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Autore: Serena_Aleci    13/04/2018    0 recensioni
[Indiana Evans]
Thriller e storia d'amore
*Infondo l' aveva sempre saputo di essere stata sua dal primo instante che i loro occhi
si ero incontrati. Solo sua.*
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il suono stridulo della sveglia risuonò fastidiosamente nella camera di Caroline in un appartamento al quindicesimo piano di un palazzo di New York svegliandola e facendola gemere per il brutto risveglio. Caroline si rigirò sotto il piumone pesante spostando alle sue spalle la cascata di capelli biondi e scompigliati per la notte. Spense con un sospiro di sollievo quell'aggeggio infernale afferrando solo dopo il cellulare, osservando l'orario che indicava le 7.00 a.m. e sorrise quando, sbloccando la schermata, notò un messaggio wathsapp da parte della sua migliore amica: " Sto venendo da te per la colazione!" E sorrise ancora di più quando il campanello suonò, come a confermarle il messaggio. E così trovò la forza di alzarsi. Scostò da sopra di se il piumone lasciando scoperte le gambe nude. Rabbrividì stringendosi ancora di più nella felpa troppo grande per lei. Si mise in piedi sussultando leggermente quando i piedi nudi entrarono in contatto con la moquette fredda. Raccolse i capelli troppo lunghi in una crocchia disordinata sulla nuca con l'elastico che teneva al polso. Aprì la porta e sorrise chiudendo gli occhi quando l'odore di pancake e cioccolato fumanti le giunse alle narici. Perché non importava che fosse al penultimo anno di liceo, sua madre le avrebbe sempre preparato ogni mattina i pancake e la torta al cioccolato la domenica. Non importava che avesse 17 anni, avrebbe sempre trovato ogni mattina suo padre, seduto a capotavola, con il giornale davanti al viso che abbassava non appena Caroline entrava. Non importava che fosse ormai adulta, avrebbe sempre regalato un sorriso ai suoi genitori ogni mattina e avrebbe sempre dato loro il buongiorno con un bacio sulla guancia. E non importava da quanti anni si conoscessero avrebbe sempre salutato Tanya, la sua migliore amica, allo stesso modo. Quelle erano le sue certezze. E Caroline lo sapeva mentre percorreva il corridoio che i suoi genitori le avrebbero sorriso con gli occhi stanchi. Lo sapeva che Tanya le avrebbe detto: "Buongiorno riccioli d'oro." Mentre le iridi blu dell'amica si scontravano con le sue che variavano dal grigio chiaro al grigio scuro all'azzurro più raramente. E fu proprio quello che accadde. Si sedette abbassando la felpa perché la coprisse fino a metà coscia e lanciò uno sguardo alla sua amica di fronte a se che si buttava i capelli neri sulla schiena e cominciava a mangiare i pancake, e così la imitó. E sorrise ancora una volta quando il sapore di pancake e cioccolato le regalò una sensazione di calore in quella fredda mattina di Dicembre. Il silenzio famigliare venne interrotto dal vibrare del cellulare di Tanya che lo sbloccò per leggere il messaggio. Ma Caroline già lo sapeva che il messaggio era da parte di Matt, perché anche quando Tanya non veniva a colazione da lei, la aspettava sempre sotto casa sapendo che Matt avrebbe accompagnato a scuola entrambe. Questa era un' altra certezza. Si alzò dicendo: "Vado a prepararmi." Ridendo quando Tanya le disse: "Fai con calma non ho alcuna voglia di vedere quella stronza della professoressa Todds." E Caroline si chiese come facesse quella ragazza ad essere sempre così spontanea, diceva anche le parolacce con una naturalezza tale da non farle sembrare volgari, tanto che i genitori di Caroline non ci avevano mai fatto caso. Andò in camera sua ed aprì l'armadio. Afferrò il primo paio di skinni jeans che le capitó per poi prendere il maglione bordeaux e buttare entrambi sul letto. Si liberò della felpa pesante