima di Toby. Questo aveva influito sicuramente sull’idea che aveva di lui. Prima lo vedeva come il migliore amico del quale si poteva fidare, con il quale non ci sarebbero mai state porte chiuse, ma dopo quella sera fidarsi divenne sempre più difficile. Toby usciva con qualcuno e Logan gli faceva i complimenti, sperando che trovasse “quello giusto”. Da un lato si fingeva contento, dall’altro provava la stessa sensazione che si ha quando l’unica felpa che ci attrae al negozio manca della nostra taglia.
Quel giorno, quando Logan raggiunse l’armadietto dell’amico non trovò nessuno. Aspettò qualche minuto ma poi andò in classe. Incontrando Vanessa pensò di doversi confidare con lei, quindi le raccontò i trascorsi della notte precedente.
-Wow, tu e Toby! Vi ho sempre trovati molto carini insieme, e poi sarebbe anche ora che lui cominciasse a pensare di frequentare qualcuno per più di due giorni- esultò lei, sistemandosi i capelli, -Però non posso fingere che questo non intaccherebbe il vostro, il nostro rapporto. Da quanto siete amici, Logan? Da tipo una vita. E gli amici che si conoscono da così tanto rischiano sempre di superare la linea del non ritorno, quando l’imbarazzo è più forte del volersi bene- dichiarò, assumendo un tono maggiormente piazzato, e la sua affermazione colpì Logan dritto al cuore. Lui stesso sapeva che costruirsi dei castelli in aria sulla relazione perfetta era sbagliato, soprattutto se il fulcro di quei castelli era il suo migliore amico. Doveva lasciare andare quegli accaduti prima che fosse troppo tardi.
-Già, comunque ha espresso la sua opinione. Per lui non è stato nulla di fuori dal normale. Si è fatto un altro tipo e se ne farà sicuramente altri- replicò Logan, grattandosi il capo, fingendo che non gli importasse.
-Tu… non sei solo un altro tipo. Tu sei il feroce Wolverine- scherzò Vanessa, ridacchiando, -Sei un ragazzo dolce e con un fantastico carattere, che deve uscire di più-.
Il ragionamento non faceva una piega.
Logan scrisse un messaggio a Toby ma non ricevette risposta fino a qualche ora dopo.
“Stavo poco bene. Ci sentiamo dopo xo”.
Logan sbuffò.
 
 
Uscendo dalla cabina del bagno, il ragazzo si sciacquò le mani.
Per la stanza aleggiava un sinistro silenzio, lo stesso che ti fa sospettare di non essere solo quando dovresti esserlo.
Logan fece per andarsene quando dalla porta apparve Trevor.
I due si sorrisero nervosamente. Trovarsi confinati in quello spazio ristretto rendeva la situazione particolarmente imbarazzante. Dopo il pomeriggio sulla collina, non c’erano più stati scambi di effusioni, né chiarimenti riguardo a come erano rimasti.
-Ti ho spaventato? - chiese Trevor a bassa voce, temendo che qualcuno dall’esterno potesse origliare.
Logan arrossì.
-Nah, non so se lo sai ma sono abituato a spaventi più forti- scherzò, riferendosi inevitabilmente a quella notte. Già, perché in un modo o nell’altro tutto rimandava a lei.
Trevor si avvicinò lentamente a Logan che, insicuro, fece un passo indietro. L’altro se ne accorse, e lo scrutò attentamente, aspettandosi forse un incoraggiamento a proseguire, a tentare di nuovo.
Logan rimase in silenzio, intento a studiare i forti lineamenti del volto di Trevor. Era così dannatamente bello, che il suo interesse verso di lui pareva quasi surreale.
Si morse istintivamente il labbro inferiore. Voleva la sua bocca, la sua lingua, il suo corpo.
La passione sessuale lo coglieva sempre impreparato, d’altronde faceva così con tutti. (Eccetto i maniaci sessuali, ew.) Risvegliava lati nascosti del suo io che neanche lui aveva mai conosciuto.
I due si avvicinarono sempre di più, e unirono le labbra, prima lentamente, poi in modo feroce. Era come se avessero schiuso una fiamma che non vedeva l’ora di ardere.