per poi indossare velocemente gli abiti scelti poco prima. Si infilò le calzette e le All Star bianche e andò velocemente in bagno. Si lavò il viso e i denti per poi sciogliere la crocchia lasciando che i capelli biondi e mossi potessero sfiorarle il sedere. Mise solo un filo di mascara perché a lei non piaceva truccarsi, non era come Tanya che amava il trucco nero intorno agli occhi, gli abiti scuri e i jeans strappati. Perché Tanya era così, unica, e Caroline si chiese se la sua amica fosse consapevole di essere tremendamente bella e perfetta ogni singolo istante. Gli occhi di Tanya erano blu, erano così profondi da non riuscire a vederne il fondo. Incutevano timore a molti ma solo perché erano sempre determinati, attenti, senza ombra di indecisione. Erano diversi da quelli di Caroline, dai suoi traspariva intelligenza, lei pensava sempre prima di agire e per questo invidiava un po' la spontaneità dell'amica. Caroline e Tanya erano così diverse, così profondamente diverse, ma in fondo se si va in due direzioni opposte prima o poi ci si incontra no? Caroline prese la borsa e raggiunse la sua amica alla porta solo dopo aver salutato i genitori con un "Ciao!" E mentre andava verso di lei Tanya si chiese come quella ragazza riuscisse ad essere così bella senza impegnarsi nemmeno. Presero l'ascensore ed uscirono dal palazzo rabbrividendo entrambe quando il vento newyorkese si insinuò, dispettoso, sotto i vestiti incontrando la pelle un po' abbronzata anche in inverno di Caroline e quella lattea e cosparsa di lentiggini di Tanya. Si affrettarono ad entrare nel fuoristrada nero di Matt. Tanya prese il posto del passeggero mentre Caroline si sedette dietro. "Buongiorno." Disse il ragazzo che Caroline non faticava a riconoscere come il suo migliore amico. " 'giorno." Disse Caroline strofinando le mani tra le gambe nel tentativo di riscaldarle. " 'giorno principino." Disse Tanya facendo alzare a Matt gli occhi al cielo per il soprannome affibbiatogli dall'amica solo perché aveva i capelli biondi e gli occhi verdi. E Matt non provó neanche a ribattere perché ormai era così da sempre e ci aveva fatto l'abitudine al carattere particolare di Tanya. E perché si, lui era il quaterback della squadra di football, era popolare ed aveva tanti amici, ma non avrebbe mai smesso di aiutare Tanya anche quando non voleva essere aiutata. Non avrebbe mai smesso di dare consigli a Caroline ed ascoltare quelli che lei dava a lui. E non avrebbe mai smesso di proteggere entrambe dai ragazzi che vi giravano intorno. Non conversarono durante la mezzoretta di strada verso scuola ma solo perché erano troppo occupati a canticchiare le canzoni che passavano alla radio, sorridendo quando partì 'Simphony' dei Clean Bandit. E Caroline e Tanya risero quando Matt cercó di tapparsi le orecchie poiché al ritornello le amiche di misero a cantare troppo forte, stonando volutamente, sapendo di dar fastidio al ragazzo che si faceva strada nel traffico newyorkese. Ma le ragazze se ne pentirono quando Matt si mise a stonare più del dovuto 'Roar' di Katy Perry. Si arresero a zittirlo al secondo ritornello mettendosi a cantare anche loro a squarciagola. E risero forse anche troppo al termine della canzone, ma andava bene così, perché quella era la loro normalità e quella normalità a Caroline forse piaceva anche troppo. Arrivarono nel parcheggio della scuola e scesero dall'auto solo dopo che Matt ebbe parcheggiato. A Caroline tremoro i denti quando il vento la investì e si maledisse per non essersi portata un giubbotto convinta che quel maglione potesse bastare. Affiancò i suoi amici mentre si dirigevano verso l'entrata dove alcuni studenti erano ancora fuori nonostante la campanella stesse per suonare. Salirono i quattro gradini ed entrarono in quel posto dove Matt e Caroline avevano conosciuto Tanya, la ragazza all'apparenza dura ma che in fondo voleva solo qualcuno che restasse e che non si arrendesse a conoscerla. E Caroline non l'aveva fatto, non l'aveva fatto perché era sempre stata curiosa e se si metteva in testa qualcosa non poteva fermarla nessuno. E Tanya l'aveva notata quella determinazione, la conosceva bene, perché quegli occhi grigi non erano poi così diversi dai suoi. E poi c'era Matt. C'era Matt che conosceva Caroline da quando erano ancora nella culla. C'era Matt che ogni volta che da bambina Caroline si sbucciava le ginocchia le dava sempre uno dei suoi cerotti colorati. C'era Matt che non l'aveva mai abbandonata. E Matt e Caroline erano sempre stati migliori amici perché si volevano bene come lo si vuole ad un fratello. E poi nella vita di Matt era arrivata Tanya, Tanya che lo prendeva in giro ma in fondo erano diventati così amici perché a Matt non sembrava importare, perché Matt aveva capito Tanya, e lei se ne era accorta. I tre ragazzi si fecero largo nel corridoio ampio ma comunque colmo di studenti e andarono verso i loro armadietti. Quelli di Matt e Caroline erano separati solo da un paio di armadietti mentre quello di Tanya era proprio di fronte al loro, sul muro opposto. Posarono i libri ma al suono della campanella Caroline si separò dagli amici perché mentre loro avevano lezione di matematica, lei aveva la prima ora libera dato che la professoressa di letteratura mancava. E così ne approfittò per andare nella palestra del liceo che poi altro non era che un campo da basket, mentre quello di football era all'esterno. Entrò negli spogliatoi deserti e si infilò velocemente un paio di leggins e una canottiera. Entrò nella palestra e i suoi passi risuonarono nell'ambiente vuoto. Legò i capelli in una coda bassa e si sgranchì le gambe prima di prendere la rincorsa ed eseguire una ribaltata facendo subito dopo perno sulla gamba destra per saltare in una ruota senza mani atterrando perfettamente sulla gamba sinistra. E Caroline sorrise.  Sorrise perché amava quella sensazione. Amava sentire l'adrenalina che scorreva lungo il corpo tonico. Amava la sensazione di libertà mentre volteggiava in aria e amava sentire i capelli che fendevano l'aria. E si, le avevano proposto più volte di entrare a far parte delle cheerleaders ma aveva sempre detto di no, un po' perché tra i corsi di lotta, architettura, acrobatica e i compiti non aveva proprio tempo, un po' perché saltellare in minigonna non era di certo una delle sue priorità. Desiderò qualcuno con cui allenarsi a combattere, magari per provare quella nuova mossa che le aveva mostrato l'insegnate di judo. Aveva imparato a combattere quando aveva conosciuto Tanya, perché era stata proprio l'amica a spingerla. Era stata una cosa assurda, come se avesse da sempre avuto la lotta nel sangue. Eppure combatteva sempre sapendo che quella fosse un'esercitazione, che non fosse realmente in pericolo, e spesso si ritrovava a chiedersi se sarebbe stata veramente capace di fare del male a qualcuno. Si sciolse la coda bassa solo per farne una alta, prese un tappetino dallo sgabuzzino e vi si coricò sopra piegando le gambe. Fece tre serie da venti addominali per poi fare le flessioni ed altre acrobazie. Stava per andare a cambiarsi quando da una finestra vide un uomo in lontananza e sembrava che la stesse guardando. Il cuore di Caroline cominciò a battere un po' più forte quando la possibilità che quell'uomo la stesse osservando da tempo la colpì così forte da farla indietreggiare di un paio di passi. Rimase a fissare l'uomo ancora per qualche secondo ma poi la campanella la riscosse e si affrettò ad andare negli spogliatoi per evitare di arrivare tardi a lezione. Si rimise gli abiti pesanti ed uscì nel corridoio dove il chiacchiericcio degli studenti la riportò alla realtà, e cercò