Logan finì con la schiena contro la parete del bagno, mentre Trevor gli baciava il collo.
I brividi che percorrevano tutto il corpo del ragazzo gli ricordarono il sogno che fece la notte dopo la sua prima conversazione con l’altro. Voleva che lo toccasse, voleva sentirlo dentro.
Improvvisamente suonò la campanella, e i due si separarono come se trascinati da una forza invisibile: la paura.
Paura di cosa, direte?
La paura di farsi scoprire, che li avrebbe sempre tormentati, così come sapere che vivere una vita alla luce del sole non sarebbe stato semplice. Non lo era neanche per i più esperti. Chi sceglie di mettere sé stesso al primo posto e vivere la vita come se fosse veramente la sua, non incontra mai il terreno spianato. Ci sono buche, intersezioni, strade barrate.
Fuori dalla scuola, ad attendere Logan, c’era Toby. Era seduto su una panchina e quando tutti cominciarono ad andarsene si fermò a salutare qualche vecchia conoscenza.
Logan passò sperando che non si accorgesse di lui. Non era pronto per parlargli.
Mentre camminava verso la fermata del bus però si sentì strattonare. Ormai era la norma coglierlo di sorpresa.
-Ehi, speravo di incontrarti. Volevo scusarmi per l’altra sera, ho mandato tutto a puttane, vero?-.
Logan si fermò a guardarlo. Era così che se lo sarebbe ricordato negli anni a venire? Come quello che era stato un tempo? Forse, abbassare le difese e ascoltare la sua versione avrebbe reso le cose su cui riflettere più chiare. D’altronde la vita di Toby non era stata meno semplice della sua, anzi, forse anche più difficile. I suoi lo avevano ripudiato, allontanato dalla sua vita a Stanton perché lo vedevano come una vergogna.
Guardare il suo vecchio amico, con la barba più folta del solito e l’aria sbarazzina, lo colpì più della volta precedente. Si rese conto che il tempo e le ferite avevano cambiato anche lui, che una volta flirtava tramite le battute e sapeva sempre cosa dire. Una volta era tutto più bello. Oppure era tutto più sul bordo, e una folata più forte ha fatto cadere ciò che era già traballante. Forse niente era mai stato normale sul serio, ma sopportabile.
In quel momento, rivedendo in Toby il suo migliore amico, Logan capì cosa univa un figlio alla madre: l’amore.
E lui amava Toby, così tanto che averlo perso lo aveva reso un pezzo di carta svolazzante, senza più un riferimento.
Gli tornarono alla mente le parole del Dottor Stewart. Vivi e trova l’amore nei tuoi cari.
E fu tutto più chiaro.
Il suo scopo nella vita non era l’odio, il dolore, la paura. La soluzione non sarebbe stata tantomeno dimenticare, perché solo facendo pace con il passato sarebbe stato onesto con il presente.
Logan abbracciò Toby, che lo strinse a sé liberando finalmente il peso di quegli anni.
-Posso?- chiese Vanessa, che aveva intercettato i due dopo il suono della campanella, ma che era rimasta nascosta per lasciare le redini della situazione al fato.
Toby le sorrise.
-Tutte le volte che vuoi-.
E l’abbraccio dei due si trasformò in un abbraccio di gruppo, di amici ritrovati, di persone che non sarebbero state più un lontano ricordo, ma una certezza.
-Sapevo che prima o poi saremmo finiti in una cosa a tre- scherzò Vanessa, provocando una risata di gruppo.
Sì, quella notte era ancora presente, ma così Toby e Vanessa. Ormai non era altro che parte della storia del nuovo mondo di Logan. Un mondo aperto a tutte le possibilità, all’amore e non all’odio, al perdono e non al rancore.
Trevor rimase spiazzato nel vedere la scena da lontano, ma non fu troppo sconcertato, perché accettava di non sapere tutto e di dover impegnarsi, se quello che voleva davvero era stare con Logan.
Finalmente, accompagnata dalla brezza della stagione estiva, la pace era tornata a cullare le vite dei ragazzi.  
   
 
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