di convincersi che quell'uomo non la stesse veramente guardando. Si diresse a lezione salutando con la mano un paio di ragazze che conosceva. *** Tanya si diresse a passo svelto verso la classe di storia per aspettare Caroline in modo che potessero andare a mensa assieme. "Hei riccioli d'oro!" Caroline la guardò e sorrise affiancandola. "Hei! Com'è andata la giornata?" Le chiese la bionda mentre si dirigevano verso la mensa. "Bene lasciando stare il fatto che la Todds mi ha buttata fuori e che il professor Mikaelson mi ha interrogata ed io non ero preparata. In effetti è andata proprio da schifo." "Dovresti smetterla di litigare con i professori e cominciare a studiare un po' di più Tanya." "Certo mammina." La prese in giro la mora. Caroline scosse la testa e spinse le porte della mensa sorridendo quando la loro amica Kate fece cenno di raggiungerli al tavolo. Così presero il vassoio e si sforzarono di sorridere alla signora dietro il bancone mentre quella metteva sopra il vassoio quello che dovrebbe essere un hamburger e delle patatine troppo verdi. Si diressero verso il tavolo che ormai era il loro, dove vi erano già seduti Matt, Mason e Lewis impegnati in una conversazione sul football che Caroline non si era mai sforzata di capire. Caroline si sedette accanto a Kate dopo aver salutato lei e Jade con un bacio sulla guancia. Tanya fece lo stesso prima di sedersi accanto a Jade e di fronte a Caroline. Kate era una cheerleader ma non era un oca come molte ragazze della sua squadra, era leale, sincera ed una vera amica. Stava con Mason da due anni ma si conoscevano da prima dato che lui faceva parte della squadra di football. Jade invece era una ragazza molto riservata e timida, ma stava con Lewis che era molto amico di Matt quindi alla fine aveva legato con loro. Mentre i ragazzi parlavano di football, Jade, Tanya e Kate stavano organizzando l' uscita di quella sera. Caroline fissava le patatine rigirandosene una tra le dita mentre pensava ancora a quell'uomo che l'aveva inquietata più del dovuto, e non si accorse di Kate che la chiamava fino a quando la castana non la scosse per la spalla. "Stai bene Care?" La bionda di sforzò di mettere su un sorriso prima di dire: "Si, sto bene." Ignorando gli occhi blu di Tanya che la fissavano insistentemente. "Posso parlarti Caroline?" Chiese Tanya alzandosi. Caroline si alzò sbuffando consapevole che se non avesse seguito Tanya quella l'avrebbe portata fuori a forza. Le due ragazze si allontanarono ignorando lo sguardo preoccupato di Matt. Uscirono nel giardino e gli occhi blu di Tanya si fissarono nuovamente sulla bionda cercando lo sguardo grigio che Caroline faceva di tutto per non far incontrare con quello di Tanya consapevole che se fosse successo la ragazza avrebbe capito che qualcosa la turbava. E Caroline non voleva che ciò accadesse, non voleva mai che gli altri vedessero le sue debolezze e non voleva far preoccupare nessuno per lei. E stava facendo davvero di tutto per nascondere il suo turbamento, ma forse le braccia incrociate sotto al seno troppo strette, la punta del piede destro che batteva freneticamente sul terreno e gli occhi grigi che si spostavano in continuazione, la tradivano. E gli occhi blu di Tanya fissati su di lei e le labbra sottili che non accennavano ad aprirsi di certo non aiutavano. "Allora?!" Trillò Caroline arrendendosi ad evitare lo sguardo dell'amica e diventando subito rossa quando si rese conto di aver parlato troppo forte facendo girare verso di se un paio di ragazzi tra cui il suo ex fidanzato con cui si era lasciata il mese prima. E si sentì un mostro ricordando di averlo lasciato senza un motivo preciso, ma si era resa conto di non provare più niente per Derek e spesso si chiedeva se avesse realmente provato qualcosa verso il ragazzo. "Che cos' hai?" Chiese Tanya decidendosi a schiudere le labbra. "Niente!" Rispose subito Caroline. "Caroline Collins potrai anche prendere in giro gli altri ma io non ci casco, perciò risparmiamoci la scenetta e dimmi subito che ti prende." "Ti odio Tanya Smith." Si arrese Caroline ridendo al sorriso di strafottenza dell'amica. "Ok te lo dico ma prometti di non preoccuparti." "Io non premetto niente. Sbrigati Rapunzel." Caroline abbassò lo sguardo prima di dire: "Va bene. Sta mattina ero in palestra e stavo per andarmene quando ho visto un uomo dalla finestra e mi è sembrato che mi stesse guardando. Ma la cosa che mi ha inquietata di più è che non ha distolto lo sguardo nemmeno quando l' ho guardato io come se non gli importasse che io pensassi mi stesse osservando." Caroline riportò lo sguardo sulla mora. Tanya aveva le labbra e le sopracciglia corrucciate come stesse cercando di metabolizzare quelle parole. Poi d'un tratto spalancò gli occhi e la bocca mentre la consapevolezza si faceva spazio negli occhi blu che no, non erano affatto sorpresi. "Tanya sta tranquilla, non è niente e magari me lo sono anche immaginata!" Ma Caroline lo sapeva di non essersi immaginata niente, semplicemente pensava che non fosse una cosa così importante da far preoccupare l'amica. "Devi entrare. Adesso." Ordinò Tanya abbandonando l'espressione precedente per adottare quella che la contraddistingueva: occhi vigili, labbra serrate, muscoli tesi e sguardo attento. Caroline mise su una delle espressioni più confuse del suo repertorio. "Cosa? Ma che ti prende Tanya?!" "Potresti smetterla di fare domande ed abbandonare la tua testardaggine per una volta Caroline?" Chiese la mora spingendola per le spalle verso la porta mentre continuava a guardarsi freneticamente intorno. "No se non mi dici che sta succedendo!" Esclamò la bionda scrollandosi di dosso le braccia dell'amica e girandosi di scatto verso di lei. "Fidati di me solo per questa volta ok?" E Caroline fisso quelle iridi blu che ormai conosceva così bene da poterne descrivere ogni singola sfumatura e si chiese se fosse capace di mettere da parte la sua necessità di sapere sempre tutto e di tenere sempre tutto sotto controllo solo perché glielo chiedeva la ragazza che l'aveva aiutata più volte e che le aveva insegnato a credere in se stessa e non abbattersi solo perché l'ennesimo ragazzo voleva soltanto portarsela a letto. In pochi secondi costatò di poter fare un eccezione. "E va bene."E Tanya sembrò rilassarsi un po' quando Caroline si diresse verso la porta ma lei rimase ferma lì gridando: "Ti raggiungo tra cinque minuti!" Per farsi sentire dall' amica ormai lontana qualche metro. Caroline la fulminò con gli occhi grigi un'ultima volta prima di entrare. E solo quando le porte di chiusero, solo in quel momento, Tanya si concesse un sospiro di sollievo. Tanya si guardò attorno prima di sfilare il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans neri. Sbloccò la schermata e digitò il numero che conosceva a memoria e che doveva conoscere a memoria dato che non le era permesso salvarlo in rubrica. "Andiamo rispondi.."Mormorò al terzo squillo e poi finalmente risposero. "Hotel S.F. come posso aiutarla?" E Tanya sorrise, perché non sentiva quella voce da davvero troppo tempo e si affrettò ad asciugarsi una lacrima prima che potesse bagnarle la guancia. "Zac sono io." Rispose Tanya seria consapevole di avere poco tempo prima che suonasse la campana. "O mio dio Tanya! È successo qualcosa?" "Credo che l'abbiano trovata o almeno sospettano di lei." "Mando subito qualcuno. Chi vuoi?" E Tanya puntò lo sguardo proprio di fronte a se mentre il ricordo di quel volto si fece nitido nella sua mente. Alzò un angolo della bocca in un mezzo sorriso a labbra chiuse prima di dire: "Voglio Logan."
   
 
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